Google, lo sviluppo di Android diventa completamente privato: cosa cambia per gli utenti

Una trasformazione radicale attende l'ecosistema Android: Google ha confermato che sposterà l'intero processo di sviluppo del sistema operativo nei suoi rami interni. Motivata dall'esigenza di semplificare i processi, la decisione potrebbe non essere accolta favorevolmente dai sostenitori dell'open-source.
di Nino Grasso pubblicata il 27 Marzo 2025, alle 11:11 nel canale Sistemi OperativiGoogleAndroid
La notizia è ufficiale: Google modificherà radicalmente l'approccio allo sviluppo del sistema operativo Android. L'azienda di Mountain View ha confermato che, a partire dalla prossima settimana, tutto il lavoro di sviluppo della piattaforma mobile avverrà esclusivamente nei rami interni dell'azienda, abbandonando l'attuale modello che prevedeva lo sviluppo parziale di alcuni componenti nel ramo pubblico AOSP (Android Open Source Project).
Il cambiamento rappresenta un momento molto importante nella storia di Android, che per oltre 16 anni ha mantenuto un equilibrio tra la natura open source del progetto e le necessità di sviluppo controllato da parte di Google. Fino ad ora, l'azienda ha gestito due rami principali: quello pubblico AOSP, accessibile a chiunque, e quello interno, riservato alle aziende con accordi di licenza GMS (Google Mobile Services).
Google, sviluppo del tutto interno per Android: le motivazioni dietro la scelta
La ragione principale di questa transizione, secondo quanto dichiarato da Google ad Android Authority, è la semplificazione del processo di sviluppo. L'attuale sistema a due rami genera frequenti conflitti di fusione quando le modifiche vengono integrate tra i rami pubblici e quelli interni, creando inefficienze e complicazioni tecniche. Un esempio di queste difficoltà riguarda lo sviluppo di alcune API, che possono richiedere ulteriori ottimizzazioni fra codice interno e codice AOSP.
Situazioni come questa possono moltiplicarsi nel processo di sviluppo di nuove funzionalità, cosa che ha reso la gestione parallela dei due rami sempre più complessa. La decisione non implica che Android diventerà un sistema operativo chiuso: Google ha ribadito il suo impegno a pubblicare il codice sorgente di Android dopo ogni rilascio, mantenendo così la natura open source del progetto. Anche il codice del kernel Linux di Android, distribuito sotto licenza GPLv2, continuerà ad essere pubblicato regolarmente come da regola.
Per gli utenti comuni, l'impatto di questa modifica sarà praticamente impercettibile. Non ci si deve aspettare un'accelerazione negli aggiornamenti del sistema operativo per i dispositivi, né cambiamenti evidenti nell'esperienza d'uso quotidiana. Anche la maggior parte degli sviluppatori di app non subirà conseguenze, poiché il cambiamento riguarda esclusivamente lo sviluppo della piattaforma. Neanche gli sviluppatori di ROM personalizzate dovrebbero riscontrare problemi significativi, dato che generalmente basano il loro lavoro su tag o rami di rilascio specifici, non sul ramo principale di AOSP. Analogamente, le aziende che rilasciano prodotti basati su AOSP raramente utilizzano il ramo principale a causa della sua instabilità intrinseca.
La categoria più colpita sarà quella degli sviluppatori esterni che contribuiscono attivamente ad AOSP o che seguono da vicino l'evoluzione del codice. Senza una licenza GMS, contribuire allo sviluppo del sistema operativo diventerà più difficile, poiché il codice disponibile sarà costantemente in ritardo rispetto alle versioni interne di settimane o mesi. Un altro effetto collaterale riguarderà i cosiddetti "leaker", che perderanno l'accesso a informazioni potenzialmente rivelatrici. In passato, le modifiche al codice AOSP hanno fornito indizi su funzionalità in arrivo o su date di rilascio anticipate delle nuove versioni di Android.
Nonostante le apparenze possano suggerire un allontanamento dai principi open source, la decisione di Google appare logica considerando le difficoltà tecniche dell'attuale sistema di sviluppo. Consolidare il lavoro sotto un unico ramo interno semplificherà sia lo sviluppo del sistema operativo sia il rilascio del codice sorgente. Maggiori dettagli su questa trasformazione saranno condivisi da Google nei prossimi giorni, quando l'azienda annuncerà ufficialmente il cambiamento e pubblicherà nuova documentazione.
15 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSi si, è open come il famoso foro di uscita.
Ho android comunque, però ios, Windows phone, Windows mobile, symbian ce li ho avuti,quindi li ho provati a fondo,usando anche altri os per telefoni e palmari.
Si si, è open come il famoso foro di uscita.
Ho android comunque, però ios, Windows phone, Windows mobile, symbian ce li ho avuti,quindi li ho provati a fondo,usando anche altri os per telefoni e palmari.
non sono esperto ma immagino per invalidare la garanzia col root devi avere brickato il telefono per via del root. se invece hai un qualsiasi problema non collegato al root, levi il root e porti il telefono in assistenza hai rischio 0 di avere problemi di sorta
Tra i tanti stravolgimenti nella geopolitica attuali, chissà che non nasca qualcosa anche in questo senso...
Tra i tanti stravolgimenti nella geopolitica attuali, chissà che non nasca qualcosa anche in questo senso...
come alternativa ad android e ios c'è huawei al momento
OpenHarmony...
Concordo
Manco avessero la branch AOSP open bar.
Ci committano loro, PR fatte da loro, review fatte da loro ecc. Ci dev’essere dell’altro, se non a livello di sviluppo quantomeno a livello “politico”. O magari hanno paura di fork a metà del guado e preferiscono stashare tutto e presentarsi solo con le major.
Se il loro problema è avere un mostro a due teste con le due mainline da tenere quasi in sync, non è che così hanno risolto niente.
È proprio il modello particolare di branching a creare casino, ma vista la dimensione del progetto ed il fatto che gli sviluppatori cui può accedere Google non sono certo delle capre , immagino sia una male necessario.
Certo questa non è una soluzione a QUEL problema.
No no, se hai problemi hardware (difetto di fabbrica riconosciuto o no, comunque un difetto hardware) e ti trovano con il root nel telefono,si rifiutano di ripararlo,la garanzia decade all' istante.
Solamente pochissimi produttori e su pochi modelli lasciavano la possibilità di fare il root e installare una rom alternativa.
Era una cosa che ci si porta avanti già dai primi modelli di smartphone android.
Solamente pochissimi produttori e su pochi modelli lasciavano la possibilità di fare il root e installare una rom alternativa.
Era una cosa che ci si porta avanti già dai primi modelli di smartphone android.
infatti ho precisato "levi il root", cioè quando lo porti in assistenza fai un formattone e non ti faranno storie
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