Continuano i segnali di crescita nel mercato dei PC

Il mercato dei PC, alla luce dei dati diffusi da IDC per il terzo trimestre 2019, continua a mostrare segnali positivi di crescita. Parliamo di un +3% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, valore positivo che segue quello registrato anche nel corso del secondo trimestre 2019.
Parte di questa crescita è legata alla volontà dei produttori di accumulare scorte di prodotti che siano adeguate alla domanda prevista per l'ultima parte dell'anno, ma incidono anche i dazi commerciali tra USA e Cina. I produttori hanno così operato d'anticipo, accumulando più sistemi e preparandosi a delocalizzare almeno parte della produzione in altre regioni come Taiwan e Vietnam.
Dal settore commerciale proviene inoltre una domanda di nuovi sistemi legata allo stop del supporto al sistema operativo Windows 7, previsto a partire dalla metà del mese di gennaio 2020. La spinta all'adozione di sistemi basati su sistema operativo Windows 10 è presente in un po' tutti i mercati ma ben evidente in quello EMEA, che in generale si è ben comportato nell'ultimo trimestre tanto nel settore dei sistemi desktop come in quello dei notebook.
Lenovo continua a mantenere la prima posizione di mercato con una quota del 24,6%, registrando una crescita del 7,1% rispetto all'anno precedente. Al secondo posto segue HP Inc, con il 23,8% e un dato di crescita positivo per il 9,3%. Dell completa il podio alla terza posizione con una quota del 17,1% e una crescita annuale del 5,3%. Apple si posiziona al quarto posto con il 7,1% del mercato, in calo del 6,1% su base annuale, mentre alla quinta posizione troviamo Acer con il 6,3% del totale e un valore in calo del 7,2% rispetto al corrispondente periodo del 2018.
In totale IDC stima che nel corso del terzo trimestre 2019 siano stati consegnati circa 70,4 milioni di sistemi; poco meno del 79% è ottenuto dai primi 5 produttori qui menzionati, con la restante quota del 21,1% divisa tra tutte le altre aziende impegnate a livello globale.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNo veramente, vedi giovani arrivare a fare colloqui e sembrano convinti che con "richiesta conoscenza uso PC" voglia dire saper mandare messaggini su Whatsapp: "ma perché usate veramente ancora i piccì? non voglio lavorare in un'azienda di vecchi".
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Non esiste "ubriacatura da tablet". Il PC fa e ha sempre fatto 10 volte quello che può fare un tablet, ma per il 90% delle persone - fra cui una fetta tutt'altro che trascurabile di lavoratori, per cui "essere produttivi" consiste nel mandare e-mail, consultare schede prodotto, inserire ordini, fatturare, etc. - quel 10% è più che sufficiente, e il PC è solo un impaccio.
Eh no, se non usi l'ultimo i7 con almeno un paio di ssd in raid non sei nessuno.
PC...ovvero ....
PERSONAL....computer!Una tecnologia "vecchia"...per coloro che continuano a pompare il "cloud"+smart come il "nuovo"....
Ma facciamo un piccolo confronto.
Il primo ha la logica di elaborare e mantenere in locale tutti i dati, mentre la seconda, i dati ( e tutto il valore che producono ), li usurpa e li spreme anche all'insaputa dei titolari....
La consapevolezza può essere un driver molto forte...
Quello che può amplificare il tutto è il GDPR...
Comunque il PC non morirà mai, anzi...con i chiari di luna e gli scandali che ogni giorno investono le OTT che sono "cloud" based, ci possiamo solo augurare ed aspettare che si torni alla computazione in locale!
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