Dopo gli iPhone, l'Indonesia ha sospeso le vendite anche dei Google Pixel
L'Indonesia ha bloccato la vendita dei Google Pixel per il mancato rispetto della quota minima di "contenuti locali", lo stesso divieto già applicato a iPhone 16. Il paese punta ad attrarre maggiori investimenti nel settore tecnologico.
di Nino Grasso pubblicata il 04 Novembre 2024, alle 12:01 nel canale TelefoniaGooglePixel
Le autorità indonesiane hanno decretato il blocco delle vendite di Google Pixel sul territorio nazionale, ampliando la lista dei dispositivi vietati dopo il recente stop imposto a iPhone 16. La ragione alla base del provvedimento è lo stesso, e risiede nel mancato raggiungimento della soglia del 40% di "contenuti locali" richiesta dalla normativa vigente nel paese.
Secondo quanto emerso, circa 22 mila unità di Google Pixel sono già stati introdotti nel paese nel corso dell'anno, introdotte attraverso importazioni personali o trasporti individuali (Bangkok Post). La normativa prevede che la quota del 40% di contenuti locali possa essere soddisfatta attraverso diverse modalità: dalla produzione diretta sul territorio allo sviluppo di software locale, fino alla creazione di centri di ricerca e sviluppo nel paese.
Un mercato strategico nel Sud-est asiatico
Politiche restrittive, da una parte, ma che dall'altra possono essere viste come una strategia per incentivare gli investimenti delle multinazionali tecnologiche nel paese. La decisione assume particolare rilevanza considerando che l'Indonesia rappresenta attualmente la principale potenza economica del Sud-est asiatico, con un prodotto interno lordo superiore a 1 trilione di dollari
Le prospettive di crescita del settore mobile nel paese appaiono, poi, particolarmente promettenti, con una previsione di circa 350 milioni di smartphone attivi rispetto a un totale di 285 milioni di abitanti. Il mercato indonesiano ha un'importanza significativa, quindi, per i produttori di smartphone a livello globale, e un ban nelle vendite può avere un impatto considerevole. La decisione delle autorità indonesiane riflette una tendenza crescente tra le economie emergenti di utilizzare normative commerciali come leva per stimolare lo sviluppo dell'industria tecnologica locale: così come Apple, quindi, adesso anche Google ha bisogno di riconsiderare le proprie strategie di presenza nel mercato indonesiano se vuole sfruttarne la potenziale crescita.
6 Commenti
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Peccato che anche l'Europa fa la stessa cosa con i dazi ai Cinesi...
Qualcuno dirà che le motivazioni sono ben diverse, ma il risultato è il medesimo
si vabbeh, ma anche meno cari indonesiani:
se il prezzo per vendere iPhone e Pixel per i due GAFAM è fare investimenti tecnologici a pioggia nel paese, IMHO stando alle statistiche Wiki, il gioco non vale la candela; l'Indonesia è 120ma al mondo nel ranking PIL/procapite (Italia n°28) quindi sarei propenso a pensare che il numero effettivo di possibili clienti per i top gamma sia tutto sommato "una manciata" nonostante i suoi 280circa milioni di abitanti
e questo dovrebbero fare investimenti miliardari per vendere qualche manciata di iPhone? credo che la risposta sarà "ma anche no"
ma infatti non succederà mai, chiunque inizi a proporre una politica così da "duri e puri" farà una brutta fine, oramai il mondo è globalizzato, al limite possiamo ridurci a dividere tutto in macro blocchi (ma forse!) ma un autarchia completa possono farlo una manciata di stati nel mondo.
PIL italia: 2200 miliardi di euro
Vero.
Anche se in parte li capisco, pensando a quante aziende italiane e europee sono chiuse a causa della concorrenza cinesee a politiche dementi che incentivano i prodotti di importazione.a discapito dei nostri.
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