WhatsApp, rischio sanzione dall'Antitrust

L'AGCM ha avviato un procedimento nei confronti di WhatsApp per via di alcune clausole vessatorie presenti nei termini d'uso
di Nino Grasso pubblicata il 30 Agosto 2017, alle 12:41 nel canale TelefoniaNel bollettino settimanale rilasciato dall'AGCM il 28 agosto c'è posto anche per WhatsApp, che viene accusata di clausole vessatorie che gli utenti devono forzatamente accettare se vogliono usufruire dell'app di messaggistica. L'Antitrust ha pertanto avviato un procedimento ai danni della società che si concluderà entro 120 giorni con un'eventuale multa pecuniaria, a meno che non venga accettato il ricorso e vengano discusse altre modalità in risposta all'illecito.
Sono parecchie le modalità vessatorie applicate da WhatsApp ai propri utenti: esclusioni e limitazioni di responsabilità in capo a WhatsApp molto ampie e assolutamente generiche, la possibilità di interruzioni del servizio decise unilateralmente da WhatsApp senza motivo e senza preavviso, il diritto generico esercitabile da WhatsApp (ma non dall'utente) di risolvere il contratto in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo e non consentire più l'uso dei servizi.
E ancora, un'altra modalità vessatoria è relativa al diritto generico di introdurre modifiche anche economiche nei termini d'uso del servizio. Nei termini si legge anche "un generico diritto esercitabile dalla società di recedere dagli ordini senza fornire rimborsi", o anche clausole relative alla traduzione in lingua italiana di alcune parti del contratto. WhatsApp non ha ottemperato alle richieste dell'Autorità in merito a queste violazioni all'interno di una delibera dello scorso maggio.
La società avrebbe dovuto pubblicare sulla propria pagina web, in chiaro, l'informativa sul procedimento effettuato ai suoi danni e il suo esito, informando così i suoi utenti anche per mezzo del sito web Professionista. Adesso WhatsApp dovrà fornire entro quaranta giorni eventuali documenti capaci di provare il contrario avendo il diritto di organizzare una difesa. Il tutto con l'obiettivo di concludere il procedimento entro 120 giorni dalla comunicazione dello stesso.
Stando a quanto si apprende su ansa.it la società sta valutando la possibilità di effettuare un ricorso.
54 Commenti
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Offre quindi un servizio totamente gratuito di iniziativa privata.
E' OVVIO E SCONTATO che nel contratto ci sia scritto a chiare lettere che chi gestisce whatsapp fa quel che vuole come vuole e quando vuole con la SUA app.
E aggiungerei "CI MANCHEREBBE ALTRO".
Con che diritto si va a dire che loro devono garantire un certo tipo di servizio e continuità???
E' come dire che si obbliga il verduraio sotto casa a tenere aperto fino alle 10 perchè alla gente fa comodo così.
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(Posto che non so se effettivamente Whatsapp sia in posizione dominante, e che comunque è tutto un altro discorso)
Le regole cambiano quando domini il mercato. Il fatto che sia gratuita e privata è irrilevante, quando tu arbitrariamente hai il potere di discriminare e di fatto anche causare danni.
E' come dire che si obbliga il verduraio sotto casa a tenere aperto fino alle 10 perchè alla gente fa comodo così.
No: è come se ci fosse un verduraio che distribuisce il 99% della verdura e tu gli imponessi di dare un servizio continuo e a tutti, senza discriminazioni e senza la possibilità di decidere, per qualsivoglia motivo, che a te la verdura non la dà; e vorrei vedere, se appunto questi decidesse che a te non regala verdura perché non gli stai simpatico, se continueresti a dire "CI MANCHEREBBE ALTRO".
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E' OVVIO E SCONTATO che nel contratto ci sia scritto a chiare lettere che chi gestisce whatsapp fa quel che vuole come vuole e quando vuole con la SUA app.
E aggiungerei "CI MANCHEREBBE ALTRO".
Con che diritto si va a dire che loro devono garantire un certo tipo di servizio e continuità???
E' come dire che si obbliga il verduraio sotto casa a tenere aperto fino alle 10 perchè alla gente fa comodo così.
Per fortuna all'antitrust decidono persone che hanno competenza di economia industriale e comprendono pienamente il concetto di "posizione dominante" di mercato e il pericoli che ne derivano.
detto ciò, tutti questi servizi "gratuiti" non sono veramente gratuiti in quanto noi remuneriamo queste società in natura: con i dati del nostro utilizzo delle applicazioni e l'attenzione che ci dedichiamo.
Anche a me capita di trovare contatti che non ne vogliono sapere di telegram...
E non ne capisco il motivo, possono convivere benissimo le due app...
Whatsapp ha più gente ma meno funzioni, telegram ha meno gente ma più funzioni, usandoli entrambi si ha tanta gente e tante funzioni !
Stai decidendo arbitrariamente tu dove finiscono le cose indispensabili e iniziano quelle superflue; ti potrei benissimo rispondere che nessun software è strettamente indispensabile per sopravvivere, e quindi anche Windows non dovrebbe essere soggetto a queste leggi.
Visto che parli di farmaci, faccio un esempio così su due piedi, forse non perfetto: Onlus che ha pochi soldi (quindi non si può permettere servizi a pagamento) e che si occupa di assistenza ai malati terminali. I suoi medici e collaboratori usano Whatsapp non perché la preferiscano ad altro, ma semplicemente perché è la più diffusa, e questo comporta che abbiano più probabilità di comunicare con altri medici e pazienti. Migrare su Telegram (che fra l'altro anch'io uso per il 99,9% dei messaggi), o qualsiasi altro servizio, è di fatto impossibile, proprio perché ti manca la caratteristica fondamentale di Whatsapp, ovvero ossere la più diffusa (e se vogliamo dare retta all'Antitrust, quella in posizione dominante) e un "disservizio" su Whatsapp potrebbe anche essere fatale.
Io non ho autorizzato nessuno che conosco a dare il mio numero di cellulare ad altri ma a dico di chiederlo sempre a me, molti pero' hanno installato WA e hanno il mio numero in rubrica che dite faccio partire le denuncie?
MA
Possibile che nessuno (magistratura, polizia postale, Garante), proprio nessuno, apra bocca per il vero scandalo relativo a WA e cioè l'accesso alla rubrica del telefono e la sottrazione dei dati degli utenti?
Se io, nel mio lavoro, chiedo i dati a Pinco Pallino e poi cedo questi dati ad altri senza il suo permesso, Pinco Pallino mi può denunciare e vincerebbe.
E invece WA che fa lo stesso per centinaia di milioni di persone????
boh
boh
boh
Ma allora andiamo tutti a rubare.... che è lo stesso....
...e gli altri stati europei cosa dicono ?!
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