Geoingegneria, l'esperimento imprevisto: ecco come la desolforazione sta scaldando gli oceani

I regolamenti imposti nel 2020 dall'Organizzazione marittima internazionale (IMO) delle Nazioni Unite hanno ridotto l'inquinamento da zolfo delle navi di oltre l'80% e migliorato la qualità dell'aria in tutto il mondo. Imprevedibilmente, questo ha scaldato gli oceani
di Giulia Favetti pubblicata il 07 Agosto 2023, alle 09:21 nel canale Scienza e tecnologiaIl genere umano, puntualmente, si ricorda di dimenticare il concetto di "equilibrio", nonostante questo sia letteralmente la base e la regola di qualsiasi cosa.
L'anidride carbonica, come viene spesso ricordato da chi nega il cambiamento climatico, è uno dei gas che hanno permesso lo sviluppo della vita sul nostro Pianeta, e di per sé questa affermazione non è solo vera, ma anche innegabile.
Quello che però viene tralasciato, è che troppa CO₂ esaspera quello stesso effetto serra che ci permette di vivere, causando il surriscaldamento del Pianeta. Per citare Paracelso, Sola dosis venenum facit, è solo la dose che fa il veleno.
Allo stesso modo, anche lo zolfo – nella giusta quantità – può esserci utile: in particolare, le particelle di solfato sospese nell'aria rendono le nuvole "più bianche" aumentandone l'effetto albedo, riflettendo maggiormente la radiazione solare verso lo spazio e, di conseguenza, raffreddando – sensibilmente – il Pianeta.
Questa, in sintesi estrema e semplificata, è la teoria su cui si sta sviluppando la geo-ingegneria solare, di cui abbiamo parlato diverse volte.
In questo delicato equilibrio si inserisce la nuova normativa dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO) delle Nazioni Unite, in vigore dal 2020, che ha imposto carburante navali più verdi. La direttiva ha abbattuto la percentuale di zolfo di oltre l'80%, migliorando la qualità dell'aria.
Come in un domino imprevisto, però, anche l'effetto albedo delle nuvole "navali" [ndr, le caratteristiche nuvole basse e riflettenti che seguono la scia delle navi] è diminuito altrettanto drasticamente.
Questo ha portato la temperatura degli oceani ad alzarsi molto rapidamente; o per essere maggiormente precisi, più di quanto non stia già succedendo.
Il primo ad essere colpito è stato l'Oceano Atlantico (dove il traffico marino è particolarmente intenso e, quindi, l'assenza delle nuvole scia è stata avvertita quasi immediatamente) che lo scorso mese ha raggiunto una temperatura superficiale pari a 25°, circa 1° in più del suo record massimo, registrato nel 2020. Ad essere ancora più preoccupante, è il fatto che il picco estivo arriverà durante il mese di agosto.
"Quest'anno è stato pazzesco", ha affermato Tianle Yuan, fisico dell'atmosfera presso il Goddard Space Flight Center della NASA.
"È come se il mondo improvvisamente perdesse l'effetto di raffreddamento di un'eruzione vulcanica abbastanza grande ogni anno", ha spiegato Michael Diamond, scienziato dell'atmosfera presso la Florida State University; Duncan Watson-Parris, fisico dell'atmosfera presso la Scripps Institution of Oceanography, ha descritto il regolamento dell'IMO come "un grande esperimento naturale", aggiungendo che, in effetti, stiamo già "cambiando le nuvole".
L'esperimento naturale, creato dalle nuove regole, sta fornendo una rara occasione agli scienziati del clima, permettendo loro di osservare e studiare un processo di geoingegneria in azione.
L'opportunità è duplice: da un lato, il riscaldamento degli oceani dimostra che l'idea di "sbiancare" le nuvole funzionerebbe perfettamente, dall'altro cosa può innescare un'errata strategia, che non tenga conto di tutte le variabili in gioco.
Da poco più di due decenni, la NASA – tramite il progetto Aqua – studia le immagini scattate da diversi satelliti in orbita attorno alla Terra per monitorarne lo stato climatico, le precipitazioni, ed altre variabili.
I dati raccolti sono stati commentati e pubblicati nello studio "Global reduction in ship-tracks from sulfur regulations for shipping fuel" (nel 2022 su Science Advances) da Yuan e i suoi collaboratori, che hanno messo in luce come, in seguito ai regolamenti promulgati dall'IMO, le nuvole scia siano diminuite del 50%.
A giugno il team di Yuan ha pubblicato un secondo studio "Updated observations of clouds by MODIS for global model assessment" (al momento sotto review), redatto sulla basi dei dati raccolti nell'ultimo anno: il paper ha permesso alla ricerca di compiere un ulteriore passo avanti in questa analisi, calcolando la quantità di raffreddamento associata all'effetto di luminosità delle nuvole e il modo in cui l'inquinamento ha esteso la durata delle stesse.
Le regole dell'IMO, si evince dal documento, hanno inaspettatamente riscaldato il pianeta di 0,1 watt per metro quadrato, il doppio del riscaldamento causato dalle modifiche alle nuvole da parte degli aeroplani.
L'impatto è amplificato nelle regioni di trasporto pesante, come il nord Atlantico, dove la scomparsa delle nubi ha provocato "uno shock per il sistema".
L'aumento della luce, che quest'anno è stato aggravato dalla mancanza di polvere sahariana riflettente sull'oceano, "può spiegare la maggior parte del riscaldamento osservato" nell'Atlantico, ha concluso Yuan.
Entro la fine dell'anno, Diamond, Yuan e altri ricercatori inizieranno a confrontare le loro tecniche per studiare l'interazione tra inquinamento e nuvole, sotto gli auspici del piccolo programma di ricerca di geoingegneria della National Oceanic and Atmospheric Administration (di cui abbiamo parlato in questo articolo), in modo da trovare il punto di equilibrio fra i gas e preservare le nuvole scia.
12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoOgni giorno ne esce una nuova....hahah
Una conferma che neppure gli scienziati hanno le certezze tanto decantate dai media,resto dell'idea che il Global Warming non sia di origine antropica e che ci sia tanta tanta confusione al riguardo
Ogni giorno ne esce una nuova....hahah
Una conferma che neppure gli scienziati hanno le certezze tanto decantate dai media,resto dell'idea che il Global Warming non sia di origine antropica e che ci sia tanta tanta confusione al riguardo
È così difficile pensare che un problema grande come il riscaldamento globale non abbia soluzioni semplici e che molti fattori possono essere coinvolti anche con effetti opposti?
La CO2 ha un effetto accertato, così come pare che lo zolfo ne abbia uno opposto
Al tempo dei dinosauri...
C'era nell'aria MOLTA più CO2 di adesso... ma l'uomo... proprio NON c'era ...Quello che molti faticano a capire è che al pianeta e alla natura, frega nulla dell'uomo, ma proprio per questo l'uomo dovrebbe avere cura dell'unico pianeta che ha a disposizione per vivere.
poi però ai dino non andò benissimo
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".