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Old 06-01-2010, 18:41   #1
Ja]{|e
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Pensando in piccolo...

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Come si fa una casa a impatto zero
di Antonia Guerra


Basta un’occhiata per intuire che sono stati i principi della bioedilizia a guidare la progettazione di questo insediamento situato nel quartiere di Beddington a Londra. Questa volta è proprio il caso di dire che le apparenze non tradiscono le aspettative. L’architetto Bill Dunster, insieme allo studio Arup, nel 2002 progettò il BedZED (Buddington Zero Energy Development).

L’obiettivo? Un insediamento a zero emissioni inquinanti e consumi energetici, sorto dalla riqualificazione di una vecchia area industriale dismessa.
I criteri alla base della progettazione dell’agglomerato di 42 appartamenti sono circa 6, uno più interessante dell’altro, alcuni molto innovativi. Vediamoli uno per uno:

1) Materiali
I materiali sono tutti di recupero e prodotti ad una distanza inferiore ai 35 km dal sito, così da ridurre l'impatto ambientale dovuto alle emissioni nocive dei camion. In particolare, il 60% dei mattoni è fabbricato sul posto, il legno proviene da foreste sostenibili ed il ferro da una stazione ferroviaria demolita. Sotto l'asfalto, uno strato di vecchie bottiglie frantumate garantisce il drenaggio dell'acqua piovana.

2) Risparmio energetico
L’orientamento e l’involucro edilizio degli appartamenti, sono stati studiati in modo da garantire il risparmio energetico. Uno strato di isolante cinque volte superiore agli standard e grandi finestre a sud, caratterizzate da doppi o tripli vetri, consentono di accumulare il calore in inverno. Tali finestre sono progettate in maniera tanto attenta che, come racconta un abitante del quartiere, tenendole sempre chiuse, il benessere è assicurato!

Tenerle chiuse, poi, è possibile perché il ricambio dell’aria e la sua circolazione negli ambienti sono ottenuti con un sistema di ventilazione naturale. Quei vivaci comignoli che contraddistinguono i tetti dell’abitato, servono proprio a questo scopo. All’interno il risparmio energetico continua con luci ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica.

3) Energia pulita
L'energia necessaria agli appartamenti è generata da 777 mq di pannelli fotovoltaici posti sulle pareti a sud e da una centrale termica che brucia legno di scarto proveniente da aziende locali.

4) Risparmio idrico
Sul tetto, un apposito sistema convoglia le acque piovane che vengono poi raccolte in apposite vasche e riutilizzate per lo scarico dei bagni e per innaffiare le piante.

5) Fattibilità e costi contenuti
BedZED, i cui costi di realizzazione sono davvero poco superiori rispetto a quelli di un insediamento standard, è stato progettato per essere costruito ovunque. Se si considera che in Inghilterra, entro il 2016, ogni nuova costruzione dovrà essere alimentata con energia rinnovabile prodotta sul posto, questa sua caratteristica non è affatto da sottovalutare.

6) Educazione ambientale
Un pannello con i contatori ben visibili, ricorda costantemente quanta energia si sta consumando; al suo interno, una luce lampeggia sempre più rapidamente quando si sta consumando molto. Nel quartiere di BedZED sono molto utilizzati il car sharing ed il car pooling nonché una flotta di scooter elettrici. Anche la spesa la si fa senza inquinare, attraverso un sistema di distribuzione del cibo a chilometri zero, che, oltre a ridurre gli impatti legati al trasporti delle merci o delle persone, favorisce lo sviluppo di un sistema economico locale.

Tutto ciò lo si fa a BedZED ma nulla impedisce di farlo anche a chi non vive lì. L’ecosostenibilità è uno stile di vita, tant’è che nello stesso insediamento londinese, ci sono persone che fanno di tutto per risparmiare energia (aprono raramente le finestre, limitano gli spostamenti e fanno la spesa in modo sostenibile) ed altre che non lo fanno. Non è solo la bioedilizia che fa il risparmio energetico ma anche, e soprattutto, il comportamento degli abitanti!
Se tutti vivessero come i cittadini europei, avremmo bisogno di 3 pianeti, vivendo come un attento cittadino di bedZED, ne basterebbe uno e mezzo. Il traguardo è vicino.





Fonte: http://www.architetturaecosostenibil...a-imitare.html.
...e su larga scala:

Quote:
Dall'eolico al solare: i Paesi del Nord mettono in rete le fonti rinnovabili. "Per essere autosufficienti"
Ecco l'Europa unita dell'eco-energia
La Norvegia svolgerà il ruolo di batteria dell' elettricità in eccessodi ELENA DUSI

ROMA -
L'"Europa unita dell'energia" sta per nascere dal mare del Nord. E l'elettricità venuta dal freddo sarà completamente pulita: ricavata dal sole, dal mare e dal vento. Seimila chilometri di cavi in gran parte sottomarini collegheranno infatti in un'unica rete le pale eoliche di Gran Bretagna e Danimarca, la centrale a maree della Francia, quella vera e propria miniera di energia idroelettrica che è la Svezia e i pannelli solari tedeschi. A completare il mosaico dei nove paesi della "Rete del Mare del Nord" restano Belgio, Olanda, Lussemburgo, Irlanda. Tutti insieme, puntano a produrre 100 gigawatt di potenza elettrica, quanto basta a far funzionare tra i 30 e i 40 milioni di abitazioni risparmiando la costruzione di un centinaio di centrali a carbone di dimensioni medio-grandi.

Il progetto è stato discusso in una riunione preliminare dai governi dei nove paesi a dicembre in Irlanda e nel vertice sul clima di Copenaghen. Ma è da quest'anno che i piani operativi dovrebbero decollare, per arrivare a pieno compimento nel corso del decennio con una spesa prevista di 30 miliardi di euro. La stampa, soprattutto tedesca e inglese, ha iniziato in questi giorni a far trapelare i dettagli dell'ambizioso progetto, nato per rimediare al tallone d'Achille di fonti energetiche come sole, mare e vento: incostanza e imprevedibilità.
I paesi del mare del Nord hanno ragionato che se in Scozia dovesse mancare il vento, probabilmente le pale eoliche saranno in movimento in Olanda. E se la marea dovesse tardare in Francia o le onde deludere, si potrà sempre far ricorso all'affidabile flusso dalle dighe dei fiordi scandinavi. Come nel caso del pollo di Trilussa, ciascun paese se messo in rete avrà la sua quota di energia garantita dalla statistica. Con la sicurezza di un approvvigionamento costante che val bene il prezzo di migliaia di chilometri di cavi ad alta tensione posati su fondali tempestosi e della dispersione di corrente tutt'altro che trascurabile che il trasporto a così grandi distanze comporta.


Oltre ai nove paesi, il piano prevede la partecipazione della Norvegia nel ruolo di "batteria". Quando l'energia prodotta da mare, sole e vento supererà i consumi, potrà infatti essere usata per sollevare l'acqua e "ricaricare" gli impianti idroelettrici del paese scandinavo. Che sarà pronto a restituire l'energia nel momento in cui la rete del mare del Nord sarà invece con il fiato corto.

L'Europa si troverà così avvolta da una rete elettrica "del freddo" a nord, e da una "del caldo" a sud. Alla sfida del Mare del nord vuole rispondere infatti il Mediterraneo con un mosaico di centrali solari sparpagliate nel deserto del Sahara e oltre, collegate da una ragnatela di cavi ad alta tensione distesi dal Marocco alla Giordania e poi diretti anche in Europa passando sempre per i fondali del mare. Capofila del progetto, battezzato "Desertec" e varato lo scorso novembre, è quella Germania unico paese deciso a investire sulle fonti rinnovabili sia sullo scacchiere nord che su quello sud. Solo unendosi in rete, credono a Berlino, l'Europa potrà superare i problemi di carbone, petrolio e uranio e raggiungere l'obiettivo di Copenhagen: 20% dell'energia da fonti rinnovabili entro il 2020.

Fonte: http://www.repubblica.it/economia/20...ergia-1852044/
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Old 06-01-2010, 19:21   #2
xenom
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Fusione calda, a mio parere sarà la fonte energetica definitiva, però servono ancora parecchi anni
nel frattempo direi... eolico e solare, e non intendo solo la tecnologia attuale, se fossi io a "comandare" aumenterei la ricerca dei due settori a dismisura, soprattutto del solare... se si riuscisse ad alzare l'efficienza del fotovoltaico abbattendone i costi sarebbe una manna dal cielo.
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Old 02-02-2010, 18:45   #3
Ja]{|e
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Il thread sui biocarburanti è stato chiuso, quindi scrivo qui:

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BIOCOMBUSTIBILI
Da un batterio modificato
arriverà l'energia del futuro

Lo studio, pubblicato su Nature, mostra le potenzialità di una variante di Escherichia coli per la produzione di diesel biologico. Gli scienziati: "Così non si incide sulle risorse alimentari"
di GIULIA BELARDELLI


IL FUTURO dei biocarburanti potrebbe dipendere dalla modificazione genetica di un batterio, l'Escherichia coli, il cui habitat naturale è l'intestino degli esseri umani e degli altri animali a sangue caldo. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature, i ricercatori dell'università di Berkeley, in California, e dell'azienda americana LS9 hanno fatto il punto sulla possibilità di produrre biodiesel grazie al "lavoro" di una versione geneticamente modificata di Escherichia coli. Si tratta, sottolineano gli scienziati, di una modalità di produzione alternativa alle tecniche conosciute finora, in grado di superare gli ostacoli a una maggiore diffusione del diesel biologico.

I vantaggi. Lo studio identifica un metodo potenzialmente poco costoso per convertire la cellulosa e gli scarti di prati e raccolti in carburante pulito, senza far aumentare i prezzi dei generi alimentari e soprattutto senza sottrarre risorse preziose per sfamare la popolazione mondiale. Finora, infatti, l'industria dei biocarburanti si è concentrata soprattutto sulla produzione di bioetanolo, un etanolo che si ottiene tramite la fermentazione di prodotti agricoli ricchi di zucchero, come i cereali, la canna da zucchero, gli amidacei e le vinacce. Una delle principali obiezioni a questo genere di carburanti, dunque, è proprio il fatto di consumare troppe risorse alimentari, andando a creare una competizione "sleale" tra bocche da sfamare e serbatoi delle automobili.

Il batterio modificato. Per uscire da questa impasse, i ricercatori di Berkeley e della LS9 hanno elaborato una versione geneticamente modificata di
E. coli in grado di ottenere e "digerire" gli zuccheri anche a partire dalla cellulosa. Ciò consentirebbe, nel giro di alcuni anni, di estendere la gamma di risorse da cui partire per produrre il biocarburante: a grano, mais e canna da zucchero, potrebbero presto aggiungersi legno, paglia e altri materiali per i quali è necessario dividere la cellulosa in zuccheri. Un compito in cui la nuova versione del batterio sembra essere particolarmente capace, candidandosi come la nuova frontiera nella produzione del carburante biologico.

Il biocarburante. Lo studio dei ricercatori di Berkeley è innovativo perché per la prima volta il prodotto finale, il biocarburante, non è l'etanolo, bensì una miscela di molecole molto più complesse: gli acidi grassi etil-esteri, che sono in grado di produrre una quantità molto maggiore di energia. "Il biocarburante che siamo riusciti a produrre con E. coli libera almeno il doppio dell'energia prodotta con il bioetanolo", ha spiegato Eric Steen, uno degli autori dello studio. "Inoltre, a differenza del bioetanolo - ha aggiunto - queste molecole possono sostituire direttamente i normali combustibili senza bisogno di alcuna modifica degli attuali sistemi di combustione".

Le prospettive offerte dai batteri. L'utilizzo di batteri come produttori di biocombustibili offre poi numerosi vantaggi: dalla maggiore facilità con cui si possono introdurre modificazioni genomiche e rendere possibili nuove reazioni, alla diminuzione dei problemi legati alla produzione su larga scala. Inoltre, la capacità dei batteri di adattarsi a condizioni ambientali estreme e sfruttarne le risorse presenti allarga notevolmente, rispetto agli altri organismi, la possibilità di utilizzare materiali di scarto sia agricoli che industriali. A tutto vantaggio dell'ambiente e della produzione alimentare, che non vedrebbe sottrarsi del materiale prezioso.
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Old 12-02-2010, 21:36   #4
Ja]{|e
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Quote:
Olio, vino, cereali e legumi dall'azienda a emissioni zero
In Umbria la Castello Monte Vibiano Vecchio, una tenuta agricola, è la prima impresa "verde" del nostro paese, secondo una delle più autorevoli società internazionali di certificazione
di VALERIO GUALERZI

FOLIGNO
non sarà di certo "lu centru de lu munnu", come sostengono i suoi abitanti, ma Monte Vibiano, un altro piccolo paese dell'Umbria, è sicuramente il centro della rivoluzione verde italiana. A sostenerlo non è infatti l'orgoglio campanilistico, ma una delle più autorevoli società internazionali di certificazione. Secondo quanto garantisce la Det Norske Veritas, la Castello Monte Vibiano Vecchio, una tenuta agricola che nei suoi trecento ettari di terra e quattrocento di bosco produce olio, vino, cereali e legumi, è la prima azienda italiana a zero emissioni.

"È la prima in Italia e una delle prime al mondo a raggiungere questo obiettivo in accordo con la norma internazionale ISO 14064 - spiegano dalla DNV - Monte Vibiano è passata da 287 tonnellate di CO2 nel 2004 a meno 764 tonnellate di CO2 nel 2008, raggiungendo quindi valori ben al di sotto dello zero". Il tutto ottenuto senza acquisti esterni di riduzione. Tutti gli interventi di efficienza e sostenibilità sono stati applicati infatti all'interno del processo produttivo dell'azienda. Un ventaglio molto ampio di azioni portate avanti con la consulenza della stessa DNV e la collaborazione del Centro di Ricerca sulle Biomasse dell'Università di Perugia.

Oltre a migliorie più tradizionali e "banali", come l'installazione di pannelli fotovoltaici e la razionalizzazione dei consumi energetici, alla Monte Vibiano sono stati introdotti anche accorgimenti ancora poco sfruttati su vasta scala, come la tinteggiatura dei tetti dei silos con il "bianco riflettente", un sistema che riduce l'effetto del riscaldamento globale incrementando l'albedo terrestre, ovvero la capacità delle superfici chiare di rimandare indietro i raggi solari, limitandone l'influenza sulla temperatura (il contributo della Monte Vibiano è stato calcolato pari alla sottrazione di 25 tonnellate di CO2 dall'atmosfera).

Un'attenzione particolare è stata poi rivolta alla revisione della mobilità aziendale: sono stati adottati una serie di veicoli e scooter elettrici installando una innovativa stazione di ricarica elettrica attrezzata con un sistema di batterie al vanadium, uno speciale dispositivo per l'immagazzinamento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili. Certo, le dimensioni dell'azienda e la sua conduzione familiare hanno reso l'obiettivo emissioni zero più semplice. La Monte Vibiano ha una sessantina di dipendenti e nel 2009 le 340 mila bottiglie di vino e olio vendute in Italia e all'estero hanno portato ad un fatturato di circa 7 milioni di euro, ma ciò non toglie che inseguire con tanta perseveranza questo traguardo è costato soldi e coraggio.

"Siamo partiti nel '98 e anno dopo anno gli investimenti in sostenibilità sono arrivati a sfiorare i dieci milioni di euro", spiega l'amministratore Lorenzo Fasola Bologna. "Per noi - ricorda - puntare sull'ambiente significa semplicemente cercare di fare un prodotto sempre migliore perché crediamo sia questa la missione di un'azienda che produce vino e olio. Per rientrare delle spese ci vorranno almeno venti anni, ma sono convinto che chi non si sarà mosso in questa direzione potrebbe essere costretto a rimanere fuori da mercati importanti molto prima".

E sbaglia chi a questo punto si è fatto l'idea che il costo di tutto questo impegno "verde" non possa che finire per essere scaricato sul consumatore. Il Villa Monte Vibiano, un rosso in vendita ad appena 5-6 euro, è stato premiato infatti dalla Guida dei vini d'Italia 2010 dell'Espresso come migliore bottiglia per rapporto qualità prezzo.

(11 febbraio 2010)
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Old 12-02-2010, 22:23   #5
Yaro86
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Se riuscissero a raddoppiare l'efficienza del fotovoltaico su larga scala potrebbe iniziare a competere con il nucleare sul costo dell'energia diurna.
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Old 13-02-2010, 00:48   #6
MaxArt
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Boh, questo è un po' di necroposting, ma vabbé...

Dio, come sono approssimativi gli articoli scientifici della stampa italiana...

Quote:
Tutti insieme, puntano a produrre 100 gigawatt di potenza elettrica, quanto basta a far funzionare tra i 30 e i 40 milioni di abitazioni
Quote:
Ma è da quest'anno che i piani operativi dovrebbero decollare, per arrivare a pieno compimento nel corso del decennio con una spesa prevista di 30 miliardi di euro.
Queste due frasi stridono tra loro come una scatola di gessi strisciata sulla lavagna...
Questi 100 GW di potenza che danno corrente a 30-40 milioni di abitazioni... Cioè gli darebbero 3 kW, sempre. Ma i conti sul numero di abitazioni non si fanno così, si prende una media del consumo per abitazione, che di solito è di 1 kW o anche meno.
Quindi i 100 GW sono forse una potenza installata? Il che vorrebbe dire 25 GW circa di potenza netta, quindi decisamente non sono l'equivalente di "un centinaio di centrali a carbone di dimensioni medio-grandi" (e poi perché specificare il carbone?), a meno che non considerino "medio-grande" una centrale termoelettrica da 250 MW, che invece è piuttosto piccola.
Ma a parte questo, quello che non mi torna sono i costi. Un generatore eolico da 2 MW costa circa 3 milioni di euro, compresa l'installazione a terra. Gli impianti off-shore costano circa il doppio. Quindi con 30 miliardi di euro quello che si può fare è installare una potenza di circa 10-15 GW, per una produzione di 2.5-4 GW effettivi. Sarebbe sicuramente il più grande parco eolico del mondo, ma siamo ben lontani dai 100 GW di prima.
E non ho contato neppure i costi della consistente rete elettrica di supporto, dell'impianto di generazione dal moto ondoso (che mi risulta costare veramente un'infinità, ma non so se le cose siano cambiate) nonché i sistemi di pompaggio nei fiordi scandinavi.
Insomma, 30 miliardi mi sembrano più che altro una "prima trance", non il costo complessivo di un progetto da finalizzare in un decennio.

Quote:
Monte Vibiano è passata da 287 tonnellate di CO2 nel 2004 a meno 764 tonnellate di CO2 nel 2008
Sarebbe interessante sapere come si sono ottenuti questi calcoli...

Quote:
un sistema di batterie al vanadium, uno speciale dispositivo per l'immagazzinamento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili
Wut?!? A parte il fatto che in italiano si dice "vanadio" (e non è una roba fantascientifica da lasciare non tradotta), sarebbe carino sapere che ha di particolare per essere usata solo con le fonti rinnovabili.

Quote:
la tinteggiatura dei tetti dei silos con il "bianco riflettente", un sistema che riduce l'effetto del riscaldamento globale incrementando l'albedo terrestre
Già, è interessante sapere però di quanto sia stato aumentato l'albedo con l'installazione dei pannelli fotovoltaici!

Quote:
E sbaglia chi a questo punto si è fatto l'idea che il costo di tutto questo impegno "verde" non possa che finire per essere scaricato sul consumatore. Il Villa Monte Vibiano, un rosso in vendita ad appena 5-6 euro
Altro dato interessante sarebbe, prima di esultare con questi proclami, sapere quanto di quei 10 milioni di euro investiti sono stati tirati fuori dal portafoglio del proprietario e quanti invece da sovvenzioni statali, perché non mi possono venire a dire che un investimento di 10 milioni con ritorni solo marginali (non pagano più la corrente? Non certo rivoluzionerà i loro bilanci) poi non lo ricaricano nel prodotto finito.
E che è, una tenuta vinicola o la Nestlè?!?
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Old 14-02-2010, 00:04   #7
ChristinaAemiliana
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Direi che possiamo permetterci un nuovo thread senza riesumarne uno di 7 anni fa ormai obsoleto...

Adesso vi posto un po' di materiale.
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Old 14-02-2010, 00:26   #8
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Ecco qua! Un assaggino di tutto.

Risorse, produzione, consumi di energia: panorama energetico mondiale

Bilancio energetico degli edifici

Situazione attuale fotovoltaico

Introduzione all'energia eolica

Biocombustibili

Bio-routes to hydrogen production

Tecnologie per motori veicolistici innovativi
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Ultima modifica di ChristinaAemiliana : 14-02-2010 alle 00:46.
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Old 14-02-2010, 15:57   #9
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le case in bioedilizia ad impatto zero sono molto interessanti , non nascondo che il mio sogno è potermi costruire un'abitazione ecologica in legno anche se mi creano qualche dubbio tutte quelle vetrate al posto delle pareti esterne che sono esteticamente molto accattivanti ma privano anche della normale privacy . Per riscaldare mi avevano proposto una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico : non paghi nulla per riscaldamento ed elettricità e teoricamente potresti pure guadagnarci .
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Old 14-02-2010, 16:23   #10
xenom
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Very interesting... grazie cri.
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Old 14-02-2010, 16:25   #11
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Per riscaldare mi avevano proposto una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico : non paghi nulla per riscaldamento ed elettricità e teoricamente potresti pure guadagnarci .

Mah secondo me è molto meglio a questo punto il riscaldamento solare diretto... ha un'efficienza complessiva più elevata. pannelli termici che scaldano l'acqua, riscaldamento a pavimento + eventualmente caloriferi...
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Old 14-02-2010, 16:40   #12
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Mah secondo me è molto meglio a questo punto il riscaldamento solare diretto... ha un'efficienza complessiva più elevata. pannelli termici che scaldano l'acqua, riscaldamento a pavimento + eventualmente caloriferi...
ma le vetrate al posto dei muri ti privano della privacy ...io faccio cose in casa da lasciare stupefatto pure Rocco Siffredi , non voglio che la mia abitazione si trasformi in un cinema porno all'aperto accessibile a tutti i guardoni della provincia .


senza contare che durante l'estate devono lasciare passare talmente tanto calore da richiedere un impianto di condizionamento per raffreddare .
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Old 14-02-2010, 16:52   #13
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ma le vetrate al posto dei muri ti privano della privacy ...io faccio cose in casa da lasciare stupefatto pure Rocco Siffredi , non voglio che la mia abitazione si trasformi in un cinema porno all'aperto accessibile a tutti i guardoni della provincia .


senza contare che durante l'estate devono lasciare passare talmente tanto calore da richiedere un impianto di condizionamento per raffreddare .
si beh io mi riferivo al sistema di climatizzazione.
Per le vetrate sono d'accordo con te... vanno bene nei condomini a piani elevati

a meno che non usi vetrate a semi-specchio. dall'interno all'esterno si comportano come un vetro, dall'esterno all'interno sono a specchio
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Old 14-02-2010, 17:08   #14
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le case in bioedilizia ad impatto zero sono molto interessanti , non nascondo che il mio sogno è potermi costruire un'abitazione ecologica in legno anche se mi creano qualche dubbio tutte quelle vetrate al posto delle pareti esterne
Si ma non sono assolutamente indispensabili, se non ti piacciono. Ci sono altre soluzioni.
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Old 14-02-2010, 17:27   #15
SaettaC
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le case in bioedilizia ad impatto zero sono molto interessanti , non nascondo che il mio sogno è potermi costruire un'abitazione ecologica in legno anche se mi creano qualche dubbio tutte quelle vetrate al posto delle pareti esterne che sono esteticamente molto accattivanti ma privano anche della normale privacy . Per riscaldare mi avevano proposto una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico : non paghi nulla per riscaldamento ed elettricità e teoricamente potresti pure guadagnarci .
A me lascia perplesso il fatto che tutte quelle vetrate a sud ok che aumentano il "riscaldamento" d'inverno, ma d'estate non fanno un caldo pazzesco?
__________________
Curioso di sapere se il tuo medico o dentista è laureato, o è un ABUSIVO? Ci vogliono 10 secondi, controlla qui: http://application.fnomceo.it/Fnomce...fessionisti.ot
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Old 14-02-2010, 17:33   #16
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A me lascia perplesso il fatto che tutte quelle vetrate a sud ok che aumentano il "riscaldamento" d'inverno, ma d'estate non fanno un caldo pazzesco?
Esistono numerosi sistemi passivi per ovviare al problema
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Old 15-02-2010, 09:41   #17
elleby
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Originariamente inviato da SaettaC Guarda i messaggi
A me lascia perplesso il fatto che tutte quelle vetrate a sud ok che aumentano il "riscaldamento" d'inverno, ma d'estate non fanno un caldo pazzesco?
Di solito nei paesi caldi associano un qualche tipo di copertura alle grandi vetrate, questo perchè d'estate il sole percorre una traiettoria che lo porta ad essere quasi a picco sulla casa per cui la copertura proietta l'ombra sulla finestra. D'inverno la traiettoria del sole è molto bassa sull'orizzonte, per cui il sole entra direttamente e la copertura non fa ombra quindi. Fra l'altro questo incide sulla dislocazione della casa, che deve essere orientata opportunamente. Un'immagine esplicativa:



Poi come ha fatto notare qualcuno ci sono un sacco di sistemi passivi, come ottimizzare la circolazione dell'aria davanti alle finestre, l'uso di vetri realmente isolanti (sia dal caldo che dal freddo), ecc ecc.
Per la privacy, bè anche a me fanno innoriddire le case che vedi nei giornali di architettura dozzinali dove le case firmate dall'artista di grido sono completamente trasparenti. Nel mondo reale si usano vetri a specchio.
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Ultima modifica di elleby : 15-02-2010 alle 09:44.
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Old 15-02-2010, 15:35   #18
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Al limite d'estate giriamo la casa di 180°...
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Old 16-02-2010, 14:14   #19
brazoayeye
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Per ovviare al problema del caldo d'estate si ricorre spesso alle piante caducifoglie: d'inverno hanno 1 schermo quasi nullo mentre d'estate quasi totale!

Inoltre v'e' da considerare che le piante non si scaldano anche se prendono il sole (immagazzinano buona parte dell'energia)...
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Ho concluso positivamente con tanta, tanta, tanta gente
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Old 16-02-2010, 14:15   #20
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Esatto, sia le piantumazioni, sia le schermature sono ottimi modi per ovviare il problema.
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