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#1 |
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Falla in oleodotto militare in Veneto, centinaia di litri di carburante dispersi
Vicenza: falla in oleodotto militare Aviano, disastro ambientale
10 mar 19:52 Cronache VICENZA - Disastro ambientale nel vicentino dove un oleodotto militare che trasporta il cherosene alla base militare di Aviano ha scaricato carburante, attraverso una falla, in diversi corsi d'acqua. La rottura dell'impianto e' avvenuta in Comune di Monticello Conte Otto, nella frazione Cavazzale. La macchia di cherosene e' arrivata in citta', interessando anche la zona di Ponte degli Angeli e viale Giuriolo, vicino allo stadio. (Agr) corriere.it Per chi non conoscesse l' opera, è un oleodotto militare costruito durante la guerra fredda e porta carburante direttamente nei depositi delle principali basi aeree del nord-est italia, Istrana, Aviano, Rivolto, Ghedi |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Vicenza
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![]() ![]() ![]() Cakamkamk
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#3 |
Senior Member
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Primi effetti del "caro carburanti"?
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#4 |
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infatti:ultimamente trovo costoso rifornire il mio sr71
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"ne bis in idem";il ricordare il mio vissuto non mi affrancherà dal commettere sbagli....ma certamente mi impedirà di commetterne gli stessi.... ![]() |
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#5 |
Senior Member
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Città: Loreggia--Padova
Messaggi: 4850
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embé, in mezzo al mio giardino , a 10m dalla camera dove dormo affiora una condotta del metano a 40 bar . potrei andare li con un attrezzo da taglio qualsiasi , sai che botto! Quando l'hanno scaricata l'ultima volta ha fischiato per 2 ore come un turbojet .
Se essa si crepa o muoio asfissiato o salto per aria ...... il brutto è che non siamo serviti dalla rete del gas a bassa pressione .
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I love FireFox 0.8 ......bye bye Internet Explorer. Lo so bene che è uscita l'ultima versione ! ![]() ![]() ![]() |
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#6 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Città: Padova
Messaggi: 11757
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MORIREMO TUTTI , TUTTI , TUTTI...........
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() poi mi vengono a parlare di centrali nucleari in italia... ma manco un tubo di kerosene riusciamo a muntenere senza fare danni estremi .... ma per carità ... meglio 100 centrali sul confine francese o tedesco che 1 su territorio nazionale.
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2007
Città: Mega Direttore Gran Figl. di Putt. & Lup.Mann.
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la seconda che hai detto.
![]() c'è pure la probabilità di divenire il primo essere umano involontario sulla luna. ![]()
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#8 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Vicenza
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comunque da quel che e' stato postato , quel cherosene e' finito nel bacchiglione ( che passa , appunto , per ponte degli angeli e poi accanto allo stadio ). Quindi entro domani ve lo beccate pure a padova! ![]() ![]() copapzpapza
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#9 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2004
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se ne andassero finalmente fuori dalle palle...
![]() Tanto e loro che gleine frega? Mica è casa loro? E' solo un territorio da cui prendere quanto possibile in modo parassitario, per poi abbandonarlo quando non serve più.
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#10 |
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noooooo ... se spevo prima andavo a raccoglierne un pò
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#11 |
Senior Member
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non è che lo metti ne TDi eh....
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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"L’oleodotto della Nato, totalmente finanziato dall’Alleanza Atlantica, realizzato sul finire degli Anni Sessanta allo scopo di alimentare con carburante per aerei e mezzi terrestri alcuni aeroporti militari del Nord Est, tra cui quelli di Ghedi (Brescia), Villafranca (Verona), Istrana, Aviano, Rivolto e Cervia" A onor di cronaca, ce n'è anche un altro, piu piccolo, che va dal porto di Cagliari fino a Decimomannu Ultima modifica di easyand : 10-03-2008 alle 21:47. |
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#13 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2000
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Beh, se aggiungi un pò di olio per non far grippare la pompa, penso possa andar bene...
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#14 | |
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#15 |
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#16 | |
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Iscritto dal: Oct 2004
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Inoltre la notizia del 3d è, riporto: VICENZA - Disastro ambientale nel vicentino dove un oleodotto militare che trasporta il cherosene alla base militare di Aviano ha scaricato carburante, attraverso una falla, in diversi corsi d'acqua. La rottura dell'impianto e' avvenuta in Comune di Monticello Conte Otto, nella frazione Cavazzale. La macchia di cherosene e' arrivata in citta', interessando anche la zona di Ponte degli Angeli e viale Giuriolo, vicino allo stadio. (Agr) Quindi non vedo quale sia il problema.
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#17 |
Senior Member
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http://www.altravicenza.it/dossier/d...presidio01.pdf
Fra le tante obiezioni mosse alla realizzazione dell'ennesima base militare usa a Vicenza, v'è anche quella riguardante il fatto che questa verrebbe a sorgere sopra ad una enorme falda acquifera...quanto accaduto ieri a questo condotto dà quindi - o dovrebbe visto che c'è sempre chi preferisce il tacito servilismo - da pensare.
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#18 | |
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#19 |
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EMERGENZA AMBIENTALE. La falla ieri mattina da un pozzetto nella zona industriale di Cavazzale dove passa la tubazione che da La Spezia arriva fino ad Aviano
Si buca l’oleodotto Città invasa di puzza di Alessandro Mognon La grande invasione è arrivata a Vicenza dal Nord, via aria e via acqua, nelle prime ore del pomeriggio. Con Astichello e Bacchiglione che prendevano i colori dell’arcobaleno e mentre su tutta la città si spargeva la puzza di gasolio, sulle rive del fiume apparivano le giacche gialle e verdi dell’Arpav e della Polizia provinciale per stendere catene di galleggianti da viale Cricoli fino a Debba. Tutto per una tubatura rotta in zona industriale a Cavazzale di Monticello Conte Otto, quella del lungo oleodotto militare “Pol-Nato nord Italia” che da La Spezia passando per il Vicentino rifornisce gli aerei americani ad Aviano. E che ieri mattina ha riversato migliaia di litri di kerosene per jet nei fiumi. Ma dietro a quello che l’assessore provinciale alle acque Paolo Pellizzari definisce secco «un disastro ambientale» c’è anche un clamoroso esempio di falla organizzativa in quella che è stata una vera e propria emergenza che ha coinvolto Vigili del fuoco, carabinieri, Digos (per paura di un attentato, poi rientrata), Arpav, polizia provinciale, vigili urbani, Enel e la ditta di manutenzione che gestisce le tubazioni per conto dei militari, la Ig spa. Con il tocco finale del pubblico ministero Vartan Giacomelli avvisato solo nel tardo pomeriggio. Perfino ricostruire come e quando la tubatura si è rotta e chi ha dato il primo allarme ieri mattina nel cortile della ditta Rg Porcellane in via dell’Industria 22 a Cavazzale, dove sotto l’asfalto passa l’oleodotto, è complicato. Anche per questo uno dei più infuriati è il sindaco di Monticello Conte Otto, Alessandro Zoppelletto: «Ci ha chiamati il titolare di una ditta vicina, quelli dell’Ig non ci hanno mai avvisati. Così si è perso tempo, potevamo arginare l’inquinamento». A sentire l’odore pungente nell’aria e ad accorgersi di quel liquido bianco che fuoriesce (da quanto?) dal pozzetto all’entrata della ditta è Mosè Cavion, dipendente della Tds con sede dentro al cortile della Rg. «Erano le 9 e 10, ho visto il kerosene che usciva come una fontana» racconta. Sul cartello sopra il pozzetto (“Amministrazione dello Stato”) ci sono due numeri di telefono: «Uno era sempre occupato, quello di Bologna ha risposto». È il numero della Ig. Passano 10 minuti e il flusso di kerosene si ferma, forse hanno chiuso le valvole nella stazione di pompaggio di Polegge. I tecnici dell’Ig arrivano verso le 10.30, ma non avvisano il Comune. Il kerosene intanto invade la strada e si infila dentro ai tombini dell’acqua piovana. La via peggiore: da lì corre verso la Marosticana e arriva nella roggia Pila vecchia che si tuffa nell’Astichello. E il kerosene si fa il suo viaggio fino a Vicenza: in viale Cricoli e San Bortolo dalle 14 si comincia a sentire l’odore del carburante che galleggia su Astichello e Bacchiglione. Nel cortile della Rg intanto arrivano tutti: la polizia provinciale, i tecnici dell’Arpav, quelli dell’Enel, le cisterne per lo spurgo, i vigili urbani di Monticello. Gli uomini dell’Ig subito non parlano, Zoppelletto è nero: «E sono pure omertosi...». Poi uno dei responsabili della sede di Bologna accetta di dare qualche spiegazione, si chiama Contini: «Facciamo sempre i controlli, i guasti sono molto rari. Crediamo che sia colpa del traliccio dell’alta tensione giusto sopra la tubatura, forse scaricando a terra ha ossidato e corroso la camicia di metallo dell’oleodotto». Ci sono anche quelli dell’Enel, ma non c’entrano: «No, siamo qui per i cavi dei sottoservizi, il traliccio è di Terna». Intanto per trovare la falla bisognerà spaccare l’asfalto del cortile. Pozzetto e tombini vengono svuotati dalle autocisterne, il kerosene ha perfino sciolto il catrame isolante. Anche lì vengono messi dei salsicciotti per assorbire il liquido. Ma oramai migliaia di litri di carburante per aerei (e nessuno sa dire quanti) stanno passando sotto i ponti di Vicenza. LO SBARRAMENTO DELL’ONDA INQUINATA. Oltre venti tecnici lungo i fiumi per fermare i veleni «Provincia e Arpav avvisate solo alle 13» di Marco Scorzato Il fiume di kerosene a tagliare la città da nord a sud, da Cavazzale alla Riviera Berica, lungo l’Astichello e il Bacchiglione. L’odore nauseabondo percepito anche a notevole distanza dai corsi d’acqua, in particolare a Ponte degli Angeli. Gli interventi dei tecnici - della Provincia e dell’Arpav, con l’ausilio i vigili del fuoco - a tamponare l’inquinamento con una serie di barriere oleoassorbenti. Una “linea Maginot” costretta ad arretrare di ora in ora, in un’autentica “rincorsa” dell’onda inquinata in movimento da monte a valle, con l’ultimo sbarramento posizionato a Debba. Questa, nella serata di ieri, era la fotografia di «uno dei maggiori casi di inquinamento che la città ricordi», per usare le parole dell’assessore provinciale all’Ambiente, Antonio Mondardo. Le certezze, ieri sera, finivano qui. Il resto era, e resta per ora, una montagna di interrogativi inevasi o dalle risposte contraddittorie. Cos’è accaduto esattamente in quell’oleodotto militare che passa sottoterra a Cavazzale? A che ora? Quando è scattato l’allarme? Quando sono stati informati gli enti pubblici? Quanto kerosene è finito in acqua? «La Provincia è stata allertata intorno alle 13 e subito dopo è entrata in azione la nostra squadra anti-inquinamento», ha spiegato Paolo Pellizzari, assessore provinciale alle Risorse idriche. Per i tecnici è stato un intervento sùbito in salita, visto che sono entrati in azione solo alcune ore dopo che era stata segnalata la rottura dell’oleodotto. «Purtroppo devo constatare una carenza nel funzionamento della macchina degli interventi per tamponare l’emergenza», ha ammonito Pellizzari. Agli uomini della Provincia si sono affiancati poco dopo anche i tecnici dell’Arpav. L’urgenza, per tutti loro (una ventina di addetti), era bloccare l’onda inquinata più a monte possibile. «Da un lato - ha spiegato Daniele Mattiello, direttore del servizio territoriale dell’Arpav - si è cercato di impedire che l’idrocarburo finito nelle caditoie raggiungesse la roggia e da lì i corsi d’acqua; dall’altro, siamo intervenuti per tamponare l’onda velenosa che già percorreva i fiumi». Insieme ai tecnici della Provincia, coordinati dalla dirigente Maria Pia Ferretti, quelli dell’Arpav hanno posizionato «una decina di barriere oleoassorbenti lungo i due fiumi - ha aggiunto Mattiello -. Sei “salsicciotti” sono stati collocati a Cavazzale, uno nella zona di Polegge, uno in via Cricoli, due nella zona dell’ospedale». Lì l’odore era intensissimo, così come a Ponte degli Angeli. Ma quegli interventi non sono bastati. In serata, i tecnici hanno dovuto scendere a Debba, per piazzare altre due barriere oleoassorbenti e una terza barriera, impermeabile, lunga 20 metri e larga 30 centimetri per fermare il kerosene. «Al momento è presto per capire l’impatto ambientale», ha spiegato Mauro Sossella, uno dei tecnici della Provincia al lavoro fino a sera. Ma il quadro è preoccupante. «Gli effetti li vedremo da domani: il kerosene blocca lo scambio di ossigeno tra l’aria e l’acqua, saranno inevitabili le ripercussioni sulla fauna ittica». «Disastro ambientale Colti tutti impreparati» «Disastro ambientale». Non usa mezzi termini Paolo Pellizzari, assessore provinciale alle Risorse idriche, di fronte all’inquinamento da kerosene dei due fiumi che attraversano la città. «Al momento è impossibile calcolare quanto liquido è finito nell’Astichello e nel Bacchiglione». Anche perché va prima chiarito quando è avvenuta la rottura dell’oleodotto e quanto tempo è passato prima che il flusso dell’idrocarburo fosse bloccato dall’azienda Ig. Informazioni di cui, al momento, «non dispone nemmeno la Provincia». Sono tanti gli interrogativi sul tavolo. «Quel che si può immaginare senza temere di sbagliare - osserva Pellizzari - è che siano finiti in acqua decine e decine di ettolitri di kerosene». Uno scenario davvero preoccupante, che potrebbe avere ripercussioni devastanti sulla fauna ittica, a rischio asfissia, e non solo. La pensa così l’assessore, che non nasconde che qualcosa «non ha funzionato a dovere» nell’intervento di emergenza. «Non voglio polemizzare con nessuno, non è il momento - argomenta l’assessore - ma devo constatare una inadeguatezza dei sistemi, dei tempi e delle modalità d’intervento. Bisogna essere molto più attrezzati per fronteggiare casi come questo. Non parlo dei tecnici, che quando sono stati chiamati ad intervenire hanno fatto il loro dovere; però rilevo che questa emergenza ha colto tutti impreparati: in primis l’azienda addetta alla manutenzione dell’oleodotto, che si è presentata a Cavazzale con strumenti insufficienti per fronteggiare la situazione. Ma anche gli altri soggetti coinvolti, quindi anche quelli pubblici, dovono avere mezzi adeguati. E invece ci troviamo a fronteggiare un inquinamento che attraversa tutta la città e raggiunge Debba. Non è ammissibile che si violenti in questo modo il territorio». «La situazione è complicata - aggiunge Antonio Mondardo, assessore provinciale all’Ambiente - questo è uno dei maggiori casi di inquinamento che la città ricordi». Anche Mondardo ribadisce che «i tecnici provinciali sono stati informati solo intorno alle 13». Mondardo e Pellizzari aspettano ora il rapporto dettagliato di quanto accaduto, «Al momento - riprende l’assessore alle Risorse idriche - non abbiamo ancora fatto una stima dei danni. Quando avremo un quadro più preciso potremo approntare un piano di bonifica». C’è l’emergenza da tamponare, ma c’è anche lo sguardo rivolto al futuro. Perché l’eventualità di un incidente deve essere messa in conto e vanno studiate le contromisure. «Bisogna essere molto più attrezzati - attacca Pellizzari - perché questa emergenza ha dimostrato che l’attuale organizzazione non basta». RESIDENTI SBIGOTTITI. In serata la puzza è cresciuta a livelli altissimi negli edifici vicini al Bacchiglione «In casa non si respira» Il pm: «Non è sabotaggio» di Maria Elena Bonacini «Non ho nemmeno fatto i letti, perché in camera non si respirava e stanotte dormiremo in salotto, altrimenti restiamo intossicati». Anna Maria Piccoli e il marito Girolamo abitano in contrà San Pietro 4, e le loro finestre danno sulla piazzetta che si affaccia sul Bacchiglione. Per loro, come per tutti i vicini e i residenti delle case che confinano col fiume ieri pomeriggio è iniziato l’inferno: un fortissimo odore di kerosene ha invaso case, cantine e solai, rendendole al limite dell’invivibile. Chi non è potuto scappare è stato costretto a chiudersi ermeticamente in casa e per molti il primo impulso è stato quello di chiamare i vigili. «Ho telefonato per sapere cosa fosse successo e come comportarmi, anche per chiedere se correvo rischi a dormire in camera mia. Mi hanno detto di chiudere tutte le finestre e che forse era meglio andare altrove. Nel fiume vedevo le chiazze, non capisco come sia possibile che si rompa un impianto così». «Sono stato in cantina - spiega risalendo Gianni Lioni: vive nella porta accanto - pensavo di svenire». Al piano superiore la piccola Zoe ha compiuto sette mesi e il “regalo” che sale dal fiume su cui si affacciano le finestre dell’appartamento di mamma Chiara e papà Michele Laerte non è dei più salutari. «Stai tanto attenta a tutto quello che può farle male, alla frutta con gli anticriptogamici, allo smog, al colpo di freddo, poi deve respirare il kerosene - osserva Chiara -. Non possiamo neanche andare dalla nonna, perché ha la bronchite e potrebbe contagiarla». Se nelle case si respira male, sul ponte l’aria è pesantissima, sembra di essere accanto ad una cisterna. Una ragazza alla fermata del bus col naso coperto dalla sciarpa racconta al telefonino: «qui è invivibile». Una coppia passa turandosi il naso, un’altra signora guarda giù e commenta «speriamo che nessuno butti una sigaretta accesa, altrimenti prende fuoco il fiume». Intanto a Debba vigili del fuoco, Arpav, Provincia e la “I&G infrastrutture e gestioni” di Verona lavorano per tirare una “superdiga”. Nello stesso tratto ce ne sono già due in materiale assorbente, mentre questa terza è di plastica, costituita da panne oleoassorbenti. «Servirà a trattenere il carburante che domattina sarà aspirato» spiega Mauro Sossello, della squadra antinquinamento della Provincia. Il rotolo di 20 metri, però, è troppo corto, e due metri di fiume vengono chiusi con i “salsicciotti” che compongono le altre due barriere. Poi, vista la quantità di cherosene che scende nel fiume, via verso viale Cricoli ad installare un’altra “superdiga”. Sulla sponda c’è anche Umberto Donà, ex capo della squadra antinquinamento: «È gravissimo che le operazioni siano iniziate così tardi perché le squadre non sono state avvisate subito. La tempestività è fondamentale. Così ora si trovano a lavorare di notte e con la complicazione della pioggia». «Grande lentezza nel coordinamento» di Ivano Tolettini Quando nel primo pomeriggio si è sparsa la notizia in città che l’oleodotto della Nato a Cavazzale vomitava cherosene che avvelenava i due corsi d’acqua Astichello e Bacchiglione in tanti hanno pensato a un attentato. La smentita, autorevole, arriva in tarda serata da parte del sostituto procuratore Vartan Giacomelli, titolare dell’inchiesta, che si era messo in contatto con il procuratore Ivano Nelson Salvarani al quale ha comunicato i primi risultati. «Dagli elementi per ora in nostro possesso - riferisce Giacomelli - non si è trattato di un sabotaggio, ma di un fatto accidentale. Un incidente. I tecnici che stanno analizzando quanto è successo concordano su un possibile cedimento. Siamo però alle prime battute». Il magistrato non nasconde un grosso problema di comunicazione tra le varie autorità chiamate a intervenire in simili casi. L’allarme è stato segnalato alla ditta “Ig spa” di Roma poco dopo le 9, ma i tecnici della squadra antinquinamento della provincia e dell’Arpav sono stati avvisati solo in tarda mattinata. Sono stati allertati anche i vigili del fuoco, i carabinieri della compagnia di Thiene e i vigili urbani di Monticello Conte Otto. «In effetti - analizza il pm - c’è tutta una verifica da svolgere perché qualcosa non ha funzionato nella catena del coordinamento che si è mossa con grande lentezza visto quello che succedeva». Lo stesso Giacomelli, il quale però sul fatto è ermetico, nonostante sia rimasto in ufficio fino quasi alle 19 è stato informato ancora più tardi. «Quello che posso dire - conclude - è che si tratta di un inquinamento importante e ci si augura di poterlo bloccare ai ponti di Debba. So che si sta intervenendo con del materiale idoneo. Per quanto riguarda la quantificazione del kerosene fuoriuscito è ancora impossibile fare una stima precisa». Dal GdV 11/03/2008 cmlamlamla
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