Amazon: nel 2021 in Italia ha fatturato 8,75 miliardi e pagato 751 milioni in tasse

Continua la crescita di Amazon nel nostro paese. Nel 2022 ha già creato 3 mila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato, dopo i 14 mila dello scorso anno
di Rosario Grasso pubblicata il 09 Novembre 2022, alle 14:31 nel canale WebAmazon
All'interno del suo "Piano Italia", Amazon ha comunicato una serie di cifre interessanti riguardo la sua presenza nel nostro paese. A partire dagli 8,75 miliardi di euro che ha fatturato nel 2021, con una crescita del 21% rispetto ai 7,25 miliardi di euro del 2020, anno peraltro molto particolare per via dell'esplodere della pandemia.
Nel 2021 Amazon ha investito 4 miliardi di euro in Italia, che portano il conteggio totale degli investimenti a 12,6 miliardi da quando Amazon.it è stata lanciata per la prima volta. Questi numeri pongono Amazon nella lista delle cinque aziende straniere che maggiormente hanno investito in Italia nel periodo 2019-2021.
Sempre lo scorso anno, Amazon ha creato 14 mila nuove posizioni di lavoro nel nostro paese, mentre altre 3 mila sono state aperte nel 2022. Oltre che nella forza lavoro, inoltre, il colosso dell'e-commerce investe anche nella logistica e sostiene circa 20 mila piccole e medie aziende, che vedono in Amazon.it una preziosa vetrina per la vendita dei loro prodotti.
Se si considera l'indotto intorno ad Amazon, il numero di nuove posizioni di lavoro create aumenta considerevolmente. Nei settori delle costruzioni, della logistica e dei servizi, si contano più di 48 mila nuovi posti di lavoro.
Il "Piano Italia" prevede anche l'apertura di nuove sedi per un totale di oltre 60 strutture nel nostro paese (nel conteggio si includono sia strutture destinate alla logistica che di tipo corporate). Nel 2020 Amazon ha anche aperto a Milano la Regione AWS Europe, che sosterrà con un investimento di 2 miliardi di euro entro il 2029. Nello scorso maggio, inoltre, è stato annunciato l'impegno a sostenere le PMI italiane per raggiungere 1,2 miliardi di euro di vendite annuali all’estero, contribuendo così agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sulle esportazioni.
Nel 2021 Amazon ha poi contribuito con 751 milioni di euro versati al fisco italiano, con una cresciuta del 118% rispetto al dato registrato l'anno precedente. L’aumento nel corso del 2021 è stato in gran parte determinato dall’IVA netta visto che da luglio 2021 Amazon versa l’IVA italiana sulle transazioni dei venditori esteri.
Sono cifre senz'altro significative su una presenza sul territorio italiano (e non solo) sempre più importante. Non ci sono solamente aspetti positivi, però, visto che Amazon deteriora la capacità di fare concorrenza da parte di aziende e piccoli e grandi venditori italiani, mentre il suo contributo sul piano fiscale non è ancora considerato sufficiente.
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25 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoil contributo sul piano fiscale non è "sufficiente" o "insufficiente";
o versa quanto deve o non versa quanto deve, è molto semplice
se versa quanto deve e non ci piace non ci si deve lamentare con Amazon ma ci si deve lamentare con il governo affinché modifichi le leggi
o versa quanto deve o non versa quanto deve, è molto semplice
se versa quanto deve e non ci piace non ci si deve lamentare con Amazon ma ci si deve lamentare con il governo affinché modifichi le leggi
Quello che i più non capiscono è proprio questo e cioè che Amazon non è una realtà che fa nero o magheggi strani ma usa, come farebbe qualsiasi imprenditore, la legge a suo favore.
Se la legislazione prevede che puoi aver sede fiscale nel paese X e vendere nel paese Y e così via dipende dal legislatore e non certo da Amazon.
Se i negozi non riescono a fare concorrenza è perché per anni hanno venduto approfittandosi dei clienti, non riconoscendo le garanzie, facendo storie per le sostituzioni ecc... ecc...
o versa quanto deve o non versa quanto deve, è molto semplice
se versa quanto deve e non ci piace non ci si deve lamentare con Amazon ma ci si deve lamentare con il governo affinché modifichi le leggi
Quoto! E sono più che sicuro che Amazon a livello legale non sgarri di una virgola.
Il problema infatti non è Amazon ( o Google, o Apple, o altri che usano sistemi analoghi )
Il problema è che le leggi permettono loro di farlo
Ni
Di fondo il problema è che se grazie alle leggi Amazon riesce a pagare meno tasse rispetto a un negozio italiano che paga le tasse in Italia invece che in un altro paese riesce a fare prezzi più competitivi e/o spendere di più per l'assistenza dei clienti in quanto ha più margine di guadagno.
Di fondo il problema è che se grazie alle leggi Amazon riesce a pagare meno tasse rispetto a un negozio italiano che paga le tasse in Italia invece che in un altro paese riesce a fare prezzi più competitivi e/o spendere di più per l'assistenza dei clienti in quanto ha più margine di guadagno.
Quasi mai il problema è riconducibile al "costo" per il punto vendita. Ad esempio prima di Amazon tantissime volte ho avuto resistenze pazzesche da parte di punti vendita per prodotti in garanzia del produttore che mi confermava via mail che la sostituzione era da fare a costo zero.
La maggior parte dei dettaglianti in Italia non sono preparati, non conoscono le procedure, gli scoccia dover fare post-vendita, a volte gli scoccia perfino farti consulenza nel momento in cui vai a comprare.
Certo esistono eccezione così come esistono punti vendita di eccellenza ma per il resto diciamo l'80% del mercato se non oltre il problema non è tanto economico quanto di mentalità.
A costo zero per te, ma per il negoziante ha un costo che zero non è
Che poi ci siano cialtroni è un altro discorso, ma con margini così risicati pagare anche un 5% in meno è un vantaggio incolmabile a prescindere
Se i negozi non riescono a fare concorrenza è perché per anni hanno venduto approfittandosi dei clienti, non riconoscendo le garanzie, facendo storie per le sostituzioni ecc... ecc...
Mi sembra un ragionamento un po' semplicistico.
In realtà il problema è che un piccolo negoziante non ha il potere d'acquisto all'ingrosso che ha Amazon, pertanto è impossibile che possa proporre i medesimi prezzi.
Inoltre Amazon può permettersi anche di non fare troppi cavilli sui resi, tanto se i prodotti sono di altri venditori (per i quali amazon fa servizio di spedizione) poi è Amazon stessa a fare rivalsa su di loro, mentre se i prodotti sono venduti e spediti da Amazon stessa, può permettersi di accontentare il cliente a fronte della possibilità di gestire il reso anche in perdita, perchè sui grandi numeri la soddisfazione del cliente paga.
Ce lo vedi un negoziante "piccolo" accollarsi un reso senza fare controlli e cavillare quando la merce ha un valore elevato? Ovvio però che se il reso è legittimo il negoziante è obbligato ad accettarlo.
Ad ogni modo, pur apprezzando enormemente il loro servizio post vendita, non posso dire che Amazon non sia il cappio al quale stiamo mettendo i colli di tantissimi negozianti, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti tecnologici.
Comunque le ultime righe dell'articolo sono poco professionali e fuori luogo.
In realtà il problema è che un piccolo negoziante non ha il potere d'acquisto all'ingrosso che ha Amazon, pertanto è impossibile che possa proporre i medesimi prezzi.
Inoltre Amazon può permettersi anche di non fare troppi cavilli sui resi, tanto se i prodotti sono di altri venditori (per i quali amazon fa servizio di spedizione) poi è Amazon stessa a fare rivalsa su di loro, mentre se i prodotti sono venduti e spediti da Amazon stessa, può permettersi di accontentare il cliente a fronte della possibilità di gestire il reso anche in perdita, perchè sui grandi numeri la soddisfazione del cliente paga.
Ce lo vedi un negoziante "piccolo" accollarsi un reso senza fare controlli e cavillare quando la merce ha un valore elevato? Ovvio però che se il reso è legittimo il negoziante è obbligato ad accettarlo.
Ad ogni modo, pur apprezzando enormemente il loro servizio post vendita, non posso dire che Amazon non sia il cappio al quale stiamo mettendo i colli di tantissimi negozianti, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti tecnologici.
Comunque le ultime righe dell'articolo sono poco professionali e fuori luogo.
Si tratta semplicemente di evoluzione. Come ogni cosa nella storia dell'uomo tende a modificarsi rapidamente. Amazon fa le stesse cose che fa una catena mondiale di hamburger. Con pochi euro hai un panino pronto. Nessuno può competere con quei prezzi e con quel guadagno. Cosa rimane? La qualità. Stesso dicasi di catene mondiali come Ikea. Spazzatura spacciata per mobilio ma facile e poco costosa.
In realtà il problema è che un piccolo negoziante non ha il potere d'acquisto all'ingrosso che ha Amazon, pertanto è impossibile che possa proporre i medesimi prezzi.
Inoltre Amazon può permettersi anche di non fare troppi cavilli sui resi, tanto se i prodotti sono di altri venditori (per i quali amazon fa servizio di spedizione) poi è Amazon stessa a fare rivalsa su di loro, mentre se i prodotti sono venduti e spediti da Amazon stessa, può permettersi di accontentare il cliente a fronte della possibilità di gestire il reso anche in perdita, perchè sui grandi numeri la soddisfazione del cliente paga.
Ce lo vedi un negoziante "piccolo" accollarsi un reso senza fare controlli e cavillare quando la merce ha un valore elevato? Ovvio però che se il reso è legittimo il negoziante è obbligato ad accettarlo.
Ad ogni modo, pur apprezzando enormemente il loro servizio post vendita, non posso dire che Amazon non sia il cappio al quale stiamo mettendo i colli di tantissimi negozianti, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti tecnologici.
Comunque le ultime righe dell'articolo sono poco professionali e fuori luogo.
Ma infatti trovo anacronistico voler far concorrenza ad amazon su un terreno dove sai di perdere ma ti faccio anche l'esempio opposto:
Ho un negoziante che vende materiale elettronico e fai da te. Quando vado mi chiede che progetto DIY sto facendo, mi consiglia sulla componentistica, mi sa dire quali componenti sono di maggior qualità ecc... ecc...
Potrei trovare le stesse cose su Amazon? Sì... probabilmente a un prezzo inferiore ma vado da lui pagando di più perché mi da qualcosa che Amazon non può darmi: una consulenza, un servizio che mi fa sentire "coccolato".
A quel punto pur di avere quel servizio il prezzo diventa ininfluente (ovviamente entro i limiti della decenza) è lo stesso motivo per cui ci sono alimentari che falliscono e alimentari il cui proprietario si compra la Ferrari. Se io vengo e hai UN prosciutto e non sai nemmeno dirmi per bene che prosciutto è perché dovrei venire a pagare un prezzo superiore da te e non comprare quello in vaschetta alla metà all'esselunga?!
Se te invece mi esponi 3/4 prosciutti diversi, mi sai dire vita morte e miracoli. Me lo affetti lì per lì. Ecco che mi metti in condizione di preferirti al supermercato.
Ribadisco che il problema in Italia è che con le dovute eccezioni l'80% dei negozianti fa semplicemente il cassiere: dura fatica a sapere cosa vende, gli interessa poco fornirti una consulenza seria, possibilmente vuole pure venderti prodotti scadenti perché gli costano poco ma li vuole rivendere come prodotti top.
Ribadisco non tutti i negozianti sono così ci sono persone molto serie ma tanti lo sono ed è il motivo per cui amazon e grande distribuzione spopolano tanto.
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