Patent troll contro Microsoft: smartphone Lumia a rischio ban negli USA
Un giudice della International Trade Commission americana ha stabilito che Microsoft è colpevole di violazione di due brevetti appartenenti ad InterDigital. Si aspetta adesso la revisione dell'inchiesta da parte dell'intera commissione
di Nino Grasso pubblicata il 29 Aprile 2015, alle 15:10 nel canale TelefoniaMicrosoftLumia
Un giudice della International Trade Commission ha stabilito lunedì che alcuni dispositivi Nokia hanno violato due brevetti relativi a tecnologie di connettività wireless detenuti da InterDigital. Si tratta dell'ultima puntata di una battaglia che ha avuto inizio nel 2007, che vede ancora una volta i cosiddetti patent troll impugnare il coltello dalla parte del manico contro i più grossi protagonisti del mercato tecnologico.
Nel caso in cui Microsoft fosse ritenuta colpevole della violazione, InterDigital richiederebbe l'esclusione dell'importazione dei dispositivi Microsoft all'interno del mercato statunitense. Ed è d'accordo con questo esito anche il giudice Andrew Essex, che non ritiene che l'emanazione di un tale divieto sia contro l'interesse pubblico. Sebbene il verdetto di Essex sia chiaro, nessuna azione verrà intrapresa prima della revisione dell'inchiesta da parte dell'intera ITC.
Il gigante Microsoft quindi messo contro il muro dalla piccola InterDigital? Al momento sembrerebbe così, anche se il potenziale divieto delle vendite dell'intero portfolio di dispositivi mobile di Redmond ci sembra un'ipotesi alquanto azzardata. Del resto tanto piccola InterDigital non è, almeno se consideriamo la categoria dei cosiddetti patent troll: potremmo considerarla una veterana del settore se consideriamo che ha già sporto denunce simili verso Huawei, Samsung e ZTE.
Nel caso di Microsoft, il momento in cui arriva la decisione di Essex non è fra i più favorevoli. La società ha presentato di recente i risultati trimestrali che mostrano perdite di alcuni milioni di dollari nella divisione Phone Hardware relativa alla produzione e vendita degli smartphone. Sebbene sia improbabile il ban delle importazioni in America, è invece più realistico un accordo economico fra le parti, che andrebbe naturalmente a pesare sui bilanci della già problematica divisione.
È un esito a cui Microsoft non vuole arrivare, soprattutto perché i brevetti di cui si parla sono relativi a standard di settore, il cui uso dovrebbe essere pattuito, e non interdetto, fra le parti: "Abbiamo una lunga lista di sfide vinte contro entità che cercano di abusare degli standard di settore", ha rivelato il gigante di Redmond in un comunicato sull'argomento. Di contro, Lawrence Shay di InterDigital si è mostrato incline a giungere a un accordo di tipo economico.
La International Trade Commission si riunirà entro la fine d'agosto per completare la revisione dell'inchiesta e porre fine al contenzioso.
13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoHanno già caldeggiato un accordo con Microsoft, in che significa che basta che Microsoft scucia qualcosa e si mettono buoni, bisogna vedere se MS li manda a quel paese, oppure, eviti le beghe legali che comunque come ogni cosa che riguarda la questione brevetti sono inevitabili.
La causa in questione riguarda proprio Nokia, poi passata di mano a microsoft che ne ha ereditato le cause legali..
Che l'uso ossessivo dei brevetti sia diventato ormai una specie di piaga sono daccordo, o perlomeno dovrebbero dare un termine.
Ma qui che centra, Microsoft non si fa pagare per ogni android venduto ma per l'utilizzo del file system Fat 32 che come saprai è di proprietà microsoft.
Nel caso in questione Microsoft si è trovata tra le mani una bega legale ereditata da Nokia, MS qui non centra nulla.
Ottimo, si può passare all'incasso allora, proviamo a fare un processore x86 per vedere se Intel dice niente, oppure copiamo lo slide-to-unlock ad apple se è contenta..dato che ci siamo vendiamo le librerie Cuda di Nvidia che ci facciamo un po di soldi
Credo che se vendessimo le librerie CUDA, il tranquillissimo CEO di NVIDIA potrebbe vagamente alterarsi.
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