Perché si parla tanto del nuovo chip Kirin 9000s 5G prodotto da Huawei?

Con la presentazione del nuovo smartphone top di gamma Mate 60 Pro basato su un chip prodotto localmente, Huawei manda un forte segnale all'Occidente e alla politica restrittiva degli Stati Uniti nel settore dei semiconduttori. Analizziamo nel dettaglio l'importanza di questo lancio.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 07 Settembre 2023, alle 10:43 nel canale TelefoniaHuawei
L’azienda cinese Huawei ha presentato la scorsa settimana in Cina il suo nuovo smartphone HUAWEI Mate 60 Pro. Lo smartphone funziona con un chip prodotto localmente, può utilizzare le reti 5G ed è basato su una tecnologia che era considerata al di là delle possibilità attuali della Cina. Il nuovo smartphone sembra quindi indicare che le politiche del governo cinese per aumentare le proprie capacità tecnologiche nel settore abbiano ottenuto dei risultati. Le pesanti restrizioni imposte dagli Stati Uniti per bloccare l’avanzamento della Cina nel settore dei chip non sembrano invece aver funzionato completamente: la Cina potrebbe essersi resa molto più indipendente nel settore rispetto a quanto si credeva possibile.
La Cina non si ferma alle restrizioni tecnologiche degli USA
Il processore Kirin 9000s che equipaggia il telefono è realizzato dall'azienda cinese SMIC con tecnologia a 7 nanometri, nonostante le limitazioni all'export volute da Washington per impedire progressi nell'industria strategica dei chip. Si riteneva che senza l'accesso a tecnologie chiave come la litografia EUV, la Cina non potesse competere con i produttori di Taiwan e Corea. Invece Huawei ha stupito tutti annunciando un device con chipset che nulla ha da invidiare ai modelli equivalenti prodotti a Taiwan. Un successo propagandato dai media locali come dimostrazione della capacità della Cina di progredire nonostante gli sforzi americani di contenimento.
Con una tempistica non casuale, il lancio è avvenuto in concomitanza con la visita della segretaria al Commercio USA Gina Raimondo, quasi una provocazione. Ma dietro c'è una partita ben più ampia, quella per il dominio tecnologico nel settore dei semiconduttori, ritenuto sempre più strategico e al centro della rivalità USA-Cina.
Washington ha imposto dal 2019 pesanti restrizioni a Huawei, con l'obiettivo dichiarato di rallentare lo sviluppo della tecnologia cinese in ambito militare, viste le crescenti tensioni geo-politiche con Pechino. In particolare, si voleva impedire acquisizioni nel campo dei chip più avanzati, necessari per AI e armamenti. Gli Usa e i loro alleati detengono quasi un monopolio in quest'ambito. Ma gli enormi investimenti del governo cinese iniziano a dare frutti. HUAWEI Mate 60 Pro segna un punto a favore di Pechino in quella che può essere definita una "guerra dei chip", benché restino dubbi sulla reale capacità produttiva dei nuovi chip.
Kirin 9000s può davvero permettersi la ''mass production''?
Il processore è realizzato con macchine litografiche DUV (Deep Ultra Violet), diffuse e alla portata anche di aziende cinesi. Ma manca l'accesso alle più avanzate litografie EUV (Extreme Ultra Violet), indispensabili per nodi sempre più evoluti. Progettare da zero una macchina EUV è operazione complessa e lunga, mentre l'Occidente è già avanti. Difficile quindi che la Cina possa colmare presto il divario tecnologico, nonostante gli annunci trionfalistici. Ma non basta avere gli strumenti produttivi: bisogna saperli sfruttare efficacemente, con rese elevate. L'inesperienza cinese in questo campo potrebbe frenare lo sviluppo. In sostanza, il chip del Mate 60 Pro segna un progresso, ma con tutta probabilità rappresenta un limite oltre il quale sarà arduo spingersi senza collaborazioni internazionali. La strada dell'autosufficienza appare irta di ostacoli.
Il divario con TSMC e Samsung pare ancora significativo, ma Huawei ha lanciato un segnale: nonostante le avversità può competere con colossi tech grazie alla tecnologia domestica. Un assist prezioso alla propaganda di regime. La posta in gioco è altissima: chi detterà gli standard per i chip del futuro, controllerà interi settori tecnologici. Ecco perché gli Usa tentano di arginare lo sviluppo cinese con ogni mezzo. Ma Mate 60 Pro dimostra che la partita è tutt'altro che chiusa.
Per Huawei si tratta di una boccata d'ossigeno fondamentale in un periodo nero, segnato dal bando commerciale americano. Il nuovo gioiello made in China ridà lustro al colosso tech in difficoltà. E accende i riflettori sulla silenziosa ma rapida crescita dell'industria cinese dei semiconduttori. Pechino ha stanziato questa settimana 40 miliardi di dollari per ridurre il divario coi rivali. L'obiettivo è conquistare l'autosufficienza tecnologica, come richiesto più volte dal presidente Xi Jinping. Mate 60 Pro è un mattone importante in questa nuova Grande Muraglia digitale.
La strada è ancora lunga, ma il lancio dello smartphone Huawei certifica i primi frutti degli investimenti governativi. Una vittoria simbolica che Washington avrebbe preferito evitare. La "guerra dei chip" non accenna a placarsi e ora la Cina può contare su una freccia in più al suo arco. Di certo si dovrà ora attendere e capire se effettivamente la Cina con SMIC è pronta per la produzione di massa dei chip a 7nm o se invece il processore rimarrà esclusivo dei flaghship segno inequivocabile che in Cina la produzione di grandi numeri non è possibile, almeno per ora.
18 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe per fare tunnel mi servono trivelle e tu le vendi a 10 e per realizzarle da solo mi costano 13 mi conviene comprarle da te, se pero tu non mele vendi più, non smetto di fare tunnel, cerco di imparare a fare trivelle da solo, in un primo momento mi metti in grosse difficoltà, ma poi, facendo i dovuti investimenti (ed i soldi non ti mancano) va a finire che poi ti faccio concorrenza anche sulle trivelle.
A copiare sono buoni tutti ed a volte migliorano il prodotto.
Ancora non han capito che i cinesi non sono i morti di fame di 50anni fa. Se non vai tu da loro ad insegnargli il lavoro, vengono loro qui, studiano sodo, si fanno assumere da aziende tech e poi dopo 4-5 anni tornano in patria da eroi.
Se per fare un tunnel mi serve una trivella e tu la vendi a 10 e per realizzarla da solo mi costa 13 mi conviene comprarla da te, se pero tu non mela vendi più, non smetto di fare tunnel, cerco di imparare a fare trivelle da solo, in un primo momento mi metti in grosse difficoltà, ma poi, facendo i dovuti investimenti (ed i soldi non ti mancano) va a finire che poi ti faccio concorrenza anche sulle trivelle.
A copiare sono buoni tutti ed a volte migliorano il prodotto.
Le sanzioni sono controproducenti, ma a volte sono il male minore.
Per farla breve sono decenni che la Cina a colpi di sovvenzioni statali (spesso più da parte dei governi regionali che di quello centrale) fa crescere e sostieni interi settori industriali al solo scopo di avere un vantaggio nelle esportazioni.
Basta vedere ad esempio come le case automobilistiche cinesi abbiano così tanti brand sebbene siano riconducibili a pochi gruppi.
Idem per le fab, contributi a pioggia da decenni. ecc. ecc
Tra paesi occidentali sono scoppiate guerre commerciali per molto meno.
La vera difficoltà inizia con la necessità di usare EUV con i nodi più avanzati.
Per farla breve sono decenni che la Cina a colpi di sovvenzioni statali (spesso più da parte dei governi regionali che di quello centrale) fa crescere e sostieni interi settori industriali al solo scopo di avere un vantaggio nelle esportazioni.
Basta vedere ad esempio come le case automobilistiche cinesi abbiano così tanti brand sebbene siano riconducibili a pochi gruppi.
Idem per le fab, contributi a pioggia da decenni. ecc. ecc
Tra paesi occidentali sono scoppiate guerre commerciali per molto meno.
Infatti la Cina ha accumulato un debito pubblico enorme ed ha interi settori come quello delle costruzioni immobiliari in default ( Evergrande docet ).
La vera difficoltà inizia con la necessità di usare EUV con i nodi più avanzati.
Anche TSMC per il nodo a 3nm ha avuto problemi di resa dovuti alla difficile gestione degli strumenti per la litografia EUV avanzata.
Bisogna comunque riconoscere che la Cina è comunque riuscita a raggiungere risultati notevoli per la sua industria dei semiconduttori in relativamente poco tempo. India e Russia, soprattuto, sono ancora in alto mare.
Queste le parole di Perrone:
«Tuttavia, quando si parla di nanometri bisogna sempre aprire una grossa parentesi e fare i dovuti distinguo, come spiego in questo articolo. A partire dal fatto che il Kirin 9000S ha una superfice di 107 mm2, il 2% in più rispetto ai 105 mm2 del Kirin 9000 a 5 nm, per una densità dei transistor pressoché paragonabile fra i due, ricordando che Kirin 9000 ha una densità di circa 140 MTr/mm2.»
Forse è più opportuno definirlo un N+2 come fa SMIC.
Inoltre un'alta fonte parlava che il 5G di Huawei è più veloce del 5G di Apple e che quindi in ambito di trasferimento dati i cinesi di Huawei abbiano superato gli USA.
«In an interview with China’s CCTV, TechInsights Vice Chairman Dan Hutcheson praised the technological achievement of the Huawei Kirin. However, he also shared that Huawei still has a 2-2.5 node gap as compared to the current generation of chip processing technology.»
I canadesi di TechInsight che hanno data la notizia poi riportata da tutti i media comprese le testate italiane e compreso HWup, che i Kirin erano paragonabili ai kirin prodotti da TMSC a 5 nm, sono stati intervistati da giornalisti cinesi e uno dei capi ha dichiarato che la distanza tra il processo produttivo attuale e quello di Huawei dista 2-2.5 nodi produttivi.
Se prendiamo il processo attuale di TMSC che è di 3 nm e passiamo al 4 e poi al 5 nm abbiamo 2 nodi produttivi di distanza. Il mezzo nodo produttivo è dovuto al fatto che il Kirin non è completamente a 5 nm ma in termini di efficienza energetica è peggiore nelle potenze di picco.
Inoltre un'alta fonte parlava che il 5G di Huawei è più veloce del 5G di Apple e che quindi in ambito di trasferimento dati i cinesi di Huawei abbiano superato gli USA.
Apple per la connettività 5G usa i modem di Qualcomm... I primi chip 5G made in Apple dovrebbero vedere la luce nel 2025...
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