Semiconduttori: Commissione UE approva 8,1 miliardi di euro di aiuti di Stato
La Commissione europea ha approvato un regime di aiuti di Stato per supportare 68 progetti in 14 Stati membri nella produzione di semiconduttori. A disposizione 8,1 miliardi di euro che attiveranno ulteriori 13,7 miliardi di euro di investimenti privati.
di Manolo De Agostini pubblicata il 09 Giugno 2023, alle 10:51 nel canale MercatoLa Commissione Europea ha dato il suo benestare a un pacchetto di aiuti di Stato fino a 8,1 miliardi di euro per sostenere la ricerca, l'innovazione e la prima applicazione industriale della microelettronica e delle tecnologie di comunicazione lungo la catena del valore.
Il progetto, denominato "IPCEI ME/CT", è stato preparato e notificato congiuntamente da 14 Stati membri: Austria, Cechia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna.
Gli Stati membri si impegnano a investire fino a 8,1 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, che secondo le previsioni contribuiranno a sbloccare ulteriori 13,7 miliardi di euro di investimenti privati, che saranno utili a 56 aziende, tra le quali anche piccole e medie imprese e startup, per realizzare 68 progetti. Quest'ultimi fanno parte di un ecosistema che coinvolge oltre 30 partecipanti associati, tra cui università, organizzazioni di ricerca e aziende situate in Belgio, Ungheria, Lettonia, Portogallo e Slovenia e in Norvegia.
Ben 4 miliardi di euro andranno a 30 progetti di microelettronica in Germania, ha confermato il ministro dell'Economia Robert Habeck. Tra le società che riceveranno gli stanziamenti Infineon, Elmos Semiconductor e Robert Bosch.
L'IPCEI ME/CT riguarda progetti di ricerca e sviluppo riguardanti la microelettronica e le tecnologie di comunicazione, dai materiali e gli strumenti alla progettazione dei chip e ai processi di produzione. Questi progetti mirano a consentire la trasformazione digitale e verde dell'Europa, migliorandone il posizionamento e la sovranità sul fronte delle tecnologie di comunicazione (5G e 6G), della guida autonoma, dell'intelligenza artificiale e del calcolo quantistico.
I primi nuovi prodotti potrebbero essere introdotti sul mercato già nel 2025 e il completamento del progetto complessivo è previsto per il 2032, con tempistiche variabili in funzione del progetto e delle aziende coinvolte. Si prevede la creazione di circa 8.700 posti di lavoro diretti e molti altri indiretti.
Tra le realtà italiane coinvolte troviamo STMicroelectronics, Menarini Silicon Byosystems, MEMC e SIAE Microelettronica come partecipati diretti, mentre i partecipanti associati sono OPTOI e Fondazione Bruno Kessler. A questi si aggiungono circa 600 partecipanti indiretti in cui, probabilmente, ci sarà anche qualche altra realtà italiana. Si tratta di aziende o organizzazioni che intrattengono accordi di collaborazione con uno o più partecipanti diretti di IPCEI ME/CT e che possono quindi beneficiare delle diverse attività di diffusione.
"La microelettronica e le tecnologie di comunicazione sono la spina dorsale di qualsiasi dispositivo elettronico moderno, dai telefoni cellulari alle apparecchiature mediche. Questo importante progetto di comune interesse europeo è il più grande finora approvato e il secondo sulla microelettronica. L'innovazione è essenziale per aiutare l'economia europea a diventare più verde e più resiliente. Ma l'innovazione può comportare rischi che il mercato da solo non è pronto a correre. Ecco perché dovrebbero essere messi a disposizione aiuti di Stato per colmare tale lacuna", ha dichiarato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica della concorrenza.
"Quest'ultimo IPCEI approvato oggi è l'ennesima dimostrazione del fatto che l'EU Chips Act sta già attivando considerevoli investimenti pubblici e privati lungo la catena del valore europea dei semiconduttori: dai materiali al design, dalle apparecchiature agli imballaggi avanzati. Investendo nelle nostre aziende innovative, stiamo investendo nella leadership tecnologica e industriale dell'Europa nei semiconduttori, nonché nella nostra sicurezza di approvvigionamento e sicurezza economica", ha affermato Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno.
Ricordiamo che l'UE ha varato il Chips Act che fissa l'ambizioso obiettivo di produrre nel Vecchio Continente il 20% dei semiconduttori mondiali entro il 2030, raddoppiando la quota attuale. Il nuovo impegno è un tassello di un percorso che va proprio in quella direzione.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoHanno già una florida economia,ai tempi che furono,per accordi per salvare il fondoschiena alla Germania,l'Italia rinució alla meccanica e metallurgia (eravamo il top) per favorire la Germania (accordi antichi post bellici),ancora favori alla Germania?
Non è bastato l'euro?
Hanno già una florida economia,ai tempi che furono,per accordi per salvare il fondoschiena alla Germania,l'Italia rinució alla meccanica e metallurgia (eravamo il top) per favorire la Germania (accordi antichi post bellici),ancora favori alla Germania?
Non è bastato l'euro?
Perché hanno un indotto/competenze/aziende in tale settore molto collaudato. Noi lato elettronica non abbiamo quasi nulla. Lo scopo di tali fondi non è rendere competitivi i singoli paesi, ma l'UE nel complesso.
Ma certo siamo spacciati?!?!?!?
La Cina 70 anno fa faticava a mettere tre pasti in tavola ogni giorno. OGGI sfida qualunque stato del mondo sia a livello economico che militare.
Non insegna niente questo? Forse che con sacrifici ed impegno si possono raggiungere le più alte vette del successo.
Se vuoi mantenere il tuo status da occidentale, mangiare tre volte al giorno, andare al cinema, fare le ferie e consumare 8 volte l'energia media pro-capite del piante ti conviene che completiamo o il prox terzo mondo sarà proprio l'EU.
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