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#81 | ||
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Mi ricordo che agli inizi, per aggirare il limite di poter trasmettere in tutto il territorio nazionale, utilizzavano l'escamotage di andare in onda leggermente sfalzati fra i vari ripetitori. Quote:
Se valesse il principio così come enunciato sopra, allora io potrei continuare tranquillamente a guidare il ciclomotore senza casco, visto che per svariati anni l'ho potuto fare. In realtà forse ti riferisci alla non retroattività delle leggi, per cui una legge promulgata adesso non può sanzionare comportamenti passati, quando erano possibili. Ma appunto è un principio ben differente. Ciao Federico |
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#82 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
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#83 | |
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Senior Member
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Ergo se Berlusconi ha potuto comprare Rete4 dopo con una legge non puoi certo obbligarlo a venderla o altro, o meglio potresti anche farlo, ma te ne devi assumere tutte le conseguenze (a me di rete4 poco importa) e di politici che si prendano questa responsabilità nel panorama italiano non ne vedo.
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焦爾焦 |
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#84 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: a casa mia
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Nessuna legge ha mai obbligato Berlusconi a vendere Rete4. Il problema sta nelle frequenze nazionali di trasmissione televisiva, che sono limitate, e DI PROPRIETA' DELLO STATO. E' quest'ultimo ad assegnarle - tramite gara - alle varie emittenti che le utilizzano in regime di concessione pubblica, NON DIVENTANDONE QUESTE ULTIME IN NESSUN CASO PROPRIETARIE (e mi sembra il minimo, visto che è un bene di tutti). Vale la pena, per paragone, sottolineare che anche gli operatori di telefonia mobile possono ottenere l'assegnazione delle concessioni SOLO TRAMITE GARA PUBBLICA, e non appropriandosene a piacimento. Ciao Federico |
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#85 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2003
Città: Lucca
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Se poi LO STATO IN EVIDENTE CONFLITTO DI INTERESSI VISTO CHE HA 3 RETI TELEVISIVE con una legge toglie di fatto la concessione per quelle frequenze e al contempo le assegna ad un altro, chi è che fa l'illecito o se non si tratta di illecito perchè le frequenze sono dello stato, perlomeno un abuso di potere? La vicenda è complicata, e ripeto, a me di B. e di Rete4 poco mi importa, ma non è nemmeno semplice catalogare il problema delle 3+3 reti nazionali che di fatto annullano il mercato.
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焦爾焦 |
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#86 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l'editoria 4.Concentrazioni nella stampa quotidiana. 1. Gli atti di cessione di testate nonché di trasferimento fra vivi di azioni, partecipazioni o quote di proprietà di aziende editrici di giornali quotidiani e i contratti di affitto o affidamento in gestione delle testate sono nulli ove per effetto del trasferimento o dei contratti di affitto o affidamento in gestione l'avente causa venga ad assumere una posizione dominante nel mercato editoriale. 2. Si considera dominante la posizione di una impresa allorquando, per effetto di un trasferimento di azioni, partecipazioni o quote di proprietà, di cessione, di affitto o di affidamento in gestione della testata, i giornali quotidiani editi dalla medesima, o da imprese controllate o che la controllano o ad essa collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile, abbiano tirato nel precedente anno solare oltre il venti per cento delle copie complessivamente tirate dai giornali quotidiani in Italia. Rammento inoltre che la televisione è subordinata alle stesse leggi della carta stampata ( e anche Internet , ma questo è un altro discorso ) , tanto è vero che la legge Mammì e tutte le successive partono da questa legge estendola in maniera da conformarsi al diverso mezzo usato , i giudici hanno tuttavia cassato la parte che stabiliva un tetto più elevato per le imprese radiotelevisive , in quanto una "maggior generosità" contrastava con l' articolo 21 della Costituzione che proprio l' articolo 4 della legge n. 416 / 1981 si proponeva di difendere .
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#87 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
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Rete4 NON HA MAI AVUTO IN CONCESSIONE TALI FREQUENZE, le aveva semplicemente prese nel periodo del far-west televisivo. Ciao Federico |
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#88 | |
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Senior Member
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#89 | |
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Il mercato televisivo NON è solo MEDIASET o sbaglio? E mandando una rete Rai sul satellite si libera ancora di più la concorrenza. Oppure è tutta una manovra per colpire Berlusconi?
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焦爾焦 |
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#90 | |
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Senior Member
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#91 | |
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#92 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
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La Corte Costituzionale con sentenza del 1988 aveva stabilito la illegittimità della concentrazione dei mezzi d'informazione. Il problema quindi esiste e si trascina da tempo, DA BEN PRIMA CHE Berlusconi entrasse in politica. Ne segue che l'accusa di ordire una manovra solo per colpire il Berlusconi politico - come certa dx vorrebbe sostenere - E' PATETICA. E vale la pena considerare che il mercato dell'informazione in generale, di cui quello televisivo fa la parte del leone, è fondamentale e nevralgico in una democrazia, perchè può condizionare i cittadini.1 Ecco perchè sta a cuore a molti. Infine, mi permetto di ricordare che questa discussione dovrebbe parlare SOLO di un provvedimento volto a porre un tetto alla raccolta pubblicitaria. Attualmente vi è un attore, Publitalia, che da solo raccoglie il 57,3% delle risorse complessivamente investite in pubblicità televisiva. In tutti i paesi avanzati esistono autorità antitrust che sono chiamate a garantire la libera concorrenza. Esse, come ho detto in precedenza, NON hanno il compito di impedire l'espansione di una azienda all'interno di un qualsiasi settore - come qualcuno vorrebbe far credere - MA DEVONO IMPEDIRE che una qualsiasi azienda possa raggiungere posizioni dominanti tali da realizzare un monopolio PERCHE' in tal caso non sarà pià possibile garantire la libera concorrenza, visto che un monopolio è incompatibile con il regolare funzionamento di un mercato. Ciao Federico 1 Una riprova minima del possibile problema? L'attualità ce ne ha fornita una recentissima: la lettera pubblica di Veronica Lario. Tralasciamo totalmente il contenuto della vicenda e concentriamoci solo su come è stata riportata dalle reti Mediaset. Non solo Repubblica è sparita dalla rassegna stampa di Prima Pagina di Canale5 ma anche i tre TG delle emittenti Mediaset si sono guardati bene dal riportare la notizia nelle edizioni del giorno. Solo nel pomeriggio, ecco che finalmente i TG Mediaset si sono occupati dell'argomento APRENDO con l'arrivo delle scuse pubbliche di Berlusconi; ma scuse di cosa, se la notizia originaria non era stata data? Tutto questo solo perchè tale notizia riguardava - non in bene - il loro editore. Possiamo immaginare che si comportano allo stesso modo per tutte le notizie sgradite a tale personaggio, che tra l'altro guida una parte politica? Sappiamo che sovente anche nella carta stampata sono successi casi analoghi: Repubblica non da cenno dei guai di De Benedetti, la Stampa in passato ha glissato a lungo sui guai Fiat, il Corriere non può parlare male di un membro importante del suo CdA, il Giornale tutti i giorni apre a caratteri cubitali contro Prodi ecc.. ma se c'è una notizia, questa viene riportata da gran parte della stampa perchè nessun editore può controllare più del 20% della tiratura nazionale. Nel settore televisivo invece non c'è questo limite, e i risultati si vedono. Ultima modifica di flisi71 : 02-02-2007 alle 18:19. |
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#93 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: May 2003
Città: Lucca
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[quote=flisi71]Ti ricordo, dal link da te riportato, che
La Corte Costituzionale con sentenza del 1988 aveva stabilito la illegittimità della concentrazione dei mezzi d'informazione. Da questo se ne deduce che il problema si trascina da tempo, e l'accusa di ordire una manovra solo per colpire Berlusconi NON regge. E vale la pena considerare che il mercato dell'informazione in generale, di cui quello televisivo fa la parte del leone, è fondamentale e nevralgico in una democrazia, perchè può condizionare i cittadini.1 Ecco perchè sta a cuore a molti. [quote] Questo non spiega perchè allora la RAI può avere 3 reti e Mediaset NO, se è per favorire il mercato allora nessuno ma proprio nessuno può possedere più di 2 (ma per me anche una o mezza farebbe lo stesso) reti. Quote:
Quote:
Ciao
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#94 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
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Furono censite le frequenzae e i punti di trasmissione. Le emittenti hanno presentato documentazioni kilometriche sia sui palinsesti sia tecniche sui siti di trasmissione. Un gruppo di emittenti, anceh radio, aveva delle quinte colonne al ministero. Infatti alcuni mesi prima dell'entrata in vigore della legge e del censimento che faceva riferimento ad una data ben precisa, che non ricordo, proliferarono frequenze ed emittenti di disturbo. E furono rilasciate le concessioni governative. Chi non la ottenne fu costretto a cessare le trasmissioni. Tutti meno Rete 4. Qualcuno più informato (sui fatti e non sulle fantasie pro-contro-berlusconi) sa il perchè? |
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#95 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: PD
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C' è solo da far rispettare la legge , anche se capisco che per alcuni personaggi politici le leggi siano solo carta straccia .
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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#96 | ||
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Iscritto dal: May 2003
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Prova a leggere: Quote:
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#97 |
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Iscritto dal: Jul 2002
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Da repubblica di tre giorni fa:
È come se un arbitro di calcio, mentre sta arbitrando, contestasse la regola del fuori gioco o permettesse a una squadra di scendere in campo con dodici o più giocatori. Come se la Polizia stradale, in servizio di Stato, criticasse i limiti di velocità. O come se una commissione urbanistica comunale, nell'esercizio delle sue funzioni amministrative, rinunciasse a disciplinare l'altezza dei palazzi in costruzione. La sconcertante sortita di Antonio Catricalà - presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato - contro il "tetto" alla pubblicità televisiva previsto dal disegno di legge del ministro Gentiloni, è innanzitutto una negazione del proprio ruolo e della propria responsabilità all'interno di una democrazia economica, in base ai principi del sistema capitalistico. Se non si può porre un "tetto" alla raccolta pubblicitaria, perché questo - secondo il ragionamento di Catricalà, definito "assolutamente falso" da una durissima nota di Palazzo Chigi - è il fatturato di un'azienda televisiva, allora non si può porre un "tetto" ad alcun fatturato di alcuna azienda. E allora tanto vale abolire il mercato, abolire la normativa antitrust e abolire di conseguenza anche l'Authority. Sappiamo bene, invece, che dagli Stati Uniti all'Europa, al di là e al di qua dell'Oceano, proprio questa è la funzione delle autorità indipendenti (cioè non dipendenti dal potere politico ed economico) chiamate a garantire appunto la libera concorrenza: valga per tutti il caso di Bill Gates e della sua Microsoft, per fare soltanto l'esempio più recente. Nessuno può impedire evidentemente l'espansione di un'azienda all'interno di un qualsiasi settore. Ma quando la sua crescita ammazza i competitors, quando un'azienda assume o detiene posizioni dominanti, quando realizza una condizione di monopolio o di duopolio, come nel caso della tv pubblica e privata in Italia, è chiaro che si determina una situazione critica, incompatibile con il regolare funzionamento del mercato. Tutto ciò è tanto più vero in un settore nevralgico come quello dell'informazione, dove concorrenza è uguale pluralismo e pluralismo è uguale democrazia. Lo è in particolare per la televisione che - ricordiamolo sempre - funziona in regime di concessione pubblica e a maggior ragione è vero per un gruppo come Mediaset che prima ha occupato l'etere abusivamente, con la copertura e la complicità della politica; poi ha continuato a presidiarlo con tre reti, nonostante le numerose sentenze della Corte costituzionale in materia, tutte rinviate, eluse o infine aggirate addirittura con un decreto-legge scandaloso del governo Berlusconi a favore dell'azienda Berlusconi. Non si vede perché, d'altronde, gli editori di carta stampata vengano sottoposti al "tetto" del 20% sulla tiratura complessiva dei quotidiani, anch'esso un "tetto" antitrust, mentre la tv commerciale dovrebbe crescere all'infinito senza regole e senza limiti. Sono almeno vent'anni che la "questione televisiva" si trascina nel nostro Paese, alla ricerca di una soluzione che non arriva mai e forse mai arriverà. È dal 1997 che la legge Maccanico - predisposta per ironia della storia dallo stesso Catricalà, allora capo di gabinetto al ministero delle Poste - ha fissato due "tetti" per la tv: il 20% delle reti e il 30% delle risorse. E se vogliamo, perfino la famigerata legge Gasparri ne ha stabilito uno, seppure mostruoso e ipertrofico, con l'introduzione del Sic (Sistema integrato delle comunicazioni). Ma il duopolio ha continuato a imperversare, soffocando le altre reti e tutti gli altri media, a cominciare proprio dai giornali. Eppure, in passato, la medesima Autorità antitrust - sotto la precedente gestione - aveva denunciato più volte l'abnorme concentrazione televisiva in capo alla Rai e a Mediaset, dichiarando anche "ridondante" il numero delle rispettive frequenze. Oggi il Garante si preoccupa di garantire il fatturato del gruppo Berlusconi invece dell'equilibrio di mercato. A seconda delle stime di fonte diversa, la riduzione per le casse del Biscione potrebbe variare dai 100 ai 500 milioni di euro. Ma a parte il fatto che - all'indomani dell'approvazione della Gasparri - fu lo stesso Fedele Confalonieri ad annunciare trionfalisticamente che in forza di quel provvedimento la sua azienda avrebbe incassato uno o due miliardi in più all'anno, la proposta Gentiloni indica un "tetto" del 45% (fin troppo alto) rispetto a una "torta" che può continuare a crescere e che verosimilmente continuerà a crescere, consentendo a Mediaset di macinare utili netti nell'ordine dei 500-600 milioni all'anno com'è avvenuto negli ultimi tempi. Con una coincidenza singolare, l'outing di Catricalà arriva proprio all'indomani del furibondo attacco di Silvio Berlusconi che - incurante del suo macroscopico conflitto d'interessi - s'è permesso di definire "un crimine" la riforma Gentiloni, annunciando la mobilitazione della piazza: ma è bene dire fin d'ora che cinque milioni di persone sarebbero comunque poche, troppo poche, per un'azienda che vanta gli ascolti televisivi di Mediaset. Per di più, la pronuncia del Garante cade alla vigilia di un'audizione presso la Commissione Trasporti (e Telecomunicazioni) della Camera, in programma già da tempo per oggi, di cui il Parlamento non potrà non chiedergli conto. È lecito concludere, dunque, che tutta questa fretta, questa precipitazione, questa ansia di apparire e sentenziare, risultano nello stesso tempo inopportune e sospette? Con quale legittimità e credibilità l'Antitrust interverrà d'ora in poi sulle pompe di benzina, sulla vendita dei farmaci nei supermercati o su altre quisquilie del genere? Più che una bocciatura della legge Gentiloni, come si sono affrettati ad annunciare i tg di Mediaset, questa è un'abdicazione ai compiti e ai doveri istituzionali dell'Authority. Un atto di subordinazione. O forse, una tratta o una cambiale ipotecaria. |
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RETE 4 NON HA ALCUNA CONCESSIONE GOVERNATIVA SULLE FREQUENZE CHE STA USANDO PER TRASMETTERE E NON L' HA MAI AVUTA Quindi ogni ulteriore discorso su "revoche di frequenze" o "diritti acquisiti" è assurda , la concentrazione di reti nelle mani di Berlusconi è stata dichiarata illegittima nel 1988 ( ! ) e da allora sempre ribadita . Come se un ladro ti rubasse la macchina e quando la trovi dopo 15 anni dicesse che non vuole restituirtela perchè "dopo così tanto tempo non puoi mica pretendere che adesso rinunci al mio mezzo di trasporto che mi serve per lavorare e mantenere i miei 4 figli" .
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Se si dice qualcosa contro Berlusconi è un complotto, se invece si fanno anni di montature contro Prodi (vedi Marini e lo sciroppato Scaramella) è legittimo sospetto.
Non difendo nessuno, ma qualcosa non torna. |
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#100 | ||
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Senior Member
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e comunque io penso che la coscienza immacolata non ce l'abbia quasi nessuno, però qui troverai diverse persone classificate da una certa (grossa) parte della destra come "komuniste" che più che idolatrare una certa persona sono per il "meno peggio" e per la legalità, mentre sull'altro fronte si venera un leader e lo si difende a spada tratta anche in situazioni indifendibili. Io direi che sarebbe il caso di riconoscere gli errori da entrambe le parti. Ma si preferisce fare le orecchie da mercante. Ultima modifica di FiSHBoNE : 04-02-2007 alle 17:30. |
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