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Old 16-11-2009, 23:36   #21
javaboy
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Eh no, ma che discorso è.. se permetti se io vedo un'ingiustizia la voglio evidenziare, ne voglio parlare. Ma poi scusa.. tu sei entrato in questo 3d dicendo che ti ricordava le elementari.. e adesso sta sparando frasi vuote una dietro l'altra, senza dire nulla in realtà. Il tuo apporto alla discussione è zero.. se non ti interessa e la ritieni troppo inutile o infantile per partecipare seriamente, perchè continui a postare?

Io allora potrei dire che non c'è bisogno di fare l'elenco di tutti i politici che rubano, e invece c'è eccome, quel bisogno..
La prossima volta per dare giusto apporto al discorso scrivo qualcosa del genere
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IO ODIO LA CHIESA
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Una volta l'inverno era inverno e l'estate era estate.
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Old 16-11-2009, 23:41   #22
cocis
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giusto .. basta sperchi ...

via l'8x1000 intanto ...
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Old 16-11-2009, 23:42   #23
Acrobat
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La prossima volta per dare giusto apporto al discorso scrivo qualcosa del genere


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Senti, quale parte di: "Tuttavia non vorrei che questa discussione si trasformasse in un cieco attacco alla chiesa.. argomentate le critiche per favore, grazie" non ti è chiara? Mi sai che non hai letto una mazza, rileggi MEGLIO.

La frase di FabioGreggio poi non l'hai proprio capita, io non ho voglia di spiegartela, se ne avrà voglia lo farà lui.. oppure(più probabile) fai lo gnorri, e anche in questo caso non è che abbia molta spinta a dialogare con te.. anzi, a dirla tutta credo che tu la voglia buttare sul flame per mandare in vacca il thread. Siccome il topic l'ho aperto io, te lo ripeto: argomenta seriamente o magari cambia discussione, che ne dici?
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"L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo." Albert Einstein
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Old 16-11-2009, 23:42   #24
girodiwino
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gaoh.... il problema è sempre lo stesso: non si parla di ciò che della chiesa si percepisce ma di ciò che la chiesa è...
sotto un profilo è una macchina mangiasoldi formata da persone devianti, sotto un altro profilo è un'istitiuzione fatta da gente che ha come unico scopo quello di aiutare il prossimo.

chi prevale? [ok post sterile, forse]

il papa è comunque un monarca che come tale ha diritto ad un certo prestigio
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Classis Praefectus - E' difficile vedere un gatto nero in una stanza buia, soprattutto quando il gatto non c'è. - Rating: 25.2/30
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Old 16-11-2009, 23:52   #25
javaboy
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Senti, quale parte di: "Tuttavia non vorrei che questa discussione si trasformasse in un cieco attacco alla chiesa.. argomentate le critiche per favore, grazie" non ti è chiara? Mi sai che non hai letto una mazza, rileggi MEGLIO.

La frase di FabioGreggio poi non l'hai proprio capita, io non ho voglia di spiegartela, se ne avrà voglia lo farà lui.. oppure(più probabile) fai lo gnorri, e anche in questo caso non è che abbia molta spinta a dialogare con te.. anzi, a dirla tutta credo che tu la voglia buttare sul flame per mandare in vacca il thread. Siccome il topic l'ho aperto io, te lo ripeto: argomenta seriamente o magari cambia discussione, che ne dici?
Non ho assolutamente intenzione di flammare. Mi dispiace di aver esordito con quella "battutina" sulle elementari ma ti invito a moderare i toni. Comunque penso che tu abbia capito il mio parere. Il papa ha un ruolo istituzionale, per quanto mi riguarda ha il diritto di andare in giro con delle scarpe prada e di fare la morale. Probabilmente non è neanche lui a decidere come vestirsi durante le apparizioni in pubblico.
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Old 16-11-2009, 23:53   #26
Acrobat
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gaoh.... il problema è sempre lo stesso: non si parla di ciò che della chiesa si percepisce ma di ciò che la chiesa è...
sotto un profilo è una macchina mangiasoldi formata da persone devianti, sotto un altro profilo è un'istitiuzione fatta da gente che ha come unico scopo quello di aiutare il prossimo.

chi prevale? [ok post sterile, forse]

il papa è comunque un monarca che come tale ha diritto ad un certo prestigio
Post tutt'altro che sterile direi.. unica cosa, il Papa non lo vedo molto equiparabile ai monarchi passati, è vero che è un capo di stato, ma è anche vero che è il leader di un movimento spirituale(chiamiamolo così) che ha come principale caratteristica la fede in Dio e in certi valori.. valori dei quali lui per primo dovrebbe farsi portatore.. ma NON solo a parole però.

I monarchi passati avevano tutto l'interesse a far sfoggio della ricchezza del proprio regno.. per questioni politiche, oltre che per soddisfare il proprio ego. Per il papa però questo non può valere, o almeno, ok il prestigio del vaticano, ma per la natura stessa della chiesa devono esistere dei limiti, che credo si siano abbondantemente sorpassati.
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Old 17-11-2009, 00:05   #27
Acrobat
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Non ho assolutamente intenzione di flammare. Mi dispiace di aver esordito con quella "battutina" sulle elementari ma ti invito a moderare i toni. Comunque penso che tu abbia capito il mio parere. Il papa ha un ruolo istituzionale, per quanto mi riguarda ha il diritto di andare in giro con delle scarpe prada e di fare la morale. Probabilmente non è neanche lui a decidere come vestirsi durante le apparizioni in pubblico.
Mi fa piacere, anche se la battutina poi non me l'hai spiegata, ma fa lo stesso.. per il resto, quali toni? Cmq, passando finalmente alla tua opinione, padronissimo di pensarla così.. anch'io tengo in considerazione il fatto che si tratta pur sempre un capo di stato, però penso che la si meni anche troppo con questa cosa.. è una scusa troppo comoda "ah, è uno Stato", dimenticandosi che la chiesa NON è nata come Stato.. non è nata per essere una nazione, io mi chiedo cosa ne penserebbe Gesù Cristo.. cosa gliene fregherebbe a Lui del concetto di "nazione"? Avrebbe usato i soldi per accrescere il prestigio della sua Chiesa o li avrebbe dati ai bisognosi?

Ripeto: non voglio che al vaticano tutti vadano in giro scalzi. Mi basterebbe però qualcosa di(molto) più sobrio, e sopratutto rispettoso di chi non ha NULLA, e si sente dire da chi ha TUTTO: "bisogna aiutarli".

Chiudo dicendo che Ratzinger ha tutto il diritto di fare la morale.. e io ho tutto il diritto di dire che lui, coi soldi che maneggia, è tra gli ultimi a potermela fare.

Aggiungo: ovviamente per ribadisco che NON sto parlando solo di vestiti e scarpe eh!! Vedere il post di Jakie, ad esempio. Vedendo la ricchezza e la potenza della Chiesa(e vada per il maiuscolo.. per amor di chiarezza), un poveretto cosa deve pensare? Che dicono la verità, che la loro distribuzione dei beni è equa? L'Opus Dei per esempio.. compra pronto cassa interi palazzi, e anche di più.. dentro si riuniscono finanzieri, industriali ecc.. un poveraccio cosa deve pensare, che si riuniscono per aiutare le persone che stanno male o per discutere su come fare ancora più soldi?

Bon, vi saluto e vado a letto che mi rendo conto che sto scrivendo veramente male e mi cala la palpebra.. a domani, 'notte
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Ultima modifica di Acrobat : 17-11-2009 alle 00:16.
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Old 17-11-2009, 00:14   #28
javaboy
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Magari mi sbaglio ma secondo me Ratzinger come persona è quanto di più lontano si possa immaginare dallo sfarzo e dall'opulenza, d'altra parte (sempre secondo me) è purtroppo molto legato alle tradizioni e queste tradizioni prevedono un certo tipo di decoro. Anche il prete di campagna con stipendio da fame comunque deve utilizzare un certo tipo di paramenti sacri ma dubito lo faccia per vanità
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Old 17-11-2009, 00:56   #29
Mantis86
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Non commento le parole del Papa non perchè mi stia antipatico, ma per l inutilità di queste ultime nel contesto di questa riunione. Centinaia di migliaia di euro spesi per dire che nel mondo si muore di fame. Il paradosso è che si spendono soldi per riunirsi ma nessun mozione, nessun impegno, nessuno stanziamento di denaro. Bastava chiedere ad una onlus i dati e cosa bisognasse fare senza scomodare sua santità e spendere soldi. Se la morale è basta agli sprechi iniziamo a togliere le conferenze inutili!
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Old 17-11-2009, 04:41   #30
Aldin
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La prossima volta per dare giusto apporto al discorso scrivo qualcosa del genere


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E' l'unico commento costruttivo che mi è venuto, sai quando uno predica la povertà mentre vive nell'opulenza e la gente muore muore e muore di fame senza che gli freghi un a nessuno...bah, che schifo di mondo.

Se potessi occuperei militarmente il vaticano. Altro che lasciare agire questa congrega di figli di buona donna...
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Old 17-11-2009, 08:08   #31
bluelake
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GESU': "Non accumulate tesori sulla terra, perchè là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore".

Anche Lui, San Francesco e Padre Pio andavano in giro così.. sisi.. loro ciò che avevano davano, ma ora arriverà qualcuno a dire "ehh ma lui cmq rappresenta Dio in terra, mica può andare scalzo come un barbone!!"
Nessuno pretende questo.. ma un minimo di decenza. Che schifo.
sembra di rileggere "Il nome della rosa", l'incontro tra i francescani e i delegati pontifìci per discutere se Gesù possedeva o meno i vestiti che portava, e se di conseguenza la Chiesa stessa dovesse essere povera e rinunciare ai suoi possedimenti terreni... il problema vero non è se il Papa abbia o meno le scarpe di Prada, il problema vero è quanto la Chiesa usi il suo potere per incitare la risoluzione dei problemi che affliggono i poveri del mondo, e quanto invece lo usi per difendere gli interessi economici delle grandi potenze.
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Quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere - Twitter
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Old 17-11-2009, 08:28   #32
Stigmata
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cominciasse lui
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Dream_River
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Nella foto in basso a destra: Nemici di Cristo atti a far sfigurare il santo padre per rafforzare la propaganda masso-gay-pluto-nichi-noa-relativista
Notare la magressa ossea palesemente finta (per di più nudi, si mettessero qualcosa addosso questi relativisti!) e le mani costantemente rivolte al dio denaro (si nutrissero con il Verbo questi nichilisti della domenica!)

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Chiesa Valdese - Remember, my child: Without innocence the cross is only iron, - Grazie Daniele di regalarmi ogni giorno il tuo amore! - Per l'Alternativa - Chi ci pensa nel miele, annega - La Filosofia è come la Russia, piena di paludi e spesso invasa dai tedeschi. (Roger Nimier)
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Old 17-11-2009, 09:28   #34
whistler
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è tutta una questione di simboli

i nostri simboli

possono morire ma non rinunceremo ai nostri simboli!
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Old 17-11-2009, 09:29   #35
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Nella foto in basso a destra: Nemici di Cristo atti a far sfigurare il santo padre per rafforzare la propaganda masso-gay-pluto-nichi-noa-relativista
Notare la magressa ossea palesemente finta (per di più nudi, si mettessero qualcosa addosso questi relativisti!) e le mani costantemente rivolte al dio denaro (si nutrissero con il Verbo questi nichilisti della domenica!)

davvero cattivo gusto
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...Grazie caro Lolek!
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Old 17-11-2009, 09:31   #36
LightIntoDarkness
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Ah, giusto per rimanere in ambito di leggerezza e bufale, Prada ovviamente non c'entra niente

http://www.adriano-stefanelli.it/benedetto.php


...poi magari costano di più da questo artigiano, eh
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...Grazie caro Lolek!
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Old 17-11-2009, 09:39   #37
Stigmata
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Originariamente inviato da Proteus Guarda i messaggi
Mi hai preceduto.

Io aggiungerei alla lista anche i suoi compagni vaticani e non.
per una volta tanto ci troviamo d'accordo
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645Z & some glass
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Old 17-11-2009, 09:48   #38
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gaoh.... il problema è sempre lo stesso: non si parla di ciò che della chiesa si percepisce ma di ciò che la chiesa è...
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il papa è comunque un monarca che come tale ha diritto ad un certo prestigio
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Old 17-11-2009, 10:06   #39
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Comunque, se per caso a qualcuno interessasse fare un 3d serio, riporto qui il discorso completo

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Originariamente inviato da Papa Benedetto XVI
VISITA DEL SANTO PADRE ALLA SEDE DELLA FAO IN ROMA IN OCCASIONE DEL VERTICE MONDIALE SULLA SICUREZZA ALIMENTARE, 16.11.2009

Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI si reca in visita alla sede della FAO in Roma in occasione dell’apertura del Vertice Mondiale sulla sicurezza alimentare (Roma, 16-18 novembre 2009).
Alle ore 11.30 il Papa giunge al Palazzo della FAO, accolto dal Direttore Generale, Sig. Jacques Diouf. Nell’atrio del Palazzo, saluta gli 11 Vice Direttori della FAO.
Salito al terzo piano, il Santo Padre è accolto nell’Aula Magna dal Segretario dell’ONU, Sig. Ban Ki-moon; dal Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU, Sig. Ali Triki e dall’On. Silvio Berlusconi, nella veste di Presidente dell’Assemblea FAO.
Dopo il saluto del Sig. Jacques Diouf, Direttore Generale della FAO, il Papa rivolge ai presenti il seguente discorso:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Signor Presidente, Signore e Signori!

Ho accolto con grande piacere l'invito del Signor Jacques Diouf, Direttore Generale della FAO, a prendere la parola nella sessione di apertura di questo Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare. Lo saluto cordialmente e lo ringrazio per le sue cortesi parole di benvenuto. Saluto le alte Autorità presenti e tutti i partecipanti.
Desidero rinnovare - in continuità con i miei venerati Predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II - la stima per l'azione della FAO, a cui la Chiesa Cattolica e la Santa Sede guardano con attenzione ed interesse per il quotidiano servizio di quanti vi lavorano. Grazie alla vostra generosa opera, sintetizzata nel motto Fiat Panis, lo sviluppo dell'agricoltura e la sicurezza alimentare rimangono fra gli obiettivi prioritari dell'azione politica internazionale. E sono certo che questo spirito orienterà le decisioni del presente Vertice, come pure quelle che saranno adottate nel comune intento di vincere quanto prima la lotta alla fame e alla malnutrizione nel mondo.

La Comunità internazionale sta affrontando in questi anni una grave crisi economico-finanziaria. Le statistiche testimoniano la drammatica crescita del numero di chi soffre la fame e a questo concorrono l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, la diminuzione delle disponibilità economiche delle popolazioni più povere, il limitato accesso al mercato e al cibo. Tutto ciò mentre si conferma il dato che la terra può sufficientemente nutrire tutti i suoi abitanti. Infatti, sebbene in alcune regioni permangano bassi livelli di produzione agricola anche a causa di mutamenti climatici, globalmente tale produzione è sufficiente per soddisfare sia la domanda attuale, sia quella prevedibile in futuro. Questi dati indicano l'assenza di una relazione di causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame, e ciò è ulteriormente provato dalla deprecabile distruzione di derrate alimentari in funzione del lucro economico.

Nell’Enciclica Caritas in veritate ho osservato che «la fame non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali è di natura istituzionale. Manca, cioè, un assetto di istituzioni economiche in grado sia di garantire un accesso al cibo e all'acqua regolare e adeguato…, sia di fronteggiare le necessità connesse con i bisogni primari e con le emergenze di vere e proprie crisi alimentari…». Ed ho aggiunto: «Il problema dell'insicurezza alimentare va affrontato in una prospettiva di lungo periodo, eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri mediante investimenti in infrastrutture rurali, in sistemi di irrigazione, in trasporti, in organizzazione dei mercati, in formazione e diffusione di tecniche agricole appropriate, capaci cioè di utilizzare al meglio le risorse umane, naturali e socio-economiche maggiormente accessibili a livello locale, in modo da garantire una loro sostenibilità anche nel lungo periodo» (n. 27).

In tale contesto, è necessario contrastare anche il ricorso a certe forme di sovvenzioni che perturbano gravemente il settore agricolo, la persistenza di modelli alimentari orientati al solo consumo e privi di una prospettiva di più ampio raggio e soprattutto l'egoismo, che consente alla speculazione di entrare persino nei mercati dei cereali, per cui il cibo viene considerato alla stregua di tutte le altre merci.

«La debolezza degli attuali meccanismi della sicurezza alimentare e la necessità di un loro ripensamento sono testimoniati, in un certo senso, dalla stessa convocazione di questo Vertice. Infatti, nonostante i Paesi più poveri siano integrati nell'economia mondiale più ampiamente che in passato, l'andamento dei mercati internazionali li rende maggiormente vulnerabili e li costringe a ricorrere all'aiuto delle Istituzioni intergovernative, che senza dubbio prestano un'opera preziosa e indispensabile. Il concetto, però, di cooperazione deve essere coerente con il principio di sussidiarietà: è necessario coinvolgere «le comunità locali nelle scelte e nelle decisioni relative all’uso della terra coltivabile» (ibid.), perché lo sviluppo umano integrale richiede scelte responsabili da parte di tutti e domanda un atteggiamento solidale che non consideri l'aiuto o l'emergenza come funzionali a chi mette a disposizione le risorse o a gruppi elitari presenti fra i beneficiari. Di fronte a Paesi che manifestano necessità di apporti esterni, la Comunità internazionale ha il dovere di partecipare con gli strumenti della cooperazione, sentendosi corresponsabile del loro sviluppo, «mediante la solidarietà della presenza, dell'accompagnamento, della formazione e del rispetto» (ibid., 47). All’interno di questo contesto di responsabilità si colloca il diritto di ciascun Paese a definire il proprio modello economico, prevedendo i modi per garantire la propria libertà di scelta e di obiettivi. In una tale prospettiva, la cooperazione deve diventare strumento efficace, libero da vincoli e da interessi che possono assorbire una parte non trascurabile delle risorse destinate allo sviluppo. E’ inoltre importante sottolineare come la via solidaristica per lo sviluppo dei Paesi poveri possa diventare anche una via di soluzione della crisi globale in atto. Sostenendo, infatti, con piani di finanziamento ispirati a solidarietà tali Nazioni, affinché provvedano esse stesse a soddisfare le proprie domande di consumo e di sviluppo, non solo si favorisce la crescita economica al loro interno, ma si possono avere ripercussioni positive sullo sviluppo umano integrale in altri Paesi (cfr ibid., 27).

«Nell’odierna situazione permane ancora un livello di sviluppo diseguale tra e nelle Nazioni, che determina, in molte aree del pianeta, condizioni di precarietà, accentuando la contrapposizione tra povertà e ricchezza. Tale confronto non riguarda più solo i modelli di sviluppo, ma anche e soprattutto la percezione stessa che sembra affermarsi circa un fenomeno come l'insicurezza alimentare. Vi è il rischio cioè che la fame venga ritenuta come strutturale, parte integrante delle realtà socio-politiche dei Paesi più deboli, oggetto di un senso di rassegnato sconforto se non addirittura di indifferenza. Non è così, e non deve essere così! Per combattere e vincere la fame è essenziale cominciare a ridefinire i concetti ed i principi sin qui applicati nelle relazioni internazionali, così da rispondere all'interrogativo: cosa può orientare l'attenzione e la successiva condotta degli Stati verso i bisogni degli ultimi? La risposta non va ricercata nel profilo operativo della cooperazione, ma nei principi che devono ispirarla: solo in nome della comune appartenenza alla famiglia umana universale si può richiedere ad ogni Popolo e quindi ad ogni Paese di essere solidale, cioè disposto a farsi carico di responsabilità concrete nel venire incontro alle altrui necessità, per favorire una vera condivisione fondata sull'amore.

Tuttavia, sebbene la solidarietà animata dall’amore ecceda la giustizia, perché amare è donare, offrire del ‘mio’ all’altro, essa non è mai senza la giustizia, che induce a dare all’altro ciò che è ‘suo’ e che gli spetta in ragione del suo essere e del suo operare. Non posso, infatti, ‘donare’ all’altro del ‘mio’, senza avergli dato in primo luogo ciò che gli compete secondo giustizia (cfr ibid., 6). Se si mira all'eliminazione della fame, l'azione internazionale è chiamata non solo a favorire la crescita economica equilibrata e sostenibile e la stabilità politica, ma anche a ricercare nuovi parametri - necessariamente etici e poi giuridici ed economici - in grado di ispirare l'attività di cooperazione per costruire un rapporto paritario tra Paesi che si trovano in un differente grado di sviluppo. Ciò, oltre a colmare il divario esistente, potrebbe favorire la capacità di ogni Popolo di sentirsi protagonista, confermando così che la fondamentale uguaglianza dei diversi Paesi affonda le sue radici nella comune origine della famiglia umana, sorgente di quei principi della "legge naturale" chiamati ad ispirare scelte ed indirizzi di ordine politico, giuridico ed economico nella vita internazionale (cfr ibid., 59). San Paolo ha parole illuminanti in merito: "Non si tratta infatti – egli scrive - di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: Colui che raccolse molto non abbondò, e colui che raccolse poco non ebbe di meno" (2 Cor 8,13-15). 6.

Signor Presidente, Signore e Signori, per combattere la fame promuovendo uno sviluppo umano integrale occorre anche capire le necessità del mondo rurale, come pure evitare che la tendenziale diminuzione dell'apporto dei donatori crei incertezze nel finanziamento delle attività di cooperazione: va scongiurato il rischio che il mondo rurale possa essere considerato, in maniera miope, come una realtà secondaria. Al tempo stesso, va favorito l'accesso al mercato internazionale dei prodotti provenienti dalle aree più povere, oggi spesso relegati a spazi limitati. Per conseguire tali obiettivi è necessario sottrarre le regole del commercio internazionale alla logica del profitto fine a se stesso, orientandole a favore dell'iniziativa economica dei Paesi maggiormente bisognosi di sviluppo, che, disponendo di maggiori entrate, potranno procedere verso quell'autosufficienza, che è preludio alla sicurezza alimentare.

Non si devono poi dimenticare i diritti fondamentali della persona tra cui spicca il diritto ad un’alimentazione sufficiente, sana e nutriente, come pure all’acqua; essi rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti, ad iniziare da quello, primario, alla vita. È necessario, pertanto maturare «una coscienza solidale, che consideri l'alimentazione e l'accesso all'acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni» (Caritas in veritate, 27). Quanto pazientemente è stato realizzato in questi anni dalla FAO, se da un lato ha favorito l'allargamento degli obiettivi di questo diritto rispetto alla sola garanzia di soddisfare i bisogni primari, dall'altro ha evidenziato la necessità di una sua regolamentazione adeguata.

I metodi di produzione alimentare impongono altresì un’attenta analisi del rapporto tra lo sviluppo e la tutela ambientale. Il desiderio di possedere e di usare in maniera eccessiva e disordinata le risorse del pianeta è la causa prima di ogni degrado dell’ambiente. La tutela ambientale si pone quindi come una sfida attuale per garantire uno sviluppo armonico, rispettoso del disegno della creazione di Dio e dunque in grado di salvaguardare il pianeta (cfr ibid., 48-51). Se l'umanità intera è chiamata ad essere cosciente dei propri obblighi verso le generazioni che verranno, è anche vero che sugli Stati e sulle Organizzazioni Internazionali ricade il dovere di tutelare l'ambiente come bene collettivo. In tale ottica, vanno approfondite le interazioni esistenti tra la sicurezza ambientale e il preoccupante fenomeno dei cambiamenti climatici, avendo come focus la centralità della persona umana ed in particolare delle popolazioni più vulnerabili a entrambi i fenomeni. Non bastano però normative, legislazioni, piani di sviluppo e investimenti, occorre un cambiamento negli stili di vita personali e comunitari, nei consumi e negli effettivi bisogni, ma soprattutto è necessario avere presente quel dovere morale di distinguere nelle azioni umane il bene dal male per riscoprire così i legami di comunione che uniscono la persona e il creato.

È importante ricordare – ho osservato sempre nell’Enciclica Caritas in veritate - che "il degrado della natura è… strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana: quando l'«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio". È vero: "Il sistema ecologico si regge sul rispetto di un progetto che riguarda sia la sana convivenza in società sia il buon rapporto con la natura". Ed "Il problema decisivo è la complessiva tenuta morale della società". Pertanto, "i doveri che abbiamo verso l'ambiente si collegano con i doveri che abbiamo verso la persona considerata in se stessa e in relazione con gli altri. Non si possono esigere gli uni e conculcare gli altri. Questa è una grave antinomia della mentalità e della prassi odierna, che avvilisce la persona, sconvolge l'ambiente e danneggia la società" (cfr ibid., 51). 10.

La fame è il segno più crudele e concreto della povertà. Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco, quando il dramma della fame assume dimensioni sempre maggiori. Signor Presidente, Signore e Signori, da parte della Chiesa cattolica ci sarà sempre attenzione verso gli sforzi per sconfiggere la fame; ci sarà l'impegno a sostenere, con la parola e con le opere, l'azione solidale - programmata, responsabile e regolata - che tutte le componenti della Comunità internazionale saranno chiamate ad intraprendere. La Chiesa non pretende di interferire nelle scelte politiche; essa, rispettosa del sapere e dei risultati delle scienze, come pure delle scelte determinate dalla ragione quando sono responsabilmente illuminate da valori autenticamente umani, si unisce allo sforzo per eliminare la fame. È questo il segno più immediato e concreto della solidarietà animata dalla carità, segno che non lascia spazio a ritardi e compromessi. Tale solidarietà si affida alla tecnica, alle leggi ed alle istituzioni per venire incontro alle aspirazioni di persone, comunità e interi popoli, ma non deve escludere la dimensione religiosa, con la sua potente forza spirituale e di promozione della persona umana. Riconoscere il valore trascendente di ogni uomo e di ogni donna resta il primo passo per favorire quella conversione del cuore che può sorreggere l’impegno per sradicare la miseria, la fame e la povertà in tutte le loro forme.

Ringrazio per il cortese ascolto, mentre, in conclusione, rivolgo un saluto augurale, nelle lingue ufficiali della FAO, a tutti gli Stati membri dell'Organizzazione:

God bless your efforts to ensure that everyone is given their daily bread.
Di sicuro la Chiesa ha tantissime cose da sistemare e schifezze di cui è sporca, ma siete sicuri che sarebbe meglio se il papa non dicesse queste cose e prendesse queste posizioni?
__________________
...Grazie caro Lolek!
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Old 17-11-2009, 10:11   #40
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Io sono sicuro che se tutti i soldi nelle banche del vaticano, tutti gli averi mobili e immobili si tramutassero in cibo, medicine e libri per il terzo mondo si risolverebbero il 90% dei problemi che affliggono l'umanita', tu che dici?
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