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#1 |
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L' idealista che cadde sul pianeta Gulag
Il diario di un militante comunista sopravvissuto ai campi di sterminio sovietici: la vita quotidiana fra umanità e abbrutimento
Vent' anni di gelo e di percosse: i ricordi di Jacques Rossi ai confini del terrore Prendiamo un uomo giovane, intelligente, colto e attratto dalle grandi utopie. Facciamone un comunista convinto, anzi di più, un agente segreto del Komintern, un inviato speciale in tutto il mondo del potere sovietico. Diamogli un nome: Jacques Rossi, francese di nascita, poi emigrato con la madre a Varsavia e più tardi iscritto al partito polacco. Fissiamo una data, il 1937, quella delle grandi purghe staliniane, e spediamo in quell' anno il nostro eroe, dopo un processo sommario istruito sulla base di false accuse, a fare la conoscenza dei gulag, i campi di concentramento sovietici. Lasciamolo a marcire là per vent' anni (più altri quattro di residenza coatta) in modo che sperimenti gelo e percosse, fame e minacce, torture e celle d' isolamento. E adesso consentiamogli, per un caso fortunato, di uscire vivo dall' inferno: ovvio che si presenterà a noi un personaggio del tutto diverso dall' inizio, fisicamente ridotto a una larva però mentalmente una specie di eroe. Accordiamogli a questo punto una naturale inclinazione alla scrittura e anche la volontà di manifestarla: ecco il ritratto esistenziale del nostro Jacques Rossi, oggi autore della raccolta di racconti intitolata Com' era bella quella utopia. Leggerla è un' esperienza che lascia il segno. Certo, il libro va a collocarsi idealmente all' interno di un genere ormai classico: quello della letteratura concentrazionaria di ambientazione russa o tedesca, ispirata ai campi di sterminio sovietici o nazisti. Paragoni con i capolavori assoluti, Se questo è un uomo di Primo Levi o I racconti della Kolyma di Salamov, sono ovviamente improponibili. Tuttavia è giusto riconoscere che l' antologia di Rossi, liberandosi dalle limitazioni del genere, dimostra di possedere un timbro personale, intrinseco, in gran parte dovuto allo stile quasi aforistico: più che veri e propri racconti, ci vengono incontro squarci, bozzetti, situazioni, fulminee notazioni psicologiche che, nel lampo di poche righe, ci dicono tutto quello che c' è da sapere su quell' incubo estremo. L' autore non ha l' ambizione di saltare a conclusioni, o di illustrarci una morale: si limita a far sfilare davanti ai nostri occhi spie e vigliacchi, idealisti e lenoni, utili idioti e corrotti, prostitute e aguzzini, funzionari di partito e poveri cristi, esseri primitivi strappati alle steppe e fini intellettuali, in cattedra fino al giorno prima della loro caduta in disgrazia. Tutti inghiottiti e centrifugati dalla macchina del potere, scagliati senza ragione né spiegazione razionale a migliaia di chilometri dal luogo dell' arresto, in campi di concentramento sparsi al di qua o al di là degli Urali, nel gelo artico della penisola di Kola o al caldo rovente delle steppe kazake. Rossi racconta questi personaggi e annota le reazioni suscitate in lui da simili incontri: il risultato è una specie di atroce commedia buffa, però senza abbellimenti né snodi drammatici. Tutto è prevedibile e tutto si ripete sempre uguale, nell' arcipelago gulag di Rossi, benché siano infinite le variazioni sul tema. In cima alla piramide c' è il funzionario di partito, che controlla i sorveglianti, che controllano le spie, le quali a loro volta si basano sulla collaborazione dei prigionieri anziani, i kapò, e così si discende fino al controllo dei prigionieri, a loro volta divisi fra quelli che hanno il privilegio di restare al riparo di un tetto, in qualche infermeria o laboratorio delle baracche, e la gran massa degli altri, i forzati del piccone e della vanga, candidati a morire di fame e stenti, nei boschi, in miniera o nelle cave di pietra, a quaranta sotto zero per sedici ore al giorno. Con una speranza media di sopravvivenza da sei mesi a un anno, secondo la costituzione fisica e la volontà di non lasciarsi cadere. Lo strano pianeta visitato per vent' anni da Jacques Rossi ospita essenzialmente due tipi umani: ci sono i comuni, malviventi che hanno rapinato o ucciso, protetti e anche temuti dai secondini, capaci di conquistarsi privilegi persino nei lager; e poi i «poveri fessi», gli «scoppiati», cioè i prigionieri politici come lo stesso protagonista. Questi sono per lo più militanti comunisti, resi sospetti dalla loro stessa purezza, perseguitati per quell' insidiosa mancanza di duttilità e opportunismo che dimostrano. I «poveri fessi» sono gente che non impara mai la lezione, ripete gli stessi errori ideologici, per lo più non riesce a distaccarsi da quella «bella utopia» che, con tragico senso dello humour, dà il titolo a tutta la raccolta. Dunque «scoppiati», fisicamente ormai indifesi, rassegnati a starsene sull' ultimo gradino della scala sociale del gulag, a cedere la minestra ai più forti, a farsi rubare senza reagire la camicia e le altre povere cose trafugate miracolosamente fin là dal mondo libero o inviate per posta dalle mogli. È la pena del contrappasso degli utopisti: proprio loro, che avevano fantasticato di un mondo migliore governato dal popolo, imparano che su questa terra vale la legge del più forte, per cui chi ha i muscoli e la fedina penale sporca dorme vicino alla stufa della baracca, chi invece ha conosciuto la vita attraverso i libri di Marx può ringraziare la buona sorte se viene ammesso a coricarsi sul pavimento gelato, e non troppo vicino alla porta. Invariabilmente, gli utopisti attraversano la fase dell' incredulità, durante la quale si dichiarano convinti di essere stati vittime di equivoci destinati ad essere chiariti: meccanismi già approfonditi nei grandi romanzi del pensiero antitotalitario, cominciando da Buio a mezzogiorno di Koestler. Piano piano, però, la verità si fa strada nei cervelli meno intorpiditi. E un bel giorno il nostro Jacques Rossi si rende conto del colossale, irreparabile equivoco. Se bastasse la luce della conoscenza per rimediare a una vita sbagliata, tutto si aggiusterebbe. Che guaio, invece: è troppo tardi, il destino è bruciato. Da Lenin a Stalin, in una catena d' acciaio impossibile da spezzare, si è ormai messo in piedi un colossale sistema di annientamento (come mette in rilievo Frediano Sessi nella sua stringente introduzione). Non resta che concludere con le parole di Rossi: «Sono passati settant' anni da quando mi sono dato anima e corpo al movimento comunista. Ma occorre farsi coraggio e riconoscere: mi sono sbagliato». Dario Fertilio Il saggio: Jacques Rossi, «Com' era bella questa utopia», introduzione di Frediano Sessi, Marsilio, pagine 257, euro 14,50 IL BOIA «Come si uccide senza sporcarsi» Brevi racconti, in media di due o tre pagine soltanto, quelli dedicati da Jacques Rossi ai suoi ricordi nei lager sovietici. Uno fra i tanti, intitolato «Il carnefice», descrive con gelido cinismo la tecnica di eliminazione dei prigionieri. Un boia, in seguito a sua volta incarcerato, racconta a Rossi, che è suo vicino di cella: «Si accosta il revolver alla nuca del condannato, ma senza toccarlo perché non abbia modo di rendersi conto. Poi si preme il grilletto, mentre gli si appioppa un gran calcio...». Perché questa pedata?, gli chiede Rossi. «Perché il sangue non ti schizzi sulla giubba», risponde imperterrito il carnefice. Fertilio Dario Corriere della sera |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Città: Enna : urbs inexpugnabilis
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#3 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Città: prov di NA
Messaggi: 888
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le dittature comuniste sono state orribili...e tali orrori andrebbero studiati in tutte le scuole
..... si puo' chiudere ps: riesci ad afferrare la differenza tra noi e voi? |
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#4 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Città: Enna : urbs inexpugnabilis
Messaggi: 1194
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no! perchè il fascismo o il nazismo sono stati male interpretati ![]() i libri di scuola sono comunisti ![]() i treni arrivavano in orario ![]() c era sicurezza ![]() è tutto un gombloddo dei comunisti! |
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Città: AnTuDo ---------- Messaggi Totali: 10196
Messaggi: 1521
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perche' chiudere... si deve dimostrare che loro spalano merda sul comunismo, non perche' anticomunisti, ma perche nazistoidi e fascistoidi, propio in questi momenti, sto discutendo con un leghista ultra cattolico... che midice, che la dobbiamo finire di vedere antisemitismo, ovunque.. e dopo lui e' iscritto in un gruppo pieno di nazistoidi.. e pur sapensolo, mi dice: prima devono scrfivere qualcosa di strano, per cancellarsi dal gruppo.
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#6 | ||
Junior Member
Iscritto dal: Dec 2008
Messaggi: 95
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![]() basta rilevare un fatto, gli orrori dei gulag russi, di ispirazione effettivamente comunista,non da meno a quelli dei lager... |
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Città: AnTuDo ---------- Messaggi Totali: 10196
Messaggi: 1521
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e aggiungo... loro sono come il 90% dei partigiani, volevano abbattare una dittatura, ma per istaurarne un'altra
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#8 |
Member
Iscritto dal: Feb 2009
Città: Biellese
Messaggi: 84
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Nessuno deve sentirsi in obbligo a rispondere eh,soprattutto se si tratta di dire cazzate(escluso uno),è sufficiente prendere atto dei contenuti dell'artico e amen.
By.
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Bach (Polonaise)-Bach (Badinerie)-Bach (Bourrèe)-Bach BWV 147-Il tè nel deserto-Pachelbel Canon in D major fantastic version Ultima modifica di frankytop : 16-01-2010 alle 16:53. |
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#9 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Berghem Haven
Messaggi: 13526
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Ma se i fessi - come sono chiamati - erano i "veri comunisti" siamo sempre al solito punto
![]() Questi sono per lo più militanti comunisti, resi sospetti dalla loro stessa purezza, perseguitati per quell' insidiosa mancanza di duttilità e opportunismo che dimostrano. Insomma i veri comunisti sono fessi e buoni ![]() |
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#10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2001
Messaggi: 2776
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Quote:
Accidenti Franktop stai spalando merda sul comunismo..qualcuno potrebbe non capire la differenza tra i due elementi. |
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#11 |
Bannato
Iscritto dal: Jan 2003
Città: London
Messaggi: 870
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Ma chi se ne frega dell'orientamento politico di chi ha postato l'articolo, già più interessante può essere l'orientamento di chi l'ha scritto, ma qui si parla di campi di concentramento e sterminio, non si può essere di parte su questi argomenti, altrimenti non siamo più esseri umani.
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#12 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2001
Città: Sardinia - TrollKillah user
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1962 ![]() 1974
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"Il silenzio è la più perfetta espressione del disprezzo." - « Tancas serradas a muru Fattas a s'afferra afferra Si su chelu fit in terra L'aiant serradu puru » - vedere avvinazzati darsi arie da sommelier non ha prezzo -
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#13 | |
Member
Iscritto dal: Feb 2009
Città: Biellese
Messaggi: 84
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Lascio ad altri l'onere di spiegare cosa è cresciuto sul comunismo. |
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#14 | |
Member
Iscritto dal: Feb 2009
Città: Biellese
Messaggi: 84
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Bach (Polonaise)-Bach (Badinerie)-Bach (Bourrèe)-Bach BWV 147-Il tè nel deserto-Pachelbel Canon in D major fantastic version Ultima modifica di frankytop : 16-01-2010 alle 17:48. |
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#15 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Messaggi: 367
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#16 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2001
Messaggi: 2776
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Touchè, peccavo di eccesso di ottimismo.
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#17 |
Junior Member
Iscritto dal: Oct 2009
Messaggi: 26
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Un intervento qualificante e che la dice lunga sulla «bontà d'animo» dei comunisti. Parafrasando un altro detto: «Non sui miei morti!».
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«Uomini belli fecero belle statue e la città aveva belle statue in parte grazie ai bei cittadini» (Lessing) |
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#18 | |
Registered User
Iscritto dal: Oct 2009
Messaggi: 75
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Quote:
a parti invertite, bondi non avrebbe saputo fare di meglio |
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#19 |
Messaggi: n/a
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#20 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Reggio Calabria -> London
Messaggi: 12112
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Ma possibile che tante persone sono state traviate a tal punto da Ilvio che vedono comunisti ovunque?
![]() Mah... e poi mi si viene a dire che la dittatura mediatica non esiste. ![]()
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