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|  03-10-2005, 21:57 | #161 | |||
| Senior Member Iscritto dal: Sep 2001 Città: Roma 
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 Io ho letto alcuni passi del corano e alcuni postati sul forum, e ho letto messaggi di pace, oltre a precetti tipici del cattolicesimo, come il vietare il suicidio, il valore della famiglia (anche se possono arrivare fino a 3 per uomo), il rispetto delle tradizioni della propria religione e la preghiera come mezzo per arrivare al divino. Quote: 
 Conoscere qualcosa di così complesso come un libro sacro necessita almeno di una lettura approfondita. Cosa che so di non aver mai fatto. 
				__________________ "Oggi è una di quelle giornate in cui il sole sorge veramente per umiliarti" Chuck Palahniuk Io c'ero | |||
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|  03-10-2005, 22:00 | #162 | |
| Senior Member Iscritto dal: Sep 2001 Città: Roma 
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 http://www.uaar.it/ateismo/statistic...i_nel_mondo_1/ 
				__________________ "Oggi è una di quelle giornate in cui il sole sorge veramente per umiliarti" Chuck Palahniuk Io c'ero | |
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|  03-10-2005, 22:04 | #163 | |
| Senior Member Iscritto dal: Nov 2004 Città: Belo Horizonte 
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|  03-10-2005, 22:06 | #164 | |
| Senior Member Iscritto dal: Nov 2004 Città: Belo Horizonte 
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|  04-10-2005, 00:26 | #165 | 
| Bannato Iscritto dal: Aug 2001 Città: Berghem Haven 
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		Cmq le capacità di dialogo "laico" della Chiesa Cattolica (intendo i vertici di essa) su temi quali una "possibile ingerenza politica nella vita pubblica" sono state affinate nel corso degli ultimi cent'anni (dopo Porta Pia, tanto per intenderci): è inutile attaccarsi a episodi come questo, a tutte le possibili critiche ci sono già tutte le risposte praticamente preconfezionate e date da tanti anni di esperienza sul campo. Questa è una critica che rivolgo a U.A.A.R. & Co.: se vogliono porre dei problemi reali devono rivolgersi altrove, fuori dalla politica e dal diritto (che sono appunti campi dove il Vaticano non ha nessuna debolezza, data la pluriennale esperienza). Ultima modifica di lowenz : 04-10-2005 alle 00:30. | 
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|  04-10-2005, 00:33 | #166 | 
| Senior Member Iscritto dal: Oct 2000 Città: UK 
					Messaggi: 7458
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		Ma vedi Lowenz, io credo che se le persone che, per un motivo o per un altro ce l'hanno con la chiesa fossero un po' più obiettive, non ci sarebbe nessun problema di dialogo. Con "obiettive" intendo dire, guarda la situazione di questo thread: il Papa dice qualcosa, qualcuno ne prende dei pezzi e arriva a dire che i cattolici sono fanatici bombaroli e che il Papa li sostiene. Eh insomma, se questo ti pare un approccio intelletualmente onesto di affrontare la cosa... Ma passato questo livello, si passa a quello successivo, più mascherato di serietà ma nella sostanza non troppo diverso: persi gli appigli più immediati per criticare il messaggio e resosi conto che la critica ad un discorso del Papa richiede una buona dose di capacità analitica, si critica il fatto che il Papa faccia discorsi da cattolico o che faccia dei discorsi e basta. Se vedi è quello che succede: il Papa fa male a parlare perchè richiama i cattolici all'ordine, il Papa fa male a parlare perchè ha potere. Il punto di tutto questo è che tutte queste critiche, anche quando potrebbero essere serie e fondate, non mirano minimamente al concetto espresso. Se così fosse si potrebbe instaurare un confronto o un dialogo... Invece no, puntano tutte a dimostrare che quelle affermazioni nemmeno sarebbero dovute esistere e che il Papa dovrebbe fare discorsi degni di Pannella. Per cui, se si vuole un confronto serio da cui nessuno si è mai tirato indietro, bisognerebbe abbandonare queste posizioni che sono veramente da breccia di porta Pia e discutere sui contenuti più che sul fatto che esistano dei contenuti... In questo caso magari è un po' più difficile perchè nei contenuti rientra anche la possibilità di esprimerli e portare avanti gli stessi, ma è così veramente per ogni cosa... 
				__________________ "Questo forum non è un fottuto cellulare quindi scrivi in italiano, grazie." (by Hire)  Le mie foto su Panoramio - Google Earth Ultima modifica di gpc : 04-10-2005 alle 00:36. | 
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|  04-10-2005, 09:41 | #167 | |
| Senior Member Iscritto dal: Nov 2002 Città: Singularity 
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  Il fatto è che saltano fuori sempre i soliti argomenti (8 per mille, battesimo, influenza politica del Papa), e se la prima volta che li incontri puoi documentarti e farti un'opinione, le volte successive iniziano ad essere una rottura, perchè le repliche sono sempre le stesse  Secondo me il problema è che spesso critiche e repliche nascondono una certa visione del mondo che non viene chiarita, e alla fine si dialoga fra sordi... 
				__________________ echo 'main(k){float r,i,j,x,y=-15;while(puts(""),y++<16)for(x=-39;x++<40;putchar(" .:-;!/>"[k&7])) for(k=0,r=x/20,i=y/8;j=r*r-i*i+.1, i=2*r*i+.6,j*j+i*i<11&&k++<111;r=j);}'&>jul.c;gcc -o jul jul.c;./jul |Only Connect| "To understand is to perceive patterns" Isaiah Berlin "People often speak of their faith, but act according to their instincts." Nietzsche - Bayesian Empirimancer - wizardry | |
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|  04-10-2005, 09:48 | #168 | |
| Senior Member Iscritto dal: Oct 2000 Città: UK 
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 Io ho l'impressione che molto spesso si voglia giudicare quello che dice la Chiesa partendo da presupposti opposto, per cui è ovvio che non si arriva mai a niente. Comunque ti assicuro che la rottura sulla monotematicità degli argomenti è più che reciproca. Se tu pensi che le massime critiche alla Chiesa coinvolgono l'inquisizione e le crociate...     
				__________________ "Questo forum non è un fottuto cellulare quindi scrivi in italiano, grazie." (by Hire)  Le mie foto su Panoramio - Google Earth | |
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|  04-10-2005, 10:50 | #169 | |
| Senior Member Iscritto dal: Mar 2001 
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|  04-10-2005, 11:10 | #170 | |
| Bannato Iscritto dal: Aug 2001 Città: Berghem Haven 
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|  04-10-2005, 11:14 | #171 | |
| Senior Member Iscritto dal: Apr 2000 
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|  04-10-2005, 11:25 | #172 | ||
| Senior Member Iscritto dal: Mar 2001 
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|  04-10-2005, 11:27 | #173 | |
| Senior Member Iscritto dal: Nov 2002 Città: Singularity 
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  ). Cioè discutere il concetto di libertà, di coscienza etc. e vedere dove i punti di vista divergono. Ad esempio io non vedo come si possa conciliare la libertà di coscienza con i precetti e le posizioni dogmatiche della Chiesa senza essere di fatto non cattolico nel 99% dei casi. 
				__________________ echo 'main(k){float r,i,j,x,y=-15;while(puts(""),y++<16)for(x=-39;x++<40;putchar(" .:-;!/>"[k&7])) for(k=0,r=x/20,i=y/8;j=r*r-i*i+.1, i=2*r*i+.6,j*j+i*i<11&&k++<111;r=j);}'&>jul.c;gcc -o jul jul.c;./jul |Only Connect| "To understand is to perceive patterns" Isaiah Berlin "People often speak of their faith, but act according to their instincts." Nietzsche - Bayesian Empirimancer - wizardry | |
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|  04-10-2005, 11:29 | #174 | |
| Senior Member Iscritto dal: Sep 2002 
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 Se tu, cristiano, credi capisci e sostieni che: Riconoscere le unioni omosessuali significa approvare comportamenti devianti e offuscare valori che appartengono al patrimonio dell’umanità Allora (se sei un parlamentare  ): «Il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo contro il progetto di legge>> ...checc'è di sbagliato?     
				__________________ ...Grazie caro Lolek! | |
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|  04-10-2005, 11:38 | #175 | 
| Senior Member Iscritto dal: Apr 2000 
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		Sì jumper, io dico. Aggiungo un'altra cosa: il modo in cui presentate caricaturalmente un certo pensiero (che cmq puo' chiaramente rimanere non condivisibile) in realtà non riproduce il personaggio in questione, ma riprooduce la tua (e di altri) capacità di comprendere i problemi di cui si sta parlando. Tanto per mettere in evidenza la banalità con i più trattano l'argomento posto alcuni contributi che mostrano quale sia in realtà i temi discussi, le intenzioni e diverse modalità di discutere... Questa è la recensione di un libretto a cura di un tale che non fa sconti a Ratzinger: HABERMAS J. – RATZINGER J. (a cura di G. Bosetti), Ragione e fede in dialogo, Marsilio 2005 Questo agile libretto di neanche un centinaio di pagine è il frutto di un incontro avvenuto a Monaco a gennaio 2004 fra due giganti della cultura contemporanea: il filosofo tedesco Jürgen Habermas e (l’allora) cardinale e prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede Joseph Ratzinger. Colui che poco più di un anno dopo diventerà Benedetto XVI. L’attuale papa. Il testo contiene, a seguito di una pregevole prefazione di Giancarlo Bosetti, i loro interventi in quell’occasione, dedicata alla laicità[1]. Il tema possiede un’attualità forse ancora maggiore che al momento dell’incontro, visto il rinnovato protagonismo delle chiese nella vita pubblica non solo italiana; un protagonismo che suscita le più disparate reazioni, anche perché impensabile solo qualche anno addietro[2]. Le due voci, che includono in sé la conoscenza del percorso intellettuale dell’altra, arrivano a convergere su dei punti in comune. Ma prima di vedere tali conclusioni, è opportuno conoscere più a fondo i due protagonisti. Habermas, filosofo di orientamento laico [ateo - n.d.Bet], è uno dei più famosi e autorevoli intellettuali nel panorama contemporaneo; erede della Scuola di Francoforte, rispetto alla quale si è differenziato affrontando temi eccentrici rispetto agli interessi dei francofortesi (il postmoderno, il concetto di razionalità nella sfera pubblica, ecc.) fino ad uno spregiudicato rovesciamento delle loro posizioni fondamentali[3]. Il cardinale Joseph Ratzinger è conosciuto soprattutto per i ruoli rivestiti nell’ambito dell’istituzione ecclesiastica: prefetto della Congregazione perla Dottrina della fede e pontefice dall’aprile 2005. Molti ne ignorano la statura intellettuale di teologo e la preparazione filosofica di prim’ordine, che ne ha fatto a soli trentacinque anni uno dei teologi del Concilio Vaticano II, nel quale avanzò istanze di rinnovamento della chiesa. Posizioni che appariranno a molti tradite dai numerosi interventi censori successivi, nella veste di “custode dell’ortodossia”, e nella collaborazione alla stesura di documenti di forte rigidità[4]. “Il mio amico Johan Baptist Metz […] rimase un po’ irritato dai toni moderati della discussione”. Così Habermas riferisce recentemente nel corso di un’intervista al giornale tedesco Die Welt, rievocando l’incontro. La reazione di Metz risulta in qualche misura giustificata. Il tono degli interventi è oltremodo irenico, arrivando con grande facilità all’accordo su alcuni punti in comune. Essi possono essere sintetizzati nel concetto di postsecolarismo. Con tale termine si intende una correzione della tradizionale idea di secolarizzazione, il processo di progressiva scomparsa e marginalizzazione delle religioni dalla sfera pubblica – in quanto reputate, sulla scia dei pensatori illuministi liberali, elemento di irrazionalità e fanatismo, o comunque portatrici di istanze confessionali accettabili solo dai fedeli, e abusivamente imposte a tutti. Il concetto va corretto nel senso che le confessioni religiose anziché scomparire rimangono sulla scena e anzi incrementano la loro visibilità mediatica; ma nella misura in cui entrano nella sfera pubblica sono chiamate ad esprimersi con un linguaggio “laico”, accettabile da tutti, rinunciando ad una presentazione apodittica delle proprie verità di fede. Se la limitazione della portata antireligiosa della secolarizzazione è la concessione del laico Habermas, la autolimitazione della autoreferenzialità della fede è quella di Ratzinger. In nome di questa cornice di mutua convivenza, la discussione si svolge in direzione di un dialogo fra ragione e fede, in cui ciascuna cerca di comprendere l’altra e di costiturne un correttivo rispetto agli eccessi. Così se la ragione può essere un argine di fronte ad una possibile degenerazione nel fanatismo, la religione è chiamata a ricordare i limiti morali che il progresso tecnico-scientifico deve rispettare. L’irritazione di Metz è comprensibile se si osserva che la discussione si è svolta sul piano formale di convivenza, più che sulle sue manifestazioni concrete. Si è arrivati a stabilire, cioè, le condizioni ideali di mutuo rispetto, senza entrare nel merito delle circostanze che incidono sulla reciproca autonomia e che di essa possono essere considerate lesive. Può la chiesa chiedere ai medici cattolici di astenersi da interventi di procreazione assistita? Cercando di rispondere a questo genere di problemi la discussione sarebbe stata indubbiamente più vivace. I modi concreti in cui può concretizzarsi di fronte ad un quesito del genere il modello del postsecolarismo andranno ricercati altrove. Una nota di critica si può avanzare nell’eccessiva facilità della distinzione ragione-fede. Distinzione classica, senza dubbio, che rimanendo ad un livello “formale” della discussione funziona, ma procedendo più in profondità mostra la sua inadeguatezza. Intendendo con esse gli atteggiamenti di fronte al mondo fondate sull’assenza di riferimenti trascendenti l’una e su una rivelazione di fede l’altra, è chiaro che ciascuno dei termini include l’altro, in qualche modo. Così come anche il laico fa riferimento a valori che esulano dalla sfera puramente mondana, il religioso dovrà incarnare il suo ideale di fede nella società umana. Un confronto su questi punti sarebbe certo meno irenico, conducendo un reale percorso di “apprendimento complementare”, come lo chiama Habermas[5]. Il saggio introduttivo di Bosetti coglie un aspetto fondamentale sulla figura di Ratzinger: la duplicità del suo atteggiamento oscillante fra forti chiusure autoreferenziali e sorprendenti aperture si spiega con la differenziazione fra dimensione dottrinaria, riguardante la vita interna della chiesa, e il rapporto con altri soggetti esterni. Repressione all’interno, apertura all’esterno. Il che trova un riscontro anche nelle argomentazioni da esso presentate: il discorso del cardinale utilizza concetti esclusivamente filosofici, senza alcun accenno ad elementi teologici; e la religione/ fede viene vista dall’ esterno, su una base di osservazione esclusivamente razionale. Si può parlare di un compromesso al ribasso, in cui c’è accordo perché l’interlocutore non include in esso le questioni veramente problematiche? Forse. Certo è un punto di partenza molto lontano dalla aggressività di molti ambienti religiosi conservatori al mondo moderno che in questo inizio di secolo paiono aver trovato nuovo livore. NOTE [1] Il tema proposto dall’Accademia cattolica di Monaco era, in realtà, il seguente: “Che cosa tiene insieme il mondo. Fondamenti morali prepolitici di uno stato liberale”. [2] Ci si riferisce non solo all’esito del referendum abrogativo sulla legge sulla procreazione assistita, che tanto ha impegnato il dibattito pubblico italiano, ma anche al perdurante contrasto fra la Conferenza episcopale spagnola (Cee) e il governo Zapatero in materia di matrimoni di persone omosessuali. Più in generale, si può citare le elezioni statunitensi che hanno riconfermato l’amministrazione Bush, in cui tanta importanza hanno avuto i riferimenti ai “valori”, in modo da captare le simpatie e l’appoggio delle confessioni cristiane più conservatrici. [3] Mentre Horkheimer, Adorno e Marcuse criticavano l’illuminismo, riconducendovi persino le radici del nazismo, Habermas ne denuncia l’inconpiutezza, cioè l’inattuazione dei diritti e conquiste che tale movimento intellettuale prevedeva. Per quanto il contrasto possa essere appianato in base a sfumature interpretative degli autori citati, non sarà del tutto incongruo definire i vecchi francofortesi come “rivoluzionari” e Habermas come “riformista”. Il che trova un riscontro nelle sue posizioni su fatti d’attualità, come la sua recente presa di posizione a favore del Trattato costituzionale europeo, diversamente a tutte le forze di sinistra radicale. [4] Primo fra tutti il documento Dominus Iesus. Per una panoramica globale dell’attività del cardinale nelle sue vesti di prefetto si veda il dossier curato da Adista: http://www.adistaonline.it/speciali/76italiano.pdf. Il dossier non include gli attacchi del nuovo papa al relativismo; su tale argomenti si veda il discorso al seguente link: www.ratzinger.it , al quale sono consultabili tutti i documenti della Congregazione per la Dottrina della fede. [5] Sarebbe interessante che dal fronte laico si verificasse la razionalità dei modi in cui la chiesa amministra la sua vita interna, per esempio. La procedura giuridica per i teologi dissenzienti sarebbe reputata inaccettabile per qualsiasi stato democratico, mancando le basilari garanzie di difesa, terzietà del giudice nei confronti dell’accusatore, ecc. http://www.cultureaconfine.net/onlin...o-habermas.asp LA RELIGIONE NELLA SOCIETÀ POST-SECOLARE: Il dibattito Habermas-Ratzinger Da qualche anno circola il termine “post-secolare” per caratterizzare la nostra civiltà occidentale, ed è entrato anche nel dibattito tra il filosofo della politica Jürgen Habermas e il teologo Joseph Ratzinger, tenutosi nel gennaio del 2004 all’Accademia Cattolica di Monaco di Baviera, che ha avuto vasta eco sulla stampa, e che ora, dopo l’elezione del card. Ratzinger al pontificato, ha conosciuto anche svariate edizioni in molte aree linguistiche. L’espressione “post-secolare” entra a più riprese sia nell’intervento del filosofo sia nell’intervento del teologo. Nel bel mezzo del dibattito sulla secolarizzazione e sui suoi effetti sulla religione, era stato il teologo nord-americano Harvey Cox, nel suo bestseller La città secolare (1965), ad accogliere con entusiasmo i cambiamenti sociali in corso nella tecnopoli moderna. Ma circa vent’anni dopo, in Religion in the Secular City (1984), il teologo di Harvard registrava il ritorno della religione nella città secolare; posizione che ha ulteriormente ribadito nel libro Fire from Heaven (“Fuoco dal cielo”, 1995), fino al suo recente saggio, The Myth of the Twentieth Century (“Il mito del XX secolo”, 1999). E, del resto, sociologi della religione come Peter Berger e Thomas Luckmann, si erano sempre dimostrati piuttosto diffidenti nei confronti della categoria della secolarizzazione. Il sociologo di Chicago, Andrew Greely, edotto dalle riflessioni del grande storico delle religioni Mircea Eliade, aveva edito un libro contro-corrente: L’uomo non-secolare. La persistenza della religione (1974). Ora il tema ritorna in altro contesto: il 1989 ha registrato la caduta delle ideologie del progresso indefinito e della rivoluzione; l’11 settembre 2001 ha fatto sentire la minaccia del terrorismo di matrice islamista alle democrazie occidentali; i grandi flussi migratori hanno portato l’Islam e altre religioni in Europa; la globalizzazione economica capitalista sta minando la solidarietà; il progresso della tecno-scienza nell’ambito della bio-medicina aprono varchi all’eugenetica e al bio-mercato. La religione, dal canto suo, persiste, per usare l’espressione di Andrew Greely (1974), anzi si fa percepire con una nuova visibilità, e chiede di partecipare al discorso pubblico, portando un suo contributo. Nel suo discorso di Monaco di Baviera, e nella sua analisi, Habermas – uno dei principali rappresentanti, insieme all’americano Rawls, della filosofia politica contemporanea – ripropone la questione già posta dal filosofo Böckenförde, che in un saggio del 1967 constatava che lo Stato liberale e secolarizzato si nutre di premesse normative che esso, da solo, non può garantire. Habermas riprende questo tema, che ora, in filosofia della politica, va sotto il nome di “teorema Böckenförde”. È una previsione che aveva, in altra forma, già espresso Romano Guardini in La fine dell’epoca moderna (1951): «Il non-credente deve uscire dalle nebbie della laicizzazione. Deve rinunciare all’”usufrutto” che, pur negando la Rivelazione, si appropria dei valori e delle forze che essa ha elaborato». Secondo Habermas, una società democratica per mantenersi ha bisogno della solidarietà del cittadino, ma tale solidarietà potrebbe esaurirsi «a causa di una secolarizzazione dai caratteri aberranti». Sorge allora la questione, evocata da Böckenförde: dove può attingere la società democratica secolare, che fonda autonomamente se stessa da se stessa, ispirazione e forza per mantenere questo indispensabile tessuto connettivo? C’è un fatto visibile, che si impone all’attenzione: la religione persiste; e per Habermas, essa deve essere assunta come una «sfida cognitiva». Non si tratta solo, da parte della filosofia politica, di prendere atto del fatto di questa persistenza, ma di assumerlo positivamente come «sfida cognitiva», in quanto la religione e le religioni hanno la capacità di «alimentare la coscienza normativa e la solidarietà dei cittadini». Ma è necessaria un’operazione di traduzione dei «contenuti di significato» della religione in termini universalmente comprensibili e recepibili nel discorso pubblico, per incorporarli nel discorso pubblico al servizio della società. La società democratica è secolare, e rimane tale, ma può attingere linfa dalla religione; non subordina a sé la religione, non la passa in eredità (come nel caso di Bloch), la rispetta nella sua alterità di sapere rivelato, ma attinge da essa ciò che è traducibile in linguaggio pubblico, universalmente comprensibile. Un esempio di questa traducibilità è l’affermazione biblica secondo la quale l’uomo è stato creato a immagine di Dio, che Kant ha tradotto nel linguaggio filosofico a tutti comprensibile, della dignità dell’essere umano, da considerare sempre come fine e mai come mezzo. Habermas, come si era espresso nel grande discorso di Francoforte 2001, dal titolo di risonanze hegeliane, Fede e sapere, all’indomani dell’abbattimento delle Twin Towers, è preoccupato per una «secolarizzazione distruttiva»; per una «secolarizzazione che deraglia»; per «l’entropia delle scarse risorse» concettuali e spirituali; e, insieme, per le previsioni di «scontro di civiltà» come esito del confronto nel pluralismo di culture e religioni. E avanza questa proposta nell’intento di mediare tra la tesi del fondamentalismo e dell’integralismo, che nega la società secolare; e la tesi del secolarismo (Blumenberg, Löwith), che, nella tolleranza, relega la religione nella sfera del privato. La proposta di Habermas riconosce alla religione una funzione pubblica: «La frontiera di quello che la religione può portare nella vita sociale del nostro tempo è una frontiera da esplorare nel dialogo a due». Il card. Ratzinger, nel suo discorso di Monaco di Baviera (2004), manifesta un «ampio accordo con ciò che Habermas ha esposto sulla società post-secolare, riguardo la disponibilità ad apprendere e la autolimitazione da entrambe le parti, e avanza, dal canto suo, la proposta di una «correlazione polifonica», secondo la quale «ragione e fede, ragione e religione […] sono chiamate alla reciproca chiarificazione e devono fare uso l’una dell’altra e riconoscersi reciprocamente». La proposta del card. Ratzinger, certo, va oltre la proposta di Habermas della «sfida cognitiva». Ma entrambe le proposte convergono nella valorizzazione della religione per la sfera pubblica nel nuovo contesto della società post-secolare. http://www.namaste-ostiglia.it/2004/...p?id=14&mnu=14 Ma probabilemnte Habermas è troppo stupido per aver avuto un dialogo proficuo con Ratzinger   Quelli che hanno capito tutto li troviamo qui sul forum. Qui invece posto i contributi di due personaggi i quali hanno ben poco a che fare col cristianesimo eppure continuano mettere in guardia da certi pericoli del relativismo... ovviamente se lo dice il papa è una scemenza se lo dice Amartya Sen per molti sarà da prendere in considerazione. "Non si tratta in nessun modo di convincersi delle presunte buone ragioni del relativismo culturale, anzi: si tratta di affermare che certi valori sono universali" ed questo è punto su cui picchia spesso. (Economista e premio Nobel, Amartya Sen ha conquistato il suo prestigio grazie alla capacità di coniugare una rigorosa analisi economica alla sensibilità per l’etica e la cultura, in senso antropologico. Amartya Sen, nato a Santiniketan, nel Bengala, nel 1933, ha insegnato a Calcutta, Cambridge, Delhi, London School of Economics, Oxford e Harvard. È stato premiato con il Nobel per l’Economia nel 1998. Tra le sue numerose opere: Etica ed economia (1988), Il tenore di vita (1993), La libertà individuale come impegno sociale (1998), Globalizzazione e libertà (2002) ) Per chi vuole sapere qualcosa di più sul "cerbertiano" Sen  http://www.valuepartners.com/vpsite/...040513_sen.pdf L'altro è Selim Abou, un libanese se non sbaglio... sono già stato lungo, appena trovo qualcosa d'interessante ve lo posto. | 
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|  04-10-2005, 11:39 | #176 | |
| Bannato Iscritto dal: Aug 2001 Città: Berghem Haven 
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 Ultima modifica di lowenz : 04-10-2005 alle 11:41. | |
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|  04-10-2005, 11:43 | #177 | 
| Bannato Iscritto dal: Aug 2001 Città: Berghem Haven 
					Messaggi: 13526
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		Bet, per quanto riguarda la figura di Ratzinger, è meglio che io non ricordi il parere che ne aveva Gadamer.....  E non dirmi che Gadamer è un forumista qualunque   | 
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|  04-10-2005, 11:45 | #178 | |
| Bannato Iscritto dal: Aug 2001 Città: Berghem Haven 
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|  04-10-2005, 11:51 | #179 | |
| Senior Member Iscritto dal: Mar 2001 
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|  04-10-2005, 12:22 | #180 | |
| Senior Member Iscritto dal: Apr 2000 
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 Ma dico, non vi sorge il dubbio, dico solo il dubbio, che forse non abbiate capito qualcosa? che non sia così stupido, o così "medievale" come lo volete fare appararire? Perchè qua sul forum se ne parla così e invece s'intende e dialoga con un dei più importanti teorici della politica (per giunta ateo) del secolo? Ma qualcuno ha mai letto qualcosa di suo un po' più esteso oltre le dieci righe ansa pubblicate dal Corriere della Sera? Se parla di relativismo viene preso in giro: vorrei vedere se qualcuno di quelli che posta qua dentro direbbe la stessa cosa leggendo concettti analgohi in Amartya Sen... mah! | |
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