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Junior Member
Iscritto dal: Apr 2007
Messaggi: 1
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Deportazioni: Cinesi deportano Tibetani cercando un nuovo olocausto
Pechino lo rifà: in questi mesi sta trasferendo a forza 250 mila tibetani da villaggi rurali isolati in «villaggi socialisti» in via di costruzione.
La cifra è enorme: si tratta di un decimo della popolazione, o di quel che ne resta dopo che l’occupazione cinese del Tibet, nel 1950, ha portato alla morte di un milione e 200 mila tibetani. Ufficialmente, i cinesi giustificano lo spostamento della popolazione con l’intento di avvicinare i pastori e i piccoli contadini alle strade principali, perché abbiano accesso a luce, acqua, scuole, lavoro e assistenza sanitaria. Ma l’organizzazione umanitaria Human Right Watch, che ha interrogato tibetani recentemente fuggiti in Nepal, racconta tutta un’altra storia. I tibetani di campagna non solo sono trasferiti senza il loro consenso, ma sono costretti a pagare le miserabili casette «socialiste» che la Cina assegna loro. I poveretti sono obbligati a contrarre mutui di 4.000 euro per ogni casa: una cifra impagabile per una popolazione il cui reddito pro-capite si aggira sui 200 euro l’anno. Inoltre, i trasferiti lamentano che la nuova sistemazione non prevede posto per gli yak, i pelosi bovini da cui essi traggono il loro reddito, e li ha allontanati dai campicelli dove - a 4 mila metri di quota - coltivano l’orzo, che una volta tostato e mescolato al burro di yak, costituisce l’alimento nazionale tibetano. È una vera deportazione con spese a carico dei deportati. «E sta creando una specie di boom edilizio», dice Melwyn Goldstein, un docente di cultura tibetana alla Cleveland University. Secondo Goldstein, il vero scopo del trasferimento forzato (che ricorda simili esperimenti condotti da Stalin) è quello di sradicare la cultura tibetana, e la fede buddhista incentrata sul Dalai Lama. «Nelle città lo sradicamento ha avuto pieno successo, grazie al trasferimento di massa di abitanti di etnia Han (il gruppo dominante nella Cina interna). L’identità tibetana resiste però nei villaggi rurali; ora la battaglia si sposta lì nelle campagne». Tim Johnson, il giornalista del McClatchy Newspapers che ha rivelato questo nuovo crimine contro l’umanità, ha viaggiato per un migliaio di chilometri nel Tibet fingendosi un turista, e di rado ha potuto parlare con la popolazione locale, sfidando il divieto assoluto del regime. Un giornalista colto a fare interviste in Tibet viene immediatamente espulso; «d’altra parte, i locali hanno evidentemente paura di parlare a stranieri. Non fanno che ripetere la propaganda pechinese: ‘Stiamo meglio nelle nuove case’», e così via. Ma Johnson ha descritto le file ininterrotte di «nuovi villaggi socialisti» cresciuti a intervalli regolari a lato delle strade, con microscopiche casette tutte uguali, con la bandiera rossa sui tetti. E ha raccolto qualche confidenza dei pochi coraggiosi. Tutti si lamentavano di non essere stati consultati prima del trasferimento. Inoltre, hanno spiegato che i funzionari cinesi addetti al progetto si intascano i soldi delle costruzioni. E che i contadini e pastori che non possono pagare i ratei del mutuo, per loro proibitivo, perdono la casa; vengono scacciati, e i loro terreni vengono confiscati per essere poi sfruttati in attività minerarie (il Tibet è ricco di minerali). Come noto, per «cinesizzare» il Tibet, Pechino non solo ha spostato milioni di Han (cinesi etnici) in quella regione, la più montuosa e difficile del pianeta; vi ha costruito strade costosissime a scopo militare, vi mantiene una rilevante forza armata, ed ha distrutto o svuotato almeno seimila monasteri buddhisti; va ricordato che quando il Tibet era libero, un quarto della popolazione conduceva vita da monaco, almeno temporaneamente. I giovani diventavano monaci nel periodo dei loro studi, che avvenivano nei monasteri. Nonostante gli sforzi repressivi e la persecuzione, la fede buddhista resiste nelle aree più aspre e isolate; è evidente la volontà di Pechino di cancellarne gli ultimi resti. Ciò, probabilmente, in previsione dei milioni di turisti che arriveranno in occasione delle Olimpiadi, che si terranno l’estate prossima. Inoltre il Dalai Lama, Nobel per la pace, che vive in esilio in India, ha ormai 71 anni. Il regime cinese conta, alla sua morte, di dargli come successore un lama nominato da Pechino. Che dire? L’Unione Europea e Washington, che ogni giorno fanno a Putin qualche lezioncina sulla presunta mancanza di democrazia in Russia, tacciono su questa ultima persecuzione messa in atto dalla nomenklatura di Pechino, questi «talebani del socialismo» impegnati a cancellare una religione ed una cultura di alta spiritualità e prestigio. Ma ovviamente la Cina è un modello di «liberismo di mercato», e la Russia no: gli affari prima di tutto.
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i baroni universitari raccontano balle: http://www.rainews24.rai.it/ran24/in...rapporto41.wmv |
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Città: Padova
Messaggi: 11757
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vomitevole
deportazioni di massa a carico dei deportati per portargli via terra, indipendenza, cultura, dignità, libertà... siisisi il nuovo corso cinese...
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mac user = hai soldi da buttare; linux user = hai tempo da buttare; windows user = hai soldi e tempo da buttare |
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 571
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Non è una novità.
Gli Stati Uniti sono i primi a denunciare il comportamento criminale ed antidemocratico dei concorrenti economici, salvo poi rovesciare con colpi di Stato governi democraticamente eletti e sostenere le dittature... Ovviamente il discorso vale anche per l'Unione Europea, che è egemonizzata dagli stessi poteri. Il bello è che il partito capitalista cinese continua a compiere i suoi crimini col pretesto del socialismo |
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#4 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Città: Ferrara (cs_italy)
Messaggi: 5102
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Asrock Z68 Extreme4Gen3, Core i5 2500K@3,7Ghz, Radeon HD6950 2GB, 4x1 GB OCZ PC3-12800 DDR3 1600MHz, Iiyama Prolite B2403WS LCD 24" + Plasma Panasonic 50VT20E 3D, SSD Crucial M4 256GB, WD Caviar 250GB Sata II 16MB, Alice Flat 2 Mbit/s , PS3 Slim 120GB HALF LIFE 2: LE MIGLIORI MOD |
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Città: AnTuDo ---------- Messaggi Totali: 10196
Messaggi: 1521
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I Tibetani sono felici di essere convertiti e deportati
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“ Fiat iustitia, et pereat mundus”-המעז מנצח -
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Iscritto dal: Jun 2006
Città: Mezzago
Messaggi: 86
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La cosa vomitevole è che con la Russia gliela menano tutti per la Cecenia per una sorta di storico antagonismo da Guerra Fredda, mentre la Cina gode di una sorta di "romantico" appoggio da parte di svariati governi sia di destra che di sinistra Europei .... gli USA ..... beh gli USA criticano ed intervengono solo dove ci sono i loro interessi quindi Kosovo si' Timor Est no |
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#7 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
Città: Mission world: Napoles, Milan, Madrid, Paris, London, Now AMSTERDAM!!!!! yahoooo!!! Next stop: California, Tnx TNS-NIPO!!
Messaggi: 2150
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Quote:
e cmq purtroppo oggi tutte le economie girano basandosi sulla cina se un giorno la cina dovesse dire ciao ciao... saremmo fregati fai un giro in casa tua e vedi quante cose sono made in cina...
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La libertá sopratutto di parola é un lusso che non ci si puo' permettere in italia, per la strada come su internet. |
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#8 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Città: Padova
Messaggi: 11757
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si, intimamente il buddha sapeva che il suo vero successore era Mao... il quale solo può liberare i tibetani dal peso della vita terrena... viste le uscite recenti di xxx possiamo pure dire questo.
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#9 |
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Junior Member
Iscritto dal: May 2007
Messaggi: 12
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I cinesi? Imperialisti per definizione!
"Repubblica Popolare" de iure; de facto... lasciam perdere :-x |
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#10 | |
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Member
Iscritto dal: Jun 2006
Città: Mezzago
Messaggi: 86
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Alcuni utenti in questo forum portano gli USA sul palmo della mano neanche fossero i salvatori del Mondo rinfacciando agli altri di essere solo degli anti-americani ciechi e codardi ...... io dico .... forse ...... ma é anche ora che codeste persone si rendano conto che gli USA come qualunque altro paese (ci tengo a sottolinearlo) fanno sempre e solo i loro interessi No perché c'é ancora qualcuno che crede alla panzana della liberta' e della democrazia made in USA e che George Washington fosse una brava persona
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