Apple e Google rischiano una multa da 850 miliardi a causa di TikTok. Inviata una lettera a Trump

Tre senatori democratici hanno lanciato l'allarme sul divieto di TikTok, avvertendo di possibili multe miliardarie per le aziende tech Google, Apple e Oracle. I senatori hanno mandato una lettera al presidente Trump chiedendo di collaborare con il Congresso per trovare una soluzione legale entro il 5 aprile.
di Lorenzo Tirotta pubblicata il 26 Marzo 2025, alle 14:54 nel canale WebAppleGoogleOracleTikTok
Come sappiamo, il destino di TikTok negli Stati Uniti è ancora incerto a soli 10 giorni dalla scadenza del 5 aprile, data entro la quale la popolare app di video brevi dovrebbe essere ceduta a un'azienda americana o affrontare un divieto totale nel paese.
TikTok nel limbo: giganti tech rischiano multe astronomiche per ordine esecutivo di Trump
Nel dettaglio, in una lettera inviata lunedì al presidente Trump, tre senatori democratici - Edward Markey (Massachusetts), Chris Van Hollen (Maryland) e Cory Booker (New Jersey) - hanno espresso forte preoccupazione per la gestione della questione TikTok da parte dell'amministrazione trump. I senatori hanno avvertito che l'approccio attuale potrebbe esporre aziende come Apple, Google e Oracle a "rovinose responsabilità legali" per un importo che potrebbe raggiungere gli 850 miliardi di dollari.
Al centro della vicenda e della lettera c'è la decisione di Trump di estendere la scadenza per il disinvestimento di TikTok dal 19 gennaio al 5 aprile attraverso un ordine esecutivo, anziché utilizzare il meccanismo di proroga di 90 giorni previsto dalla legge. Tutto ciò ha creato una situazione di incertezza legale, con le aziende che rischiano pesanti sanzioni se continuano a fornire servizi a TikTok dopo la scadenza.
La soluzione proposta dai repubblicani per salvare TikTok, Apple, Google e Oracle
"È inaccettabile e impraticabile che la vostra Amministrazione continui a ignorare i requisiti della legge", hanno scritto i senatori nella loro lettera a Trump. "Questa non applicazione prescritta del divieto di TikTok non era solo illegale, ma sollevava anche seri dubbi sul futuro di TikTok".
La legge in questione, nota come "Protecting Americans' Data from Foreign Adversaries Act", impone sanzioni fino a 850 miliardi di dollari alle aziende che facilitano le operazioni di TikTok negli Stati Uniti dopo la scadenza del divieto. Ovviamente, le sanzioni includerebbero Oracle per i servizi cloud e Apple e Google per la distribuzione dell'app nei loro store.
Seppur l'ordine esecutivo di Trump promette di non applicare la legge per 75 giorni, i senatori hanno sottolineato che il termine di prescrizione per le violazioni è di cinque anni. Ciò significa che anche se le aziende si sentissero al sicuro ora, una futura amministrazione potrebbe comunque perseguirle legalmente.
La situazione è ulteriormente complicata dalle voci di un possibile accordo tra l'amministrazione Trump e Oracle, che vedrebbe quest'ultima acquisire una piccola quota di TikTok e garantire la sicurezza dei dati degli utenti americani. Ma anche qui, i senatori hanno avvertito che un tale accordo "quasi certamente non soddisferebbe i requisiti della legge in merito a una cessione qualificata".
Di fronte a questa situazione critica, i senatori propongono una soluzione: collaborare con il Congresso introducendo l'Extend the TikTok Deadline Act, che sposterebbe la scadenza al 16 ottobre 2025. I repubblicani al Senato hanno però bloccato il passaggio di questa proposta, almeno per ora.
"Indipendentemente dal tuo approccio, la strada per salvare TikTok dovrebbe passare per Capitol Hill", scrivono i senatori nella loro lettera, esortando Trump a lavorare con il Congresso per trovare una soluzione che mantenga TikTok operativo negli Stati Uniti senza violare la legge.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info--per quanto TikTok mi sta sulle balle, cosi come tutti i social--
Mr. Orange fa una legge secondo la quale TikTok dovrebbe essere acquisita da una qualche big tech americana, poi non si fa nulla fino a ridosso della scandenza, dopodichè 3 senatori scrivono una lettera nella quale, giustamente, si ricorda di questa scadenza e del rischio che 3 aziende americane paghino fino a 850 miliardi di dollari. In tutta risposta, Mr Orange promette, a voce immagino, di non applicare la legge per 75 giorni.
Mi sono perso qualcosa?
--per quanto TikTok mi sta sulle balle, cosi come tutti i social--
Mr. Orange fa una legge secondo la quale TikTok dovrebbe essere acquisita da una qualche big tech americana, poi non si fa nulla fino a ridosso della scandenza, dopodichè 3 senatori scrivono una lettera nella quale, giustamente, si ricorda di questa scadenza e del rischio che 3 aziende americane paghino fino a 850 miliardi di dollari. In tutta risposta, Mr Orange promette, a voce immagino, di non applicare la legge per 75 giorni.
Mi sono perso qualcosa?
Mr. Orange (citazione
Mr. Orange (citazione
Vi ringrazio, sinceramente non ho quasi seguito la vicenda, quando vedo scritto TikTok il firewall del mio cervello droppa automaticamente i pacchetti
Con i suoi " editti " ha gettato tutti i mercati, non solo quello USA, nell'incertezza più assoluta, manipolandoli in un certo senso, rendendoli più deboli.
Per non parlare poi di come stia destabilizzando la politica estera con pretese folli, condite da una montagna di strafottente arroganza pari all'Everest, su Groenlandia e Canada, in barba e spregio alle più elementari norme del diritto internazionale.
Con i suoi " editti " ha gettato tutti i mercati, non solo quello USA, nell'incertezza più assoluta, manipolandoli in un certo senso, rendendoli più deboli.
Per non parlare poi di come stia destabilizzando la politica estera con pretese folli, condite da una montagna di strafottente arroganza pari all'Everest, su Groenlandia e Canada, in barba e spregio alle più elementari norme del diritto internazionale.
Ti dico la mia, che vale 2 cents.
Secondo me la politica mondiale è piena di quaquaraquà ed è tutta una facciata. Mettiamoci pure che le persone al "potere" si circondano di persone che la pensano come loro o che sono sostanzialmente degli yesmen.
Poi c'è il potere vero, senza andare a scomodare complottisti e illuminati, fatto da gente che muove l'economia, alle quali non si può andare contro.
Sta gente che sbraita e dice palesi scempiaggini, e ne abbiamo svariati esempi anche in Italia, fa presa sul popolino ignorante che, soprattutto prima delle elezioni, si beve di ogni. Successivamente, dato che "democraticamente" il pirla di turno viene eletto, si sente in diritto di sparare cazzate a destra e a sinistra. Per evitare ciò, ovvero per limitare i danni, per fortuna c'è la separazione dei 3 poteri (legilativo, giudiziario ed esecutivo) in modo da evitare quello che è successo circa un secolo fa ovvero l'ascesa delle dittature.
Ti porto un esempio giusto per farti capire quanto, a volte, la gente "al potere" sia del tutto presa dal delirio di onnipotenza: ho avuto un "piccolo" guaio con l'amministrazione Italiana, ne sono uscito vincitore e non ho voluto infierire, cosa che avrei dovuto fare ma lasciamo stare, contro la persona che mi ha messo letteralmente in croce, ho speso i miei soldi ma alla fine la legge mi ha dato ragione: nella testa di questa persona, lui aveva ragione anche quando, palesemente, era in torto marcio: ma era al "potere" e nessuno intorno a lui ha osato dirgli che stava facendo una cosa illegale.
Ecco, molto più in grande, Mr Orange sta facendo cosi, il bullo, spara scempiaggini e si atteggia da gorilla dominante e nessuno osa dirgli che sta dicendo cazzate; spero che il congresso gli metta un freno altrimenti sia gli USA che noi siamo nella me**a.
Secondo me non ha la minima idea di quello che gli USA importano, e che gli serve per l'economia interna, e quello che esportano (di cui noi europei ne potremmo fare a meno, non del tutto ma di buona parte) e la storia insegna che l'isolazionismo non ha mai e dico mai portato benefici a lungo termine. Mai.
Il Congresso è a maggioranza Repubblicano per cui appoggiano Trump, e quindi per almeno un paio d'anni sono tranquilli; e pressochè tutte le figure chiavi della sua amministrazione (comprese nuove cariche come quella di Musk e altre fittizie) sono occupate da persone fedeli a lui. Tutti quelli che hanno un certo peso sono Pro-Trump.
Questo senza parlare poi del discorso dei giornalisti e del modo in cui vengono favoriti quelli a lui vicini (e sfavoriti tutti gli altri) con tutte le conseguenze del caso sulla diffusione delle notizie. Per dire: https://www.ilpost.it/2025/02/20/do...giornali-media/
Ma dopo pochi giorni Trump si è anche dedicato a più espliciti attacchi nei confronti dei media, muovendosi principalmente su tre piani. Il primo sono le dichiarazioni costanti ed estreme contro la presunta partigianeria dei media non allineati, accusati quasi giornalmente di «frode», di atteggiamenti «scandalosi», di seguire disegni politici «sovversivi» e per questo meritevoli di «chiusura immediata». Attacchi di questo genere non sono una novità nella storia politica di Trump, ma ora sono più minacciosi visto l’ampio potere del presidente e il modo spregiudicato in cui ha dimostrato di volerlo utilizzare. Inoltre critiche e accuse sono riprese da stampa, influencer e canali social di destra diventati mainstream, che contribuiscono a creare un clima ostile intorno ai cosiddetti “media tradizionali”, e a cui l’amministrazione sta dando sostegno e privilegi nell’accesso alle informazioni.
Il secondo piano è quindi quello delle decisioni operative e degli ordini esecutivi. La nuova portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha anche il compito di gestire l’affollata sala stampa presidenziale: appena insediata ha annunciato una redistribuzione dei posti per i giornalisti, con l’ingresso di podcaster, tiktoker, influencer e rappresentanti di media “alternativi” (quasi sempre vicini al governo), riducendo spazi e opportunità per le testate tradizionali e più famose.
Anche al Pentagono, sede del dipartimento della Difesa, sono stati annunciati cambiamenti: New York Times, NBC News, Politico, NPR, Washington Post, CNN, The Hill e War Zone hanno dovuto lasciare i loro uffici all’interno dell’edificio, a favore di New York Post, Breitbart News, One America News, HuffPost, Newsmax, Washington Examiner, Daily Caller e Free Press. Al primo gruppo appartengono perlopiù media storici, autorevoli ma anche critici con l’attuale amministrazione, al secondo testate più conservatrici, vicine a Trump, e in diversi casi molto meno note e affidabili. Avere un ufficio o uno spazio dentro la Casa Bianca o il Pentagono non è solo – né principalmente – una questione di prestigio, ma garantisce anche un accesso più costante e veloce alle fonti e quindi alle notizie, oltre che una sorta di precedenza nella possibilità di ottenere informazioni e diffonderle.
L’allontanamento dei media considerati ostili è stato ancora più esplicito nel caso che ha riguardato i giornalisti dell’agenzia di stampa Associated Press – la più nota e importante agenzia del mondo, chiamata anche semplicemente AP –, a cui è stato negato l’accesso a una serie di iniziative pubbliche del presidente, nonché l’ammissione sull’Air Force One, l’aereo presidenziale. Ed è stata una ritorsione esplicita contro la scelta dell’agenzia di mantenere la denominazione “Golfo del Messico” per il tratto di mare che conosciamo con quel nome, e che un ordine esecutivo di Trump ha ribattezzato “Golfo d’America”.
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