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#61 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2000
Città: St.Gallen
Messaggi: 2900
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Giudizi universali
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane, ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote ma doppiate. Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo taglia bene l'aquilone, togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace... Liberi com'eravamo ieri, dei centimetri di libri sotto i piedi per tirare la maniglia della porta e andare fuori come Mastroianni anni fa, come la voce guida la pubblicità ci sono stati dei momenti intensi ma li ho persi già Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza calpestare il cuore, ci si passa sopra almeno due o tre volte i piedi come sulle aiuole. Leviamo via il tappeto e poi mettiamoci dei pattini per scivolare meglio sopra l'odio, Torre di controllo aiuto, sto finendo l'aria dentro al serbatoio... Potrei ma non voglio fidarmi di te io non ti conosco e in fondo non c'è in quello che dici qualcosa che pensi sei solo la copia di mille riassunti Leggera leggera si bagna la fiamma, rimane la cera e non ci sei più... Vuoti di memoria, non c'è posto per tenere insieme tutte le puntate di una storia, piccolissimo particolare, ti ho perduto senza cattiveria... Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo taglia bene l'aquilone, togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace... Libero com'ero stato ieri, ho dei centimetri di cielo sotto ai piedi, adesso tiro la maniglia della porta e vado fuori... come Mastroianni anni fa, sono una nuvola, fra poco pioverà e non c'è niente che mi sposta o vento che mi sposterà... Potrei ma non voglio fidarmi di te io non ti conosco e in fondo non c'è in quello che dici qualcosa che pensi sei solo la copia di mille riassunti Leggera leggera si bagna la fiamma, rimane la cera e non ci sei più... non ci sei più... (Sam Bersani)
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Il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno. (G. Falcone) |
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#62 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Città: Imola
Messaggi: 1126
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Giorgio Gaber
IL SUICIDIO Com’è cambiata questa camera. Prima era un casino di fogli, foglietti, tutto al muro, manifesti Marx, Hengel, attaccati male; partiva un chiodo e ‘PLUFF’ giù un testone! E poi prima che torni la giornata del chiodino… Ah una bella imbiancata e via, fa tristezza? Abitudine, il mio bel armadione, lo specchio… vabbè spogliamoci va. Che faccia ragazzi! Le spalle curve, le gambe magre e queste mutande, pervinca. Mah, questa volta va a finire che lo faccio davvero, certo che senso ha? Magari davanti allo specchio, nudo, sì via anche le mutande. Ecco questo sono io, gli specchi non servono a niente, non so neanche che faccia avrò con gli occhi chiusi. non riesco a fregarlo, non importa. Questa volta mi ammazzo davvero! Mi ricordo che una volta volevo ammazzarmi per amore, mi aveva detto che non mi amava più… un attimo prima che glielo dicessi io, quel tanto che basta per farti impazzire, ti senti escluso, abbandonato e lei non si accorge neanche dell’ingiustizia che ti ha fatto, e tu ti ammazzi… così impara. Educativo. E dopo ti ama per tutta la vita… la sua vita. Cazzate, suicidi a caldo. Ma tu guarda che faccia ragazzi, non c’ho mica la faccia di uno che soffre, è il mondo. Suicidio a freddo, di contro informa…, ‘PUM’, e tutto cambia e il mondo tremendo e ostile viene subito a rotolarsi sui tuoi piedi come una palla docile, sorniona, scodinzolante, affettuosa… un cocker. Vabbè, sembra che poi nessuno c’abbia avuto la soddisfazione di vederlo… il cocker. Quasi quasi mi rivesto e vado da Giuseppe. Giuseppe è sensibile, so già cosa mi dice: "Ci sono mille modi di reinteressarsi alla vita", lui ci crede ciecamente nelle passioni, "mille modi. C’è gente che fotografa gli uccelli nei loro nidi e fa dei corsi meravigliosi per impadronirsi di questa tecnica speciale!", …ci sono davvero questi corsi! C’è tutto! No, non devo andare da Giuseppe, non posso distrarmi con la fotografia. Siamo così futili che le distrazioni ci possono impedire di morire. Ah, meglio Athos, Athos è obiettivo, non sta mica a tirarmi su di morale con delle cazzate, dai. Vado lì, gli racconto tutto, tutto-tutto fino alla fine e: "…ecco lo vedi anche tu, sono un fallito!", e lui: "Sì" e mi indica la scogliera, sto deficiente, insensibile, ma che si ammazzi lui, la scogliera. Casomai il modo melo scelgo io, un modo che sia mio, un modo giusto per…, bisogna essere prudenti quando ci si ammazza. La scogliera! La scogliera va bene per Bergman, nordico, religioso… già, come si ammazzerà la gente importante? Non so, la Mina? Aspidi, maledetta non ne sbaglia una. E Antonioni il regista? Gas, gas a bombole ‘BSSS’. E Arbasino? Svenamento, un classico. E Moravia? Moravia si prepara calmo, sereno, sobrio, due righe, quattro righe, dodici volumi e si fa murare vivo e dopo si sente ‘PUM’, ‘PUM’. E Lucio Battisti? A fari spenti, con Mogol, questa era facile. E Pannella, Marco Pannella? Eccolo me lo vedo, piccola conferenza stampa, la stanza circondata da amici, la cicuta. E lui che parla calmo con Adele Faccio, con Spadaccia e questa volta muore davvero. Eh sì, ognuno c’ha la propria estetica. E io con questa faccia, questa camera, queste mutande potrei buttarmi sotto un… come se fosse un forte attrazione fisica, una cosa bella, un momento di gioia. Troppo vitale, esteticamente vecchio, sa di poeti. Oppure potrei uccidermi senza nessun dolore, nessuna rabbia, nessuna passionalità, senza nessuna voglia di riscatto, un suicidio svedese, più adeguato a quello che succede. Eppure sento che anche questo è già vecchio esteticamente. Forse oggi esteticamente mi rimetto gli slip pervinca, mi rivesto, esco e vedremo come va a finire. C’è una fine per tutto e non è detto che sia sempre la morte!
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G.G. "Il tutto è falso" In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta |
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#63 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2000
Città: St.Gallen
Messaggi: 2900
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Poster
Seduto con le mani in mano sopra una panchina fredda del metro sei lì che aspetti quello delle 7.30 chiuso dentro il tuo paletot Un tizio legge attento le istruzioni sul distributore del caffè e un bambino che si tuffa dentro a un bignè. E l'orologio contro il muro segna l'una e dieci da due anni in qua il nome di questa stazione è mezzo cancellato dall'umidità Un poster che qualcuno ha già scarabocchiato dice "Vieni in Tunisia: c'è un mare di velluto ed una palma e tu che sogni di fuggire via... di andare lontano, lontano... E da una radiolina accesa arrivano le note di un'orchestra jazz Un vecchio con gli occhiali spessi un dito cerca la risoluzione a un quiz. Due donne stan parlando con le braccia piene di sacchetti dell'UPIM E un giornale è aperto sulla pagina dei films. E sui binari quanta vita che è passata e quanta che ne passerà E due ragazzi stretti stretti che si fan promesse per l'eternità. Un uomo si lamenta ad alta voce del governo e della polizia. E tu che intanto sogni ancora sogni sempre, sogni di fuggire via... di andare lontano, lontano... andare lontano, lontano... Sei li che aspetti quello delle 7,30 chiuso dentro il tuo paletot seduto sopra una panchina fredda del metro. (Claudio Baglioni)
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Il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno. (G. Falcone) |
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#64 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2002
Messaggi: 1086
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Un altro mio angolino di paradiso...
Montagne verdi Mi ricordo montagne verdi e le corse di una bambina con l'amico mio più sincero un coniglio dal muso nero. Poi un giorno mi prese il treno l'erba il prato e quello che era mio scomparivano piano piano e piangendo parlai con Dio. Quante volte ho cercato il sole quante volte ho mangiato sale la città aveva mille sguardi io sognavo montagne verdi. Il mio destino è di stare accanto a te con te vicino più paura non avrò e un po' bambina tornerò. Mi ricordo montagne verdi quella sera negli occhi tuoi quando hai detto s'è fatto tardi t'accompagno se tu lo vuoi. Quella nebbia le tue parole la tua storia è la mia storia poi nel buio senza parlare ho dormito con te sul cuore. Io ti amo mio grande amore io ti amo mio primo amore quante volte ho cercato il sole quante volte ho cercato il sole la la la... Il mio destino è di stare accanto a te con te vicino più paura non avrò e un po' più donna io sarò. Montagne verdi nei tuoi occhi rivedrò. Marcella Bella
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Se ho un leone che mi mangia il cuor, se ho una bissa che memagna i piè, se cerco il mare di Shangai e Hong Kong, o se una volta mi innamoro di te, non ho l'arma che uccide il leone, e per la bissa non ho il bastone, verso Hong Kong non possiamo volare, se risposta c'è non è certo controllare... Video meliora proboque: deteriora sequor... Gutta cavat lapidem... Say the words I want to hear for all eternity... |
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#65 |
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Iscritto dal: Nov 2001
Città: Casteddu
Messaggi: 532
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prima
Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma son mille papaveri rossi lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente così dicevi ed era inverno e come gli altri verso l'inferno te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve fermati Piero , fermati adesso lascia che il vento ti passi un po' addosso dei morti in battaglia ti porti la voce chi diede la vita ebbe in cambio una croce ma tu no lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di giava ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera e mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore sparagli Piero , sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue e se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire ma il tempo a me resterà per vedere vedere gli occhi di un uomo che muore e mentre gli usi questa premura quello si volta , ti vede e ha paura ed imbraccia l'artiglieria non ti ricambia la cortesia cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chiedere perdono per ogni peccato cadesti interra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato un ritorno Ninetta mia crepare di maggio ci vuole tanto troppo coraggio Ninetta bella dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno e mentre il grano ti stava a sentire dentro alle mani stringevi un fucile dentro alla bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi. seconda Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro non sa con quanto amore mi dedico al tritolo, è quasi indipendente ancora poche ore poi gli darò la voce il detonatore. Il mio Pinocchio fragile parente artigianale di ordigni costruiti su scala industriale di me non farà mai un cavaliere del lavoro, io son di un'altra razza, son bombarolo. Nel scendere le scale ci metto più attenzione, sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone proprio nel giorno in cui la decisione è mia sulla condanna a morte o l'amnistia. Per strada tante facce non hanno un bel colore, qui chi non terrorizza si ammala di terrore, c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo, io son d'un altro avviso, son bombarolo. Intellettuali d'oggi idioti di domani ridatemi il cervello che basta alle mie mani, profeti molto acrobati della rivoluzione oggi farò da me senza lezione. Vi scoverò i nemici per voi così distanti e dopo averli uccisi sarò fra i latitanti ma finché li cerco io i latitanti sono loro, ho scelto un'altra scuola, son bombarolo. Potere troppe volte delegato ad altre mani, sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani, io vengo a restituirti un po' del tuo terrore del tuo disordine del tuo rumore. Così pensava forte un trentenne disperato, se non del tutto giusto quasi niente sbagliato, cercando il luogo idoneo adatto al suo tritolo, insomma il posto degno d'un bombarolo. C'è chi lo vide ridere davanti al Parlamento aspettando l'esplosione che provasse il suo talento, c'è chi lo vide piangere un torrente di vocali vedendo esplodere un chiosco di giornali. Ma ciò che lo ferì profondamente nell'orgoglio fu l'immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio lontana dal ridicolo in cui lo lasciò solo, ma in prima pagina col bombarolo. |
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#66 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Lucca
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#67 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Casteddu
Messaggi: 532
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terza
Tito - Non avrai altro Dio all'infuori di me, spesso mi ha fatto pensare: genti diverse venute dall'est dicevan che in fondo era uguale. Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male. Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male. Non nominare il nome di Dio non nominarlo invano. Con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena e il suo nome: ma forse era stanco, forse troppo occupato e non ascoltò il mio dolore. Ma forse era stanco, forse troppo lontano davvero lo nominai invano. Onora il padre. onora la madre e onora anche il loro bastone, bacia la mano che ruppe il tuo naso perché le chiedevi un boccone: quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Ricorda di santificare le feste. Facile per noi ladroni entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei loro padroni senza finire legati agli altari sgozzati come animali. Senza finire legati agli altari sgozzati come animali. Il quinto dice non devi rubare e forse io l'ho rispettato vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie di quelli che avevan rubato: ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri, nel nome di dio. Ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri, nel nome di dio. Non commettere atti che non siano puri cioè non disperdere il seme. Feconda una donna ogni volta che l'ami così sarai uomo di fede: poi la voglia svanisce e il figlio rimane e tanti ne uccide la fame lo, forse, ho confuso il piacere e l'amore. ma non ho creato dolore. Il settimo dice non ammazzare se del cielo vuoi essere degno. Guardatela oggi, questa legge di dio, tre volte inchiodata nel legno: guardate la fine di quel nazareno, e un ladro non muore di meno Guardate la fine di quel nazareno. e un ladro non muore di meno. Non dire falsa testimonianza e aiutali a uccidere un uomo Lo sanno a memoria il diritto divino e scordano sempre il perdono: ho spergiurato su dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Ho spergiurato su dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Non desiderare la roba degli altri , non desiderarne la sposa. Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa: nei letti degli altri già caldi d'amore non ho provato dolore. L'invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita. Ma adesso che viene la sera ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il sole al di là delle dune a violentare altre notti : io , nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore |
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#68 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Casteddu
Messaggi: 532
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e tutte le altre di Fabrizio
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#69 |
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Messaggi: n/a
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a quest'ora
Ancora Eduardo De Crescenzo E' notte alta e sono sveglio, sei sempre tu il mio chiodo fisso insieme a te ci stavo meglio, e più ti penso e più ti voglio tutto il casino fatto per averti, per questo amore che era un frutto acerbo, adesso che ti voglio bene, io ti perdo. Ancora, ancora, ancora, perché io da quella sera, non ho fatto più l'amore senza te, e non me ne frega niente, senza te anche se incontrassi un angelo, direi non mi fai volare in alto quanto lei. E' notte alta e sono sveglio, e mi rivesto e mi rispoglio mi fa smaniare questa voglia, e prima o poi farò lo sbaglio di fare il pazzo e venir sottocasa tirare sassi alla finestra accesa prendere a calci la tua porta, chiusa, chiusa. Ancora, ancora, ancora, perché io da quella sera, non ho fatto più l'amore senza te, e non me ne frega niente, senza te anche se incontrassi un angelo, direi non mi fai volare in alto quanto lei. |
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#70 |
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Member
Iscritto dal: Dec 2003
Città: Roma
Messaggi: 119
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giorgio gaber
il dilemma In una spiaggia poco serena camminavano un uomo e una donna e su di loro la vasta ombra di un dilemma. L'uomo era forse più audace più stupido e conquistatore la donna aveva perdonato non senza dolore. Il dilemma era quello di sempre un dilemma elementare se aveva o non aveva senso il loro amore. In una casa a picco sul mare vivevano un uomo e una donna e su di loro la vasta ombra di un dilemma. L'uomo è un animale quieto se vive nella sua tana la donna non si sa se è ingannevole o divina. Il dilemma rappresenta l'equilibrio delle forze in campo perché l'amore e il litigio sono le forme del nostro tempo. Il loro amore moriva come quello di tutti come una cosa normale e ricorrente perché morire e far morire è un'antica usanza che suole aver la gente. Lui parlava quasi sempre di speranza e di paura come l'essenza della sua immagine futura. E coltivava la sua smania e cercava la verità lei l'ascoltava in silenzio lei forse ce l'aveva già. Anche lui curiosamente come tutti era nato da un ventre ma purtroppo non se lo ricorda o non lo sa. In un giorno di primavera mentre lei non lo guardava lui rincorse lo sguardo di una fanciulla nuova. E ancora oggi non si sa se era innocente come un animale o se era come instupidito dalla vanità. Ma stranamente lei si chiese se non fosse un'altra volta il caso di amare e di restar fedele al proprio sposo. Il loro amore moriva come quello di tutti con le parole che ognuno sa a memoria sapevan piangere e soffrire ma senza dar la colpa all'epoca o alla storia. Questa voglia di non lasciarsi è difficile da giudicare non si sa se è una cosa vecchia o se fa piacere. Ai momenti di abbandono alternavano le fatiche con la gran tenacia che è propria delle cose antiche. E questo è il sunto di questa storia per altro senza importanza che si potrebbe chiamare appunto resistenza. Forse il ricordo di quel Maggio gli insegnò anche nel fallire il senso del rigore e il culto del coraggio. E rifiutarono decisamente le nostre idee di libertà in amore a questa scelta non si seppero adattare. Non so se dire a questa nostra scelta o a questa nostra nuova sorte so soltanto che loro si diedero la morte. Il loro amore moriva come quello di tutti non per una cosa astratta come la famiglia loro scelsero la morte per una cosa vera come la famiglia. Io ci vorrei vedere più chiaro rivisitare il loro percorso le coraggiose battaglie che avevano vinto e perso. Vorrei riuscire a penetrare nel mistero di un uomo e una donna nell'immenso labirinto di quel dilemma. Forse quel gesto disperato potrebbe anche rivelare come il segno di qualcosa che stiamo per capire. Il loro amore moriva come quello di tutti come una cosa normale e ricorrente perché morire e far morire è un'antica usanza che suole avere la gente.
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Athlon xp 2800+@3200+(200*11) ; 2Gb pc 3200 ; Asus A7N8X- Deluxe rev 2.0 bios 1007 ; Maxtor 80Gb e 200 Gb Sata; Hercules radeon 9600Pro@xt , Enermax EG465P-VE 460Watt ; Mast DVD Nec ND-2500A@2510 Adsl powered by telvia |
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#71 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2003
Messaggi: 1252
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SAMUELE BERSANI - REPLAY
Dentro al replay fra miliardi di altri ci sei e non hai scia luminosa d'auto anche di periferia come i sogni che farai o prenderai a noleggio quando ti addormenterai con le scarpe sul letto Dentro al replay con la testa girata un po' in su da fotografia ci sei anche tu prima di andare via "se rimango ancora qui è come se morissi e guardandomi allo specchio ad un tratto sparissi" Cadono le stelle e sono cieco e dove cadono non so cercherò, proverò, davvero ad avere sempre su di me il profumo delle mani riuscire a fare sogni tridimensionali non chiedere mai niente al mondo solo te come una cosa che non c'è cercando dappertutto anche in me ti vedo Dentro al replay per un attimo c'ero e anche lei ma in quel momento qualcosa ho cancellato si è fermato il tempo, la sua regolarità e come se morissi è sparita anche la luna, è cominciata l'eclissi Cadono le stelle allora è vero e io non so se ci sarò dove andrò non lo so se lo merito o no se correggerò gli effetti dei miei guasti nucleari se troverò il coraggio ti telefono domani e più sarò lontano e più sarò da te dimenticato e muto come uno che non c'è tornerò, tornerò davvero a sentire su di me profumo delle mani di notte io farò sogni tridimensionali senza chiedere mai niente al mondo neanche a te senza chiedermi perché ti vedo dappertutto anche in me ti vedo |
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#72 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Messaggi: 43
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Re: I migliori testi delle canzone italiane
[quote]Originariamente inviato da Deppe
Postate qui i testi per voi più belli, più emozionanti, più significativi della musica italiana. Comincio io: Tutte le canzoni di Biagio Antonacci
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*La mia anima è colorata come la ali delle farfalle..Le fiabe di ieri crescono ma non moriranno mai..Avanti con lo spettacolo...* |
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#73 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2002
Città: Macerata
Messaggi: 7645
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Come molti hanno detto, anch'io direi tutto De André.
Ma in particolare, qualche canzone, di quelle divertenti, di Fabrizio: Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers Re Carlo tornava dalla guerra lo accoglie la sua terra cingendolo d'allor. Al sol della calda primavera lampeggia l'armatura del Sire vincitor. Il sangue del Principe e del Moro arrossano il cimiero d'identico color ma più che del corpo le ferite da Carlo son sentite le bramosie d'amor. "Se ansia di gloria, sete d'onore spegne la guerra al vincitore non ti concede un momento per fare all'amore. Chi poi impone alla sposa soave di castità la cintura ahimè è grave in battaglia può correre il rischio di perder la chiave". Così si lamenta il re cristano s'inchina intorno il grano, gli son corona i fior. Lo specchio di chiara fontanella riflette fiero in sella dei Mori il vincitor. Quand'ecco nell'acqua si compone mirabile visione il simbolo d'amor nel folto di lunghe trecce bionde il seno si confonde ignudo in pieno sol. "mai non fu vista cosa più bella mai io non colsi siffatta pulzella" disse re carlo scendendo veloce di sella. "Deh, cavaliere non v'accostate già d'altri è gaudio quel che cercate ad altra più facile fonte la sete calmate". Sorpreso da un fare sì deciso sentendosi deriso re Carlo s'arrestò ma più dell'onor potè il digiuno fremente l'elmo bruno il sire si levò. Codesta era l'arma sua segreta da Carlo spesso usata in gran difficoltà alla donna apparve un gran nasone un volto da caprone, ma era Sua Maestà. "Se voi non foste il mio sovrano" Carlo si sfila il pesante spadone "non celerei il disio di fuggirvi lontano. Ma poiché siete il mio signore" Carlo si toglie l'intero gabbione "debbo concedermi spoglia ad ogni pudore". Cavaliere lui era assai valente ed anche in quel frangente d'onor si ricoprì e giunto alla fin della tenzone incerto sull'arcione tentò di risalir. Veloce lo arpiona la pulzella repente una parcella presenta al suo signor "deh, proprio perché voi siete il sire fan cinquemila lire, è un prezzo di favor". "E' mai possibile, porco d'un cane, che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi puttane. Anche sul prezzo c'è poi da ridire ben mi ricordo che pria di partire v'eran tariffe inferiori alle tremila lire". Ciò detto, agì da gran cialtrone con balzo da leone in sella si lanciò frustando il cavallo come un ciuco tra i glicini e il sambuco il re si dileguò. Re Carlo tornava dalla guerra l'accoglie la sua terra cingendolo d'allor. Al sol della calda primavera lampeggia l'armatura del sire vincitor. Il testamento Quando la morte mi chiamerà forse qualcuno protesterà dopo aver letto nel testamento quel che gli lascio in eredità non maleditemi non serve a niente tanto all'inferno ci sarò già ai protettori delle battone lascio un impiego da ragioniere perché provetti nel loro mestiere rendano edotta la popolazione ad ogni fine di settimana sopra la rendita di una puttana ad ogni fine di settimana sopra la rendita di una puttana voglio lasciare a Bianca Maria che se ne frega della decenza un attestato di benemerenza che al matrimonio le spiani la via con tanti auguri per chi c'è caduto di conservarsi felice e cornuto con tanti auguri per chi c'è caduto di conservarsi felice e cornuto sorella morte lasciami il tempo di terminare il mio testamento lasciami il tempo di salutare di riverire di ringraziare tutti gli artefici del girotondo intorno al letto di un moribondo signor becchino mi ascolti un poco il suo lavoro a tutti non piace non lo consideran tanto un bel gioco coprir di terra chi riposa in pace ed è per questo che io mi onoro nel consegnarle la vanga d'oro ed è per questo che io mi onoro nel consegnarle la vanga d'oro per quella candida vecchia contessa che non si muove più dal mio letto per estirparmi l'insana promessa di riservarle i miei numeri al lotto non vedo l'ora di andar fra i dannati per rivelarglieli tutti sbagliati non vedo l'ora di andar fra i dannati per rivelarglieli tutti sbagliati quando la morte mi chiederà di restituirle la libertà forse una lacrima forse una sola sulla mia tomba si spenderà forse un sorriso forse uno solo dal mio ricordo germoglierà se dalla carne mia già corrosa dove il mio cuore ha battuto un tempo dovesse nascere un giorno una rosa la do alla donna che mi offrì il suo pianto per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d'amore per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d'amore a te che fosti la più contesa la cortigiana che non si dà a tutti ed ora all'angolo di quella chiesa offri le immagini ai belli ed ai brutti lascio le note di questa canzone canto il dolore della tua illusione a te che sei costretta per tirare avanti costretta a vendere Cristo e i santi quando la morte mi chiamerà nessuno al mondo si accorgerà che un uomo è morto senza parlare senza sapere la verità che un uomo è morto senza pregare fuggendo il peso della pietà cari fratelli dell'altra sponda cantammo in coro già sulla terra amammo tutti l'identica donna partimmo in mille per la stessa guerra questo ricordo non vi consoli quando si muore si muore si muore soli questo ricordo non vi consoli quando si muore si muore soli. Bellissime |
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#74 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2002
Città: Roma
Messaggi: 1233
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Antonello Venditti - ROMA CAPOCCIA -
Quanto sei bella Roma quann'è sera, quando la luna se specchia dentro ar fontanone e le coppiette se ne vanno via, quanto sei bella Roma quando piove. Quanto sei bella Roma quann'è er tramonto, quando l'arancia rosseggia ancora sui sette colli e le finestre so' tanti occhi che te sembrano dì : quanto sei bella! Ah, quanto sei bella. Oggi me sembra che er tempo se sia fermato qui. Vedo la maestà der Colosseo, vedo la santità der Cuppolone, e so' più vivo, e so' più bono, no, nun te lasso mai, Roma capoccia der monno infame. Na carrozzella va co' du' stranieri, un robivecchi te chiede un po' de stracci, li passeracci so' usignoli, io ce so' nato, Roma, io t'ho scoperta, stamattina. Oggi me sembra che er tempo se sia fermato qui. Vedo la maestà der Colosseo, vedo la santità der Cuppolone, e so' più vivo, e so' più bono, no, nun te lasso mai, Roma capoccia der monno infame. Roma capoccia der monno infame. |
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#75 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Messaggi: 2629
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Via del Campo
Via del Campo c’è una graziosa gli occhi grandi color di foglia tutta notte sta sulla soglia vende a tutti la stessa rosa. Via del Campo c’è una bambina con le labbra color rugiada gli occhi grigi come la strada nascon fiori dove cammina. Via del Campo c’è una puttana gli occhi grandi color di foglia se di amarla ti vien la voglia basta prenderla per la mano e ti sembra di andar lontano lei ti guarda con un sorriso non credevi che il paradiso fosse solo lì al primo piano. Via del Campo ci va un illuso a pregarla di maritare a vederla salir le scale fino a quando il balcone è chiuso. Ama e ridi se amor risponde pingi forte se non ti sente dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior... dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior...
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Benedetto sia il Signore,la mia Roccia,che insegna alle mie mani a fare la guerra e alle mie dita a combattere Meglio 1 giorno da Zeman che una vita da Elkann ( qualsiasi Ciao pierpo! |
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#76 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: DAJE ROMA DAJE
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VITA MIA- ZetaZeroAlfa-
Ti ricordi l'altra sera quando abbiam parlato mi hai detto "scusa caro, il nostro amore ormai e finito" il tempo di tirare su le braghe, e sono partito con in tasca soltanto il tuo bellissimo sorriso e mi son reso conto che questa vita mia vola via in un'altra sera passata in birreria e mi son reso conto che questa vita mia vola via in un'altra notte piena di polizia E adesso a me cosa mi resta, il tuo ricordo, tanti amici e una sbornia nella testa forse è meglio per te o forse è meglio anche per me e cosa vuoi che io ti dica, lo sai, LA VITA GIRA E VA MA SE ERA VERO AMORE CI RIVEDREMO QUA e mi son reso conto che questa vita mia vola via in un'altra sera passata in birreria e mi son reso conto che questa vita mia vola via in un'altra notte piena di polizia
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Non devo avere paura.La paura uccide la mente.La paura è la piccola morte che porta con sè l'annullamento. Guarderò in faccia la mia paura e la affronterò; e quando sarà passata non ci sarà più nulla.Soltanto io ci sarò. --->www.chebios.it <--- |
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#77 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 1999
Città: Pistoia
Messaggi: 10104
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Quote:
Ciao!!
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"Inquietante non è che il mondo si trasformi in un unico apparato tecnico-economico. Ancora più inquietante è che non siamo ancora preparati a questa radicale trasformazione del mondo. Ma ancora più inquietante è che non abbiamo alternative al pensiero unico capace solo di fare di conto (denken als rechnen)." Heidegger |
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#78 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2003
Città: Genova
Messaggi: 11586
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Autogrill - Francesco Guccini
La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven-up, e il sorriso da fossette e denti era da pubblicità, come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill, mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR... Bella, d' una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria, quasi triste, come i fiori e l' erba di scarpata ferroviaria, il silenzio era scalfito solo dalle mie chimere che tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere... Basso il sole all' orizzonte colorava la vetrina e stampava lampi e impronte sulla pompa da benzina, lei specchiò alla soda-fountain quel suo viso da bambina ed io.... sentivo un' infelicità vicina... Vergognandomi, ma solo un poco appena, misi un disco nel juke-box per sentirmi quasi in una scena di un film vecchio della Fox, ma per non gettarle in faccia qualche inutile cliché picchiettavo un indù in latta di una scatola di té... Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti, senti io ti vorrei parlare...", poi prendendo la sua mano sopra al banco: "Non so come cominciare: non la vedi, non la tocchi oggi la malinconia? Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via." Terminò in un cigolio il mio disco d' atmosfera, si sentì uno sgocciolio in quell' aria al neon e pesa, sovrastò l' acciottolio quella mia frase sospesa, "ed io... ", ma poi arrivò una coppia di sorpresa... E in un attimo, ma come accade spesso, cambiò il volto d' ogni cosa, cancellarono di colpo ogni riflesso le tendine in nylon rosa, mi chiamò la strada bianca, "Quant'è?" chiesi, e la pagai, le lasciai un nickel di mancia, presi il resto e me ne andai...
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#79 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Casteddu
Messaggi: 532
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dimenticavo questa
Al ballo mascherato Cristo drogato da troppe sconfitte cede alla complicità di Nobel che gli espone la praticità di un eventuale premio della bontà. Maria ignorata da un Edipo ormai scaltro mima una sua nostalgia di natività, io con la mia bomba porto la novità, la bomba che debutta in società, al ballo mascherato della celebrità. Dante alla porta di Paolo e Francesca spia chi fa meglio di lui: lì dietro si racconta un amore normale ma lui saprà poi renderlo tanto geniale. E il viaggio all'inferno ora fallo da solo con l'ultima invidia lasciata là sotto un lenzuolo, sorpresa sulla porta d'una felicità la bomba ha risparmiato la normalità, al ballo mascherato della celebrità. La bomba non ha una natura gentile ma spinta da imparzialità sconvolge l'improbabile intimità di un'apparente statua della Pietà. Grimilde di Manhattan, statua della libertà, adesso non ha più rivali la tua vanità e il gioco dello specchio non si ripeterà "sono più bella io o la statua della Pietà" dopo il ballo mascherato della celebrità. Nelson strappato al suo carnevale rincorre la sua identità e cerca la sua maschera, l'orgoglio, lo stile, impegnati sempre a vincere e mai a morire. Poi dalla feluca ormai a brandelli tenta di estrarre il coniglio della sua Trafalgar e nella sua agonia, sparsa di qua, di là, implora una Sant'Elena anche in comproprietà, al ballo mascherato della celebrità. Mio padre pretende aspirina ed affetto e inciampa nella sua autorità, affida a una vestaglia il suo ultimo ruolo ma lui esplode dopo, prima il suo decoro. Mia madre si approva in frantumi di specchio, dovrebbe accettare la bomba con serenità, il martirio è il suo mestiere, la sua vanità, ma ora accetta di morire soltanto a metà, la sua parte ancora viva le fa tanta pietà, al ballo mascherato della celebrità. Qualcuno ha lasciato la luna nel bagno accesa soltanto a metà quel poco che mi basta per contare i caduti, stupirmi della loro fragilità, e adesso puoi togliermi i piedi dal collo amico che mi hai insegnato il "come si fa" se no ti porto indietro di qualche minuto ti metto a conversare, ti ci metto seduto tra Nelson e la statua della Pietà, al ballo mascherato della celebrità. e questa La ballata dell' amore cieco Un uomo onesto, un uomo probo, tralalalalla tralallaleru s'innamorò perdutamente d'una che non lo amava niente. Gli disse portami domani, tralalalalla tralallaleru gli disse portami domani il cuore di tua madre per i miei cani. Lui dalla madre andò e l'uccise, tralalalalla tralallaleru dal petto il cuore le strappò e dal suo amore ritornò. Non era il cuore, non era il cuore, tralalalalla tralallaleru non le bastava quell'orrore, voleva un'altra prova del suo cieco amore. Gli disse amor se mi vuoi bene, tralalalalla tralallaleru gli disse amor se mi vuoi bene, tagliati dei polsi le quattro vene. Le vene ai polsi lui si tagliò, tralalalalla tralallaleru e come il sangue ne sgorgò, correndo come un pazzo da lei tornò. Gli disse lei ridendo forte, tralalalalla tralallaleru gli disse lei ridendo forte, l'ultima tua prova sarà la morte. E mentre il sangue lento usciva, e ormai cambiava il suo colore, la vanità fredda gioiva, un uomo s'era ucciso per il suo amore. Fuori soffiava dolce il vento tralalalalla tralallaleru ma lei fu presa da sgomento, quando lo vide morir contento. Morir contento e innamorato, quando a lei niente era restato, non il suo amore, non il suo bene, ma solo il sangue secco delle sue vene. |
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#80 |
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Member
Iscritto dal: Dec 2003
Città: Roma
Messaggi: 119
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Antonello venditti
sora rosa A Sora Rosa me ne vado via, ciò er core a pezzi pe'lla vergogna, de questa terra che nu mm'aiuta mai de questa gente che te sputa n'faccia, che nun'ha mai preso na farce in mano, che se distingue pe na cravatta. Me ne vojo annà da sto paese marcio, Che cià li bbuchi ar posto der cervello, che vò magnà dull'ossa de chi soffre, che pensa solo ar posto che po' perde. Ciavemo forza e voja più de tutti Annamo là dove ce stanno i morti, anche se semo du ossa de prosciutti ce vedrà chi cià li occhioni sani che ce dirà: "venite giù all'inferno armeno ciavrete er foco pell'inverno". Si ciai un core, tu me poi capì Si ciai n'amore, tu me poi seguì Che ce ne frega si nun contamo gnente Se semo sotto li calli della ggente. Sai che ti dico, io mo' me butto ar fiume, così finisco de campà sta vita che a poco a poco m'ha ‘succato l'occhi più delle pene de satana immortale. Annamo via, tenemose pe'mano, c'è solo questo de vero pe'chi spera, che forse un giorno chi magna troppo adesso possa sputà le ossa che so' sante
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Athlon xp 2800+@3200+(200*11) ; 2Gb pc 3200 ; Asus A7N8X- Deluxe rev 2.0 bios 1007 ; Maxtor 80Gb e 200 Gb Sata; Hercules radeon 9600Pro@xt , Enermax EG465P-VE 460Watt ; Mast DVD Nec ND-2500A@2510 Adsl powered by telvia |
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