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Risultati sondaggio: Siete soddisfatti delle prospettive lavorative che offre il vostro titolo di studio?
Sì, con la III media le mie prospettive sono buone 0 0%
Sì, con il diploma di maturità le mie prospettive sono buone 16 26.23%
Sì, con la laurea triennale le mie prospettive sono buone 4 6.56%
Sì, con la laurea specialistica le mie prospettive sono buone 6 9.84%
Sì, con il PhD le mie prospettive sono buone 0 0%
No, ho la III media e le mie prospettive sono pessime 2 3.28%
No, ho il diploma di maturità e le mie prospettive sono pessime 9 14.75%
No, ho la laurea triennale e le mie prospettive sono pessime 12 19.67%
No, ho la laurea specialistica e le mie prospettive sono pessime 11 18.03%
No, ho il PhD e le mie prospettive sono pessime 1 1.64%
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Old 11-05-2008, 07:58   #1
Gargoyle
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Il 50% degli italiani è fermo alla III media - La laurea non è "monetarizzata"

http://www.corriere.it/cronache/08_m...4f486ba6.shtml

Quote:
Mezza Italia ha solo la licenza media
Indagine Istat: uno su dieci non completa l'obbligo, in Sicilia e Campania si arriva al 14-15% di abbandoni

Molti, troppi studenti italiani abbandonano la scuola prima di aver conseguito un titolo di studio superiore e quasi la metà degli italiani ha solo la licenza media. È triste il quadro dell'istruzione fotografato dall'Istat per «100 statistiche per il Paese - Indicatori per conoscere e valutare». La fuga dai banchi interessa soprattutto il meridione: in Sicilia e Campania rispettivamente 15 e 14 studenti su cento non completano nemmeno il percorso dell'obbligo. La quota di abbandoni più contenuta (6,2%) si registra invece nel Friuli-Venezia Giulia. Valori negativi si riscontrano, tuttavia, anche al Nord: in Valle D'Aosta siamo all'11,7%, in Liguria e Piemonte al 10,8%. Al Centro il Lazio spicca con il suo 11,7%. In generale nell'anno scolastico 2005-2006 la quota di giovani che ha lasciato al primo anno gli studi superiori è dell'11,1%.

FANALINO DI CODA - Nel 2007 il 48,2% della popolazione italiana tra i 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di studio più elevato la licenza della scuola media inferiore, valore distante dalla media Ue27, che ci colloca nelle ultime posizioni insieme a Spagna, Portogallo e Malta. Sempre l'anno scorso poco più del 75% dei giovani tra i 20 e i 24 anni ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore. Un tasso inferiore a quello della media comunitaria (77,8%). In ambito comunitario sono alcuni Paesi di recente ingresso quelli che presentano i più elevati tassi di scolarizzazione superiore: in Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia 9 studenti su 10 hanno conseguito almeno il diploma superiore. In Italia, infine, circa il 41% dei giovani tra i 19 e i 25 anni risulta iscritto a un corso universitario nell'anno accademico 2005-06, ma la tendenza è in crescita. Nell'indagine c'è anche la conferma che l'Italia per l'istruzione spende meno degli altri paesi europei: nel 2005 l'incidenza degli investimenti in istruzione e formazione sul Pil è pari al 4,4%, ampiamente al di sotto della media dell'Ue27 (5,1%).
Io la vedo così:
  • In Italia studiare è poco pagante per almeno quattro motivi:
  1. Chiunque oggigiorno può laurearsi, indipendentemente dal proprio impegno. Basta avere una famiglia alle spalle disposta a pagare quei 1000-2000€ l'anno per le tasse universitarie.
  2. Non tutte le lauree sono uguali, certo, però per legge lo sono e finché non si abolirà il valore legale del titolo di studio un laureato in "Fisica Nucleare" a Padova competerà per i concorsi con un laureato all'università di Monculi in "Scienze della Musicologia del Neolitico".
  3. In termini assoluti i laureati italiani sono pochi (rispetto agli altri paesi OCSE), ma comunque sono più dei posti di lavoro per laureati. Siamo pieni di Ingegneri Informatici che fanno lavoro da periti informatici, laureati in Chimica che lavorano come periti chimici, Architetti che fanno il lavoro del geometra e così via.
  4. Le competenze pratiche anche del miglior laureato possibile sono scarse: la nostra università forma per la ricerca pura, e non sarebbe un male se non fosse che di posti per fare ricerca non ce ne sono. Qual'è la logica di preparare persone per un lavoro che in Italia non possono fare? Tanto varrebbe lasciare solo i centri di eccellenza a numero chiuso e trasformare le altre università in corsi di avviamento al lavoro...
  • La conseguenza logica di tutto questo?
  1. Fermarsi alla terza media può dare una marcia in più: significa partire con 10 anni in più di bagaglio lavorativo e di stipendio, senza gli oneri di uno studente.
  2. Poiché tutti i laureati cercano lavori per laureati o comunque non manuali, c'è una infinità di mestieri per cui sono preferibili persone con basso titolo di studio. In teoria un laureato in Ingegneria Elettrica può fare l'elettricista direttamente senza corsi abilitanti, ma nel 99,99% dei casi chi viene a sistemarci i cavi in casa è tanto se ha un diploma, e si becca anche un sacco di quattrini.
  3. Impegnarsi negli studi non porta a benefici lavorativi: poiché ormai si può laureare anche il cane, il pezzo di carta non è più garanzia per il datore di lavoro di stare assumendo qualcuno che sappia davvero quello che fa, ergo precariato per tutti, sia per chi ha studiato davvero sia per chi si è grattato i coglioni ed ha finito l'università in 7 anni raccattando i 18.

http://www.repubblica.it/2005/i/sezi...-laureati.html

Quote:
La laurea non paga, il titolo di studio influisce poco sullo stipendio: vale sì e no una spesa mensile in più al supermercato, centoventi euro lordi medi, uno scarto minimo che non bada al merito e ai potenziali di crescita e che condanna le retribuzioni ad un piattume dal quale si emerge solo se la carica ricoperta è molto alta.

L'Italia, dunque, non premia lo studio: lo si intuiva già, ora però ci sono anche i numeri. Li ha forniti il rapporto 2008 dell'Unioncamere sottolineando che le differenze di stipendio fra laureati e non laureati sono all'osso. Le retribuzioni di professioni non qualificate, di conduttori di impianti, di operai specializzati, di addetti alle attività commerciali e impiegati, si aggirano infatti tutte tra i 21 e i 23 mila euro (dieci milioni di lavoratori, due terzi del totale).
Si va dai 21.170 euro di un dipendente non qualificato ai 22.750 di un impiegato, anche laureato. In queste categorie di lavoro si colloca infatti il 55 per cento dei diplomati e iil 15 dei laureati: per loro gli anni di studio in facoltà non sono stati monetarizzati. Alla fine dell'anno la differenza con chi ha frequentato la scuola dell'obbligo non supera i 1.600 euro.
Mi si permetta anche di aggiungere una cosa: dire che "l'Italia non premia lo studio" sarà pure vero, ma è solo una parte del problema.
La gran parte di coloro che si qualificano quali "studenti" non studiano affatto, sono cazzeggiatori di professione: cazzeggiatori che però arriveranno anche loro ad ottenere il pezzo di carta.

Smettiamo quindi di dire: "quello lì ha la laurea, si merita di più".
Perché spesso la laurea è solo un modo per rimandare di una dozzina d'anni (tra superiori, università e anni di fuoricorso) l'ingresso nel mondo del lavoro per continuare a fare la bella vita.
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Old 11-05-2008, 08:22   #2
Timewolf
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dico la mia.

quando nel 2000 mi sono diplomato ho scelto di non andare all'uni perche' avevo voglia di lavorare e ritenevo "sprecati" altri 5 anni sui libri.

dopo quasi 8 anni posso dire che, per ora, ho fatto la scelta giusta, dopo il diploma ho iniziato a lavorare ed ora grazie all'esperienza ho un buon posto di lavoro (non precario) ed un buon stipendio.

Se avessi studiato non avrei avuto l'esperienza lavorativa necessaria per entrare dove sto ora

Putroppo qua funziona cosi'...
__________________
|Je hais vos idées, mais je me ferai tuer pour que vous ayez le droit de les exprimer. *PettyFan*
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Old 11-05-2008, 08:37   #3
Amodio
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questo era un ragionamento che feci 6 anni fa con la mia ex fidanzata
ragionamento sul quale finimmo a litigare

vabbeh,
lei si stava laureando in giurisprudenza, ed il fratello di un mio amico non volle andare a farele scuole superiori, ma andare direttamente a lavorare

infatti io le dissi che quel ragazzo alla fine avrebbe accumulato più della sua stessa ricchezza arrivato verso i 60 anni,infatti partiva con 20 anni di anticipo sul lavoro, mentre un laureato inizia ai 30-32 anni a lavorare
lei puntava sul fatto che potevi avere piu carriera(forse in un'altro paese)
che lo stipendio era piu alto(se vabbeh)
e che avendo studiato il lavoro era piu rilassante(non sempre)

prendeva come modello i suoi amici avvocati, tutti figli di papà e ricconi, peccato che lei non conosceva nessuno,quindi non poteva ambire a chissa cosa, precisiamo, io ero contento che lei si laureasse, però al tempo stesso ero contento per questo ragazzo in quanto a 20 anni poteva già essere autonomo!!!!

ma guardiamo lasituazione in larga scala:
se TUTTI vanno a lavorare a 13 anni, non ci sono specialisti, quindi l'italia diventa come l'africa
ovviamente io stimolo a seguire la laurea, ma se gli obiettivi sono i soldi,beh allora che si vada a lavorare!!! sono 20 anni in piu di stipendio belli messi in tasca
__________________
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Old 11-05-2008, 09:17   #4
Jamal Crawford
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Iscritto dal: May 2003
Città: troppo poco lontano dal confine con il Po
Messaggi: 1028
Quote:
Originariamente inviato da Timewolf Guarda i messaggi
dico la mia.

quando nel 2000 mi sono diplomato ho scelto di non andare all'uni perche' avevo voglia di lavorare e ritenevo "sprecati" altri 5 anni sui libri.

dopo quasi 8 anni posso dire che, per ora, ho fatto la scelta giusta, dopo il diploma ho iniziato a lavorare ed ora grazie all'esperienza ho un buon posto di lavoro (non precario) ed un buon stipendio.

Se avessi studiato non avrei avuto l'esperienza lavorativa necessaria per entrare dove sto ora

Putroppo qua funziona cosi'...
idem
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Dal 1899 la seconda squadra di milano
24/04/2010 Per chi fosse interessato, vi suggerisco di puntare 1000€ sulla vittoria della coppa libertadores da parte dell'Internacional di Porto Alegre. Galliani spalmati sotto un treno
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Old 11-05-2008, 09:46   #5
Marco71
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Iscritto dal: Nov 2003
Città: Provincia di Lucca
Messaggi: 3455
Nellle voci...

Quote:
Originariamente inviato da Gargoyle Guarda i messaggi
http://www.corriere.it/cronache/08_m...4f486ba6.shtml



Io la vedo così:
  • In Italia studiare è poco pagante per almeno quattro motivi:
  1. Chiunque oggigiorno può laurearsi, indipendentemente dal proprio impegno. Basta avere una famiglia alle spalle disposta a pagare quei 1000-2000€ l'anno per le tasse universitarie.
  2. Non tutte le lauree sono uguali, certo, però per legge lo sono e finché non si abolirà il valore legale del titolo di studio un laureato in "Fisica Nucleare" a Padova competerà per i concorsi con un laureato all'università di Monculi in "Scienze della Musicologia del Neolitico".
  3. In termini assoluti i laureati italiani sono pochi (rispetto agli altri paesi OCSE), ma comunque sono più dei posti di lavoro per laureati. Siamo pieni di Ingegneri Informatici che fanno lavoro da periti informatici, laureati in Chimica che lavorano come periti chimici, Architetti che fanno il lavoro del geometra e così via.
  4. Le competenze pratiche anche del miglior laureato possibile sono scarse: la nostra università forma per la ricerca pura, e non sarebbe un male se non fosse che di posti per fare ricerca non ce ne sono. Qual'è la logica di preparare persone per un lavoro che in Italia non possono fare? Tanto varrebbe lasciare solo i centri di eccellenza a numero chiuso e trasformare le altre università in corsi di avviamento al lavoro...
  • La conseguenza logica di tutto questo?
  1. Fermarsi alla terza media può dare una marcia in più: significa partire con 10 anni in più di bagaglio lavorativo e di stipendio, senza gli oneri di uno studente.
  2. Poiché tutti i laureati cercano lavori per laureati o comunque non manuali, c'è una infinità di mestieri per cui sono preferibili persone con basso titolo di studio. In teoria un laureato in Ingegneria Elettrica può fare l'elettricista direttamente senza corsi abilitanti, ma nel 99,99% dei casi chi viene a sistemarci i cavi in casa è tanto se ha un diploma, e si becca anche un sacco di quattrini.
  3. Impegnarsi negli studi non porta a benefici lavorativi: poiché ormai si può laureare anche il cane, il pezzo di carta non è più garanzia per il datore di lavoro di stare assumendo qualcuno che sappia davvero quello che fa, ergo precariato per tutti, sia per chi ha studiato davvero sia per chi si è grattato i coglioni ed ha finito l'università in 7 anni raccattando i 18.

http://www.repubblica.it/2005/i/sezi...-laureati.html

Mi si permetta anche di aggiungere una cosa: dire che "l'Italia non premia lo studio" sarà pure vero, ma è solo una parte del problema.
La gran parte di coloro che si qualificano quali "studenti" non studiano affatto, sono cazzeggiatori di professione: cazzeggiatori che però arriveranno anche loro ad ottenere il pezzo di carta.

Smettiamo quindi di dire: "quello lì ha la laurea, si merita di più".
Perché spesso la laurea è solo un modo per rimandare di una dozzina d'anni (tra superiori, università e anni di fuoricorso) l'ingresso nel mondo del lavoro per continuare a fare la bella vita.
...del sondaggio ti manca la voce "Laurea quinquennale vecchio ordinamento" che è equipollente alla laurea "specialistica" nuovo ordinamento.
Non sono assolutamente d'accordo sulle ultime frasi del tuo intervento...hai generalizzato troppo e tratto una conclusione usando troppo l'induzione logica...
Ti assicuro che specialmente alle facoltà più impegnative ci sono state molte persone che prima e durante gli studi "non hanno fatto la bella vita" ma anzi non appartenendo a famiglie "abbienti" hanno fatto una vita di sacrifici (che non sto qui ad elencare ma che si possono immaginare).
Grazie.

Marco71.
Marco71 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-05-2008, 09:48   #6
pierpo
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In Italia la maggior parte dei datori di lavoro sono artigiani che hanno appreso il lavoro dal padre,
Le aziende sono picolissime e non hanno alcun vantaggio e alcun interesse a crescere e investire.

La corsa al cost reduction non sempre è un vantaggio, specie in un Paese come il nostro in cui il valore aggiunto dei nostri prodotti (salvo poche eccezioni) è bassissimo.

30 anni si sindacalismo cieco e ignorante (e mi prendo tutte le responsabilità di quel che dico) che hanno stradifeso gli operai a scapito dei "colletti bianchi"

La colpa è pure degli italiano, che pagano 3mila euro per un idraulico/imbianchino
ma non pagano 100 euro per un software di qualità.
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Mathusalem Member -
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Old 11-05-2008, 09:55   #7
Gargoyle
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Quote:
Originariamente inviato da Marco71 Guarda i messaggi
...del sondaggio ti manca la voce "Laurea quinquennale vecchio ordinamento" che è equipollente alla laurea "specialistica" nuovo ordinamento.
La "laurea VO" penso sia oggi considerata (almeno formalmente) "laurea magistrale o specialistica".
Questo almeno dal punto di vista formale, poi basta fare un giro sui forum per vedere laureati NO e Vo scannarsi sul valore delle rispettive lauree...

Quote:
Originariamente inviato da Marco71 Guarda i messaggi
Non sono assolutamente d'accordo sulle ultime frasi del tuo intervento...hai generalizzato troppo e tratto una conclusione usando troppo l'induzione logica...
Ti assicuro che specialmente alle facoltà più impegnative ci sono state molte persone che prima e durante gli studi "non hanno fatto la bella vita" ma anzi non appartenendo a famiglie "abbienti" hanno fatto una vita di sacrifici (che non sto qui ad elencare ma che si possono immaginare).
Grazie.
Non sto dicendo che tutti gli studenti siano cazzeggiatori a tempo perso: sto dicendo che molti lo sono, credo la maggioranza.

Quanto alle "facoltà impegnative", io sinceramente non è che ci creda più di tanto: non credo che scienze politiche fatta a modo sia più facile di ingegneria fatta a modo.
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Old 11-05-2008, 10:00   #8
lowenz
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Se sai di avere un cervello più dotato della media (intuito, metodo, memoria, capacità logiche, ecc) - e le superiori servono a prendere questa consapevolezza - la scelta migliore è laurearsi, mostrare quanto vali e puntare a posti di lavoro adeguati: le cose verranno da sè, se sei VERAMENTE dotato (ed ovviamente motivato).

Altrimenti no.

Il problema è che molti questa consapevolezza NON ce l'hanno, oppure ce l'hanno e se ne fregano

Ultima modifica di lowenz : 11-05-2008 alle 10:04.
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Old 11-05-2008, 10:03   #9
Marko91
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Le mie intenzioni sono di finire il liceo in Italia, dopodichè tenterò l'ingresso in una università americana (tipo l'M.I.T o Berkeley) , oppure in uno polo d'eccellenza in Italia. Ancora devo decidere il campo esatto ma sono orientato su roba seria: nanotecnologie, bionica e intelligenza artificiale. Se non mi prendono, c'è sempre il PoliMi che è un'ottima università.
Non ho nessun problema nel lasciare l'Italia se troverò buon posto di lavoro all'estero, in quanto sono indirizzato sulla ricerca pura e so che in Italia farei la fame.
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Old 11-05-2008, 10:04   #10
pierpo
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Originariamente inviato da lowenz Guarda i messaggi
Se sai di avere un cervello più dotato della media (e le superiori servono a prendere questa consapevolezza) la scelta migliore è laurearsi, mostrare quanto vali e puntare a posti di lavoro adeguati.

Altrimenti no.

Il problema è che molti questa consapevolezza NON ce l'hanno, oppure ce l'hanno e se ne fregano
Quando tu sei un ingegnere, hai studiato, durante l'uni non te ne andavi in giro alla sera ma rimanevi a studiare, ora hai un buon lavoro, sicuro, difficile, un lavoro "non da tutti" e fai i sacrifici per comprarti 70 quadri, mentre il tuo vicino di casa, elettricista, 8 anni meno di te, vive in un villone megagalattico, mi viene da pensare che forse, quelle furbo, è stato lui.
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Old 11-05-2008, 10:07   #11
lowenz
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Originariamente inviato da pierpo Guarda i messaggi
Quando tu sei un ingegnere, hai studiato, durante l'uni non te ne andavi in giro alla sera ma rimanevi a studiare, ora hai un buon lavoro, sicuro, difficile, un lavoro "non da tutti" e fai i sacrifici per comprarti 70 quadri, mentre il tuo vicino di casa, elettricista, 8 anni meno di te, vive in un villone megagalattico, mi viene da pensare che forse, quelle furbo, è stato lui.
Gli ingegneri DOTATI NEOLAUREATI che conosco sono sistemisti alla ST o alla Brembo ed occupano già posti importantissimi.

C'è anche il prestigio da tenere in conto, non solo lo stipendio
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Old 11-05-2008, 10:07   #12
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http://www.corriere.it/cronache/08_m...4f486ba6.shtml



Io la vedo così:
  • In Italia studiare è poco pagante per almeno quattro motivi:
  1. Chiunque oggigiorno può laurearsi, indipendentemente dal proprio impegno. Basta avere una famiglia alle spalle disposta a pagare quei 1000-2000€ l'anno per le tasse universitarie.
  2. Non tutte le lauree sono uguali, certo, però per legge lo sono e finché non si abolirà il valore legale del titolo di studio un laureato in "Fisica Nucleare" a Padova competerà per i concorsi con un laureato all'università di Monculi in "Scienze della Musicologia del Neolitico".
  3. In termini assoluti i laureati italiani sono pochi (rispetto agli altri paesi OCSE), ma comunque sono più dei posti di lavoro per laureati. Siamo pieni di Ingegneri Informatici che fanno lavoro da periti informatici, laureati in Chimica che lavorano come periti chimici, Architetti che fanno il lavoro del geometra e così via.
  4. Le competenze pratiche anche del miglior laureato possibile sono scarse: la nostra università forma per la ricerca pura, e non sarebbe un male se non fosse che di posti per fare ricerca non ce ne sono. Qual'è la logica di preparare persone per un lavoro che in Italia non possono fare? Tanto varrebbe lasciare solo i centri di eccellenza a numero chiuso e trasformare le altre università in corsi di avviamento al lavoro...
  • La conseguenza logica di tutto questo?
  1. Fermarsi alla terza media può dare una marcia in più: significa partire con 10 anni in più di bagaglio lavorativo e di stipendio, senza gli oneri di uno studente.
  2. Poiché tutti i laureati cercano lavori per laureati o comunque non manuali, c'è una infinità di mestieri per cui sono preferibili persone con basso titolo di studio. In teoria un laureato in Ingegneria Elettrica può fare l'elettricista direttamente senza corsi abilitanti, ma nel 99,99% dei casi chi viene a sistemarci i cavi in casa è tanto se ha un diploma, e si becca anche un sacco di quattrini.
  3. Impegnarsi negli studi non porta a benefici lavorativi: poiché ormai si può laureare anche il cane, il pezzo di carta non è più garanzia per il datore di lavoro di stare assumendo qualcuno che sappia davvero quello che fa, ergo precariato per tutti, sia per chi ha studiato davvero sia per chi si è grattato i coglioni ed ha finito l'università in 7 anni raccattando i 18.

http://www.repubblica.it/2005/i/sezi...-laureati.html

Mi si permetta anche di aggiungere una cosa: dire che "l'Italia non premia lo studio" sarà pure vero, ma è solo una parte del problema.
La gran parte di coloro che si qualificano quali "studenti" non studiano affatto, sono cazzeggiatori di professione: cazzeggiatori che però arriveranno anche loro ad ottenere il pezzo di carta.

Smettiamo quindi di dire: "quello lì ha la laurea, si merita di più".
Perché spesso la laurea è solo un modo per rimandare di una dozzina d'anni (tra superiori, università e anni di fuoricorso) l'ingresso nel mondo del lavoro per continuare a fare la bella vita.

Discussione molto interessante. E' vero, oggi si possono laureare cani e porci con preparazione mediocre e questo ha inflazionato mostruosamente la gran parte dei titoli universitari. Ho molti amici che hanno scelto lauree che io considero "ad alto rischio" in settori lontani dall'ambito tecnico -scientifico , che davvero ,per quanto affascinanti, al giorno d'oggi sono quasi una garanzia di disoccupazione ( scienze della comunicazione, scienze politiche, arti di musica e spettacolo, storia ,psicologia ecc..) . Le uniche che pagano un minimo sono le ingegnerie e il settore medico-infermieristico ( molto di piu' il secondo) , e solo se si è o molto in gamba o raccomandati. E' vero , se si deve alla fine scegliere un lavoro manuale non conviene apparentemente proseguire gli studi, fatta eccezione per il bagaglio culturale personale. Varia molto da caso a caso, c'è chi già ha poca voglia di studiare e lo fa solo per proseguire la bella vita, come dici tu, e chi ha veramente l'interesse per la ricerca, la conoscenza. Se impiegato bene, il tempo speso per studiare non è mai tempo perso, il dramma è appunto ritrovarsi laureati non meritevoli in giro su cui è perfino pericoloso investire. Nel nostro paese l'istruzione, cosi' come tutto il resto, manca di meritocrazia purtroppo e questi sono i risultati.
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Old 11-05-2008, 10:10   #13
lowenz
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C'è anche il prestigio da tenere in conto, non solo lo stipendio
Mi quoto per ri-sottolineare che DOTATI non significa solo "che si sbattono" (perchè tutti possono sbattersi), ma proprio intellettualmente dotati.
E ripeto, le superiori servono a far capire alla persona di essere dotata.
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Old 11-05-2008, 10:11   #14
Timewolf
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Quando tu sei un ingegnere, hai studiato, durante l'uni non te ne andavi in giro alla sera ma rimanevi a studiare, ora hai un buon lavoro, sicuro, difficile, un lavoro "non da tutti" e fai i sacrifici per comprarti 70 quadri, mentre il tuo vicino di casa, elettricista, 8 anni meno di te, vive in un villone megagalattico, mi viene da pensare che forse, quelle furbo, è stato lui.
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Old 11-05-2008, 10:11   #15
Timewolf
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Gli ingegneri DOTATI NEOLAUREATI che conosco sono sistemisti alla ST o alla Brembo ed occupano già posti importantissimi.

C'è anche il prestigio da tenere in conto, non solo lo stipendio
beh, putroppo di prestigio non ci si nutre
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Old 11-05-2008, 10:13   #16
lowenz
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beh, putroppo di prestigio non ci si nutre
No, ma cmq prendono anche stipendi *decorosi* dopo tot anni.
L'elettricista rimane elettricista e guadagna sul non dichiarare, non può diventare direttore del reparto di ricerca&sviluppo della ST o di Intel o di AMD o di ARM, ecc
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Old 11-05-2008, 10:16   #17
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No, ma cmq prendono anche stipendi *decorosi* dopo tot anni.
L'elettricista rimane elettricista e guadagna sul non dichiarare, non può diventare direttore del reparto di ricerca&sviluppo della ST o di Intel o di AMD o di ARM, ecc
L'elettricista, credimi, non diventerà mai il capo di R&D di ST, che si porta a casa 4mila euro/mese e lavora 14 ore al giorno.
L'elettrista, guadagna molto di più, lavorando 6-7 ore giorno a avendo pure il tempo di educare e veder crescere i figli...
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Old 11-05-2008, 10:17   #18
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No, ma cmq prendono anche stipendi *decorosi* dopo tot anni.
L'elettricista rimane elettricista e guadagna sul non dichiarare, non può diventare direttore del reparto di ricerca&sviluppo della ST o di Intel o di AMD o di ARM, ecc
C'e' anche da dire che comunque di posti di 'prestigio' ce ne sono pochissimi.

Su 1.000 laureati forse il 10% riesce ad avere un posto prestigioso, a questo punto conviene fare tutti elettricisti, meccanici e falegnami...

si hanno molte meno responsabilita' e molti piu' guadagni.

Poi una volta che si ha la megavilla con ferrari si puo' anche studiare per cultura personale
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Old 11-05-2008, 10:19   #19
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L'elettricista, credimi, non diventerà mai il capo di R&D di ST, che si porta a casa 4mila euro/mese e lavora 14 ore al giorno.
L'elettrista, guadagna molto di più, lavorando 6-7 ore giorno a avendo pure il tempo di educare e veder crescere i figli...
oltre ad avere credo 1/10 dello stress del direttore R&D
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Old 11-05-2008, 10:19   #20
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Se sai di avere un cervello più dotato della media (intuito, metodo, memoria, capacità logiche, ecc) - e le superiori servono a prendere questa consapevolezza - la scelta migliore è laurearsi, mostrare quanto vali e puntare a posti di lavoro adeguati: le cose verranno da sè, se sei VERAMENTE dotato (ed ovviamente motivato).

Altrimenti no.

Il problema è che molti questa consapevolezza NON ce l'hanno, oppure ce l'hanno e se ne fregano
Su questo ti dò torto. L'ambiente delle superiori, perlomeno il mio - ma penso sia una cosa comune - , è un ambiente in cui difficilmente vengono sviluppate le capacità che ciascuno di noi ha in sè. Io ho molti amici che ora come ora prendono voti molto alti in facoltà tutt'altro che facili, come veterniaria, e a vederli alle superiori mai l'avresti detto che ce l'avrebbero fatta.

Io ho scelto l'università perchè mi piace apprendere, perchè soltanto sui libri riesci ad acquisire gli strumenti adatti per poter affrontare problematiche che un diplomato , almenochè non sia veramente portato, non saprà mai gestire.
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