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Old 09-08-2006, 15:54   #41
FastFreddy
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Originariamente inviato da sempreio
ma se il rame porta la punta in uranio a 3000gradi buca qualsiasi tipo di corazza, e non dirmi che è una cosa assurda


Hai una minima idea di quale sia la funzione del DU nelle armi anticarro?
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Old 09-08-2006, 15:57   #42
maxsona
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Ma cosa serve fondere l'uranio ? non basta il rame fuso ? e poi perchè devo fondere il rame per fondere l'uranio ? non posso fondere direttamente l'uranio visto che la temperatura di fusione è simile ?, e se il rame fuso è capace di fondere l'uranio come mai che le corazze dell'Abrams sono costruite di uranio impoverito mentre il dardo della carica cava è in rame ? gli Americani sono autolesionisti ?
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Old 09-08-2006, 15:59   #43
sempreio
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vabbe guardatevi il filmato, madonna sono discussione che non portano a nulla
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Old 09-08-2006, 16:00   #44
dupa
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Originariamente inviato da maxsona
Il Black Shark è l'ultima generazione di siluro pesante nato sviluppato da Alenia sistemi subaquei, non è ancora entrato in servizio ed è "filoguidato" visto che non potendo violare le leggi della fisica le onde radio sotto l'acqua non passano, questo è il più moderno siluro in circolazione

Le onde radio son onde elettromagnetiche e le onde elettromagnetica viaggiano anche in acqua..
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Se buttassimo in un cestino tutto ciò che in Italia non funziona cosa rimarrebbe? Il cestino.
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Old 09-08-2006, 16:01   #45
FastFreddy
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Originariamente inviato da sempreio
vabbe guardatevi il filmato, madonna sono discussione che non portano a nulla

Quando uno vuol portare avanti tesi bislacche che vanno contro ogni legge della fisica e della logica, questo è il prezzo da pagare...
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Old 09-08-2006, 16:02   #46
sempreio
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Ma cosa serve fondere l'uranio ? non basta il rame fuso ? e poi perchè devo fondere il rame per fondere l'uranio ? non posso fondere direttamente l'uranio visto che la temperatura di fusione è simile ?, e se il rame fuso è capace di fondere l'uranio come mai che le corazze dell'Abrams sono costruite di uranio impoverito mentre il dardo della carica cava è in rame ? gli Americani sono autolesionisti ?

perchè l' uranio impoverito rimane integro anche a 3000 gradiè per quello che buca meglio, altro che il rame che è al confronto della margarina sciolta, in più il rame ha un' elevata conducibilità termica
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Old 09-08-2006, 16:03   #47
maxsona
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Le onde radio son onde elettromagnetiche e le onde elettromagnetica viaggiano anche in acqua..
L'acqua attenua le onde elettromagnetiche. Soltanto frequenze bassissime riescono a propagarsi per centinaia di chilometri, ma con la necessità di enormi antenne, costituite da fili immersi lunghi diverse decine di chilometri
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Old 09-08-2006, 16:04   #48
sempreio
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non è vero voi volete solo discutere e vi agrappate ad ogni minima sciocchezza pur di dare torto, tipico degli italiani e quindi vi lascio parlare come pecoroni
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Old 09-08-2006, 16:04   #49
maxsona
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vabbe guardatevi il filmato, madonna sono discussione che non portano a nulla
Hanno portato al fatto che un siluro americano con testata all'uranio non esiste, se esiste dammi sigla e foto, ci sono decine di fonti che classificano le armi di tutti i paesi del mondo.
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Old 09-08-2006, 16:05   #50
maxsona
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non è vero voi volete solo discutere e vi agrappate ad ogni minima sciocchezza pur di dare torto, tipico degli italiani e quindi vi lascio parlare come pecoroni
Penso che parlare di cose che non esistono (e nessuno mi ha ancora provato il contrario) sia una sciochezza
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Old 09-08-2006, 16:06   #51
FastFreddy
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perchè l' uranio impoverito rimane integro anche a 3000 gradiè per quello che buca meglio, altro che il rame che è al confronto della margarina sciolta, in più il rame ha un' elevata conducibilità termica
L'uranio fonde a circa 1150° C, ed il suo punto di ebollizione è a 3800° C

Spiegami come fa a rimanere integro?
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Old 09-08-2006, 16:07   #52
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L'uranio fonde a circa 1150° C, ed il suo punto di ebollizione è a 3800° C

Spiegami come fa a rimanere integro?
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Old 09-08-2006, 16:07   #53
dupa
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L'acqua attenua le onde elettromagnetiche. Soltanto frequenze bassissime riescono a propagarsi per centinaia di chilometri, ma con la necessità di enormi antenne, costituite da fili immersi lunghi diverse decine di chilometri


Se hai a disposizione un reattore nucleare che alimenta un sottomarino, non credo che sia tutto sto consumo di energia dar su un po' di Watt alle onde elettromagnetiche..

Comunque considerando che i raggi del sole, circa 1kW/mq riescono a penetrare per 200 metri in acqua e considerando che le frequenze della luce sono tutt'altro che bassissime..

in ogni caso, mi hai incuriosito, se hai qualche grafico riguardo all'attenuazione in acqua dei campi elettromagnetici, son curioso di vederlo.
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Old 09-08-2006, 16:12   #54
maxsona
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Originariamente inviato da dupa


Se hai a disposizione un reattore nucleare che alimenta un sottomarino, non credo che sia tutto sto consumo di energia dar su un po' di Watt alle onde elettromagnetiche..

Comunque considerando che i raggi del sole, circa 1kW/mq riescono a penetrare per 200 metri in acqua e considerando che le frequenze della luce sono tutt'altro che bassissime..

in ogni caso, mi hai incuriosito, se hai qualche grafico riguardo all'attenuazione in acqua dei campi elettromagnetici, son curioso di vederlo.
L'attenuazione è in funzione della frequenza, più si scende in frequenza e minore è l'attenuazione, e più lunga è l'antenna, ma c'è un problema, l'antenna deve entrare nel corpo del siluro. i sommergibili per comunicare rimandendo immersi usano delle boe.
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Old 09-08-2006, 16:13   #55
sempreio
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potete anche continuare da qui, che parla mk48 con punta in uranio impoverito e cercate su google

http://www.hwupgrade.it/forum/archiv.../t-840411.html


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Old 09-08-2006, 16:13   #56
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L'attenuazione è in funzione della frequenza, più si scende in frequenza e minore è l'attenuazione, e più lunga è l'antenna, ma c'è un problema, l'antenna deve entrare nel corpo del siluro. i sommergibili per comunicare rimandendo immersi usano delle boe.
quindi per risolvere il problema delle scorie radioattive (il cui problema son le onde ad altissima frequenza) basterebbe buttarle in mare?
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Old 09-08-2006, 16:13   #57
von Clausewitz
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Originariamente inviato da sempreio
non so se ieri notte avete visto il documentario di minoli sulla tragedia del kursk, ve ne faccio un breve riassunto per capire fino a che punto si era arrivati, anche se è meglio che andate a vedervi la puntata che fra un pò di giorni dovrebbe essere online sul sito rai.
Tutta la vicenda inizia da una presunta esercitazione Russa nel mare di Mar di Barents fatta per invogliare i cinesi a comprare un siluro dalle straordinarie performance 400Km/h circa 10 volte la velocità di un siluro americaco e occidentale, ai servizi segreti americani questo piccolo particolare che ci fossero all' esercitazione anche i cinesi, non sfugge e irrita a tal punto il comando americano, che manda nella zona sommergibili, navi norvegesi spia e punta i satelliti nel mare di barents. Purtroppo accade l' imprevedibile in quel tratto di mare tanto trafficato il sottomarino americano tocca e squarcia quello russo il kursk, anche se non gli fa un gran danno, anzi il sottomarino americano che molto più piccolo e di classe inferiore è quello che ne esce peggio non riescendo neppure a muoversi, a questo punto forse vistosi alle strette il sottomarino americano lancia un siluro che colpisce il kursk, non si sa se i russi abbiano attaccato per primi mancando il bersaglio, fatto stà che ci sono le fotografie scattate dopo il recupero del kursk indicano senza ombra di dubbio che nel kusrk è entrato un siluro americano dato che hanno la particolarità di fare un buco netto nello nella struttura che va a colpire grazie alla punta all' uranio impoverito. da mosca partono due caccia equipaggiati con armamenti anti sommergibili in direzione dei sommergibili americani, a questo punto è lecito pensare all' inizio della terza guerra mondiale e in realtà si va molto vicino a tale ipotesi se non fosse che Clinton e Putin trovano una soluzione pacifica che nei successivi mesi porta nelle casse di mosca 10miliardi di dollari(reaglino) ma soprattutto l' estinzione dell' enorme debito russo. la verisone ufficiale sia russa sia americana parla tutt' ora di un incidente dovuto all' imperizia di maneggiare vecchi siluri russi nel kursk
beh se lo dice minoli, un nome, una garanzia
si, che l'avrebbe sparata grossa
ma dico, me si fa a dare retta a un signor paraculo come il minoli, un uomo che ha attraversato tutte le stagioni del paraculismo italiano?
non ho visto il documentario in questione, però ne vidi tempo fa un altro, non ricordo esattamente su quali teorie pseudocomplottistiche riguardo a qualche avvenimento, e nel mentre le raccontava minoli aveva un certo qual sorriso stampato sul volto che sembrava dirti: ebbene si, sto sparando una caterva d'inanerrabili di fregnacce, ma tu ignaro telespettatore non potrai mai appurarlo veramente e io continuerò a prenderti per il culo impunemente anche per il futuro, in fondo quello faccio e ho sempre fatto in televisione sin da quando facevo le interviste in ginocchio al fu bettino craxi
cmq qualche settimana fa avevo visto invece un ducumentario su history channel di sky, nel quale appunto si parlava del kursk e come ipotesi più accreditata dell'incidente, suffragata da testimonianze, parlava di come un siluro si fosse danneggiato in fase di caricamento sul kursk alla base navale, caricamento ripreso anche da filmati amatoriali e come questo danneggiamento provocò una perdita di combustibile di propulsione del medesimo siluro, era ossigeno liquido se non erro, nella sala siluri questa perdita avrebbe causato condense e visto il proliferare d'impianti elettrici un principio d'incendio che non preso per tempo innesco le esplosioni successive
che portarono all'affondamento
che dire, come ipotes,i se non altro per il corredo di testimonianze e considerazioni tecnico-scientifiche con tanto d'interventi di esperti, è senzaltro più credibile delle fantasmagoriche fregnacce di minoli
cmq tanto per dire che i russi nno sono nuovi a questo tipo d'incidenti

http://www.historychannel.it/palinse...display=&mod=d

K19 sommergibile atomico in avaria
Nel 1961 una avaria a bordo del sottomarino atomico sovietico K 19 rischio' di provocare un disastro ambientale. Ma tutto si risolse grazie all'eroismo di 24 uomini dell'equipaggio

http://www.internazionale.it/home/pr...o.php?id=10145

L'inutile lezione del Kursk

La stampa russa è soddisfatta della "scampata tragedia", anche se alcuni quotidiani sottolineano che a cinque anni dal disastro del sommergibile Kursk la marina russa ha ancora molto da imparare.

Dopo due giorni di tensione, l'equipaggio del sottomarino russo, rimasto intrappolato in una rete a 190 chilometri di profondità al largo della penisola siberiana della Kamciatka, è stato tratto in salvo. "L'operazione è stata possibile grazie all'intervento di un veicolo telecomandato britannico, Scorpio", spiega il Moscow Times.

La stampa nazionale è soddisfatta della "scampata tragedia", anche se alcuni quotidiani sottolineano che a cinque anni dal disastro del sommergibile Kursk la marina russa ha ancora molto da imparare. Secondo il quotidiano Moskovski Komsomolets si tratta di "una vittoria e di una sconfitta al tempo stesso. A considerare bene la situazione, la flotta russa non ha molti motivi per cui essere orgogliosa. Tuttavia dopo il disastro del Kursk, che nel 2000 causò la morte di oltre cento marinai, abbiamo imparato a non rifiutare l'aiuto straniero".

È d'accordo anche Izvestija, che scrive: "Il fattore decisivo per il successo dell'operazione è stato l'intervento tempestivo della marina britannica, che è riuscita rapidamente a disincagliare il sottomarino. Questo significa che la strada da percorrere è ancora lunga: è necessario che i nostri marinai siano supportati da strumenti tecnici appropriati".

Ancora più duro il commento del quotidiano Nezavisimaja Gazeta: "Già da ora è chiaro che la causa principale dell'incidente è la scarsa organizzazione della marina". Il quotidiano Vedomosti fa notare che nei cinque anni trascorsi dalla tragedia del Kursk "la marina non è riuscita a creare un servizio di salvataggio efficiente". Mentre il moscovita Kommersant non risparmia un commento ironico sul ministro della difesa Sergej Ivanov: "È arrivato sul luogo per salvare i marinai intrappolati nel sommergibile proprio quando gli esperti britannici sono riusciti a liberare il sottomarino".

Secondo il giornale Trud un'operazione di salvataggio su larga scala era praticamente inevitabile, visto "che i marinai rimasti imprigionati sotto l'oceano avevano provato ogni tipo di manovra senza riuscire a risalire in superficie". Kommersant nota delle somiglianze preoccupanti con la tragedia del Kursk: "In entrambi i casi le autorità navali non si sono accorte subito dell'incidente e le operazioni di salvataggio sono cominciate solo il giorno successivo. Come allora la marina non è stata in grado di gestire la situazione, per carenza di mezzi e di personale specializzato". Camilla Desideri


qui sotto una ricostruzione decisamente più sensata con ampia trattazione di tutte le possibili ipotesi, incluse quelle più fregnacciare trattate da minoli, che evidentemente non poteva che trattare solo quelle, da lui qualcosa di serio è difficile aspettarselo

Questa è la versione .html del file contenuto in http://www.vittorelli.it/k141web.pdf.


Alessandro Turrini
Aggiornamento sulle cause dell’incidente e sulle operazioni di recupero K-141

LA TRAGEDIA DEL KURSK

È trascorso più di un anno dalla pubblicazione del libro K-141 La tragediadel Kursk. In questo periodo sono state eseguite delle indagini sulle motivazio-ni della tragedia e soprattutto è stata portata a termine in modo veramente bril-lante l’operazione di recupero del relitto del sottomarino russo.Iniziamo con l’analisi delle varie ipotesi che sono state formulate sulle possi-bili cause della tragedia. Innanzitutto va evidenziato il fatto che tutti hannoconcordato fin dall’inizio sulla dinamica generale dell’incidente. In sintesi, comegià pubblicato nel libro, l’incidente si è verificato in due fasi distinte e successive: un primo terrificante incidente ha scatenato dopo circa 2,15 secondi unaseconda devastante esplosione. Il problema è quello di identificare con esattez-za la dinamica del primo incidente.Le ipotesi sono state di tre tipi:1. Collisione con un sottomarino straniero.2. Esplosione accidentale di un siluro sperimentale durante l’operazione dipreparazione al lancio.3. Impatto con un ordigno esterno.
1. Collisione con un sottomarino straniero
Questa è stata la prima versione avanzata dalle autorità militari russe, chetuttavia ha trovato pochi sostenitori nel mondo occidentale. Inizialmente fumesso sotto accusa un sottomarino nucleare britannico della classe “Trafalgar”.In una notizia dell’ANSA dell’11 novembre 2000 troviamo scritto: “I corpi dioltre cento marinai britannici in fondo al Mare di Barents accanto al Kursk,armi nucleari britanniche recuperate con un accordo segreto russo-americano, il recupero dei corpi dei marinai russi una messinscena per coprire l’operazione. Sono questi gli elementi di una storia fantapolitica pubblicata oggi sutre pagine dal quotidiano popolare Komsomolskaia Pravda sull’affondamentodel sommergibile Kursk avvenuto il 12 agosto scorso” (ANSA, 11 novembre2000). Il giornale attribuisce la ricostruzione dell’episodio a un fantomaticosommergibilista russo di Sebastopoli secondo il quale l’incidente era avvenutoin seguito ad una collisione con un battello britannico della classe “Trafalgar”:il seguito alla collisione ambedue le unità sarebbero affondate. Nello stesso comunicato si trova scritto: “i due relitti vicini sarebbero perfino visibili in fotoscattate da satelliti militari, ha scritto ieri il settimanale Versia, pubblicazionevicina ai servizi segreti russi”. Meno di una settimana dopo viene diffusa laseguente notizia: “Foto scattate da un satellite, che dimostrerebbero come l’affondamento del sottomarino nucleare russo Kursk (118 morti) sarebbe stato provocato da una collisione con un sommergibile americano, sono statesequestrate oggi da uomini dei servizi di sicurezza russi (Fsb) nella redazionedel settimanale scandalistico Versia, a Mosca…. Versia aveva pubblicato nellesettimane scorse le foto, corredate da materiale documentario di provenienzaimprecisata: vi si mostravano le immagini di un sottomarino americano gravemente lesionato, ancorato in una base militare norvegese” (ANSA, 17 novembre 2000). Passano alcuni giorni e ritorna la versione del sottomarino britannico: “Il quotidiano Komsomolskaia Pravda ha dedicato nei giorni scorsi tre pagine all’ipotesi di uno scontro con un sottomarino britannico Trident il cuirelitto sarebbe rimasto affondato nei pressi del Kursk” (ANSA, 21 novembre2000). Per un po’ di tempo si è voluto dar credito all’ipotesi di una collisionecon un battello statunitense oppure britannico. Agli inizi di dicembre 2000 tro-viamo scritto: “Nei giorni scorsi la stampa russa ha mostrato la foto di unsottomarino USA danneggiato, ancorato in una base norvegese nel Mar diBarents. Un incidente al sommergibile britannico Triumph è stato inoltre am-messo lunedì da Londra, ma è stato giustificato con un errore di manovra chesarebbe avvenuto nell’Atlantico e che non avrebbe nulla a che fare con il Kursk”(ANSA, 5 dicembre 2000). Da quel momento la versione della collisione con un sottomarino occidentaleha cominciato a perdere di credibilità: le ispezioni subacquee non hanno mostrato alcun battello sinistrato e posato sul fondo vicino al Kursk, nessuna notizia di sottomarini britannici o statunitensi gravemente danneggiati in seguito alla collisione con il Kursk è apparsa sulla stampa. L’ipotesi della collisione delKursk con il britannico Triumph è decisamente poco convincente. Il sottomarino Triumph, della classe “Trafalgar”, ha un dislocamento in superficie di 4700 te in immersione di 5400 t. Il Kursk aveva un dislocamento in superficie di10.200 t ed in immersione di 12.500 t. Per fare un esempio terrestre, il Kurskche investe il Triumph può essere assimilato a un camion che investe un furgo-ne. Se l’impatto è stato di tale entità da danneggiare così gravemente il som-mergibile investitore provocandone l’affondamento con l’intero equipaggio, èmai possibile che il piccolo sottomarino investito se la sia cavata con qualche ammaccatura? È evidente che, poiché la versione del sottomarino britannico affondato vicino al Kursk non ha avuto alcun riscontro con la realtà, l’intera ipotesi della collisione fra battelli subacquei ha perso di consistenza, anche se, per correttezza di informazione, non viene affatto esclusa dalle autorità militari russe.
2. Esplosione accidentale di siluro sperimentale durante la preparazione al lancio
Questa ipotesi è apparsa inizialmente come la più probabile.
Infatti il Kurskstava effettuando un’importante esercitazione con la flotta di superficie, e abordo vi erano molti ufficiali specialisti non facenti parte dell’equipaggio delsommergibile. Era quindi logico ipotizzare che nell’operazione di lancio di unsiluro moderno, avanzato, sperimentale qualcosa non sia andato per il versogiusto. Tuttavia i sommergibilisti professionisti di fronte all’ipotesi dello scop-pio accidentale interno di un siluro sono sempre molto scettici: il siluro è un’ar-ma estremamente sicura, per cui quello che può sembrare logico a un dilettanteè un’ipotesi estremamente remota per un professionista. Come già detto in precedenza i sommergibili di tutto il mondo portano sempre a bordo, anche intempo di pace, i siluri carichi. A bordo dei sommergibili non esistono depositidi siluri dove queste armi vengano tenute ben separate e protette. I siluri sonosemplicemente stivati nelle camere di lancio e attorno ad essi vengono installate addirittura le brande dei marinai. Normalmente, ma non sempre, vengono protette le eliche dei siluri con lo scopo di evitare danneggiamenti accidentali durante il traffico di materiali pesanti a bordo. Quindi l’esplosione accidentaledi un siluro non può essere esclusa a priori, ma i sommergibilisti hanno atteso,fino a ora inutilmente, che si vedessero almeno alcune fotografie chiare dellazona danneggiata del Kursk: dalle fotografie o meglio dalle riprese televisive sarebbe stato facile per gli specialisti capire se il danneggiamento era avvenutoper cause esterne o interne al battello. Per fare un esempio, un esperto anche di medio valore è sicuramente in grado di stabilire se un appartamento di un condominio è stato danneggiato dall’esplosione di una bombola di gas posta al suo interno oppure da un colpo di cannone proveniente dall’esterno.Pertanto l’ipotesi dello scoppio di un siluro interno come innesco dell’inci-dente appare molto dubbia: è chiaro che l’ipotesi dello scoppio di un siluro interno come conseguenza di un altro incidente precedentemente accaduto è invece molto credibile.
3. Impatto con un ordigno esterno
L’ipotesi del danneggiamento del Kursk provocato dall’urto contro “un ordigno esterno” è stata formulata fin dall’inizio e costantemente mantenuta. La domanda che ci si pone è quale tipo di ordigno possa aver provocato un dannodi tale entità da affondare in quel modo il Kursk: certamente si deve essere trattato di un ordigno esplosivo ad alto potenziale. Quale può essere l’ordigno di così alto potenziale che vaga in pieno Mare di Barents in periodo di pace? La risposta appariva facile e scontata. Come abbiamo detto nella prima parte dell’opera, Murmansk durante la seconda guerra mondiale fu un porto vitale perl’Unione Sovietica in quanto era il punto di arrivo dei preziosi convogli di aiutiprovenienti dagli Stati Uniti. Il porto di Murmansk si trova vicinissimo ai confini della Norvegia e della Finlandia, che all’epoca erano dominate dalla Germania, e dunque vicinissimo al confine tedesco. I tedeschi non riuscirono mai a occupare fisicamente Murmansk, per l’accanita difesa dei sovietici. Pertantocercarono di neutralizzare Murmansk con la posa di migliaia di mine per mezzo di unità di superficie, aerei e sommergibili. È bene ricordare che la mina èun’arma micidiale e difficilissima da recuperare anche dopo il termine dei con-flitti. Per fare un esempio, ancora ai tempi nostri si trovano mine residuate delledue guerre mondiali nell’Adriatico, nonostante i poderosi sforzi di bonificaeffettuati dopo la guerra. Pertanto la possibilità che una mina della secondaguerra mondiale sia stata la causa dell’affondamento del Kursk, pur rimanendoallo stato di pura ipotesi, va sempre tenuta attentamente presente. Non a casoperiodicamente i comunicati ANSA hanno citato i termini di “residuato bellico”e anche più specificatamente di “mina” (ANSA, 8 novembre 2000, 13 novem-bre 2000, 21 novembre 2000, 10 gennaio 2001, 13 settembre 2001, 20o ttobre2001, 28 ottobre 2001, 29 ottobre 2001, 8 novembre 2001).Tuttavia, negli ultimi tempi è tornata la denominazione generica di “ordignoesterno”. Appare molto difficile immaginare, oltre alla mina, qualche altro tipodi ordigno esterno vagante nel mare che abbia provocato con la sua esplosionela perdita del Kursk. A questo punto, rileggendo attentamente i comunicati ANSApotrebbe prendere corpo un’altra ipotesi, che, se vera, sarebbe molto inquietan-te. Nel mese di novembre 2000 troviamo questa notizia: “Il gruppo di politicied esperti (russi) che indaga sul Kursk si riunisce oggi a Mosca. Le ipotesiesaminate, secondo la stampa russa, sono tre: quella della collisione del Kurskcon un sommergibile straniero, quella di esplosioni interne, quella dell’affondamento provocato da colpi accidentali partiti dalle stesse navi russe che prendevano parte all’esercitazione nel corso della quale si è verificata la tragedia”(ANSA, 8 novembre 2000). Perché sono intervenuti i politici russi e cosa pos-sono essere i “colpi accidentali” partiti dalle navi russe? Non erano certamentecolpi di artiglieria: la scelta è tra un siluro antisom oppure un missile antisom.Questa ipotesi scompare per alcuni mesi, nel marzo 2001 troviamo una notizia che riporta testualmente: “Il comando della marina russa ha smentito oggi l’ipotesi riportata da un giornale britannico secondo cui il sottomarino nucleareKursk – affondato il 12 agosto scorso nel Mare di Barents – potrebbe esserestato colato a picco per errore da un missile lanciato da una nave amica.
L’ipotesi secondo cui il Kursk sarebbe stato affondato da un missile lanciato dallaportaerei Pietro il Grande è un’invenzione e una provocazione’, ha detto all’agenzia Itar-Tass, il portavoce della marina russa, capitano di vascello IgorDygalo. Il portavoce ha ricordato che questa voce era circolata fin da settem-bre ed era stata già smentita con il corredo di documentazione sui movimentiavvenuti nella zona ad agosto. L’ipotesi di un coinvolgimento nell’incidentedella Pietro il Grande – nave ammiraglia della flotta russa, impegnata il 12 agosto con il Kursk e con altre unità in esercitazioni nel Mare di Barents – ès tata rilanciata ieri dal domenicale britannico Sunday Times che cita comefonte un presunto (e anonimo) ammiraglio russo” (ANSA, 5 marzo 2001).
L’ipotesi che il responsabile dell’affondamento del Kursk potesse essere stato unmissile russo della portaerei Pietro il Grande appariva fantasiosa. Se fosse stata vera, significava che le autorità russe conoscevano esattamente la dinamicadell’incidente e che stavano mentendo spudoratamente e platealmente. Si sarebbe trattato della classica bugia dalle gambe corte: infatti era stata già data con dovizia di particolari la notizia della decisione di far recuperare il relitto delKursk da una ditta olandese. Una volta che il Kursk fosse stato messo in bacinosarebbe stato facile determinare con esattezza le cause dell’affondamento. Se il responsabile era stato un missile la verità sarebbe emersa drammaticamente. In base a queste considerazioni l’ipotesi del missile ha perso subito di credibilità. Nella primavera del 2001 è stato comunicato in maniera dettagliata il progetto del recupero del relitto del Kursk. Il progetto prevedeva il taglio della parte prodiera, quella danneggiata dall’esplosione, del Kursk, che sarebbe stata la-sciata momentaneamente in fondo al mare. Nel maggio del 2001 veniamo a sapere che “A recuperare la prua saranno solo i russi per ragioni di sicurezzanazionale, mentre il resto – la parte più pesante e difficile da sollevare – sarà acarico degli olandesi” (ANSA, 18 maggio 2001). Che significato ha la frase“per ragioni di sicurezza nazionale”? A questo punto hanno ripreso corpo isospetti sulla natura della tragedia e tutta l’operazione di recupero è stata seguita con attenzione e, diciamolo pure, dagli esperti anche con malizia. L’esperto statunitense Norman Polmar, alla notizia della decisione di tagliare la parteprodiera dello scafo del Kursk e di lasciarla momentaneamente in fondo almare, ha scritto un interessante articolo sul numero di settembre 2001 di Proceedings, rivista della Marina Statunitense, nel quale si legge: “... by cuttingoff the forward section and leaving it on the ocean floor, any evidence relatedto the cause of the two explosions will be lost. Several reasons have been givenfor cutting off the bow section, the most reasonable one being the danger fromunexploded torpedoes. However, the amidships portion of the hulk still has areported 23 cruise missiles on board. Thus, the salvage effort was under way asthis issue of the Proceedings went to press, with the confusion and conflictingstories continuing” (“…tagliando via la parte prodiera e lasciandola sul fon-do dell’oceano, qualunque prova riguardante la causa delle due esplosionisarà perduta. Diverse motivazioni sono state fornite sul taglio della sezioneprodiera, la più ragionevole è quella del pericolo proveniente dai siluri nonesplosi. Comunque la parte centrale dello scafo ha ancora a bordo 23 missilicruise. Quindi gli sforzi per il recupero erano in corso nel momento della pub-blicazione dell’articolo su Proceedings, mentre continuano la confusione e lestorie che si contraddicono”). In concomitanza con le operazioni del Kursk, è riemersa prepotentementel’ipotesi del missile russo sfuggito alla nave ammiraglia durante l’esercitazione: “L’ipotesi che ad affondare per errore il sottomarino nucleare russo Kursksia stato un missile partito dall’incrociatore russo Pietro il Grande – ipotesi già respinta un anno fa dal governo di Mosca – viene rilanciata dal settimanale tedesco Der Spiegel. In una anticipazione al suo ultimo numero, la rivista citaun documento nel quale a sostenere la tesi del missile è il colonnello AleksandrBokovikov. Questi avrebbe partecipato a una inchiesta congiunta condottadall’Fsb (servizi segreti russi, eredi del Kgb) e dalla procura militare. Tale documento, siglato dal presidente Vladimir Putin, è datato 10 settembre 2001.In esso si presenta al presidente il ‘piano di misure necessarie alla preparazio-ne di una serie di esperienze destinate a precisare le conclusioni della commissione d’inchiesta comune, secondo le quali un missile lanciato dall’incrociatore Pietro il Grande è andato a finire nella zona dove si trovava il sottomarino Kursk’. Lo Spiegel cita al tempo stesso un altro rapporto al presidente Putin,datato 20 agosto 2000 e firmato anch’esso da Aleksandr Bokovikov. Anche in tale documento si faceva l’ipotesi che ‘un missile è andato a finire nella zona lecui coordinate corrispondono a quelle dove è stato trovato il sottomarino nucleare Kursk’. ‘Il missile – aggiunge il documento – è stato lanciato dall’incrociatore Pietro il Grande’. Avanzata dalla stampa poco dopo la catastrofe, la tesi è stata respinta dal Cremino…”. (ANSA, 20 ottobre 2001)
Da quel momento è ritornata a prendere valore l’ipotesi del missile russo.Nel mese di ottobre 2001 “il comandante della marina militare russa, ammiraglio Vladimir Kuroiedov, ha assicurato che i risultati dell’inchiesta sulle causedell’affondamento del Kursk saranno rese note senza alcuna censura. L’am-miraglio ha ricordato che esistono tre ipotesi: esplosione interna, esplosioneprovocata dall’esterno (cioè da un missile contro lo scafo) o una collisione…”(ANSA, 27 ottobre 2001). Si precisava poi che “gli inquirenti restano fermisulle tre ipotesi formulate qualche tempo dopo l’incidente: esplosione esterna(una mina o un ordigno lanciato contro il Kursk), esplosione interna (lo scoppio di uno dei suoi siluri), collisione con una nave o un altro sommergibile”(ANSA, 28 ottobre 2001).
Il recupero del relitto del Kursk
L’operazione di recupero del relitto del Kursk doveva svolgersi in due fasisuccessive:1. Taglio della sezione prodiera del Kursk lunga circa 25 metri. Questa sezione, una volta separata dal resto dello scafo, doveva essere lasciata sul fondo delmare: la Marina Russa avrebbe provveduto al suo recupero, probabilmentedurante l’estate del 2002.2. Fissaggio allo scafo del Kursk di 26 cavi di acciaio per il sollevamento del relitto, il quale sarebbe poi stato trasportato nel bacino di Rosliakovo, nelle vicinanze di Murmask.Concettualmente le operazioni da eseguire erano abbastanza facili; la tecnologia odierna, inoltre, rende pienamente fattibile l’opera di recupero. Tuttaviale notevoli dimensioni del relitto, i pesi enormi da movimentare, la quota superiore ai 100 metri in cui si doveva operare e le condizioni ambientali del maredi Barents lasciavano prevedere tempi di esecuzione molto lunghi e costi astronomici. Questo insieme di fattori indusse molti esperti a ritenere l’operazionedi recupero quasi improponibile. Tutte le più importanti ditte del mondo specializzate in recuperi presentarono dei progetti: si è vociferato che siano statipresentati addirittura 500 progetti differenti. Probabilmente questo numero èesagerato, tuttavia è evidente che c’è stato un forte interesse per questo partico-lare lavoro di recupero.Ha vinto la ditta olandese Mammoet con un progetto talmente semplice, efficace, relativamente poco costoso e di rapida esecuzione da meritare pienamente l’aggettivo di “geniale”. Tutto il progetto di Mammoet è basato su operazioni semplici ed eseguite per la quasi totalità con meccanismi funzionanti conrobot, cioè con un ridottissimo impiego di uomini. Entriamo nel dettaglio.A. Taglio della sezione prodiera del Kursk.Prima dell’esistenza delle seghe elettriche come si faceva a tagliare un pezzodi un grosso tronco d’albero una volta collocato orizzontalmente su un apposito supporto? Due uomini si mettevano ai lati del tronco, posizionavano unalunga sega sul tronco nel punto del taglio e quindi con un moto alternativo ditiro e rilascio il taglio veniva eseguito. Ciascun operatore eseguiva lo sforzosolamente nella fase di tiraggio e si riposava nella fase di rilascio.Questo stesso semplice principio è stato adottato per il taglio della sezioneprodiera del Kursk. Sono state approntate a terra due robuste basi di cementoarmato che sono state poi posizionate in fondo al mare ai due lati del battello inprossimità della zona dove doveva essere eseguito il taglio. È stata quindi realizzata una sega speciale costituita da tanti cilindretti collegati tra loro e rico-perti da uno strato di materiale altamente abrasivo, in grado di tagliare l’acciaio. Sulle due basi di cemento sopra citate sono state installate due apparecchiature oleodinamiche alle quali è stata collegata la sega speciale. Le apparecchiature oleodinamiche, opportunamente sincronizzate, facevano muovere la sega tramite pistoni oleodinamici con moto alternativo avanti-indietro. Inoltre le due apparecchiature erano dotate di pistoni che provocavano l’abbassamento dellasega mano a mano che essa penetrava nel materiale. In questo modo l’operazione di taglio della prora del Kursk è stata eseguita in soli tre giorni: una voltamontate e avviate le apparecchiature oleodinamiche, gli operatori si sono limi-tati a controllare che funzionassero regolarmente.
Fissaggio dei cavi di sollevamento allo scafo del Kursk.Concettualmente il problema tecnico da risolvere è semplice. Si saldano sullo scafo numerosi e molto robusti semianelli di acciaio nei quali si fanno passare i ganci dei cavi di sollevamento. Quando tutti i cavi sono agganciati alloscafo, è sufficiente tirarli con potenti verricelli e il relitto viene lentamente sol-levato.Tuttavia, nelle condizioni specifiche del Kursk, questo sistema presentavadifficoltà di esecuzione notevolissime. Cerchiamo di sintetizzare i problemiche dovevano essere risolti.Peso complessivo da sollevare. È stato valutato un peso complessivo da sollevare di circa 18.000 tonnellate. È un peso notevole in quanto si è dovuto tenerconto che il relitto del Kursk era affondato nel fango. Il fango ha un effetto“ventosa” sullo scafo, cioè tende a tenerlo fissato sul fondo. Pertanto per staccare il battello dal fondale fangoso non era sufficiente tener conto del solo pesodel relitto, ma è stato necessario valutare l’effetto “ventosa” che agli effettipratici dello sforzo di sollevamento può essere considerato come un peso aggiuntivo. Per sollevare, quindi, un relitto di 18.000 t sono stati valutati necessari 26 cavi: pertanto a ogni cavo erano assegnate circa 700 t da sollevare.Tenendo conto dei gradi di sicurezza da adottare, ogni cavo è stato progettatoper essere in grado di sollevare ben più di 1000 t. Come si può constatare, si è trattato di cavi di notevoli dimensioni,di elevate caratteristiche tecnologiche (ogni cavo era formato da 54 treccioledi filo di acciaio), di peso considerevole e di difficile movimentazione.Sistema di fissaggio. L’altro problema da risolvere era il sistema di fissaggio dei cavi allo scafo del relitto:questo sistema doveva avere la stessa capacità di resistenza dei cavi in mododa evitare che, sebbene i cavi fosseroin grado di sollevare il relitto, gli an-coraggi allo scafo si strappassero. Per capire la complessità del problema è necessario spiegare sinteticamente come è costruito lo scafo del Kursk.
Esternamente, quello che sembra essere lo scafo di colore nero, nella real-tà è uno strato di gomma speciale dello spessore di 15-20 cm. Questo è de-finito “rivestimento anecoico”, ha una funzione su cui non ci possiamodilungare in questa sede ed è incollato allo scafo leggero sottostante. È sufficiente ricordare che il rivestimentoanecoico ha la funzione operativa diostacolare l’individuazione subacqueadel battello. Al di sotto del rivestimen-to anecoico vi è lo scafo leggero nonresistente (outer hull) spesso un paiodi centimetri circa. Questo scafo ha la funzione di carenatura per dare all’uni-tà delle forme esterne di minima resistenza al moto; inoltre, tra lo scafo leggero esterno e quello resistente internosono ricavate le casse zavorra (cioè quelle casse che sono piene d’acqua dimare in immersione e che sono vuote durante la navigazione in superficie).Questo scafo è leggero in quanto non è soggetto a differenza di pressione tral’interno e l’esterno. Infine, all’interno dello scafo leggero vi è lo scafo resistente (inner hull), cioè quello scafo destinato a sopportare la pressione idrostaticadel mare e all’interno del quale sono sistemate tutte le apparecchiature, i macchinari e ovviamente l’equipaggio. Questo scafo è spesso diverse decine dicentimetri ed è costruito in acciaio speciale (non in titanio come è stato spesso,ma erroneamente, riportato) a elevato limite di elasticità, il che significa che èun acciaio difficile da saldare anche in aria, figuriamoci in mare a bassa temperatura. Le ossature di rinforzo dello scafo resistente sono saldate esternamentead esso, cioè nello spazio tra scafo leggero e scafo resistente. In base a quanto sopra sintetizzato, per saldare dei robusti semianelli in grado di reggere più di 1000 t ciascuno è indispensabile fissarli allo scafo resistente. Per fare questo è necessario:- eliminare il rivestimento anecoico per una superficie di circa 2 m diametro;- tagliare lo scafo leggero sottostante per la stessa superficie;- eliminare eventuali tubolature o altri impedimenti sottostanti lo scafo leggero;
eliminare le ossature di rinforzo per lo spazio sopra indicato;- eliminare i trattamenti protettivi (pitture speciali) che ricoprono lo scafo resistente fino a far emergere la superficie dello scafo resistente perfettamente pulita;- saldare i semianelli.Tutte queste operazioni vanno eseguite manualmente e ripetute per 26 volte(una per ogni cavo). È facilmente intuibile che si tratta di un’operazione complessa e molto lunga, date le condizioni ambientali quasi proibitive.Ebbene, la ditta olandese Mammoet ha ideato un sistema elementare basatosul principio dell’arpione. L’arpione è un attrezzo dotato in punta di alette late-rali mobili che rimangono in posizione chiusa mentre l’arpione penetra nelcorpo del pesce. Allorché si cerca di estrarre l’arpione dal corpo del pesce, lealette si aprono e impediscono la fuoriuscita dell’arpione. Lo stesso principio èstato applicato sul Kursk, cioè il Kursk è stato arpionato 26 volte. Con un’apparecchiatura molto simile a un trapano, per ogni cavo è stato eseguito un foro che ha interessato il rivestimentoanecoico, lo scafo leggero e lo scaforesistente: il foro aveva un diametro di poco superiore a quello del cavo. Al-l’estremità di ciascun cavo è stato ap-plicato un attrezzo del tutto simile al-l’arpione e dotato di alette abbattibili.Il cavo con l’arpione è stato infilato nelforo sopra descritto. Quando l’arpioneè arrivato all’interno dello scafo resistente, le alette si sono automaticamente aperte per cui il cavo è rimasto vincolato allo scafo resistente del Kursk senza nessuna possibilità di sfilamento.Tutti e 26 i cavi di sollevamento eranocollegati con altrettanti meccanismi oleodinamici di sollevamento installati su una enorme zattera. Anche questo meccanismo oleodinamico è semplice edi sicuro funzionamento. Esso si basa sullo stesso principio adottato dai rocciatori per risalire lungo un cavo. Ogni meccanismo è dotato di due ganasce: una fissae una mobile. Inizialmente la ganascia mobile viene portata nella posizione bassa e viene stretta intorno al cavo; contemporaneamente la ganascia fissa è allentata. La ganascia mobile viene lentamente sollevata da pistoni oleodina-mici e nel sollevamento si trascina il cavo e con esso il Kursk. Quando la gana-scia mobile è arrivata nella posizione alta, entra in funzione la ganascia fissache tiene bloccato il cavo in quella posizione. A questo punto la ganascia mo-bile viene allentata e riportata nella posizione bassa. Quindi essa prende il cavo,mentre la ganascia fissa viene allentata. Ripetendo questo movimento alternativo e bilanciando i 26 cavi in modo che il relitto mantenesse l’assetto voluto, ilKursk è stato portato in superficie e quindi trascinato in porto. Indubbiamentesi è trattato di un’impresa ingegneristica colossale, di grande intelligenza e prestigio che fa onore alla tecnica olandese.
Considerazioni finali
Dopo il recupero del relitto del Kursk siamo rimasti alle semplici ipotesi sulle cause della tragedia, esattamente come più di un anno fa, cioè al tempo dell’incidente. Eppure qualcosa di molto importante è successo. Riportiamo una noti-zia risalente all’inizio di dicembre 2001: “Non era mai avvenuto prima nellaMarina militare russa la cacciata in blocco di un gruppo di ammiragli e di altiufficiali. Lo ha fatto oggi il presidente Vladimir Putin dopo un colloquio con ilprocuratore generale Vladimir Ustinov che conduce le indagini sul sommergi-bile Kursk inabissatosi il 12 agosto 2000. A poco più di un mese dal recuperodel sommergibile nel quale morirono 118 marinai russi, Putin ha destituitoViaceslav Popov, il comandante della Flotta del Nord, e il suo vice Mikhail Motsak. Altri tre ammiragli sono stati licenziati, un quarto ha dato le dimissioni, altri sette alti ufficiali saranno puniti sulla base del regolamento di discipli-na militare. Nella loro attività sono state individuate serie insufficienze nel-l’organizzazione dell’attività giornaliera e nell’addestramento militare, ha dettoUstinov a Putin. L’incontro al Cremlino è stato ripreso dalle televisioni russe.Dopo il colloquio con il magistrato, durato un’ora, Putin ha convocato il mini-stro della difesa Serghei Ivanov, il capo di stato maggiore Anatoli Kvashnin eil capo della Marina militare Vladimir Kuroyedov. “Ci furono serie manche-volezze nell’organizzazione delle manovre nel corso delle quali avvennel’affondamento del Kursk” ha detto Putin aggiungendo che non ci sono comunque prove di “responsabilità dirette” dei vertici militari della Flotta delNord. È facile intuire che, se ci fossero state le “responsabilità dirette”, per gliammiragli ci sarebbe stata la prigione e non il solo licenziamento. Putin hasottolineato che le indagini proseguono su tutte le ipotesi... Subito dopo laprima ispezione del relitto – avvenuta alla fine di ottobre – il procuratore Ustinov aveva detto che per stabilire le cause della sciagura era necessario prima portare a galla anche la prua del sommergibile. Le ipotesi sono tre: esplosioneesterna (una mina o un ordigno), esplosione interna (avaria di un siluro), collisione con un altro natante” (ANSA, 1 dicembre 2001)
A questo punto non rimane che attendere il recupero del Kursk, che, comedetto sopra, avverrà probabilmente nell’estate del 2002 esclusivamente ad ope-ra di mezzi russi. Siamo tuttavia molto scettici sulla possibilità di giungere allacompleta verità sull’incidente.A questo punto apriamo una parentesi, abbandoniamo la trattazione squisitamente tecnica e per un attimo facciamo della fantapolitica, cioè entriamo nelmondo dell’immaginario. Facciamo questo in quanto non possiamo mettere indubbio le parole dette da Putin e comunque parleremo di qualcosa che nonsiamo in grado di dimostrare: per tutto questo releghiamo il ragionamento che faremo nel mondo della fantasia. Ipotizziamo che la tragedia sia stata causatada un missile russo lanciato per errore dalla nave ammiraglia Pietro il Grande.La prima domanda che ci si pone è chi sarebbe stato in grado di capire concertezza la dinamica dell’incidente, oltre i russi, ovviamente. La risposta è immediata: sicuramente gli statunitensi e probabilmente anche i britannici hanno un servizio di intelligence in grado di determinare con precisione tutto ciò cheaccade in quella zona del globo. Nessun’altra potenza ha tali capacità. Se siavesse voluto mascherare l’incidente, si sarebbe trattato di mettere d’accordo ivertici di Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna. Innanzitutto è da rilevare chePutin all’epoca dell’incidente era in vacanza in Crimea e che non rientrò imme-diatamente a Mosca, come era logico attendersi in una simile circostanza, marimase per alcuni giorni in Crimea. Un altro elemento da analizzare è un artico-lo pubblicato sul giornale russo Komsomolskaia Prava e firmato da un fantomatico sommergibilista di Sebastopoli secondo il quale la catastrofe avvennein seguito a una collisione con un sottomarino britannico. In questo articolo,che citiamo nel riassunto fornito dall’ANSA, si dà rilievo “alla ricostruzione diuna telefonata tra Bill Clinton e Vladimir Putin dopo la catastrofe, l’inattesoarrivo del capo della Cia a Mosca, il viaggio a Londra del segretario del consiglio di sicurezza Serghei Ivanov, ex generale dell’ex Kgb” (ANSA, 11 no-vembre 2000). Nello stesso giorno viene diffusa un’altra notizia, ancora piùprecisa: “C’è il 16 agosto – quando l’opinione pubblica crede che ci sianomarinai vivi nel Kursk – una telefonata tra Putin e Clinton (vera). Il giornodopo arriva a Mosca il capo della Cia (vero). In sostanza sarebbe stato rag-giunto un accordo tra russi e americani di tenere segreto lo scontro mortalenegli abissi almeno fino allo svolgimento delle elezioni presidenziali americane...” (ANSA, 11 novembre 2000).Supponiamo che i contatti segreti tra russi, statunitensi e britannici non abbiano avuto come argomento la collisione tra il Kursk ed un battello occidentale, ipotesi che ha perso rapidamente di credibilità, bensì siano serviti per con-cordare un totale e assoluto silenzio sull’impatto del missile russo del Pietro ilGrande. È necessario tenere presente che la Russia sta passando un gravissimoperiodo di crisi generalizzata. Solamente le Forze Armate ed in particolare la Marina Russa costituiscono delle istituzioni solide e credibili, ma hanno puretradizionalmente un reale potere in Russia. Non dimentichiamo che VladimirPutin è un abile e sottile uomo politico proveniente dall’ex Kgb. Supponiamo che abbia concordato con la Marina e quindi con i vertici militari la seguente
strategia ricattatoria: io vi assicuro il silenzio sull’incidente del missile, voi miassicurate il vostro incondizionato appoggio nel mio programma di riforme. Sequesta proposta fantasiosa fosse stata formulata da Putin, essa sarebbe stataconveniente sia alle Forze Armate russe che, altrimenti, avrebbero rischiatouna pericolosissima perdita di credibilità all’interno della Russia, sia a Putinche sarebbe riuscito a consolidare il suo potere vincolando a sé le Forze Armatecon il loro prestigio intatto. In questo momento storico un Putin forte, appoggiato indissolubilmente dalle Forze Armate, sarebbe stato utile anche all’Occidente. Naturalmente si sarebbe trattato di un’operazione strategica estremamente delicata e rischiosa. Se fosse trapelata la verità, e cioè che il Kursk erastato affondato da un missile russo, sicuramente il presidente avrebbe completamente perso la faccia di fronte al suo popolo e al mondo intero, e, di fronte alle prove, sarebbe inevitabilmente stato costretto a dimettersi con infamia. Le Forze Armate russe, e la Marina in particolare, sarebbero state messe sul banco degli imputati, e anche l’ultima istituzione solida e credibile della Russia sarebbe andata in pezzi. Una Russia fortemente destabilizzata sarebbe convenuta all’Occidente? Osservando i recenti fatti in Afghanistan, si sarebbe portati a rispondere: assolutamente no. Abbiamo detto e ripetuto che stiamo parlando di fantapolitica, tuttavia possiamo tutti verificare i seguenti fatti:- la Russia di Putin è stabile ed affidabile come mai si è verificato da decenni.- Tra Russia e Stati Uniti vi è un clima di intesa e di collaborazione maiverificato prima. Basta vedere la differenza di comportamento della Russia tra la guerra nel Kosovo e quella in Afghanistan. La storia ci ha ampiamente insegnato che nulla accade casualmente, e anchequando sembra che certi fatti avvengano per caso ci sono sempre dei precisiprocessi di causa effetto.Attendiamo quindi fiduciosi l’estate dell’anno prossimo, quando verràrecuperata la prora del Kursk: in quell’occasione verificheremo se sarà possibile conoscere la dinamica esatta della tragedia, altrimenti continueremo a ragionare nel campo della fantapolitica.Prima di concludere chiediamoci come mai la Russia abbia insistito cosìcaparbiamente a voler recuperare il relitto del Kursk. La prima motivazione addotta è stata quella di voler assolutamente recuperare i cadaveri dei 118 marinai morti nell’incidente e dar loro sepoltura: in tal senso Putin in persona si era impegnato con la nazione. Tuttavia questa è apparsa una motivazione di mascheramento. Innanzitutto per un marinaio la sepoltura in mare è dignitosa quanto quella in terra per un soldato di fanteria.Ricordiamo che durante l’attacco giapponese alla base statunitense di PearlHarbor il 7 dicembre 1941 fu affondata la corazzata americana Arizona. Essa si posò su un basso fondale, al punto che le sovrastrutture emergevano ampiamente dall’acqua. Nello scafo rimasero imprigionati 1103 marinai americani:nessuno è mai andato a tirar fuori i cadaveri, e ancora oggi il relitto dell’Arizonaè un monumento continuamente visitato. Del resto, nel caso del Kursk, avendo tagliato la parte prodiera dello scafo,dove era concentrata la maggior parte dell’equipaggio, si sapeva in anticipoche l’operazione di recupero delle salme sarebbe stata parziale. Infatti si sa percerto che sono stati recuperati circa 50 cadaveri, cioè meno della metà dei presenti a bordo. La realtà è che il relitto del Kursk era posato su un basso fondale e in acque internazionali. Se non lo avessero recuperato i russi chiunque avrebbe potutoaccedervi, e a bordo vi erano missili con testate nucleari, siluri, apparecchiature sofisticate; inoltre vi erano i due reattori nucleari ancora integri. Qualche criminale o al limite qualche stato canaglia avrebbe sempre potuto asportare le armi nucleari e al limite sabotare lo scafo con cariche esplosive ad alto potenziale creando gravissimi inquinamenti. Infine, ritornando all’ipotesi fantascientifica sopra riportata, qualcuno avrebbe potuto ispezionare il relitto e scoprire la verità sull’origine della catastrofe e soprattutto avrebbe potuto divulgarla. Per tutte queste ragioni il recupero del relitto del Kursk è stata un’operazione caldeggiata da tutti ed eseguita in modo eccellente.

Ultima modifica di von Clausewitz : 09-08-2006 alle 16:27.
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Old 09-08-2006, 16:15   #58
maxsona
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Originariamente inviato da sempreio
potete anche continuare da qui, che parla mk48 con punta in uranio impoverito e cercate su google

http://www.hwupgrade.it/forum/archiv.../t-840411.html


E quindi ? non trovo nelle classificazioni delle armi USA siluri con testate all'uranio impoverito, potrei anche scrivere che ho visto un siluro con testata in adamantio marziano.

Ah, ti sei accorto a che temperatura fonde l'uranio
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Old 09-08-2006, 16:17   #59
maxsona
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Ma poi mi domando, un siluro che viaggia a 30 nodi come fà a forare uno scafo di acciaio con una testata al DU ? i proiettili al DU devono andare a centinaia di metri al secondo.
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Old 09-08-2006, 16:18   #60
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Originariamente inviato da maxsona
E quindi ? non trovo nelle classificazioni delle armi USA siluri con testate all'uranio impoverito, potrei anche scrivere che ho visto un siluro con testata in adamantio marziano.

Ah, ti sei accorto a che temperatura fonde l'uranio

e allora che centramagari il rame porta la temperatura dell' uranio a 1100 e poi l' uranio fa il resto, eppoi se è un' arma segreta credi veramente che mettano le specifiche ? dai su ...
sempreio è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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