La NASA presenta le nuove tute spaziali per Artemis e la Luna

La NASA presenta le nuove tute spaziali per Artemis e la Luna

La NASA ha presentato due nuove tute spaziali dedicate alle missioni Artemis che guardano in direzione della Luna (ma anche di Marte). Due i modelli in fase prototipale chiamati xEMU e OCSS che saranno impiegabili da 2024.

di pubblicata il , alle 14:41 nel canale Scienza e tecnologia
NASA
 

Erano state preannunciate con alcuni render ma ora abbiamo il primo esempio dei prototipi per le due tute spaziali che la NASA impiegherà nelle missioni Artemis verso la Luna. Due le versioni presentate, che potrebbero comunque subire dei cambiamenti prima del loro impiego effettivo.

NASA tute spaziali artemis

Le tute spaziali per la Luna e lo Spazio

La prima tra le tute spaziali mostrate è quella chiamata xEMU acronimo di Exploration Extravehicular Mobility Unit. A indossarla è stata l'ingegnere Amy Ross (non un caso che fosse una donna) mostrando come saranno le tute che saranno impiegate sul suolo lunare.

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Anche se non sembra, le novità sono molte. Innanzitutto si indossano diversamente rispetto al passato. Nelle tute spaziali xEMU l'astronauta entra dalla zona posteriore e non c'è più la divisione in due segmenti (inferiore e superiore). Certo, non sarà come vestire un abito convenzionale e sarà sempre necessario addestramento e un aiuto esterno, ma è un passo avanti rispetto al passato, anche in termini di sicurezza.

Migliorata è anche la flessibilità degli arti sia superiori che inferiori permettendo una gamma di movimenti più ampia e rendendo gli astronauti meno goffi. Non ci saranno più tubi che fuoriescono o un eccessivo numero di connettori. Il tutto è nascosto sotto il tessuto. Lo zaino posteriore integra i filtri per togliere l'anidride carbonica in eccesso e riducendo gli odori e resistendo a un range di temperature molto ampio (da -156°C a +121°C).

Il casco è più grande e con una visiera più ampia e sarà dotato di diversi microfoni che consentiranno agli astronauti di comunicare anche senza indossare le cuffie che invece sono state utilizzate per le missioni Apollo.

La nuova struttura di queste tute spaziali consente anche di ridurre l'impatto della polvere lunare che è molto abrasiva e che facilmente si attacca (per via dell'elettricità statica) agli oggetti, comprese le tute. Secondo la roadmap, nel 2021 ci sarà la seconda revisione e i test di tenuta nel vuoto. Nel 2024 invece dovrebbero essere realizzati due modelli che saranno impiegati per il viaggio verso la Luna.

La tuta Orion pensata per la sicurezza durante la partenza e il rientro

L'altra versione delle tute spaziali presentate è la OCSS acronimo di Orion Crew Survival System e che è stata indossata da Dustin Gohmert (a capo dei progetti dedicati ai sistemi di sopravvivenza della capsula Orion che sarà montata sul razzo SLS).

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Lo scopo di questa versione è completamente diverso rispetto alla xEMU di cui abbiamo scritto sopra. Si tratta di una tuta con dimensioni personalizzate e dedicate al singolo astronauta e serve per la fase di lancio, in caso di emergenza, situazioni di rischio potenziale (a bordo della navicella) e infine per il rientro.

Non è un caso che queste tute spaziali siano di colore arancione: questo consente di individuare le persone nel caso di ammaraggi. Sono stati migliorati diversi punti come la vestibilità, la gestione dei collegamenti ma anche il peso complessivo mentre i guanti potranno interagire con schermi touch. Non si tratta quindi di tute che saranno impiegate al di fuori delle navette.

3 Commenti
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Ragerino18 Ottobre 2019, 17:21 #1
'ci sarà comunque bisogno di aiuto esterno'
Ma come, quindi in caso di emergenza, dove magari sei da solo in una situazione di pericolo, semplicemente muori?
Saranno anche passati 50 anni, ma i progressi in questo campo sono purtroppo risibili rispetto al resto della nostra tecnologia.
Doraneko18 Ottobre 2019, 19:03 #2
Originariamente inviato da: Ragerino
'ci sarà comunque bisogno di aiuto esterno'
Ma come, quindi in caso di emergenza, dove magari sei da solo in una situazione di pericolo, semplicemente muori?


Ehm...si
La tuta spaziale è veramente una barriera che separa la vita e la morte, rotta questa barriera e l'astronauta si ritrova nell'ambiente più ostile alla vita che ci sia. Già trovarsi senza protezioni in un inverno antartico porterebbe alla morte nel giro di pochi minuti, nonostante ci si trovi sulla Terra.

Saranno anche passati 50 anni, ma i progressi in questo campo sono purtroppo risibili rispetto al resto della nostra tecnologia.


L'esplorazione spaziale secondo me è qualcosa che implica tempi e modi molto difficili da concepire per l'uomo comune, tempi e modi che per la prima volta nella nostra storia ci richiedono sforzi che vanno oltre le possibilità di una singola generazione. Chi ha partecipato ai primi viaggi lunari non potrà partecipare a quelli su Marte, un Cristoforo Colombo invece avrebbe potuto verosimilmente scoprire l'America e conquistare anche la tappa successiva, cioè la circumnavigazione del pianeta.
Per non parlare del fatto che lassù potrebbe non esserci nulla per noi o che potremmo non avere mai una tecnologia per poter compiere i viaggi interstellari come li vediamo nei film.
Dinofly18 Ottobre 2019, 23:12 #3
Saranno anche passati 50 anni, ma i progressi in questo campo sono purtroppo risibili rispetto al resto della nostra tecnologia.

Non mi sembra.
I miglioramenti di efficienza nella propulsione sono simili a quelli avuti nel mondo aerospaziale o anche automobilistico.

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