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#1 |
Bannato
Iscritto dal: Jul 2004
Città: Torino
Messaggi: 4975
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Perchè fotografare?
Cercando questo sito dal mio pc del salotto (non l'ho tra i preferiti) mi sono imbattuto in [edit] e ci ho trovato una discussione interessante, siccome l'autore di quella discussione ha fatto un copia incolla da altrove, mi permetto di farlo anche io, a mio aviso è una discussione che può essere interessante.
Pregherei tutti di evitare di andare OT e di considerare la cosa il più seriamente possibile, grazie. Mi permetto di copiare e incollarvi questo pezzo, forse un po colorito, forse un po esagerato.. ma che offre notevoli spunti di discussione... A che scopo fotografare? Secondo il grande fotografo Feininger il capitolo più importante di un libro di fotografia spesso viene omesso o trascurato: e cioè quello che risponde ad una domanda che, seppur a prima vista banale, è il succo della fotografia. "A che scopo fotografare?" La fotografia è uno strumento così vario di comunicazione visiva che cercare di stabilire regole precise per fare "buone" fotografie è ridicolo e insulso come dire a un pittore in che modo si crea un buon quadro. Non è difficile rendersi conto che i fotografi originali e dotati di uno stile proprio - coloro che "creano" in fotografia - si differenziano l'uno dall'altro. Ma nessuno può dire che un dato fotografo è "migliore" di un altro. Se una fotografia dice qualcosa a chi la guarda, se rivela immaginazione, se ha un significato, se suggerisce un'idea o esprime una sensazione, allora è certamente una "buona" fotografia e colui che l'ha fatta è un buon fotografo. Se una fotografia invece non esprime e suggerisce niente, colui che l'ha fatta è un cattivo fotografo anche se conosce e applica tutte le regole "fotografiche". Una buona fotografia deve avere un significato, deve essere insomma il punto di arrivo, lo scopo di un interesse su un particolare soggetto, una sensazione od opinione personale sullo stesso, una sincera passione ad esprimere tutto questo in forma fotografica, insieme con la capacità tecnica di farlo ma soprattutto con l'estro creativo necessario per attirare l'attenzione. Se al fotografo manca la dote più importante, cioè se egli non sa filtrare la realtà per comunicare le sue idee, ogni suo sforzo sarà vano: la sua fotografia sarà forse gradevole ma non avrà significato per chi la guarda. E' così di fondamentale importanza che una fotografia non soltanto significhi qualche cosa, ma il suo significato deve esprimersi in forma tale da apparire evidente a chi la guarda. Se si ottiene questo risultato non importa l'aspetto della fotografia, non importa se è nitida o sfocata, "pittorica" o "documentaria", paesaggio o nudo. Nella formazione di un fotografo ci sono tre stadi. Alcuni passano gradualmente dal primo al secondo, e quindi al terzo; altri, la maggioranza, non superano il secondo, e talvolta neppure il primo (soprattutto i "digitalizzati"); altri ancora saltano il primo. I "fotografi nati", poi, cominciano addirittura dal terzo. Primo stadio. In questa fase il fotografo è solo un appassionato di strumenti e di aggeggi, il cui interesse si concentra sugli apparecchi, sugli obiettivi, sulla macchina fotografica. Possiede di solito tra i migliori apparecchi da mostrare ed esaltare in pubblico, i più aggiornati strumenti ed una serie di accessori. Il fotografo che si trova in questa fase costituisce la delizia dei negozianti di articoli fotografici perchè non smette mai di comprare e cambiare pezzi del suo corredo, accessori, non conserva un apparecchio più di un anno. Torna continuamente a cambiarlo con uno più recente, oppure compra prima gli accessori aspettando l'uscita del prossimo modello di macchina fotografica. Cerca instancabilmente le prove di macchine e obiettivi, ma non fa mai una vera fotografia. Secondo stadio. In questa fase l'interesse del fotografo si rivolge soprattutto alla "qualità" del risultato. Anche questo tipo di fotografo possiede una vasta e ottima attrezzatura: ma a differenza del precedente, se ne serve per fare fotografie. Quando fa fotografie però non presta nessuna attenzione al soggetto. La sua ambizione è quella di ottenere un "negativo perfetto". Controlla appassionatamente la grana della pellicola, la gamma dei colori, il contrasto, la nitidezza. Si precipita ad acquistare l'ultima pellicola uscita a grana fine sperando sempre di imbroccare quella "perfetta" oppure l'ultimo ritrovato tecnologico di obiettivo più luminoso e nitido del suo. A tale fotografo capiterà di fare buone fotografie ma sarà sempre insoddisfatto. Terzo stadio. In questa fase il fotografo è come un pittore, un romanziere, un romantico animato dall'ispirazione. Non gli importa che tipo di apparecchio usa, ma la fotografia che può ottenere. Potete vedergli tra le mani una Leica del 1950, scrostata e sconquassata, ma le sue fotografie finiscono esposte nelle sale del museo di arte moderna di New York. La sua "Tecnica" può essere talvolta discutibile, la sua sincerità mai. Se un fotografo sa ciò che vuole, anche se non è padrone della tecnica, troverà sempre il modo, con lo studio e con l'invenzione personale, di esprimersi chiaramente sulla pellicola in modo da comunicare agli altri le sue esperienze e le sue sensazioni. Spesso si cerca di giustificare la mediocrità delle proprie fotografie con frasi come questa: "Se avessi quell'apparecchio o quell'obiettivo, potrei fare fotografie come quelle del tale o del tal altro fotografo." Per chi pensa così può essere una sorpresa sapere che il 90% delle fotografie esposte alle mostre sono fatte con un semplice apparecchio meccanico 24x36. E' quindi ovvio che non all'apparecchio ma al modo di usarlo spetta il merito di una fotografia. Chi pensa che con una attrezzatura formidabile sia possibile per lui fare fotografie infinitamente più belle è destinato a ricevere molte delusioni. Otterrebbe soltanto una fotografia più nitida mentre un fotografo più "ispirato" potrebbe ottenere, con un apparecchio da pochi soldi, una fotografia più bella. Il primo passo per capire cosa realmente sia la fotografia si compie quando ci si rende conto che un apparecchio fotografico è solo uno strumento per fare fotografie. Dimenticate il suo aspetto esterno, la sua tecnologia di precisione, le sue cromature, il suo obiettivo scintillante e consideratelo alla stregua di una macchina da scrivere. La macchina fotografica è per il fotografo quello che la macchina da scrivere è per lo scrittore: uno strumento per esprimere un'idea. A nessuno importa di conoscere la marca della macchina per scrivere di un romanziere. Nello stesso modo, perchè si dovrebbe pretendere di sapere quale apparecchio è usato dal fotografo? Se farete tale passo non rischierete di passare tutta la vita a rincorrere il miglior obiettivo sul mercato senza mai riuscire a capire l'emozione di vedere la propria umanità e sensibilità espressa attraverso un'immagine. La fotografia è un mezzo per raggiungere un fine: un'immagine che abbia uno scopo e un'idea. L'apparecchio fotografico uno strumento per esplorare i fatti e le emozioni, per mostrare come la gente vive e ciò che sente, un mezzo per raccontare una storia La fotografia può essere insegnata soltanto in parte: la parte della tecnica fotografica. Tutto il resto deve venire dal fotografo. Ciò che un corso o un libro possono fare è di guidare i fotografi nella direzione giusta, mostrando loro ciò che la fotografia può dare se è coltivata con intelligenza e immaginazione. Se sapete dove volete arrivare e come arrivarci, tocca a voi andare avanti. Le regole e le istruzioni sono per i tecnici: chi è capace di creare deve tracciarsi la strada da sè. Io leggendo questo testo confermo l'opinione di chi per primo l'ha postato, ossia che è un po' estremo, e vi inviterei a non discutere del testo qui sopra (che per altro è alquanto datato) ma bensì dei concetti che esprime. Ultima modifica di FreeMan : 31-08-2010 alle 12:12. |
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#2 |
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sante parole.
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#3 |
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Io credo che il tutto sia una questione di obiettivo che ognuno si pone o di come vuole "catalogarsi".
La cosa davvero saggia scritta qui è che la fotografia è uno strumento molto vario di comunicazione visiva. Così vario che i suoi limiti tendono a non essere molto definiti. La fotografia, nel corso degli anni, si è diversificata in molti generi e, la prima a essere generalmente assunta come forma d'arte, è quella riconducibile allo stile documentario degli anni '20-'30, uno stile che impara dal fotogiornalismo ma che si impone uno scopo diverso. Se parliamo, sempre IMHO, di fotografia d'autore e fotografia d'arte (l'articolo parla di foto esposte a NY), tutto quello che è scritto è vero, perchè l'obiettivo della fotografia non è quello di tirare al massimo la nitidezza, ma parlare e raccontare utilizzando solo una istantanea. Ma non sono per nulla convinto che "Your Camera Doesn't Matter" possa essere un concetto universale Ciao Orlando
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#4 |
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