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DEATHSPELL OMEGA --- Fas - Ite, Maledicti, in Ignem Aeternum
![]() Premessa 1: i Deathspell Omega, per chi sfortunatamente non li conosce, sono una band black metal francese. Dopo i primi album, che sostanzialmente ricalcavano gli stilemi del black metal norvegese classico (il cosiddetto TRUE NORVEGIAN BLACK METAL), se ne uscirono nel 2004 con un album che mosse un po' le acque della stantia scena TNBM, scena caratterizzata da pochissime band con idee buone e originali, e moltissimi gruppi fotocopia dei soliti mayhem, darkthrone, immortal. L'album in questione, e cioè "Si Monumentum Requires, Circumspice", pur essendo chiaramente TNBM, aveva due caratteristiche che lo hanno reso un album di culto, seppur recente: - nuove idee, nuovi riff, nuovo modo di intendere la costruzione melodica nel black metal; - un ché di sacrale che permea tutte le canzoni, tanto da portare parte della critica musicale a descrivere l'album come "ritual black metal" L'EP sucessivo, Kenose, proseguiva sulla stessa strada, esasperando ulteriormente la particolarissima vena compositiva dei francesi, che ora trovava sfogo molto forte in alcuni passaggi, definibili "caotici": la strada da percorrere era ormai segnata, bisognava solo percorrerla. A mio parere, nell'album che mi accingo a recensire, i Deathspell Omega hanno raggiunto la quadratura del cerchio, sono riusciti a esprimere esattamente quello che hanno cercato di esprimere nei due album precedenti. Premessa 2: ora come ora non mi faccio scrupolo a definire i deathspell omega come "i Meshuggah del black metal". Passo dunque alla recensione vera e propria. Immaginate una sorta di viaggio infernale: guidati da satana in persona vi aggirati nei cerchi dell'inferno, un inferno che ha poco del letterario dantesco, assomiglia di più a un insieme casuale di masse di dannati sofferenti. Satana vi parla, la sua voce è oscura ma non malvagia, non c'è reale cattiveria in quest'album, c'è solo la fredda descrizione della pochezza dell'esistenza umana: un'orda di creature patetiche, condannate alla sofferenza eterna non per aver peccato in vita, ma per aver peccato troppo poco: la visione del peccato, della sofferenza, in quest'album è diversa da quella comune: è una forza, un elemento di purezza, un modo per tornare ad essere veramente uomini. Ma i dannati sono lì, e soffrono, soffrono senza sosta, la loro sofferenza, le loro urla, sono ossessive, ripetitive, infinite... e le chitarre sono chiamate a rappresentare questo scenario. In quest'album le chitarre soffrono, urlano di dolore, in modo scomposto, senza logica, come se il dolore fosse talmente lancinante da non lasciare spazio a pensieri razionali, ma solo alle urla strazianti. Il caos totale di molti passaggi dell'album è praticamente inafferrabile, ci voglio molti ascolti per riuscire a cavar fuori dalle urla (non vere, ripeto, sono le chitarre, la batteria, il basso, che urlano) qualcosa che abbia un filo logico. Ma ogni volta che si riesce a percepire qualcosa di sensato, cambia tutto: intermezzi plumbei, gelidi, di apparente tranquillità. Ma non c'è tranquillità all'inferno, e anche se non si sentono le urla dei dannati, l'atmosfera è tesa, disturbante, come se non ci possa essere un momento di pace, anche nel totale silenzio. Disarmonie, casualità apparente, e, ovviamente, ancora sofferenza. Quest'album apre nuove strade: sebbene molte band, nella loro ricerca tecnica, siano approdate ai lidi della composizione caotica, nessuno nel black metal lo aveva fatto come i Deathspell Omega. Infatti stiamo parlando proprio di black metal, di quello vero, senza elementi sinfonici, melodici, contaminazioni elettroniche... black primordiale, eppure d'avanguardia, un binomio finalmente ufficializzato dopo anni di ristagno, in cui poche band sono riuscite a proseguire il discorso partito in quel dell'inner circle, un discorso che sembrava ormai morto e sepolto. La nuova frontiera del black metal, insomma, e ne consiglio vivamente l'ascolto a chiunque ascolti metal estremo, ma anche gli altri, sebbene troverebbero l'album troppo ostico, potrebbero ricevere un'illuminazione, scoprendo che al mondo ci sono anche band come i Deathspell Omega. |
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