Chip, l'impianto più grande del Regno Unito è finito in mani cinesi

Newport Wafer Fab viene acquisita da Nexperia, azienda olandese controllata dalla cinese Wingtech. Attacchi al governo per non aver bloccato l'operazione, al contrario dell'Italia che nei mesi passati ha usato la golden power su LPE.
di Manolo De Agostini pubblicata il 06 Luglio 2021, alle 15:31 nel canale MercatoNewport Wafer Fab, il produttore di chip più grande del Regno Unito (si trova nel Galles), è finito in mani cinesi, anzi più precisamente nelle mani di Nexperia, azienda olandese controllata dalla cinese Wingtech. Secondo quanto trapelato, l'operazione dovrebbe avere un valore di 87 milioni di dollari. Nexperia è un cliente dell'impianto ed era già diventato secondo azionista nel 2019.
"Il sito di Newport completa le altre operazioni di produzione europea di Nexperia a Manchester e Amburgo, le quali hanno visto significativi investimenti di recente", si legge in una nota stampa. Achim Kempe, a capo delle operazioni di Nexperia, ha commentato: "Siamo davvero entusiasti di includere Newport come parte della nostra estensione produttiva globale. Nexperia ha piani di crescita ambiziosi e l'aggiunta di Newport supporta la crescente domanda globale di semiconduttori. La struttura di Newport dispone di un team operativo molto qualificato e ha un ruolo cruciale da svolgere per garantire la continuità delle operazioni. Non vediamo l'ora di costruire un futuro insieme".
Non stiamo certo parlando di una realtà che compete per la produzione altamente tecnologica come TSMC, Samsung o Intel, ma dal 1982 questo sito - allora chiamato INMOS - realizza un'ampia gamma di semiconduttori dai MOSFET ai CMOS, per arrivare a sensori e soluzioni analogiche e molto altro ancora. Nexperia indica una produzione di oltre 35.000 wafer da 200 mm al mese, e sul sito di NWF si parla di produzione con processi da 180 a 700 nanometri con l'obiettivo di toccare i 44 mila wafer al mese.
Tom Tugendhat, leader del China Research Group del governo del Regno Unito e presidente del comitato ristretto per gli affari esteri, dichiarò di essere preoccupato per una potenziale acquisizione di NWF in una lettera al ministro degli affari del Regno Unito, Kwasi Kwarteng, a giugno.
"Devo sottolineare ancora una volta che vedere il principale impianto di sviluppo e produzione di semiconduttori da 200 mm del Regno Unito rilevato da un'entità cinese - a mio avviso - rappresenta una significativa preoccupazione economica e di sicurezza nazionale", scrisse Tugendhat.
"Questa è la più grande fabbrica di semiconduttori avanzati rimasta in Inghilterra che viene venduta ai cinesi e il governo britannico non sta facendo nulla", ha detto una fonte anonima alla CNBC.
Il governo, da par suo, ha risposto tramite un portavoce di essere "a conoscenza della prevista acquisizione da parte di Nexperia di Newport Wafer Fab. Anche se non riteniamo opportuno intervenire in questo momento, continueremo a monitorare la situazione da vicino e non esiteremo a usare i nostri poteri ai sensi dell'Enterprise Act qualora la situazione dovesse cambiare".
Da rilevare che, contrariamente al governo britannico, in Italia il governo Draghi nell'aprile scorso ha usato la "golden power" per bloccare l'acquisizione del 70% di LPE spa, azienda lombarda che opera nel settore dei semiconduttori, da parte del gruppo cinese Shenzhen Investment. Il governo italiano l'ha ritenuta di importanza strategica in un periodo in cui i semiconduttori sembrano il nuovo petrolio.
LPE, fondata a Milano negli anni '60, ha una sede anche a Catania e una divisione a Shanghai. Opera anche negli Stati Uniti, in Giappone, India, Corea del Sud e Repubblica Ceca. È impegnata nella produzione di reattori epitassiali utilizzati per la realizzazione dei semiconduttori.
55 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPer questo la LPE cerca di avere il controllo dell'azienda ma di essere integrata con il sistema cinese in quanto tutto l'economia, la produzione e gli affari sono fatti in Cina per LPE. Stare fuori dalla Cina vuol dire fallire.
Come scrive De Bortoli, “l’azienda rischia di essere sopraffatta del tutto, senza quelle minime garanzie su sede, ricerca e occupazione, che almeno sulla carta sembrerebbero esistere nell’accordo contestato. Una via d’uscita c’è. I cinesi possono entrare in minoranza. L’effetto politico dimostrativo del golden power resterebbe (ed era forse indispensabile come avvertimento generale), senza dare lo spettacolo di difendere un’azienda colpendola a morte.”
https://www.startmag.it/innovazione...ower-anti-cina/
Per questo la LPE cerca di avere il controllo dell'azienda ma di essere integrata con il sistema cinese in quanto tutto l'economia, la produzione e gli affari sono fatti in Cina per LPE. Stare fuori dalla Cina vuol dire fallire.
https://www.startmag.it/innovazione...ower-anti-cina/
Tra l'altro avevo letto che i conti della LPE non fossero così floridi, mi ricorda tanto l'operazione alitalia del pregiudicato, avevamo l'opportunità di rifilarla ai francesi in cambio di un bel po' di miliardi e invece...
non sono due pesi e due misure sono 2 cose ben diverse
Sentiamo in cosa differiscono
Tanto per dirne una.. la Cina è quella che anni fa ha fatto chiudere il 90% delle aziende di estrazione e lavorazione delle terre rare.. con la sua politica dei prezzi bassi.. e fin qui potrei dire che sta bene .. è il mercato. Peccato però che poi il governo cinese è intervenuto sulle aziende "private" cinesi.. acquisendole tutte.. istaurando un monopolio statale (e globale) e ha iniziato ad aumentare i prezzi dall'oggi al domani. Queste cose in USA/UE non succedono.. anzi... ci sono leggi apposite per non farle accadere.
Quindi si.. due paese due misure.. assolutamente SI !!
io pensavo che stessi scherzando, americani e cinesi sono la stessa cosa, ma dove vivi
Tanto per dirne una.. la Cina è quella che anni fa ha fatto chiudere il 90% delle aziende di estrazione e lavorazione delle terre rare.. con la sua politica dei prezzi bassi.. e fin qui potrei dire che sta bene .. è il mercato. Peccato però che poi il governo cinese è intervenuto sulle aziende "private" cinesi.. acquisendole tutte.. istaurando un monopolio statale (e globale) e ha iniziato ad aumentare i prezzi dall'oggi al domani. Queste cose in USA/UE non succedono.. anzi... ci sono leggi apposite per non farle accadere.
Quindi si.. due paese due misure.. assolutamente SI !!
Tanto per dirne una.. la Cina è quella che anni fa ha fatto chiudere il 90% delle aziende di estrazione e lavorazione delle terre rare.. con la sua politica dei prezzi bassi.. e fin qui potrei dire che sta bene .. è il mercato. Peccato però che poi il governo cinese è intervenuto sulle aziende "private" cinesi.. acquisendole tutte.. istaurando un monopolio statale (e globale) e ha iniziato ad aumentare i prezzi dall'oggi al domani. Queste cose in USA/UE non succedono.. anzi... ci sono leggi apposite per non farle accadere.
Quindi si.. due paese due misure.. assolutamente SI !!
Loro vendono la roba e loro decidono i prezzi, non vedo cosa ci sia di strano. La stessa cosa lo fanno paro paro quelli dell'OPEC col prezzo del petrolio.
Oppure volevi anche in Cina la pacchia delle miniere e dei pozzi petroliferi africani alla mercé di tutti?
Occhio che poi assieme alla roba low cost arrivano anche masse sterminate di immigrati, e non ci sono decreti sicurezza che tengano.
Oppure volevi anche in Cina la pacchia delle miniere e dei pozzi petroliferi africani alla mercé di tutti?
Occhio che poi assieme alla roba low cost arrivano anche masse sterminate di immigrati, e non ci sono decreti sicurezza che tengano.
La differenza non è solo, o quantomeno non principalmente, economico, ma di posizionamento strategico e alleanze, noi siamo legati a triplo filo con gli Usa e con il loro apparato industriale, politico, economico e militare, siamo Alleati, con Pechino ci sono buoni rapporti ma i legami sono più flebili, se non economicamente almeno negli altri campi.
Una é una sanguinaria dittatura, con tanto di campi di concentramento. Non é bene farci affari.
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