Dietro le quinte della 'scienza colore' sviluppata in partnership da vivo e Zeiss
Un incontro virtuale con David Abreu - Senior Scientist, Mobile Imaging, ZEISS Consumer Products - ci ha permesso di approfondire uno degli aspetti fondamentali dell'immagine digitale: la scienza colore e come essa viene applicata agli smartphone vivo
di Roberto Colombo pubblicata il 03 Giugno 2022, alle 14:03 nel canale TelefoniaVivoZeiss
Si potrebbe pensare che le collaborazioni che vedono protagonisti produttori di smartphone e storici marchi della fotografia siano solo di 'facciata' e si limitino a mettere il 'bollino' sui telefonini. In realtà gli anni di esperienza delle aziende che si occupano di fotografia dai tempi dell'analogico possono risultare molto utili alle più giovani compagnie, molto brave nel progettare smartphone, ma con la necessità di pescare da un bagaglio tecnico molto preciso quando si passa a parlare del comparto fotocamere.
Un esempio su tutti è quello del salto di qualità fatto dalle immagini riprese dai droni DJI da quando i tecnici Hasselblad (le cui quote sono state acquisite proprio da DJI) hanno messo le mani sui profili di ripresa, integrando la scienza colore sviluppata per le fotocamere medio formato di origine svedese.
vivo e Zeiss: una collaborazione che continua
Altrettanto si può dire della collaborazione tra vivo e Zeiss, che ha fatto veramente 'svoltare' gli smartphone del produttore cinese, sotto il punto di vista della resa fotografica. A tutt'oggi vivo X60 Pro, nonostante sia stato svelato alla fine del 2020, resta uno degli smartphone più efficaci dal punto di vista fotografico, mettendo in fila molti dei terminali più recenti.
Il merito è il lavoro svolto dai due marchi all'interno dello Zeiss Imaging Lab, di cui abbiamo avuto in questi giorni un breve sguardo dietro le quinte. I due marchi avevano svelato qualche tempo fa le procedure di testing sviluppate all'interno del laboratorio, le stesse applicate ai sistemi fotografici e scientifici dell'azienda tedesca.
Ora un incontro virtuale con presentate David Abreu - Senior Scientist, Mobile Imaging, Zeiss Consumer Products - ci ha permesso di approfondire uno degli aspetti fondamentali dell'immagine digitale: la color science.
Quello che è affascinante a proposito dei colori è che da un lato sono una cosa prettamente scientifica (a ogni colore corrisponde una lunghezza d'onda della radiazione elettromagnetica), dall'altro squisitamente percettiva e soggettiva. Il nostro cervello e i sensori delle fotocamere si basano sullo stesso principio: non sono degli spettrometri in grado di analizzare le singole lunghezze d'onda, ma sono dei colorimetri che attraverso una rete di fotorecettori di colore rosso, verde e blu, ricostruiscono le informazioni colore della luce che li raggiunge.
Il magenta non esiste!
Lo sapevate che il magenta non esiste? Non trovate una lunghezza d'onda nello spettro del visibile che descriva questo colore, ma è il nostro cervello che lo 'inventa' quando i bastoncelli della nostra retina sono colpiti da un certo mix di frequenze con due picchi nel rosso e nel blu. Non esiste una lunghezza d'onda singola riconducibile al magenta, ma esiste la sua interpretazione visiva fatta dal nostro cervello.
Bilanciamento del bianco: tra percezione e realtà
Questo piccolo esempio rende evidente come la riproduzione dei colori sia un argomento molto complesso. Un tema fondamentale della percezione del colore è il bilanciamento del bianco: se il nostro cervello sa che una superficie è bianca la percepirà sempre bianca, anche se magari è illuminata da una sorgente luminosa con una netta tonalità, magari molto fredda o molto calda. L'occhio vede la differenza di tonalità, ma il cervello comunque è in grado di associare a quella superficie il concetto di bianco. all'opposto, nei musei dedicati alle illusioni ottiche c'è spesso il gioco dell'arancia: lo stesso frutto, posizionato sotto due sorgenti luminose di spettro diverso (ma a prima vista molto simili e nella regione dell'arancione) assume due colori differenti, diventando un gioco divertente per grandi e bambini.
Camera Obscura - World of illusion di Edimburgo: l'arancia e bilanciamento del bianco, una meraviglia per grandi e piccini
La 'compensazione' dinamica del bilanciamento del bianco è da sempre una delle grandi sfide della riproduzione dei colori, soprattutto dall'avvento del digitale in poi. Inizialmente il bilanciamento del bianco delle fotocamere ha avuto un approccio molto netto e 'numerico': il profilo applicato era studiato per riportare le superfici bianche (o di colore grigio neutro) alle coordinare corrette. Questo approccio però faceva a pugni con l'aspetto percettivo del nostro cervello, dando vita a tramonti irreali o a scene d'interni irrealisticamente 'fredde'.
Alcuni colori sono poi particolarmente delicati. Il blu e il verde vengono definiti da David Abreu 'i colori della memoria' e sono soggetti a un particolare trattamento da parte del nostro cervello. Se vi ritrovate davanti alla classica scena di un prato verde con al di sopra un cielo blu e la fotografate in modo cromaticamente fedele, al momento la fotografia vi sembrerà realistica. Se invece ripensate alla stessa scena tempo dopo, nella vostra mente blu e verde verranno percepiti molto più saturi e la fotografia 'fedele' vi sembrerà al contrario scialba.
È per questo che è difficile trovare il giusto compromesso in termini di riproduzione dei colori. Il profilo corretto al momento dello scatto non è più corrispondente a quello della memoria: una fotografia giusta al momento dello scatto ci sembrerà pallida in seguito e una regolata per essere percepita come corretta alla revisione dei ricordi tempo dopo ci sembrerà troppo satura al momento dello scatto.
Per questo, ad esempio, i dispositivi vivo nati in collaborazione con Zeiss offrono due diverse modalità di colore: vivo Vivid Colour, che offre una resa dell’immagine più colorata e piacevole direttamente elaborata dalla fotocamera e ZEISS Natural Colour, che invece garantisce una resa del colore più fedele e accurata. A seconda che lo scatto sia un ricordo personale o uno scatto professionale, gli utenti possono scegliere il profilo più adatto.
Un'altra grande sfida degli smartphone moderni è la presenza di molte fotocamere a bordo, utilizzate anche in contemporanea per effetti particolari come lo sfocato o lo zoom digitale. La corrispondenza cromatica tra le diverse fotocamere è un aspetto chiave affinché gli utenti percepiscano il sistema fotografico di uno smartphone come 'di qualità'. esperienza di molti il fatto che la fotocamera grandangolare o quella tele non scattino bene come il modulo principale, fatto che in diversi casi porta gli utenti a sfruttare poco le due fotocamere accessorie. I motivi sono molti e oltre alle differenze costruttive dei sensori chiamano in causa anche le proprietà di assorbimento per diverse lunghezze d'onda della luce da parte delle lenti. Non solo, al variare della sensibilità ISO, può variare in modo netto anche la resa cromatica dei sensori e un gruppo di fotocamere ben bilanciato a 100 ISO potrebbe perdere totalmente la sincronia quando le condizioni di luce richiedono di salire con la sensibilità.
La fase di calibrazione è quindi fondamentale nella creazione di un nuovo smartphone e lo Zeiss Imaging Lab mette a disposizione di vivo gli strumenti e l'esperienza per operare al meglio.
Con questo sguardo dietro le quinte vivo vuole preparare il terreno all'arrivo in Europa del nuovo flagship, vivo X80 Pro, che è stato presentato in Cina ad aprile e prossimamente dovrebbe sbarcare anche sui nostri mercati, compreso quello italiano.
Per approfondire:
Leggi anche il nostro articolo 'Pazzo confronto! vivo X60Pro vs Zeiss Biotar 58mm F2 e Tessar 50mm F2.8' in cui abbiamo messo a confronto lo smartphone con due storiche ottiche Zeiss montate su una mirrorless full frame.
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