NANOGrav: le pulsar permettono di rilevare onde gravitazionali a bassa frequenza

NANOGrav: le pulsar permettono di rilevare onde gravitazionali a bassa frequenza

Nelle scorse ore NANOGrav ha annunciato di aver rilevato onde gravitazionali a bassa frequenza grazie all'analisi delle emissioni delle pulsar. Un nuovo sistema per conoscere l'Universo e la sua evoluzione.

di pubblicata il , alle 20:53 nel canale Scienza e tecnologia
 

Le onde gravitazionali sono state teorizzate da molto tempo, ma per rilevarle è stato necessario attendere gli ultimi decenni così da avere strumenti sensibili e precisi da permetterne l'identificazione. In passato abbiamo scritto dell'utilizzo di interferometri laser (come LIGO, Virgo e KAGRA) per rilevare fusioni tra stelle di neutroni e buchi neri o tra buchi neri. Ma questo potrebbe non essere l'unico sistema per scoprirle e analizzarle. Un aiuto arriva dalle pulsar.

Il risultato di una raccolta di dati della durata di 15 anni con la collaborazione di oltre 190 scienziati da diverse nazioni ha portato a un risultato molto importante: rilevare le onde gravitazionali a bassa frequenza, un'altra tipologia rispetto a quelle osservate con gli interferometri laser. Il lavoro dei ricercatori ha portato alla stesura di otto diversi studi scientifici che ora sono diventati pubblicamente disponibili dopo l'annuncio ufficiale di NANOGrav (e altri ne arriveranno in seguito).

Le onde gravitazionali e la rilevazione attraverso le pulsar

Nelle scorse ore la collaborazione degli scienziati legati al programma NANOGrav ha permesso di conoscere i dettagli di quanto scoperto dai dati raccolti durante questi anni da radiotelescopi sparsi in tutto il Mondo (compreso quello di Arecibo, ormai smantellato). Come scritto sopra, rispetto alle onde gravitazionali ad alta frequenza, rilevate con gli interferometri laser, il segnale a bassa frequenza aveva bisogno di uno strumento diverso. Per questo si è pensato di impiegare le pulsar.

Le pulsar sono stelle di neutroni che ruotano molto velocemente sul proprio asse emettendo impulsi di onde radio con una regolarità molto precisa (anche se molto deboli e quindi difficili da captare). Il programma NANOGrav ha raccolto i dati di 68 pulsar per creare un rilevatore conosciuto come pulsar timing array.

Il segreto di questo nuovo sistema di rilevazione risiede proprio nella regolarità con la quale le pulsar emettono i fasci di onde radio. A causa della fluttuazione del tessuto spaziotemporale, come previsto dalla teoria della relatività generale di Einstein, legato alle onde gravitazionali a bassa frequenze (che possono avere periodi di anni o decenni) viene influenzata la tempistica di ogni impulso, ritardandone alcuni e anticipandone altri.

onde gravitazionali

Il lavoro è iniziato nel 2004, quando però i dati erano raccolti sono da un piccolo gruppo di ricercatori. Per avere dati statistici solidi servivano però molte più osservazioni e molto tempo. Nel 2020 si è avuta la "prima avvisaglia" che qualcosa stava effettivamente avvenendo e che le ipotesi potevano essere confermate. Manca però ancora un tassello. Un esempio delle difficoltà che sono state affrontate (e del perché solo in tempi recenti si è giunti a questo risultato) era la necessità di conoscere il centro di massa del Sistema Solare con una precisione di meno di 100 metri. I risultati in precedenza erano più confusi in quanto non si conosceva con estrema precisione dove si trovasse Giove (che insieme al Sole determina quasi tutta la massa del nostro sistema). Con misurazioni precise delle orbite è stato così possibile avere una ridotta interferenza durante le misurazioni.

Infatti ora sappiamo che il sistema può essere impiegato per rilevare questo genere di onde gravitazionali, ma manca ancora la possibilità di trovarne le sorgenti. Gli scienziati credono che una delle origini potrebbe essere la fusione di buchi neri supermassicci (milioni o miliardi di masse solari) a differenza di quelle ad alta frequenza che comprendono buchi neri di poche masse solari.

onde gravitazionali

Buchi neri supermassicci che orbitano l'uno attorno all'altro creano increspature nel tessuto spaziotemporale e sono tipici di fusioni di galassie. Secondo quanto stimato, le coppie di buchi neri supermassicci potrebbero essere centinaia di migliaia o anche milioni in tutto l'Universo. Grazie all'analisi di questo genere di segnali si potrà capire come l'Universo si è evoluto, quante volte le galassie di fondono e come si comportano i buchi neri. Ancora più interessante è che una parte del segnale potrebbe essere costituito dal Big Bang stesso dando ulteriori informazioni sull'origine dell'Universo. Attualmente il segnale è piuttosto "confuso" ma gli scienziati stanno lavorando per cercare le singole fusioni. I risultati potrebbero arrivare nel corso dei prossimi anni aprendo nuovi scenari per l'astrofisica.

Di seguito gli studi scientifici pubblicati:

7 Commenti
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quartz30 Giugno 2023, 23:39 #1
Caro Mattia,

Sono un ricercatore dell'INAF di Cagliari.

Visto che nell'articolo non è menzionato, vorrei sottolineare che NanoGrav è solo una parte di una più ampia collaborazione, l'IPTA (International Pulsar Timing Array), che include un consorzio europeo (lo European Pulsar Timing Array, EPTA, con un importante contributo italiano), uno nord americano (NanoGrav, appunto), uno australiano (Parkes Pulsar Timing Array, PPTA), e più recentemente uno indiano (InPTA) e uno cinese (CPTA).

Solo grazie alla sinergia di tutti questi gruppi si è potuto raggiungere un tale risultato.

Chi fosse interessato ad approfondire la parte Europea, e in particolare Italiana, può partire da questi link:

https://www.media.inaf.it/2023/06/2...o-spazio-tempo/

https://www.youtube.com/watch?v=One...nel=MEDIAINAFTV
Rubberick01 Luglio 2023, 10:23 #2
figo, se non sbaglio c'è un grosso radiotelescopio in Sardegna, per il clima secco giusto?
quartz01 Luglio 2023, 11:02 #3
Originariamente inviato da: Rubberick
figo, se non sbaglio c'è un grosso radiotelescopio in Sardegna, per il clima secco giusto?


Sì, esatto, è il Sardinia Radio Telescope, una parabola di 64 m a 35 km a nord di Cagliari, che ha contribuito al risultato riportato dalla notizia.

La Sardegna fu stata scelta come sito per diversi motivi, tra cui posizione geografica (insieme alle parabole di 32 m a Medicina e Noto forma un triangolo, utile per osservazioni interferometriche VLBI), clima favorevole e bassa antropizzazione (e quindi basso livello di interferenze radio).
Rubberick01 Luglio 2023, 11:56 #4
Originariamente inviato da: quartz
Sì, esatto, è il Sardinia Radio Telescope, una parabola di 64 m a 35 km a nord di Cagliari, che ha contribuito al risultato riportato dalla notizia.

La Sardegna fu stata scelta come sito per diversi motivi, tra cui posizione geografica (insieme alle parabole di 32 m a Medicina e Noto forma un triangolo, utile per osservazioni interferometriche VLBI), clima favorevole e bassa antropizzazione (e quindi basso livello di interferenze radio).


ammazza 64m di diametro è grande quanto quelle del deep space network
deve essere uno spettacolo da vedere, se mai un anno scendessi da Alghero a Cagliari mi piacerebbe visitarlo...
quartz01 Luglio 2023, 13:11 #5
Originariamente inviato da: Rubberick
ammazza 64m di diametro è grande quanto quelle del deep space network
deve essere uno spettacolo da vedere, se mai un anno scendessi da Alghero a Cagliari mi piacerebbe visitarlo...


Sì, e infatti da qualche anno fa parte proprio del Deep Space Network.
Il 20% del tempo osservativo è infatti riservato all'Agenzia Spaziale Italiana, che lo chiama Sardinia Deep Space Antenna e l'ha già usato per ricevere dati da diversi satelliti e missioni (come Cassini).

https://www.asi.it/lagenzia/le-basi...e-antenna-sdsa/

https://www.media.inaf.it/2017/09/01/srt-asi-cassini/

Certo, ci sono visite guidate:
https://www.oa-cagliari.inaf.it/div...php?id_news=394
Rubberick01 Luglio 2023, 23:22 #6
grazie per le informazioni, molto gentile

una curiosità, cercavo dati sulle antenne del dsn inclusa quella di camberra

mi pare fossero usate per radar astronomia e trasmettere anche in caso di problemi di orientamento con le sonde e si andava di potenza bruta, non trovo più le tabelle però, mi pare fossero potenze in gioco così elevate da assicurarsi che non ci fossero aerei in zona.
emanuele8303 Luglio 2023, 08:32 #7
a nesuno disturba che l'onda sia rilevata e non rivelata? Ai miei tempi se chiamavi un fotorivelatore come un fotrilevatore ti beccavi uno 0/30 con salto d'appello.

Si rivela un fenomeno fisico (come un fotone, un onda) si rileva il suo effetto (come il buco sulla traccia di un CD DVD Blueray)

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