Neuralink, al via i test del chip cerebrale di Elon Musk sull'uomo. Come e chi può candidarsi
Neuralink di Elon Musk inizia test del chip cerebrale sull'uomo per aiutare disabili, ma la comunità scientifica è preoccupata dai rischi di una tecnologia così invasiva e non ancora matura.
di Lorenzo Tirotta pubblicata il 09 Novembre 2023, alle 15:01 nel canale Scienza e tecnologiaNeuralink
Dopo aver ottenuto l'approvazione della Food and Drug Administration statunitense (FDA) lo scorso maggio, Neuralink, la controversa startup di chip cerebrali fondata da Elon Musk nel 2016, è pronta per avviare i test del suo dispositivo sull'uomo. L'azienda ha aperto le candidature a settembre e secondo quanto riferito, avrebbe già l'interesse di migliaia di persone.
Il dispositivo di Neuralink si presenta come un chip delle dimensioni di una moneta da un quarto di dollaro, con sottili fili che vengono impiantati nel cervello tramite un robot chirurgico. L'obiettivo è di consentire alle persone paraplegiche e con deficit motori gravi di controllare computer e dispositivi mobili direttamente con il cervello. In futuro, la società punta anche a sviluppare le applicazioni più controverse, come ad esempio una sorta di "telepatia tecnologica".
La startup di chip cerebrali Neuralink di Elon Musk si prepara ad iniziare i test sull'uomo
L'intervento chirurgico per l'innesto del chip richiede l'asportazione di una parte del cranio, sostituita poi dal dispositivo. Un processo delicato, che secondo Neuralink può richiedere un paio d'ore. In passato l'azienda ha già testato il chip su animali come pecore, maiali e scimmie, effettuando oltre 150 interventi. Ora è arrivato il momento di sperimentarlo sull'uomo, malgrado le preoccupazioni sollevate da parte della comunità scientifica.
Per candidarsi ai test, i volontari devono soffrire di gravi deficit motori come paraplegia, tetraplegia, cecità, sordità, o aver subito amputazioni degli arti. Inoltre, devono avere più di 18 anni. Dopo uno screening iniziale, i candidati selezionati dovranno compilare un lungo questionario medico, fornire cartelle cliniche e scan del cervello, e infine firmare un modulo di consenso.
Lo studio durerà circa 6 anni e richiederà ai pazienti visite e controlli regolari. Nei piani di Neuralink c'è l'obiettivo di operare 11 persone nel primo anno di sperimentazione, per poi arrivare a oltre 22.000 pazienti entro il 2030. Un piano molto ambizioso che solleva non poche perplessità nella comunità scientifica. I rischi sono infatti ancora elevati e poco chiari.
16 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuello che ancora non ho capito é che cosa sia stato testato sugli animali finora, visto che si parla di selezionare candidati paraplegici, ciechi o tetraplegigici immagino che debbano aver fatto eseprimenti mirati con risultati tangibili su diverse cavie.
Comunque avendo in famiglia una persona su sedia a rotelle immagino che gliene freghi poco di controllare il computer col pensiero per accendere la luce nel cesso con alexa, quello lo fà già senza impianti nella testa, magari sarebbe interessante se riescono a riattivare le connessioni del midollo e permettere a queste persone di riprendere il controllo delle gambe o di tornare a vedere, ma dubito sia questo il progetto di musk.
Quello che ancora non ho capito é che cosa sia stato testato sugli animali finora, visto che si parla di selezionare candidati paraplegici, ciechi o tetraplegigici immagino che debbano aver fatto eseprimenti mirati con risultati tangibili su diverse cavie.
Comunque avendo in famiglia una persona su sedia a rotelle immagino che gliene freghi poco di controllare il computer col pensiero per accendere la luce nel cesso con alexa, quello lo fà già senza impianti nella testa, magari sarebbe interessante se riescono a riattivare le connessioni del midollo e permettere a queste persone di riprendere il controllo delle gambe o di tornare a vedere, ma dubito sia questo il progetto di musk.
https://www.corriere.it/tecnologia/...27e1fecd7.shtml
così dice muschio «Permetterà ai tetraplegici di camminare"
Infatti, quando (è solo una questione di "quando" non "se" ) esiteranno dei chip per potenziare le capacità delle persone il mondo si dividerà in due categorie: I super-mega-geni e....gli altri -- e quando la cosa sarà sufficientemente diffusa, chi mai vorrà una persona "Normale" a lavorare quando puoi avere un super-mega-genio che fa il lavoro di 10 persone? o ti metti il chip o sarai disoccupato oppure lavori in proprio e...ti fai surclassare da tutti gli altri che lavorano in proprio ma hanno il vantaggio della super-intelligenza
Ripeto, non è una questione di "Se" ma di "Quando"
Ripeto, non è una questione di "Se" ma di "Quando"
a lavorare ci penseranno i robot, le stampanti 3d e l'IA. questo è il futuro e personalmente non mi dispiace la cosa, bisognerà solo adattare la società di conseguenza
Uno dei problemi degli impianti neurali attuali é che può formarsi tessuto cicatriziale "interno" attorno agli innesti che rende inutilizzabile l'impianto.
Neuralink é stata criticata perché ha fatto troppi test su scimmie in rapida successione, senza valutare a sufficienza cosa succedeva a lungo termine e come porvi rimedio.
Insomma, non é che sia molto rassicurante.
Ripeto, non è una questione di "Se" ma di "Quando"
Io ho i miei dubbi che uno scenario come quello che dai per certo possa realizzarsi per un semplice motivo: le macchine biologiche, incluso il cervello, sono molto piu' efficienti dei microprocessori. Mi pare improbabile che si possa un giorno impiantarsi un chip che potenzi significativamente le capacita' del cervello, a meno che questo utilizzi un enorme quantita' di energia. Mi sembra piu' probabile che in futuro, viste le nuove sfide che stanno emergendo, le persone siano costrette ad utilizzare il cervello un pochino piu' a lungo di quanto in media fanno ad oggi.
Quando pensi ad un microchip del genere non devi paragonarlo con un processore di un PC attuale, ma con un processore di un PC di 20 anni fa costruito con la tecnologia del 2040 o più.
Prova ad immaginare per un attimo i consumi di un processore di un Pentium III se fosse costruito con la tecnologia attuale, magari utilizzando l'architettura ARM invece di x86, ed ecco che hai un processore che consuma un decimo di watt ... ora pensa cosa potrebbe fare una persona se avesse l'intelligenza "Assistita" da un computer degli anni 90's... hai presente la capacità di poter fare milioni di calcoli al secondo?
D'altronde se l'ha fatto V in Cyberpunk 2077 con il Relic e con tanto di OS e di Cyberware, possiamo farlo anche noi. C'è soltanto un piccolo problema: il rischio di rimanere sospesi, cioé metà in questo mondo e metà nel mondo virtuale. E quindi anche il rischio di non morire mai davvero, come accadde purtroppo a Johnny Silverhand.
Vado già a preparare la vasca piena di ghiaccio in cui immergermi prima che mi venga impiantato il chip cerebrale
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