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Old 24-04-2006, 11:03   #1
FabioGreggio
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BELLA CIAO - Chi vuole cancellare il 25 aprile



MI è tornato fra le mani un libro, il primo, che scrissi nel maggio del '45, a memoria freschissima. Si intitolava "Partigiani della montagna", era la storia delle divisioni di Giustizia e libertà del Cuneese e sfogliandolo ho pensato: sarà un libro ingenuo, in un italiano un po' tradotto dal piemontese ma qui, quanto a storia, non c'è proprio niente da rivedere, le cose sono andate davvero così, sulle montagne di casa mia e su quelle di tutto il resto di Italia.

Con quella guerra, più o meno civile, più o meno decisiva nel conflitto mondiale, è finito il regime fascista, durato ventidue anni. Dunque non si può mescolarla, commemorarla, parificarla a quella di chi quel regime ha difeso fino all'ultimo giorno. Il partito dei combattenti, delle medaglie d'oro, del siamo tutti italiani allora non esisteva e ciò che non è esistito non fa parte della storia, fa parte del revisionismo che manipola la storia a fini politici. Esso può piacere a quanti tengono presente ai loro fini e comodi che oggi i neofascisti stanno al governo in ministeri importanti e che al Polo delle libertà fa comodo confondere la Resistenza italiana con il sanguinario comunismo stalinista, ma non piace a noi che c'eravamo e che ricordiamo molto bene che il denominatore comune dei partigiani era la guerra ai nazisti e ai fascisti.

NON la guerra della propaganda politica che poi seguì per il comunismo, o il liberalismo, o l'azionismo di cui sapevamo poco o niente. Nelle discussioni che ebbi con Montanelli e altri dissacratori della Resistenza, ripetevo inutilmente: senti, un giorno del '44 in una mattina limpida stavo su una collina delle Langhe da cui si vedeva l'intero arco alpino. E mi dicevo in ogni valle c'è una formazione partigiana, in ogni città o villaggio c'è un comitato di liberazione, qualcosa di importante partendo da niente lo abbiamo pur fatto in questi mesi. Quella Italia grigia di cui ora parlano i revisionisti era pure dalla parte nostra, ci sfamava, ci ospitava, ci aiutava. Ci danno perciò un grande fastidio i faccendieri della politica che starnazzano e si agitano per mettere assieme partigiani e camicie nere, morti di Marzabotto e morti nelle foibe, la commemorazione di sinistra alla Risiera di San Sabba e quella alla Foiba di Basovizza che mette assieme fascisti e vittime dei titini che non sono sempre la stessa cosa. Il sindaco di Bologna Guazzaloca lasci perdere le commemorazioni dei caduti "tutti uguali". Siamo stati molto diseguali da vivi, e lì ci fermiamo. La vicenda politica che ne è seguita non è esaltante è la solita vicenda del trasformismo italiano, dei comunisti o dei socialisti che passano al polo della libertà, dei fascisti che fanno i democratici, dei tira a campare che cercano di servire i due padroni.

Mi è tornato fra le mani quel piccolo libro: le confusioni allora non erano possibili, chi sorpassava la linea di divisione ci lasciava la pelle. E chi ha dei ricordi veri li custodisca senza guastarli con i pastrocchi commemorativi.

Giorgio Bocca


Dedicato a coloro che hanno perso la vita per darvi la libertà di poter dire quello che volete:

1. Una mattina mi sono svegliato,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Una mattina mi sono svegliato,
E ho trovato l'invasor.
2. O partigiano portami via,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
O partigiano portami via,
Che mi sento di morir.
3. E so io muoio da partigiano,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E so io muoio da partigiano,
Tu mi devi seppellir.
4. Mi seppellisci lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Mi seppelisci lassù in montagna
Sotto l'ombra di un bel fior.


5. Tutte le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Tutte le genti che passeranno
Mi diranno «che bel fior!».
6. E questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la Liberta.
FabioGreggio è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 24-04-2006, 11:08   #2
halduemilauno
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Originariamente inviato da FabioGreggio


MI è tornato fra le mani un libro, il primo, che scrissi nel maggio del '45, a memoria freschissima. Si intitolava "Partigiani della montagna", era la storia delle divisioni di Giustizia e libertà del Cuneese e sfogliandolo ho pensato: sarà un libro ingenuo, in un italiano un po' tradotto dal piemontese ma qui, quanto a storia, non c'è proprio niente da rivedere, le cose sono andate davvero così, sulle montagne di casa mia e su quelle di tutto il resto di Italia.

Con quella guerra, più o meno civile, più o meno decisiva nel conflitto mondiale, è finito il regime fascista, durato ventidue anni. Dunque non si può mescolarla, commemorarla, parificarla a quella di chi quel regime ha difeso fino all'ultimo giorno. Il partito dei combattenti, delle medaglie d'oro, del siamo tutti italiani allora non esisteva e ciò che non è esistito non fa parte della storia, fa parte del revisionismo che manipola la storia a fini politici. Esso può piacere a quanti tengono presente ai loro fini e comodi che oggi i neofascisti stanno al governo in ministeri importanti e che al Polo delle libertà fa comodo confondere la Resistenza italiana con il sanguinario comunismo stalinista, ma non piace a noi che c'eravamo e che ricordiamo molto bene che il denominatore comune dei partigiani era la guerra ai nazisti e ai fascisti.

NON la guerra della propaganda politica che poi seguì per il comunismo, o il liberalismo, o l'azionismo di cui sapevamo poco o niente. Nelle discussioni che ebbi con Montanelli e altri dissacratori della Resistenza, ripetevo inutilmente: senti, un giorno del '44 in una mattina limpida stavo su una collina delle Langhe da cui si vedeva l'intero arco alpino. E mi dicevo in ogni valle c'è una formazione partigiana, in ogni città o villaggio c'è un comitato di liberazione, qualcosa di importante partendo da niente lo abbiamo pur fatto in questi mesi. Quella Italia grigia di cui ora parlano i revisionisti era pure dalla parte nostra, ci sfamava, ci ospitava, ci aiutava. Ci danno perciò un grande fastidio i faccendieri della politica che starnazzano e si agitano per mettere assieme partigiani e camicie nere, morti di Marzabotto e morti nelle foibe, la commemorazione di sinistra alla Risiera di San Sabba e quella alla Foiba di Basovizza che mette assieme fascisti e vittime dei titini che non sono sempre la stessa cosa. Il sindaco di Bologna Guazzaloca lasci perdere le commemorazioni dei caduti "tutti uguali". Siamo stati molto diseguali da vivi, e lì ci fermiamo. La vicenda politica che ne è seguita non è esaltante è la solita vicenda del trasformismo italiano, dei comunisti o dei socialisti che passano al polo della libertà, dei fascisti che fanno i democratici, dei tira a campare che cercano di servire i due padroni.

Mi è tornato fra le mani quel piccolo libro: le confusioni allora non erano possibili, chi sorpassava la linea di divisione ci lasciava la pelle. E chi ha dei ricordi veri li custodisca senza guastarli con i pastrocchi commemorativi.

Giorgio Bocca


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1. Una mattina mi sono svegliato,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Una mattina mi sono svegliato,
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2. O partigiano portami via,
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Che mi sento di morir.
3. E so io muoio da partigiano,
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5. Tutte le genti che passeranno
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Good afternoon, gentlemen, I'm a H.A.L. computer.
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Old 24-04-2006, 11:31   #3
nomeutente
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Canto dei deportati

Fosco il cielo, sul lividore
di paludi senza fin.
Tutto intorno è già morto o muore
per dar vita agli aguzzin.

Sul suolo desolato,
con ritmo disperato,
zappiam.

Una rete spinosa serra
il deserto in cui moriam.
Non un fiore su questa terra.
Non un trillo in cielo udiam.

Sul suolo desolato…

Suon di passi, di spari e schianti.
Sentinelle notte e dì.
Colpi, grida, lamenti, pianti.
E la forca a chi fuggì.

Sul suolo desolato…

Pure un giorno la sospirata
primavera tornerà.
Libertà, libertà adorata
nessun più ci toglierà!

Dai campi del dolore
risorgerà l’amore,
doman!
nomeutente è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 24-04-2006, 11:31   #4
LittleLux
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Originariamente inviato da FabioGreggio


MI è tornato fra le mani un libro, il primo, che scrissi nel maggio del '45, a memoria freschissima. Si intitolava "Partigiani della montagna", era la storia delle divisioni di Giustizia e libertà del Cuneese e sfogliandolo ho pensato: sarà un libro ingenuo, in un italiano un po' tradotto dal piemontese ma qui, quanto a storia, non c'è proprio niente da rivedere, le cose sono andate davvero così, sulle montagne di casa mia e su quelle di tutto il resto di Italia.

Con quella guerra, più o meno civile, più o meno decisiva nel conflitto mondiale, è finito il regime fascista, durato ventidue anni. Dunque non si può mescolarla, commemorarla, parificarla a quella di chi quel regime ha difeso fino all'ultimo giorno. Il partito dei combattenti, delle medaglie d'oro, del siamo tutti italiani allora non esisteva e ciò che non è esistito non fa parte della storia, fa parte del revisionismo che manipola la storia a fini politici. Esso può piacere a quanti tengono presente ai loro fini e comodi che oggi i neofascisti stanno al governo in ministeri importanti e che al Polo delle libertà fa comodo confondere la Resistenza italiana con il sanguinario comunismo stalinista, ma non piace a noi che c'eravamo e che ricordiamo molto bene che il denominatore comune dei partigiani era la guerra ai nazisti e ai fascisti.

NON la guerra della propaganda politica che poi seguì per il comunismo, o il liberalismo, o l'azionismo di cui sapevamo poco o niente. Nelle discussioni che ebbi con Montanelli e altri dissacratori della Resistenza, ripetevo inutilmente: senti, un giorno del '44 in una mattina limpida stavo su una collina delle Langhe da cui si vedeva l'intero arco alpino. E mi dicevo in ogni valle c'è una formazione partigiana, in ogni città o villaggio c'è un comitato di liberazione, qualcosa di importante partendo da niente lo abbiamo pur fatto in questi mesi. Quella Italia grigia di cui ora parlano i revisionisti era pure dalla parte nostra, ci sfamava, ci ospitava, ci aiutava. Ci danno perciò un grande fastidio i faccendieri della politica che starnazzano e si agitano per mettere assieme partigiani e camicie nere, morti di Marzabotto e morti nelle foibe, la commemorazione di sinistra alla Risiera di San Sabba e quella alla Foiba di Basovizza che mette assieme fascisti e vittime dei titini che non sono sempre la stessa cosa. Il sindaco di Bologna Guazzaloca lasci perdere le commemorazioni dei caduti "tutti uguali". Siamo stati molto diseguali da vivi, e lì ci fermiamo. La vicenda politica che ne è seguita non è esaltante è la solita vicenda del trasformismo italiano, dei comunisti o dei socialisti che passano al polo della libertà, dei fascisti che fanno i democratici, dei tira a campare che cercano di servire i due padroni.

Mi è tornato fra le mani quel piccolo libro: le confusioni allora non erano possibili, chi sorpassava la linea di divisione ci lasciava la pelle. E chi ha dei ricordi veri li custodisca senza guastarli con i pastrocchi commemorativi.

Giorgio Bocca


Dedicato a coloro che hanno perso la vita per darvi la libertà di poter dire quello che volete:

1. Una mattina mi sono svegliato,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Una mattina mi sono svegliato,
E ho trovato l'invasor.
2. O partigiano portami via,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
O partigiano portami via,
Che mi sento di morir.
3. E so io muoio da partigiano,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E so io muoio da partigiano,
Tu mi devi seppellir.
4. Mi seppellisci lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Mi seppelisci lassù in montagna
Sotto l'ombra di un bel fior.


5. Tutte le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Tutte le genti che passeranno
Mi diranno «che bel fior!».
6. E questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la Liberta.

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Old 24-04-2006, 11:32   #5
nomeutente
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Iscritto dal: Sep 2005
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O Germania che sei la più forte

O Germania che sei la più forte,
vieni sull’Alpi se hai del coraggio!
E se i fascisti ti danno il passaggio
noi partigiani fermarti saprem.

Al comando dei nostri ufficiali,
caricheremo fucile e mitraglia,
ma se per caso il colpo si sbaglia
a bombe a mano l’assalto si dà!

Se più aspra sarà la battaglia
e a corpo a corpo verremo alle mani,
farem vedere che siam partigiani!
Faremo onore al patrio valor!

Quanti morti e quanti feriti
e quanto sangue s’è sparso per terra!
Ma il partigiano sul campo di guerra
sarà difficil poterlo fermar.

Care madri, che tanto tremate,
non disperate per i vostri figlioli,
che qui sull’Alpi non siamo mai soli:
c’è tutta Italia che al fianco ci sta!
nomeutente è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 24-04-2006, 11:57   #6
Duncan
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Iscritto dal: Nov 1999
Città: Sesto Fiorentino, Firenze
Messaggi: 8444
I valori della Resistenza andrebbero rispolverati, si sono un po' assopiti ultimamente

Una cosa che mi infastidisce spesso è gridare al comuniscmo, scordandosi di quanti si sono sascrificati, anche comunisti, per far tornare libera l'Italia...
__________________
Nikon user
Le mie foto su Flickr
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Old 24-04-2006, 13:02   #7
easyand
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Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 666
io direi che sulla resistenza bisognerebbe anche fare un po di luce...di gran porcate ne hanno fatte anche loro
easyand è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 24-04-2006, 13:10   #8
Onisem
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Messaggi: 821
Quote:
Originariamente inviato da easyand
io direi che sulla resistenza bisognerebbe anche fare un po di luce...di gran porcate ne hanno fatte anche loro
Quale "miglior commento" in quale "miglior momento".
__________________
Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese)
"Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?"
Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia.
Onisem è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 24-04-2006, 13:13   #9
easyand
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L'Avatar di easyand
 
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 666
Quote:
Originariamente inviato da Onisem
Quale "miglior commento" in quale "miglior momento".
dico solo la verità
easyand è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 24-04-2006, 13:26   #10
jumpermax
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L'Avatar di jumpermax
 
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
I valori della Resistenza andrebbero rispolverati, si sono un po' assopiti ultimamente

valori? questi?

Quote:
http://www.unita.it/images/2005april...vittorini.html

Il ragazzo

di Elio Vittorini

“Come hai detto che ti chiami?” chiese il marinaio.
“Natale”, rispose il ragazzo.
“Natale? Ma guarda! Mai avuto nessun compagno che si
chiamasse Natale. Sei nato per Natale?”.
“Non so”.
“Come non sai! Non sai quando sei nato?”,
“Questo sì”
“Ed era Natale o era Carnevale? “.
Il ragazzo si fece rosso, e sorrise anche. Aveva risposto
senza pensare, mica era uno scemo.
“Sono nato il due di giugno”.
“E l’anno?”
“Venticinque”.
Il marinaio non continuò a chiedere. Sedeva in mezzo al crepitante fogliame del sottobosco, il fucile mitragliatore
accanto, e puntò un gomito in terra, si buttò su un fianco.
“Fallo comodo il tuo primo turno di guardia” disse.
“Perché resti in piedi?”.
Il ragazzo si piegò sulle ginocchia.
“Prego, prego”, soggiunse il marinaio. “Giù col
sedere”.
Il ragazzo sedette, e il marinaio rovesciò il capo tra le
felci, si allungò tutto. Perché non era su una nave? Perché
non era in un’isola? Ed era biondo perfino nella peluria delle
guance. Di che paese poteva essere? Il ragazzo avrebbe
voluto domandargli anche come si chiamava, ma non osava,
e continuava a guardarlo senza dir niente, un marinaio
vestito di blu e la testa bionda, sdraiato al sole tra le felci
bionde, sotto i boschi, sopra i boschi, dentro al mondo delle
montagne.
“Come ti è venuto in mente di metterti a fare il
partigiano?”.
Sembrava che ormai dormisse, il suo berretto tondo
di marinaio posato sulla faccia, e invece d’un tratto aveva
parlato di nuovo. E a lui com’era venuto in mente di farlo?
“Così”, il ragazzo rispose.
“Così? Come così? Te l’ha detto il parroco di venire a
farlo?”.
“Nessuno me l’ha detto”.
“Ma guarda! Ti sei svegliato e l’hai pensato... E lo sai
che significa?”.
“Lo so”.
“Sei appena arrivato. Come puoi saperlo? “.
“Eppure lo so”.
Lentamente il marinaio si tolse il berretto dalla faccia,
e guardò in alto fogliame dei grandi alberi, rosso e giallo,
bruno e giallo, e il verde come un fuoco; e lentamente si
sollevò sui gomiti.
“Ha mai fatto fuori un tedesco?”, domandò.
Il ragazzo Natale vide i suoi occhi, e vide che li aveva
chiari, limpidi. Quanti ne aveva fatti fuori lui?
“No”, rispose.
Il marinaio batté al sole le palpebre dei suoi occhi chiari
senza un segno. Rideva.
“E un fascista?” disse. “Mai fatto fuori nemmeno un
fascista?”.
“No”, rispose piano Natale.
“No?” disse il marinaio. “Nemmeno un fascista?”.
Rideva.
“Che cosa pensi di fare qui da noi? Cogliere i
ciclamini?”.
“Penso di fare come voi”.
“Cogliere ciclamini?” ripeté il marinaio.
“Farli fuori” mormorò Natale.
“I ciclamini?”.
“I fascisti! I tedeschi!”.
Il marinaio rise forte.
“Oh” disse “Pensi che sia facile?”
“Posso imparare” Natale rispose.
“Pensi che ne avresti il coraggio?”.
“Posso imparare ad averlo”.
“Vediamo”, disse il marinaio. “Se un fascista passasse
giù in fondo, lontano duecento metri da quassù, tu potresti
quasi prenderlo per un animale, non è vero?”.
“Sarebbe molto piccolo, da quassù”.
“Sarebbe piccolo. Sarebbe una cosa insignificante. Pensi
che avreste il coraggio di tirargli?”.
Natale non perse tempo a rispondere.
“Oh, sì”, rispose.
“E se invece”, disse il marinaio, “lo trovassi
improvvisamente davanti, ficcato tra gli arbusti, mettiamo, a
fare i suoi bisogni, nelle frasche, come stamattina li ho fatti
anch’io, pensi lo stesso che avresti il coraggio di tirargli?”.
“Sì” rispose Natale.
“Si?”.
“Ma sì. Perché non dovrei?”.
Il marinaio piegò il capo verso una spalla, e si era
rimesso in testa il berretto, sui capelli biondi.
“Ma dimmi”, osservò. “Tu cosa credi che sia un
fascista?”.
“Che cosa credo che sia un fascista? “.
“Che cosa credi che sia? Credi che sia un uomo oppure
no?”.
“Credo che lo sia”, rispose ragazzo Natale.
“E tu pensi che avresti il coraggio di tirare a un uomo
come te?”.
“Come me?” esclamò Natale. “Un fascista non è come
me. Io non vorrei mai essere un fascista”.
“No?” disse il marinaio. Ricominciò, piano, a ridere; e
di nuovo, puoi, si stese; fu di nuovo col berretto sulla faccia.
“Hai ragione”, borbottò di sotto il berretto. “Sono tutti cani
rognosi, sono carogne nere”.
“Sono figli di bigotta”, disse il ragazzo.
“Figli di bigotta? Millepiedi sono. Dei venduti”.
“Venduti al mercato. Porci”.

Tacquero, e allora il ragazzo si mise a pensare che forse
poteva chiedergli come si chiamasse, e di che nave fosse, e
di che paese fosse, come fosse arrivato fin lassù e di dove.
“Che buon odore!” disse, poi, il marinaio.
“Sì” disse il ragazzo Natale.
“Sono i larici”, disse il marinaio, “che lo fanno”.
“I larici?”
“I larici”.
“Ma qui non ci sono larici”.
“Qui non ci sono larici?”.
Il marinaio si era di nuovo alzato a vedere.
“E che alberi vedi tu qui intorno?”.
“Qui intorno sono tutti alberi di legno duro”, rispose
“E il larice che albero è? Di legno molle?”.
“È come l’abete. È come il pino”.
“Come il pino?”, esclamò il marinaio.
Si era alzato in piedi e andò a toccare il tronco di un
albero.
“Io” disse, “ho navigato sui velieri tutta la mia infanzia.
Mi arrampicavo sugli alberi. E sai di che legno erano? Erano
di larice... “.
“Questo non significa”, disse il ragazzo Natale.
“Non significa?” il marinaio gridò. “Io tocco questo
tronco d’albero e so che è lo stesso legno degli alberi su cui
mi arrampicavo”.
Il ragazzo Natale non disse nulla.
“Che albero sarebbe secondo te?” continuò il marinaio.
“Sarebbe”, Natale rispose, “una quercia”.
“Una quercia?”.
Il marinaio indicò un altro tronco, poi un terzo, poi un
quarto.
“E questo che sarebbe? E questo? E questo?”.
“Questi sarebbero aceri”.
“Tutti aceri?”.
“I rossi tutti aceri. I più bruni querce”.
“E i verdi laggiù?” gridò il marinaio.
Laggiù erano le pendici della montagna, e lo sguardo vi
precipitava, poi non aveva davanti che spazio.
“Laggiù?” il ragazzo chiese.
“Mica giù in fondo. Qui sulla destra. Saranno cento
metri sotto di noi. Dove comincia l’erba gialla... “.
“Vedo due uomini, là”, disse allora il ragazzo.
“Che cosa?” esclamò il marinaio.
E sporse il muso, cercò con gli occhi tra gli alberi.
“Sss!” soggiunse sottovoce.
“Fascisti?” chiese sottovoce ragazzo.
“Fascisti, ma non sono due. Sono quattro”.
“Non vedo gli altri due”.
“Li vedo io”.
Il marinaio era perplesso.
“Vedi che quei due si sono voltati?”.
“Sì... “.
“Li hanno chiamati i due altri che ti dico”.
“Tornano indietro allora?”.
“No. Si sono fermati ad aspettare”.
“Dobbiamo dare l’allarme?” chiese ragazzo.
Il marinaio fece un gesto come se scagliasse via
qualcosa.
“E non parlare così forte”, sussurrò.
Poi soggiunse:
“Non verranno più in su. Sono in ricognizione”.
“Non dobbiamo dare l’allarme?” Chiese il ragazzo.
Il marinaio si chinò a raccogliere il mitragliatore.
“Togli la sicura al tuo moschetto”, gli disse.
Natale tolse la sicura.
“Sei mai stato a caccia?”.
Sì, Natale era stato a caccia. Aveva uno zio di campagna
che lo portava a caccia. E che aveva preso Natale a caccia?
Natale aveva preso anche lepri.
“Sono cento metri da qui a laggiù. Credi che coglieresti
nel segno?”
“Spero di sì”.
“E speri di ammazzare?”.
“Lo spero”.
“Bene”, disse, sempre con l’occhio sull’erba gialla, il
marinaio.
“Tu hai qui l’occasione di togliere di mezzo un fascista.
Guardali tutti e quattro. Sono quattro lepri... Sono quattro
figli di stronza. Ora dovranno attraversare quell’erba ed
esitano a farlo. Vedi? Alzano gli occhi verso di noi. Ma
devono attraversare. Cominciano. Tra cinque minuti saranno
al centro e, se tu sei in gamba, non avranno scampo. Ti senti
di farlo? Io scelgo il primo e gli ultimi due. Lascio a te il
secondo. Ti va? È un ragazzo come te... “.
“Sono quattro figli di stronza”, disse Natale.
“Sicuro” disse il marinaio. “E stanno pensando al Duce.
Stanno pensando alla Vittoria dell’Asse”.
“Credi? Anche in questo momento?”
“A cosa d’altro vuoi che pensino?”
Il marinaio spianò il mitragliatore.
“A cosa d’altro” ripeté, “vuoi che pensino?”

I colpi cominciarono.
“Ma non sono ancora al centro”, Natale gridò.
“Dai”, gridò il marinaio, “Dai, porca bestia!”
Natale vuotò il caricatore. E ancora il marinaio sparava.
“Porca bestia” gridava. “Oh porca bestia!”. Alla fine si
voltò verso il ragazzo.
“Ne hai fatto fuori anche uno dei miei”, gli disse.
“Sono stato in gamba?” il ragazzo chiese.
“Mica male” rispose il marinaio.
Egli si voltò e aveva la faccia sudata. Si mise ad
asciugarsela.
“Com’è che ti chiami?” Il ragazzo Natale gli chiese.
non so che "valori" ci si possa trovare in una guerra civile, dove gli avversari sono bestie da uccidere...
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Old 24-04-2006, 13:43   #11
karplus
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Onore a loro per il fegato che dimostravano sapendo cosa rischiavano in caso di cattura, ma mi sono più volte chiesto come si regolava la loro coscienza con la questione che le loro (pressochè inutili) azioni di disturbo contro i tedeschi, causavano eccidi di 10 italiani innocenti per ogni tedesco ucciso...
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Old 24-04-2006, 13:47   #12
nomeutente
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Originariamente inviato da jumpermax
non so che "valori" ci si possa trovare in una guerra civile, dove gli avversari sono bestie da uccidere...
Infatti è andata così: una mattina gli italiani si sono svegliati e hanno cominciato a massacrarsi di botte.
Perché?
Mah!
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Old 24-04-2006, 13:56   #13
jumpermax
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Originariamente inviato da nomeutente
Infatti è andata così: una mattina gli italiani si sono svegliati e hanno cominciato a massacrarsi di botte.
Perché?
Mah!
dove l'avrei scritto? Nè la retorica di mitizzazione della reistenza nè quella del fascismo all'acqua di rose hanno valore storico, se non come propaganda politica. Il punto è che a 60 anni di distanza ragionate ancora a due colori o rosso o nero. Per cui se qualcuno osa criticare i "sacri" valori della resistenza automaticamente è un fascista....
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Old 24-04-2006, 14:01   #14
easyand
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Originariamente inviato da karplus
Onore a loro per il fegato che dimostravano sapendo cosa rischiavano in caso di cattura
non pochi di loro chiesero di essere accorpati come volontari nella RSI all' atto della cattura....

Cmq, in linea di principio daccordo con Jumpermax, guardiamo i fatti storici oggettivi e lasciamo perdere le mitizazioni
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Old 24-04-2006, 14:03   #15
karplus
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Io sapevo anche che non venivano considerati combattenti regolari ma briganti, per cui quando venivano catturati gliene combinavano di tutte i colori...
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Old 24-04-2006, 14:03   #16
sider
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Originariamente inviato da jumpermax
dove l'avrei scritto? Nè la retorica di mitizzazione della reistenza nè quella del fascismo all'acqua di rose hanno valore storico, se non come propaganda politica. Il punto è che a 60 anni di distanza ragionate ancora a due colori o rosso o nero. Per cui se qualcuno osa criticare i "sacri" valori della resistenza automaticamente è un fascista....
La resistenza ha valore in quanto simbolo italiano di opposizione ad Hitler e scusa se è poco.
Poi di brigate partigiane "deviate" e chi + ne ha + ne metta se ne può parlare all'infinito ma la reistenza resta comunque un simbolo importante.
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Old 24-04-2006, 14:06   #17
<Straker>
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Originariamente inviato da easyand
Cmq, in linea di principio daccordo con Jumpermax, guardiamo i fatti storici oggettivi e lasciamo perdere le mitizazioni
Sono d'accordo con easyand, guardiamo i fatti soggettivi: i partigiani furono uomini e donne coraggiosi e valorosi che combatterono e liberarono il nostro paese occupato dalle truppe naziste, affiancate e aiutate nella loro opera di oppressione dalle truppe repubblichine.
Il resto e' guerra, e sai benissimo tu per primo che le guerre sono sporche.
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Old 24-04-2006, 14:14   #18
nomeutente
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Originariamente inviato da jumpermax
dove l'avrei scritto? Nè la retorica di mitizzazione della reistenza nè quella del fascismo all'acqua di rose hanno valore storico, se non come propaganda politica. Il punto è che a 60 anni di distanza ragionate ancora a due colori o rosso o nero. Per cui se qualcuno osa criticare i "sacri" valori della resistenza automaticamente è un fascista....
Ah... questo è un altro discorso.

Comunque no... a distanza di 60 anni ragioniamo ancora così: da una parte c'era chi voleva liberare l'Italia da una dittatura ventennale e da un'invasione da parte di chi bruciava nei forni quelli che gli stavano sulle palle, dall'altra c'era chi invece sosteneva quella dittatura e quell'invasore.
Probabilmente in quel momento non avevano ben chiara nemmeno loro la portata degli eventi... e questo mi porta ovviamente a dubitare che tutti i fascisti fossero "cattivi", molti erano semplicemente intrisi di balle... ma appunto perché sono passati 60 anni dovrebbe essere chiaro chi era nel giusto e chi nel torto.
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Old 24-04-2006, 14:28   #19
Duncan
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Originariamente inviato da easyand
io direi che sulla resistenza bisognerebbe anche fare un po di luce...di gran porcate ne hanno fatte anche loro
Di porcate ce ne son state da ambedue le parti, durante la guerra accadono, anche per questo nella costituzione repubblicana c'è scritto che l'Italia [b]ripudia[/i] la guerra


La resistenza va difesa per i valori che ha affermato vincendo e che si ritrovano nella nostra costituzione
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Old 24-04-2006, 14:30   #20
Duncan
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Originariamente inviato da jumpermax
I valori della Resistenza andrebbero rispolverati, si sono un po' assopiti ultimamente

valori? questi?



non so che "valori" ci si possa trovare in una guerra civile, dove gli avversari sono bestie da uccidere...
QUelli che sono scritti nella costituzione repubblicana?
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