L'IFPI prossima a citare in giudizio Yahoo China

La Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica ha deciso di citare in giudizio il motore di ricerca cinese, reo di pubblicare link che conducono a materiale pirata
di Andrea Bai pubblicata il 04 Luglio 2006, alle 09:00 nel canale MultimediaYahoo
La Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica (IFPI), ovvero quell'organismo che si prende a carico la protezione e la tutela dei diritti delle etichette discografiche, ha deciso di citare in giudizio Yahoo China, poiché il motore di ricerca permetterebbe di accedere facilmente a siti che ospitano musica pirata. Non si tratta di una novità, soprattutto in territorio cinese: lo scorso anno IFPI si comportò nello stesso modo contro il principale motore di ricerca cinese, Baidu.com.
IFPI parte dalla posizione che è illegale pubblicare collegamenti che riportino a materiale illecito, una posizione per altro sostenuta da una recente legge cinese la quale prevede, inoltre, una sanzione di 100,000 yuan, ovvero circa 12,500 dollari.
Già nel corso del mese di Maggio l'IFPI ha chiaramente annunciato, in occasione di una conferenza a Shanghai, l'intenzione di voler preparare una serie di azioni legali contro i motori di ricerca cinesi rei di ospitare link a materiale piratato:
It is clear that the ISPs are far from adequately supporting us today. I have been very disappointed in recent months to see some well-known brand names among the internet companies blatantly infringing our members' rights. Baidu has already been found guilty of copyright infringement in the Chinese courts; China-Yahoo is now in a similar position, choosing to turn a blind eye to the infringements taking place on its service instead of setting the example of responsible practice which we would expect from them. We are watching China-Yahoo closely and will have no hesitating in acting to protect our members' rights if we should have to.
Interessanti saranno gli sviluppi della vicenda, soprattutto per un Paese che non ha mai mostrato alcun interesse e alcuna contromisura reale per combattere la pirateria (senza contare i discutibili metodi di applicazione o meno delle leggi). La Cina si trova ora in una situazione in cui dovrà adoperarsi in modo fattivo per combattere la pirateria, soprattutto in vista delle potenzialità di crescita del suo mercato se vorrà evitare di essere un bersaglio mobile per organismi come l'IFPI o addirittura per il WTO.
Fonte: Arstechnica
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPersonalmente misembra assurdo, digitando una qualsiasi parola che sia riferita al "sottobosco" Internet su Google verranno restituiti centinaia di link a siti di materiale piratato o altro... BAH
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