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Old 13-12-2005, 08:20   #41
tdi150cv
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Originariamente inviato da bluelake
vabbè, tdi, io non so quanti anni hai perché non mi sono mai interessato troppo morbosamente alla tua vita privata, ma io che ne ho 29 è da quando ero bambino che sento dare la colpa al governo... e in 29 anni di governi ne son cambiati parecchi

ps: pensi che un impiegato guadagni tanto più di un metalmeccanico? allora ti devo scannerizzare la mia busta paga così cambi idea
era per tentare una distinzione professionale ... fermo restando che personalmente se prendessi come un metalmeccanico non camperei nemmeno una settimana ...
tdi150cv è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-12-2005, 08:32   #42
prio
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Originariamente inviato da tdi150cv
era per tentare una distinzione professionale ... fermo restando che personalmente se prendessi come un metalmeccanico non camperei nemmeno una settimana ...
Considera che la maggior parte della popolazione prende come un metalmeccanico (del resto non e' che possiamo essere tutti dirigenti) e puoi capire perche' tanta gente fa fatica ad arrivare a fine mese..
__________________
Tutto rigorosamente IMHO
Per i messaggi contrassegnati da *: IMHO un par di balle!
Salva un albero, uccidi un castoro.
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Old 13-12-2005, 08:52   #43
flisi71
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Città: a casa mia
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Un articolo di Stella sul Corriere di oggi


http://www.corriere.it/Primo_Piano/P.../messina.shtml

Polo tra liti, accuse e promesse Ecco come cadde la città «imprendibile» L’ultima carta del premier: dal Milan rinforzi per il Messina.
I girotondini esultano per Genovese, nipote dell’ex dc Gullotti



E chi se li immaginava comunisti e i verdi, i no-global e i «rasta» girotondini in delirio per la vittoria del nipote di Nino Gullotti? Eppure così è andata. La pillolina magica di Umberto Scapagnini, il medico garante dell’«immortalità» di Berlusconi che con la rielezione a sindaco di Catania rivitalizzò il Polo dopo le Regionali, questa volta non è bastata. E dopo avere perso un mese fa, al primo turno, l’amata Bolzano appena conquistata a maggio, la destra ha perduto anche l’«imprendibile» roccaforte di Messina. Che al ballottaggio ha trombato il bello, aiutante e imbattibile candidato della Casa delle Libertà scegliendo il suo bruttino e calvo avversario Francantonio «Magoo» Genovese.
Hanno fatto di tutto per perdere, le destre, avviate oggi a una resa dei conti intestina: mai sconfitta impossibile è stata tanto annunciata.
Certe com’erano dei sentimenti di una città ostile ai «rossi» fin dai tempi del referendum sulla monarchia, cominciarono col giochetto del cambio-poltrona. Spostando il sindaco azzurro «Turi» Leonardi sul trono di presidente provinciale, dove oggi posa una natica tenendo l’altra posata sulla sedia di direttore generale dell’Università di Reggio, e l’allora presidente provinciale Giuseppe Buzzanca, luogotenente del potente Mimmo Nania, su quella di sindaco. Aveva allora, il candidato di An, un problemino: denunciato per essersi fatto portare in auto blu da Messina a Bari dove doveva imbarcarsi per una crociera con la moglie, era già stato condannato per peculato d’uso in primo e secondo grado ed era in attesa, 10 giorni dopo le elezioni, della Cassazione che, confermando le condanne, l’avrebbe portato alla decadenza.
Ma che sarà mai una marachella, anche se si sommava a una precedente grana giudiziaria, cioè l’accusa di avere lasciato scoperto un paio di volte il presidio medico di base sull’isola di Panarea? Tirò diritto. E per rendersi più simpatico chiuse il mandato provinciale con un grande concorso. Parteciparono in 25 mila, per 150 posti. Per scoprire, dopo le Comunali, che non c’erano soldi e dunque era tutto annullato.

Come annullate furono le nomine di una serie di parlamentari che avrebbero dovuto fare gli assessori: fatto il sindaco, ciao. Una beffa. Censurata anche dalla non ostile «Gazzetta del Sud»: «Il centrodestra ha preso in giro i propri elettori proponendo in campagna elettorale una squadra utile solo a rastrellare voti».
Arrivata la condanna definitiva in Cassazione del suo protetto, Nania si impuntò. Per dimostrare che comanda lui, dicono i nemici. Per lealtà verso l’alleato vittima di una persecuzione giudiziaria, dicono gli amici. Certo è che si impuntò: «Il giudizio politico l’hanno dato i cittadini».
Di più: persi tutti i ricorsi, la destra varò una leggina «ad Buzzancam», che prevedeva ineleggibilità e decadenza solo per il «peculato di appropriazione» (quando ti impossessi di una cosa per sempre) e non per quello «d’uso» imputato al sindaco. Leggina poi evaporata tra dubbi di costituzionalità. Ma votata dal governo per battere sul tempo un nuovo giudizio della Suprema Corte che, rimuovendo finalmente il sindaco, avrebbe portato alle urne la città, commissariata, con le Europee del 2004.


Un braccio di ferro durissimo. Che, dopo aver invelenito le opposizioni, costrinse a scendere in campo il vescovo Giovanni Marra: «Basta! La città viene prima!». Opinione ribadita poche settimane fa attraverso il Corriere : «Hanno abbandonato Messina a se stessa. Al degrado. Alla mafia. Due anni e mezzo di abbandono. Non si era mai visto credo, in Italia, un commissariamento così lungo per una città così grande. Mai». Di più: «I partiti danno spazio e portano su uomini piccoli. E quelli più validi restano fuori. Eppure ci sarebbero le figure... I partiti dovrebbero fare un passo indietro. Per lasciare spazio a un governo di salute pubblica. Ma non cedono, non cedono».
Infatti non cedettero. E dopo essersi spaccate in veti e controveti su questo o quel candidato, su questa o quella visione della città, sul rifiuto o meno di un accordo coi ribelli catanesi Nello Musumeci e Raffaele Lombardo, venuti a muover guerra con liste loro in terra peloritana, la destre non trovarono un accordo che su un uomo (alto, elegante, fama di sciupafemmine) che non pestava i piedi a nessuno come Luigi Drago e sul trucchetto delle liste. Che portarono alla candidatura al primo turno di oltre un migliaio di persone sotto 24 simboli, dei quali 8 direttamente legati ad An, che sotto la bandiera propria e quella di Alleanza per Messina piazzò 34 medici, in larga parte primari dell’ospedale Papardo. Una scelta che fece un po’ schifo («non capisco...») anche a Berlusconi. E che puntando sulla fame di tanti aspiranti portaborse riuscì, al primo turno, solo a contenere i danni: undici punti in meno rispetto alle precedenti comunali, maggioranza netta in consiglio comunale ma ballottaggio con le sinistre per il sindaco.

Ecco, la sconfitta di ieri è figlia di tutto questo.

Non è servito accusare, giustamente, Francantonio Genovese di essere portatore di un conflitto d’interessi come socio di minoranza del gruppo Franza (traghetti e mille altre cose) ed erede della rete di potere dello zio Nino Gullotti e del padre Luigi, per decenni potentissimo senatore dc.

Non è servito assicurare corsi di ballo gratis per anziani come il barista aennino del caffè ’ddu pappajaddu Pippo Famulari.
Non è servito promettere come il Cavaliere l’apertura del nuovo porto di Tremestieri entro il 5 dicembre (passato: ciao) e poi la prospettiva di fare di Messina «una città meravigliosa» e poi di recuperare il lungomare oggi sommerso dalle discariche «come hanno fatto a Barcellona» e poi di avviare a gennaio (fra tre settimane!) i «corsi di formazione per chi dovrà lavorare alla costruzione» del ponte e poi l’Alta Velocità e un commissario governativo per smantellare le baracche e perfino qualche giocatore del Milan per salvare il Messina «perché non mi piace che sia in fondo alla classifica».


Promessa ribadita sabato sera, poche ore prima del voto, in una telefonata in diretta di Ariedo Braida, direttore generale del Milan, alla più diffusa tivù locale. Tutto inutile.
Hanno vinto «i rossi», che a Messina non contano niente e adesso sventolano le bandiere per il trionfo personale di un margheritino dai modi gentili e dall’eloquio moroteo. Il quale d’ora in avanti, sul più bello che la locandina della prima pietra del ponte deve essere stampata in vista delle Politiche, sarà la nuova controparte del governo insieme col collega diessino di Villa San Giovanni, che sta dall’altra parte dello Stretto. Lui pure ostile all’opera.
Gian Antonio Stella
13 dicembre 2005

-----------------------

A dire che c'è del marcio è usare un eufemismo.

A voglia di voler fare riforme per cambiare le cose, qui vanno cambiate le TESTE delle persone.



Ciao

Federico
__________________

FORZA GAIA !!
flisi71 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-12-2005, 09:24   #44
LittleLux
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Originariamente inviato da flisi71
Un articolo di Stella sul Corriere di oggi


http://www.corriere.it/Primo_Piano/P.../messina.shtml

Polo tra liti, accuse e promesse Ecco come cadde la città «imprendibile» L’ultima carta del premier: dal Milan rinforzi per il Messina.
I girotondini esultano per Genovese, nipote dell’ex dc Gullotti



E chi se li immaginava comunisti e i verdi, i no-global e i «rasta» girotondini in delirio per la vittoria del nipote di Nino Gullotti? Eppure così è andata. La pillolina magica di Umberto Scapagnini, il medico garante dell’«immortalità» di Berlusconi che con la rielezione a sindaco di Catania rivitalizzò il Polo dopo le Regionali, questa volta non è bastata. E dopo avere perso un mese fa, al primo turno, l’amata Bolzano appena conquistata a maggio, la destra ha perduto anche l’«imprendibile» roccaforte di Messina. Che al ballottaggio ha trombato il bello, aiutante e imbattibile candidato della Casa delle Libertà scegliendo il suo bruttino e calvo avversario Francantonio «Magoo» Genovese.
Hanno fatto di tutto per perdere, le destre, avviate oggi a una resa dei conti intestina: mai sconfitta impossibile è stata tanto annunciata.
Certe com’erano dei sentimenti di una città ostile ai «rossi» fin dai tempi del referendum sulla monarchia, cominciarono col giochetto del cambio-poltrona. Spostando il sindaco azzurro «Turi» Leonardi sul trono di presidente provinciale, dove oggi posa una natica tenendo l’altra posata sulla sedia di direttore generale dell’Università di Reggio, e l’allora presidente provinciale Giuseppe Buzzanca, luogotenente del potente Mimmo Nania, su quella di sindaco. Aveva allora, il candidato di An, un problemino: denunciato per essersi fatto portare in auto blu da Messina a Bari dove doveva imbarcarsi per una crociera con la moglie, era già stato condannato per peculato d’uso in primo e secondo grado ed era in attesa, 10 giorni dopo le elezioni, della Cassazione che, confermando le condanne, l’avrebbe portato alla decadenza.
Ma che sarà mai una marachella, anche se si sommava a una precedente grana giudiziaria, cioè l’accusa di avere lasciato scoperto un paio di volte il presidio medico di base sull’isola di Panarea? Tirò diritto. E per rendersi più simpatico chiuse il mandato provinciale con un grande concorso. Parteciparono in 25 mila, per 150 posti. Per scoprire, dopo le Comunali, che non c’erano soldi e dunque era tutto annullato.

Come annullate furono le nomine di una serie di parlamentari che avrebbero dovuto fare gli assessori: fatto il sindaco, ciao. Una beffa. Censurata anche dalla non ostile «Gazzetta del Sud»: «Il centrodestra ha preso in giro i propri elettori proponendo in campagna elettorale una squadra utile solo a rastrellare voti».
Arrivata la condanna definitiva in Cassazione del suo protetto, Nania si impuntò. Per dimostrare che comanda lui, dicono i nemici. Per lealtà verso l’alleato vittima di una persecuzione giudiziaria, dicono gli amici. Certo è che si impuntò: «Il giudizio politico l’hanno dato i cittadini».
Di più: persi tutti i ricorsi, la destra varò una leggina «ad Buzzancam», che prevedeva ineleggibilità e decadenza solo per il «peculato di appropriazione» (quando ti impossessi di una cosa per sempre) e non per quello «d’uso» imputato al sindaco. Leggina poi evaporata tra dubbi di costituzionalità. Ma votata dal governo per battere sul tempo un nuovo giudizio della Suprema Corte che, rimuovendo finalmente il sindaco, avrebbe portato alle urne la città, commissariata, con le Europee del 2004.


Un braccio di ferro durissimo. Che, dopo aver invelenito le opposizioni, costrinse a scendere in campo il vescovo Giovanni Marra: «Basta! La città viene prima!». Opinione ribadita poche settimane fa attraverso il Corriere : «Hanno abbandonato Messina a se stessa. Al degrado. Alla mafia. Due anni e mezzo di abbandono. Non si era mai visto credo, in Italia, un commissariamento così lungo per una città così grande. Mai». Di più: «I partiti danno spazio e portano su uomini piccoli. E quelli più validi restano fuori. Eppure ci sarebbero le figure... I partiti dovrebbero fare un passo indietro. Per lasciare spazio a un governo di salute pubblica. Ma non cedono, non cedono».
Infatti non cedettero. E dopo essersi spaccate in veti e controveti su questo o quel candidato, su questa o quella visione della città, sul rifiuto o meno di un accordo coi ribelli catanesi Nello Musumeci e Raffaele Lombardo, venuti a muover guerra con liste loro in terra peloritana, la destre non trovarono un accordo che su un uomo (alto, elegante, fama di sciupafemmine) che non pestava i piedi a nessuno come Luigi Drago e sul trucchetto delle liste. Che portarono alla candidatura al primo turno di oltre un migliaio di persone sotto 24 simboli, dei quali 8 direttamente legati ad An, che sotto la bandiera propria e quella di Alleanza per Messina piazzò 34 medici, in larga parte primari dell’ospedale Papardo. Una scelta che fece un po’ schifo («non capisco...») anche a Berlusconi. E che puntando sulla fame di tanti aspiranti portaborse riuscì, al primo turno, solo a contenere i danni: undici punti in meno rispetto alle precedenti comunali, maggioranza netta in consiglio comunale ma ballottaggio con le sinistre per il sindaco.

Ecco, la sconfitta di ieri è figlia di tutto questo.

Non è servito accusare, giustamente, Francantonio Genovese di essere portatore di un conflitto d’interessi come socio di minoranza del gruppo Franza (traghetti e mille altre cose) ed erede della rete di potere dello zio Nino Gullotti e del padre Luigi, per decenni potentissimo senatore dc.

Non è servito assicurare corsi di ballo gratis per anziani come il barista aennino del caffè ’ddu pappajaddu Pippo Famulari.
Non è servito promettere come il Cavaliere l’apertura del nuovo porto di Tremestieri entro il 5 dicembre (passato: ciao) e poi la prospettiva di fare di Messina «una città meravigliosa» e poi di recuperare il lungomare oggi sommerso dalle discariche «come hanno fatto a Barcellona» e poi di avviare a gennaio (fra tre settimane!) i «corsi di formazione per chi dovrà lavorare alla costruzione» del ponte e poi l’Alta Velocità e un commissario governativo per smantellare le baracche e perfino qualche giocatore del Milan per salvare il Messina «perché non mi piace che sia in fondo alla classifica».


Promessa ribadita sabato sera, poche ore prima del voto, in una telefonata in diretta di Ariedo Braida, direttore generale del Milan, alla più diffusa tivù locale. Tutto inutile.
Hanno vinto «i rossi», che a Messina non contano niente e adesso sventolano le bandiere per il trionfo personale di un margheritino dai modi gentili e dall’eloquio moroteo. Il quale d’ora in avanti, sul più bello che la locandina della prima pietra del ponte deve essere stampata in vista delle Politiche, sarà la nuova controparte del governo insieme col collega diessino di Villa San Giovanni, che sta dall’altra parte dello Stretto. Lui pure ostile all’opera.
Gian Antonio Stella
13 dicembre 2005

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Ciao

Federico

Ma, se a sti signori che hanno fatto tutte quelle belle cosucce, gli si da dei ladri (peraltro lo ha già fatto la cassazione, percui non direi nulla di nuovo e/o di falso), si fa cosa buona e giusta, oppure occorre usare altro vocabolo o un raffinato giro di parole?

Bah, per il momento mi limito a dire, come hai fatto tu, che la situazione precedente era davvero da vomito.
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Old 13-12-2005, 09:31   #45
prio
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Originariamente inviato da tdi150cv
era per tentare una distinzione professionale ... fermo restando che personalmente se prendessi come un metalmeccanico non camperei nemmeno una settimana ...
Per altro dalla regia mi fanno giustamente notare che metalmeccanico != tornitore/fabbro and so on.

C'e' una marea di gente che e' sotto il contratto metalmeccanici occupandosi di altro.
Luvi mi pare abbia detto avesse quel contratto, e si occupa di tlc.
Una mia amica lo ha sicuramente, e lavora in ufficio in una ditta dove fanno decorazioni per torte.
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Ultima modifica di prio : 13-12-2005 alle 09:47.
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Old 13-12-2005, 10:08   #46
Feric Jaggar
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Originariamente inviato da Lucio Virzì
La primavera è vicina, la nostra primavera, la primavera dell'ITALIA LuVi
Beato entusiasmo giovanile... se la primavera è rappresentata dal nipote di Gullotti!... ma non ve li ricordate più, questi personaggi? Lima, Gullotti, Ruffini, Ciancimino, Murmura, Mannino?...

Non c'è che dire, anche sulla sponda siciliana si è trovato un garante adeguato per il Ponte...

P.S. LuVi ce la faccio almeno una volta a salutarti?
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi?

Ultima modifica di Feric Jaggar : 13-12-2005 alle 10:14.
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Old 13-12-2005, 10:46   #47
Mammabell
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Old 13-12-2005, 10:53   #48
svarionman
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Messaggi: 685
Chissà se Galliani manterrà la promessa di prestere dei giocatori al Messina a gennaio...
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Attenzione: il messaggio potrebbe essere ironico... gli amici (s)comodi di Topolino
"L’uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri tradizionali, le autorità costituite...Il popolo è minorenne. La città è malata. Ad altri spetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere. La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà!”
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