Fedora fa marcia indietro: il supporto 32-bit resta, non senza polemica

Dopo un acceso confronto nella community, Fedora ha deciso di ritirare la proposta di eliminare il supporto alle architetture 32-bit dalla versione 44. Il tema resta però centrale e il futuro della compatibilità con giochi e software legacy è ancora incerto
di Andrea Bai pubblicata il 01 Luglio 2025, alle 08:01 nel canale Sistemi OperativiFedora ha recentemente acceso un intenso dibattito nella propria community a causa di una proposta avanzata dal team di sviluppo circa la possibilità di rimuovere il supporto alle architetture 32-bit (i686) e delle librerie multilib già dalla release Fedora 44, prevista per metà aprile 2026. L’obiettivo dichiarato era quello di alleggerire il carico di manutenzione e allinearsi a quanto già fatto da altre distribuzioni, ma la reazione degli utenti, in particolare di chi utilizza Fedora per il gaming, è stata immediata e molto critica.
Le motivazioni della contestazione si basano sulla dipendenza di numerosi giochi e software – tra cui Steam e Wine – dalle librerie a 32-bit. Come vi avevamo spiegato qualche giorno fa, molti titoli, soprattutto quelli più datati o non più aggiornati, e diversi strumenti per la compatibilità (come Proton), necessitano ancora di queste componenti per funzionare correttamente anche su sistemi a 64-bit. La prospettiva di perdere questa compatibilità ha allarmato sia gli utenti finali sia i responsabili di progetti derivati come Bazzite, una distribuzione basata su Fedora e pensata specificamente per il gaming, il cui fondatore ha dichiarato che la rimozione del supporto 32-bit avrebbe potuto decretare la fine del progetto.

A seguito del dibattito e delle polemiche, Fabio Valentini, sviluppatore membro del Fedora Engineering Stering Comittee, ha comunicato la decisione di ritirare la proposta, sottolineando come il target della versione 44 fosse stato scelto per cautela, ma che la discussione sarebbe stata probabilmente identica anche con una tempistica più dilazionata. Il problema di fondo, secondo Valentini, rimane: il supporto ufficiale per il 32-bit sta scomparendo in molti progetti open source e la gestione di software sempre più aggiornato rischia di rendere insostenibile la compatibilità con architetture ormai considerate obsolete.
Il malcontento della community si è manifestato anche nei toni: Valentini si è detto deluso da alcune reazioni, che hanno interpretato la proposta come un attacco al mondo del gaming, quando invece l’intento era affrontare problemi tecnici reali per i manutentori dei pacchetti e per l’ingegneria delle release. Ha inoltre criticato la stampa tecnica e alcuni youtuber per aver alimentato la polemica con titoli sensazionalistici, contribuendo a una percezione distorta della proposta.
Per il momento, dunque, il supporto al 32-bit su Fedora resta garantito almeno per i prossimi 18-24 mesi, e chi utilizza la distribuzione per il gaming può tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia, come dicevamo, la questione non è risolta: la necessità di trovare un piano più strutturato e condiviso per il futuro della compatibilità con software legacy resta all’ordine del giorno.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoFinchè valve non si decide a compilarlo a 64 bit resta effettivamente un bel blocco.
Problema che si potrebbe facilmente aggirare usando un container o l'applicazione flatpak, ma per un progetto come bazzite questo non va bene dovendo fornire steam nell'immagine base essendo un componente fondamentale per chi usa il sistema su handheld o HTPC e simili.
Vedremo per fedora 46. Sicuramente prima o poi accadrà inevitabilmente.
L'unica versione di Steam a 64bit esistente è quella per MacOS, solo perché Apple ha tagliato il supporto a qualsiasi applicazione 32bit già da un po'.
È anche vero, peraltro, che Valve non si appoggia a Fedora (Steam OS è basata su arch linux) quindi per Fedora tagliare librerie e binari a 32bit è controproducente, rischiano solo di perdere utenti che, se vogliono un qualsiasi supporto decente al gaming, devono poi per forza migrare su altri lidi.
Anche perché è inutile negare che il gaming è probabilmente l'elemento che più di tutti sta trainando la diffusione di Linux sul desktop.
Non è un bisogno specifico.
Anche se l'applicazione è semplice e non ha particolari pretese di calcolo non c`è nessun svantaggio ad eseguire direttamente a 64bit.
Ormai qualunque cpu in commercio è a 64 bit. Lavorare a 32 bit ha quindi bisogno del layer di emulazione che su windows si chiama WOW64. E ti devi portare in giro quindi tutto sto carrozzone a 32 bit.
Motivo per cui windows .. beh .. è windows..
Apple ha fatto bene a tagliare fuori la roba a 32 bit.
Pure RHEL con la recente versione 10 ha segato le librerie a 32bit. Chiaro che fedora voglia seguire a ruota.
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