30 anni di vita cancellati in un clic: l'incubo dell'utente OneDrive

Un utente ha perso l'accesso a decenni di foto e documenti di lavoro dopo che il suo account OneDrive è stato bloccato da Microsoft senza preavviso né motivazione. Nonostante ripetuti tentativi di contatto, l'azienda ha offerto solo risposte automatiche
di Rosario Grasso pubblicata il 23 Giugno 2025, alle 11:01 nel canale WebMicrosoftOneDrive
Un utente ha recentemente denunciato un'esperienza estremamente frustrante con OneDrive, il servizio di archiviazione cloud di Microsoft. Dopo aver caricato trent'anni di fotografie e documenti di lavoro, ritenuti insostituibili, sul proprio account OneDrive per preservare i dati prima di un trasferimento, ha scoperto che l'account era stato improvvisamente sospeso. Il blocco è avvenuto senza alcun preavviso, spiegazione o possibilità di ricorso.
L'utente, secondo quanto ha rivelato su Reddit, ha tentato ben diciotto volte di contattare l'assistenza ma ha ricevuto ogni volta risposte automatizzate senza mai riuscire a parlare con un operatore umano. Questa assenza di supporto ha amplificato la frustrazione e ha portato a percepire la situazione come una "negligenza aziendale".
Tra le ipotesi sulle cause del blocco dell'account, si menzionano possibili attivazioni di sensori automatici per contenuti non conformi, come immagini che l'IA potrebbe erroneamente interpretare come illegali, o la presenza di materiale protetto da copyright. L'utente ha negato di avere tali contenuti.
Come misura preventiva, si consiglia di criptare i file in un container, usando strumenti come Veracrypt, prima di caricarli su servizi cloud. Ciò non solo protegge la privacy ma può anche facilitare il processo di caricamento e scaricamento di grandi quantità di file. Soprattutto, il consiglio predominante è quello di mantenere sempre una copia locale dei dati importanti e configurare una sincronizzazione in modo che il computer mantenga una copia dei dati presenti nel cloud.
La questione della sicurezza dei dati nel cloud
La vicenda ha riacceso il dibattito tra gli utenti riguardo l'affidabilità dei servizi di archiviazione cloud come unica soluzione di backup. Numerosi commenti al post originale sottolineano l'importanza di non affidarsi esclusivamente al cloud per la conservazione di dati importanti. Viene spesso citata la regola 3-2-1 per i backup: avere almeno tre copie dei dati, su due diversi supporti di memorizzazione, con una copia conservata in un luogo esterno.
Molti utenti evidenziano come le aziende possano chiudere account o incorrere in malfunzionamenti ai servizi che possono lasciare senza l'accesso ai propri dati. Un NAS (Network Attached Storage) con configurazione RAID 1, che prevede due dischi identici e speculari, è suggerito come soluzione per la corretta archiviazione di foto e video di valore elevato.
L'esperienza dell'utente evidenzia anche una problematica più ampia: la difficoltà di ottenere supporto umano dalle grandi aziende tecnologiche. Numerosi commenti suggeriscono strategie per bypassare i sistemi automatici, come chiamare dipartimenti apparentemente non pertinenti (ad esempio, quello della fatturazione) nella speranza di essere trasferiti a un operatore. L'uso crescente dell'intelligenza artificiale nel servizio clienti viene criticato, con la richiesta di un maggiore coinvolgimento umano in casi delicati come la perdita di dati.
Inoltre, altri utenti hanno riportato esperienze simili non solo con Microsoft, ma anche con altri colossi tecnologici come Google. Queste aziende si stanno affidando sempre più a soluzioni di assistenza automatizzate che molto spesso compromettono l'esperienza d'uso degli utenti.
Per chi si trova in situazioni simili, vengono suggerite diverse strade: contattare l'ufficio legale di Microsoft, presentare reclami alle autorità di protezione dei consumatori (come la Federal Trade Commission negli Stati Uniti o le autorità di protezione dei dati nell'UE, invocando il GDPR per la richiesta dei propri dati) o cercare contatti interni all'azienda. L'esperienza mette in luce la vulnerabilità degli utenti quando la loro intera vita digitale è affidata a un unico servizio cloud, senza backup adeguati.
57 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCerto che manca proprio la cultura del backup: le persone hanno UNA copia e pensano di essere a posto (io ho tutto in 5 copie
[SIZE="6"]MA THIS!!!![/SIZE]
Cioè.. davvero questo nopn è il primo commento??
E davvero non sono seguiti alri dieci commenti indentici??
Quindi io prendo uno spazio di archiviazione cloud e tutta la mia roba viene ANALIZZATA IN DETTAGLIO??
Ma siamo fuori di testa???
Forse sono scemo io ma io ricordo che lo status teorico sarebbe che la mia roba su cloud è CRIPTATA e che il gestore non può accedere al mio deposito dati.
Sostanzialmente tutto ciò che carichi viene controllato per evitare usi illeciti tipo la pedofilia. E se trovano qualcosa ne sei direttamente responsabile.
E questo tipo di controllo l'europa lo vuole estendere a tutti i device e servizi informatici.
Cerca chat control se vuoi approfondire.
certo, se leggi i TOS in alcuni casi c'è da sentirsi male, roba del tipo decliniamo ogni responsabilità e utilizziamo i dati per marketing e compagnia..
Certo che manca proprio la cultura del backup: le persone hanno UNA copia e pensano di essere a posto (io ho tutto in 5 copie
5 copie anche per me delle quali 2 geograficamente diverse
Sempre più contento di aver messo su il mio cloud privato.
Cioè.. davvero questo nopn è il primo commento??
E davvero non sono seguiti alri dieci commenti indentici??
Quindi io prendo uno spazio di archiviazione cloud e tutta la mia roba viene ANALIZZATA IN DETTAGLIO??
Ma siamo fuori di testa???
Forse sono scemo io ma io ricordo che lo status teorico sarebbe che la mia roba su cloud è CRIPTATA e che il gestore non può accedere al mio deposito dati.
Certo, quasi tutti i cloud utilizzano la crittografia client-server o in transito. Per questo i dati sono senza crittografia sul server. Una verifica semplice è domandarsi se il server possa o meno fare elaborazioni sui dati, se le può fare sono in chiaro.
Leggi il riassunto dei termini del servizio di oneDrive.
Alternative:
[LIST]
[*]Cryptomator: cifra una cartella in locale la quale è sincronizzata in cloud e quindi inaccessibile dal gestore dello stesso.
[*]Mega: cloud con crittografia e2e, open source, ottimo con tutto il necessario e costi inferiori alla concorrenza (solo grandi tagli >= 2 TB).
[*]Proton: cloud con crittografia e2e, open source con audit periodici, ancora in sviluppo, soprattutto lato PC. Conviene se hai altri prodotti proton come mail, VPN, gestore password.
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