Amazon assume altre 75.000 persone per far fronte al boom dell'ecommerce

Amazon ha annunciato che assumerà altre 75 mila persone in tutto il mondo dopo le 100.000 delle scorse settimane. L'azienda deve far fronte al boom dell'ecommerce con miliardi di persone confinate in casa.
di Manolo De Agostini pubblicata il 14 Aprile 2020, alle 13:01 nel canale MercatoAmazon
Tanti settori stanno vivendo un periodo difficilissimo a causa delle misure di contenimento legate al Coronavirus, ma c'è un ambito che sta crescendo come se la crisi non esistesse, quello del commercio online, il cosiddetto ecommerce.
Proprio per far fronte alla nuova ondata di persone che, complice l'impossibilità di uscire, si rivolge al mondo dell'online per i propri acquisti, Amazon ha annunciato la creazione di altri 75.000 posti di lavoro che si aggiungono alle 100.000 assunzioni - a tempo pieno o part-time - varate nelle scorse settimane in tutto il mondo.
Le misure di "lockdown" hanno rinchiuso tra le mura di casa più della metà della popolazione mondiale e fermato moltissime attività commerciali. Di conseguenza molte persone che finora non avevano ancora scoperto il mondo degli acquisti online, vi ci si stanno avvicinando, scoprendo che possono acquistare "la qualunque", dai libri agli alimentari per arrivare all'abbigliamento.
Per questo motivo dopo la prima infornata di 100.000 assunzioni in tutto il mondo, l'azienda di Jeff Bezos si è trovata costretta ad allargare ulteriormente i ranghi. L'operazione punta inoltre a migliorare la reputazione del colosso dell'ecommerce, dopo le critiche ricevute di recente in merito alle condizioni di sicurezza e le condizioni di lavoro. Per questo Amazon ha aumentato il salario orario dei suoi dipendenti, raddoppiato il compenso per gli straordinari e concesso due settimane di assenza retribuita nel caso si risultasse positivi al virus.
41 Commenti
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In pratica è il futuro distopico immaginato nel 1980 dove una manciata di multinazionali internazionali controllano il mondo e la politica.
Bello questo nuovo mondo.
In pratica è il futuro distopico immaginato nel 1980 dove una manciata di multinazionali internazionali controllano il mondo e la politica.
Non centra nulla essere ricchi, quì si parla anche di e-commerce in generale.
Che fosse il futuro lo si era capito già da oltre una decade ( prodotti di consumo freschi a parte ), se ci sono attività commerciali che hanno snobbato questo aspetto o non si sono sapute convertire in questa occasione al commercio digitale non è colpa di Amazon.
Chi è causa dei propri mali pianga se stesso.
Parlando di Amazon nello specifico ha creato 175 mila posti di lavoro per giunta.
Poi c'è chi è capace di fare le cose e chi non è capace, loro lo sono, sono brutti sporchi e cattivi ?
Forse, ma il loro lavoro lo sanno fare bene e quindi è giusto che crescano.
Poi c'è chi è capace di fare le cose e chi non è capace, loro lo sono, sono brutti sporchi e cattivi ?
Forse, ma il loro lavoro lo sanno fare bene e quindi è giusto che crescano.
In Italia si prevede disoccupazione al 20% con quindi quasi 3 milioni di disoccupati in più.
Se non riuscite a vederci il male, cercate di guardare meglio...
In Italia si prevede disoccupazione al 20% con quindi quasi 3 milioni di disoccupati in più.
Se non riuscite a vederci il male, cercate di guardare meglio...
Tu naturalmente hai delle ragione oggettive e provate per chiamare quei 175 000 lavoratori schiavi vero?
Che fosse il futuro lo si era capito già da oltre una decade ( prodotti di consumo freschi a parte ), se ci sono attività commerciali che hanno snobbato questo aspetto o non si sono sapute convertire in questa occasione al commercio digitale non è colpa di Amazon.
Chi è causa dei propri mali pianga se stesso.
Parlando di Amazon nello specifico ha creato 175 mila posti di lavoro per giunta.
Concordo su questo aspetto.
I piccoli negozi sono sostanzialmente morti in virtu dei grandi centri commerciali dai quali non hanno saputo difendersi in quanto non hanno investito in servizi aggiuntivi (se lo stesso prodotto standard lo trovo da te o molto scontato in un grande centro, cosa mi offri di più?).
E adesso muoiono le grandi catene sul territorio perchè ci sono i negozi online che nonostante la diffidenza iniziale, danno spesso un servizio post-vendita decisamente migliore a fronte anche di un prezzo non sempre basso (perchè Amazon a volte NON è economico).
P.S. Prima che qualcuno dica Amazon ha la sede nei paradisi fiscali e sfrutta i dipendenti... beh parlate con la politica che lo ha concesso... se altri non lo hanno fatto non è perchè siano migliori a livello di etica, ma perchè non ci hanno pensato o non hanno avuto "la forza" di comportarsi in questa maniera... non credo alle grandi società che vivono per gli altri.
D'altro canto però non si può ignorare la sperequazione sempre più marcata che va a crearsi tra poche realtà "eccessivamente" ricche e il resto del mondo.
Serve una regolamentazione che non sia "punitiva" verso il merito, ma che strizzi l'occhio ad una miglior distribuzione della ricchezza.
D'altro canto però non si può ignorare la sperequazione sempre più marcata che va a crearsi tra poche realtà "eccessivamente" ricche e il resto del mondo.
Serve una regolamentazione che non sia "punitiva" verso il merito, ma che strizzi l'occhio ad una miglior distribuzione della ricchezza.
Sono parzialmente d'accordo.
Il problema è chi deve decidere quale sia questa misura e come livellare una differenza troppo esagerata?
Penso che un modello nel quale gli stessi dipendenti concorrano al benessere della società avendone anche un vantaggio economico, sia la metodologia migliore.
Ovviamente non si può pensare che l'ultimo dei magazzinieri prenda poco di meno dell'AD... si tratta anche di ragionare sulle responsabilità e rischi che le due figure devono sopportare.
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