NASA Hubble ed eclissi lunare: un nuovo modo per conoscere gli esopianeti

NASA Hubble ed eclissi lunare: un nuovo modo per conoscere gli esopianeti

NASA Hubble è stato impiegato in un nuovo test per cercare di capire le potenzialità dei telescopi spaziali per conoscere le atmosfere degli esopianeti. Un nuovo studio ha sfruttato l'eclissi lunare del 2019 per cercare l'ozono terrestre.

di pubblicata il , alle 08:01 nel canale Scienza e tecnologia
NASA
 

A fine Gennaio 2019 ci fu un'eclissi lunare che ha permesso di cercare nuovi modi per conoscere gli esopianeti, grazie alle potenzialità di NASA Hubble. Essendo un sistema mai provato, gli scienziati hanno provato con qualcosa che conosciamo bene: la Terra.

In un test, NASA Hubble è riuscito a rilevare la presenza di ozono non "guardando" verso la Terra, ma verso la Luna durante, l'eclissi lunare. La superficie del nostro satellite naturale ha riflesso la luce del Sole che era a sua volta passata attraverso l'atmosfera terrestre e infine catturata da NASA Hubble.

Eclissi lunare, NASA Hubble e lo studio degli esopianeti

Si tratta di un test utile a capire meglio come sfruttare i transiti degli esopianeti davanti alle stelle compagne per conoscerne l'atmosfera. Chi ha lavorato allo studio ha precisato che non è il primo esperimento di questo tipo. Ma questa è la prima volta che si utilizza un telescopio spaziale e si osserva la luce nel campo dell'ultravioletto.

nasa hubble eclissi lunare

Illustrazione artistica della campagna osservativa del telescopio spaziale.

Quello che ha trovato NASA Hubble è la firma spettrale dello strato di ozono (situazione ovviamente attesa). Trovare ossigeno e ozono su un esopianeta potrebbe essere uno dei segni per capire se questo presenta vita. Ma non sarebbe l'unico elemento necessario.

Allison Youngblood (Laboratory for Atmospheric and Space Physics, Boulder) ha dichiarato in merito allo studio "trovare l'ozono nei cieli di un pianeta terrestre extrasolare non garantisce che la vita esista sulla superficie. C'è bisogno di altre firme spettrali oltre all'ozono per concludere che c'è vita sul pianeta e queste firme non possono essere necessariamente viste alla luce ultravioletta".

Zona analizzata dagli scienziati per trovare la firma dell'ozono nella luce riflessa dalla Luna.

Nelle precedenti rilevazioni da terra era già stata trovata "la firma" dell'ozono, ma potendo sfruttare l'emissione ultravioletta (più forte per questa molecola) e le potenzialità di un telescopio spaziale, si è trovato un segnale molto chiaro.

Per capire se un pianeta può essere potenzialmente abitato servirà comunque lo sforzo congiunto di più strumenti osservativi. Infatti non tutti gli elementi hanno firme ben visibili nell'ultravioletto. Inoltre i pianeti simili alla Terra sono molto piccoli e la loro atmosfera di dimensioni ridotte e bisognerà vedere il loro stadio di sviluppo. Per questo saranno necessari nuovi telescopi spaziali, più potenti di NASA Hubble, come il nuovo telescopio James Webb. Quest'ultimo osserverà nell'infrarosso potendo rilevare metano e ossigeno nelle atmosfere degli esopianeti.

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