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Old 29-01-2007, 23:01   #1
squall01
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Sospensione dell'incredulità nei videogame

Visto che è stato giustamente chiuso l'altro topic per impossibilità di comunicazione tra gli interessati al tema trattato, spero che si possa continuare a parlarne con più civiltà in questo Topic

Ecco, io vorrei dire che un esempio di Sospensione dell'incredulità l'ho avuta con quel capolavoro di God of War. Mi ricordo certi scenari, certi paesaggi, certi scontri.... tutto mi sembrava reale, ed emozionante. Come non succedeva da tempo mi fermavo a guardare ciò che mi stava intorno. Ed era come se fossi davvero là. Ecco cosa vuol dire quando la grafica è in funzione del design.

Ripenso ai fondali prerenderizzati di FFVIII e ai suoi filmati in CG, ai personaggi pixellosi di MGS, ai paesaggi sconfinati di OOT e alle stradine e ai negozi di Yokosuka in Shenmue (capolavoro nella sospensione dell'incredulità), a tutti i livelli emozionanti di Halo, alle ambientazioni spettrali di Castlevania SOTN, ripenso ai quadri così claustrofobici di Metroid, e rammento di come sono rimasto estasiato giocando a ICO, nel suo essere così minimalista stava la sua bellezza.

E mi chiedo se tutto questo continuerà ancora a vivere nei videogames futuri, o se la ricerca di una perfezione tecnica soppianterà la ricerca di un maggiore coinvolgimento emotivo. Se il design sarà in funzione della grafica, cosa possiamo attenderci dai giochi futuri?

Un tempo si volevano raccontare storie attraverso i videogames, ora si vogliono raccontare poligoni, texture e bump mupping.

Chi non è interessato può benissimo non postare, evitando che il Topic chiuda nuovamente
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Old 29-01-2007, 23:04   #2
squall01
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Un esempio di "miglioraramento del comparto tecnico porta ad un impoverimento nel design" è proprio Halo 2.
Graficamente superiore al primo, ma pateticamente inferiore ad esso per ricchezza delle locazioni e per design delle stesse.
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Old 29-01-2007, 23:16   #3
nekromantik
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Forse con una domanda diretta il discorso potrebbe appassionare maggiormente: fino a che punto saremo in grado di essere coscienti di fronte ad un gioco che simula la realtà? Nel momento in cui la grafica arriverà ad interpretare in maniera quasi assoluta e definita l'ambiente ed i personaggi con cui interagiamo, che tipo di stimolo videoludico la cosa avrà prodotto in noi?
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Ultima modifica di nekromantik : 29-01-2007 alle 23:19.
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Old 29-01-2007, 23:25   #4
Crashman
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Io non sono convinto di quello che dici... secondo me il miglioramento del comparto tecnico va di pari passo alla ricerca del coinvolgimento emotivo. Mi spiego meglio:
Della comparto tecnico, della sua realizzazione, si occupano i programmatori; del design del gioco, i vari artisti. L'errore è nel credere che si tratti di figure isolate, che non comunichino tra loro. In realtà il programmatore si occupa di fornire i mezzi all'artista, che esprime le sue esigenze o valuta le iniziative del programmatore; questo vuol dire che una miglior realizzazione tecnica, guidata dall'artista stesso, permetterà a quest'ultimo maggiore libertà, visto che i mezzi a sua disposizione sono migliori; la difficoltà è proprio nel coordinare e gestire con effeicenza queste figure.
In sitesi, per me, un miglioramento del comparto tecnico è la base per un miglioramento del design e del gameplay stesso.

Per quanto riguarda Halo 2, non sono d'accordo con quello che dici. E' vero, il primo aveva dei picchi nella qualità del level design decisamente superiori al secondo, ma quest'ultimo può vantare una minore ripetitività, con una qualità media degli scenari decisamente superiore
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Old 29-01-2007, 23:30   #5
goldorak
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Originariamente inviato da squall01
V
Un tempo si volevano raccontare storie attraverso i videogames, ora si vogliono raccontare poligoni, texture e bump mupping.
Questo non e' assolutamente vero, ed e' rifiutare d'un colpo gli ultimi 30 anni di sviluppo videoludico sulla piattaforma pc e console.
I videogames storicamente hanno sempre inseguito l'innovazione tecnologica.
Detta a parole povere, la grafica ed anche la componente narrativa.
Ma quest'ultima solo in determinati generi che hanno appunto bisogno di un impianto narrativo.
Faccio un caso del mondo pc, perche' questo genere non esiste nel mondo console.
Parlo dei simulatori aerei, dal primo flight simulator dell'inzio degli anni 80 fino all'ultima versione x.
Questi software non hanno un impianto narrativo ma la sviluppo si e' incentrato sulla grafica e non solo (anche la fisica, la modellizzazione dei sistemi, etc..) insomma di tutte quelle componenti che danno al giocatore la "immedesimazione" nel mondo virtuale.

Parliamo delle avventure grafiche ?
Questo genere ha per sua natura un impianto narrativo obbligatorio.
Il genere si e' evoluto moltissimo dalle prime avventure degli anni 80 fino ai nostri giorni.
Ma ad ogni rivoluzione grafica, si manteneva la qualita' dell'impianto narrativo.
Ad oggi abbiamo avventure grafiche in 3d con delle storie appassionanti.

Il genere degli FPS, non e' mai stato caratterizzato da una componente narrativa di grande levatura.
Tranne pochi casi in cui il genere FPS si e' appropriato di elementi RPG
si nota una dimensione narrativa di primo livello.

Insomma, quello che voglio dire, e la storia dei videogames conferma il mio punto, e' che non e' vero che oggi si privilegia la grafica a scapito di altri elementi (altrimenti Halo non sarebbe quel capolavoro che e') ma il videogame per sua natura insegue sempre l'aspetto grafico.
E non mi dite che 20 anni fa non era cosi' perche' sbagliate di grosso.

Tutti, e dico tutti sia su pc che su console inseguivano la massima grafica.
Nintendo tra i primi in assoluto.
Ora tutto d'un tratto solo perche' la Nintendo ha fatto una scelta particolare di regressione, dobbiamo avere una visione revisionista sulla storia ?
No, la Microsoft e la Sony in questa generazione stanno facendo esattamente la stessa cosa che facevano la Nintendo, la Sega, la Nec, la Atari, etc... dei tempi andati e cioe' portare al videogiocatore giochi al massimo del realismo (fattibile con la tecnolgia del tempo).
Fare videogames con la migliore grafica lo ripetero' fino all'inverosimile non significa "sputare" sugli altri elementi (narrazione, character design etc...)
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Old 29-01-2007, 23:35   #6
squall01
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Originariamente inviato da Crashman
Io non sono convinto di quello che dici... secondo me il miglioramento del comparto tecnico va di pari passo alla ricerca del coinvolgimento emotivo. Mi spiego meglio:
Della comparto tecnico, della sua realizzazione, si occupano i programmatori; del design del gioco, i vari artisti. L'errore è nel credere che si tratti di figure isolate, che non comunichino tra loro. In realtà il programmatore si occupa di fornire i mezzi all'artista, che esprime le sue esigenze o valuta le iniziative del programmatore; questo vuol dire che una miglior realizzazione tecnica, guidata dall'artista stesso, permetterà a quest'ultimo maggiore libertà, visto che i mezzi a sua disposizione sono migliori; la difficoltà è proprio nel coordinare e gestire con effeicenza queste figure.
In sitesi, per me, un miglioramento del comparto tecnico è la base per un miglioramento del design e del gameplay stesso.

Per quanto riguarda Halo 2, non sono d'accordo con quello che dici. E' vero, il primo aveva dei picchi nella qualità del level design decisamente superiori al secondo, ma quest'ultimo può vantare una minore ripetitività, con una qualità media degli scenari decisamente superiore
Costa molto avere dei buoni programmatori e costa ancora di più avere dei buoni designer. Molte volte ci si accontenta di buoni programmatori e discreti designer, perchè ormai un gioco graficamente valido le sue copie le piazza senza difficoltà. E allora ci si accontenta di fare un gioco che graficamente appaga i più, ma che a livello di design e di regia lascia molto a desiderare.

Senza stare qui a parlare di come la giocabilità sia piatta e uguale nel 90% dei giochi. Alla fine ci si esalta perchè si è data la possibilità al personaggio di ripararsi dietro un muro.

Io ripeto che la ricerca di una grafica sempre migliore fa lievitare i costi di produzione, non permettendo di innovare. Perchè innovare vuol dire rischiare. E se un gioco costa 5 milioni di dollari, nessuno vuole rischiare.

E allora gameplay in funzione della grafica, design in funzione della grafica...
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Old 29-01-2007, 23:37   #7
squall01
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Originariamente inviato da goldorak
Questo non e' assolutamente vero, ed e' rifiutare d'un colpo gli ultimi 30 anni di sviluppo videoludico sulla piattaforma pc e console.
I videogames storicamente hanno sempre inseguito l'innovazione tecnologica.
Detta a parole povere, la grafica ed anche la componente narrativa.
Ma quest'ultima solo in determinati generi che hanno appunto bisogno di un impianto narrativo.
Faccio un caso del mondo pc, perche' questo genere non esiste nel mondo console.
Parlo dei simulatori aerei, dal primo flight simulator dell'inzio degli anni 80 fino all'ultima versione x.
Questi software non hanno un impianto narrativo ma la sviluppo si e' incentrato sulla grafica e non solo (anche la fisica, la modellizzazione dei sistemi, etc..) insomma di tutte quelle componenti che danno al giocatore la "immedesimazione" nel mondo virtuale.

Parliamo delle avventure grafiche ?
Questo genere ha per sua natura un impianto narrativo obbligatorio.
Il genere si e' evoluto moltissimo dalle prime avventure degli anni 80 fino ai nostri giorni.
Ma ad ogni rivoluzione grafica, si manteneva la qualita' dell'impianto narrativo.
Ad oggi abbiamo avventure grafiche in 3d con delle storie appassionanti.

Il genere degli FPS, non e' mai stato caratterizzato da una componente narrativa di grande levatura.
Tranne pochi casi in cui il genere FPS si e' appropriato di elementi RPG
si nota una dimensione narrativa di primo livello.

Insomma, quello che voglio dire, e la storia dei videogames conferma il mio punto, e' che non e' vero che oggi si privilegia la grafica a scapito di altri elementi (altrimenti Halo non sarebbe quel capolavoro che e') ma il videogame per sua natura insegue sempre l'aspetto grafico.
E non mi dite che 20 anni fa non era cosi' perche' sbagliate di grosso.

Tutti, e dico tutti sia su pc che su console inseguivano la massima grafica.
Nintendo tra i primi in assoluto.
Ora tutto d'un tratto solo perche' la Nintendo ha fatto una scelta particolare di regressione, dobbiamo avere una visione revisionista sulla storia ?
No, la Microsoft e la Sony in questa generazione stanno facendo esattamente la stessa cosa che facevano la Nintendo, la Sega, la Nec, la Atari, etc... dei tempi andati e cioe' portare al videogiocatore giochi al massimo del realismo (fattibile con la tecnolgia del tempo).
Fare videogames con la migliore grafica lo ripetero' fino all'inverosimile non significa "sputare" sugli altri elementi (narrazione, character design etc...)
Ti ho risposto involontariamente nel post poco sopra.

Secondo me ricercare la perfezione grafica, ora come ora, porta a dei sacrifici enormi.
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Old 29-01-2007, 23:40   #8
goldorak
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Ah beh, allora e' meglio rischiare con non giochi del calibro di Brain Training e Cooking Mama. ?
Io questo futuro preventitvato da Nintendo lo aborro.
E' la cosa peggiore che sia successo all'industria videoludica negli ultimi 30 anni.
Qui ce gente che da adosso alla Sony perche' ha portato i videogames nel mercato di massa.
Ma la Nintendo cosa sta facendo adesso ?
Sta portando la morte dei videogames nel mercato di massa.
La regina dei non-giochi.
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Old 29-01-2007, 23:40   #9
nekromantik
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Il problema è il punto di rottura. Non state focalizzando la questione.
Nel momento in cui con il videogioco sarà difficile distinguere finzione e realtà ( a livello grafico) l'essenza stessa del gioco va a prostitute. IMHO naturalmente.

P.S. non scadiamo nella solita console war. -__- Cerchiamo di generalizzare concetti e considerazioni il più possibile.
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Old 29-01-2007, 23:43   #10
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Originariamente inviato da nekromantik
Il problema è il punto di rottura. Non state focalizzando la questione.
Nel momento in cui con il videogioco sarà difficile distinguere finzione e realtà ( a livello grafico) l'essenza stessa del gioco va a prostitute. IMHO naturalmente.
Mostrami un videogame in cui puoi confondere il virtuale con il reale.
Non puoi, perche' non esiste un gioco sifatto. Anche il tanto acclamato/vituperato Gears of Wars rappresenta una realta' virtuale non confondibile con quella reale.
Siamo lontani ancora dal produrre un videogame che e' confrontabile con l'ambiente reale.
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Old 29-01-2007, 23:44   #11
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Ma è un percorso già segnato. ^__-
E non è una questione che riguarda il singolo titolo, ma tutta l'industria videoludica.
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Old 29-01-2007, 23:44   #12
Crashman
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Il problema è il punto di rottura. Non state focalizzando la questione.
Nel momento in cui con il videogioco sarà difficile distinguere finzione e realtà ( a livello grafico) l'essenza stessa del gioco va a prostitute. IMHO naturalmente.

P.S. non scadiamo nella solita console war. -__- Cerchiamo di generalizzare concetti e considerazioni il più possibile.
Il fatto è che il videogioco in se, non punta al reale, ma al verosimile, in ogni suo aspetto, grafica compresa. Ciò vuol dire che non c'è pericolo
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Old 29-01-2007, 23:46   #13
nekromantik
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Originariamente inviato da Crashman
Il fatto è che il videogioco in se, non punta al reale, ma al verosimile, in ogni suo aspetto, grafica compresa. Ciò vuol dire che non c'è pericolo
Questo è vero. L'arte tende ad imitare l'arte, non la vita. Ma non sono convinto che eviteremo quel famoso punto di rottura.
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Old 29-01-2007, 23:48   #14
goldorak
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Ma poi reale cosa vuol dire ?
Se la Nintendo ad esempio faccesse un Zelda con il motore grafico di Gears of War, Link, il suo mondo perderebbe la sua poesia ?
Perderebbe la sua "anima" ?
Non credo, tutte le altra componenti restando uguali (character design, storai, etc..).
Diventa un fanatasy con una grafica spaccamascella, ma pur sempre fantasy e'.
Quindi come la mettiamo ?
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Old 29-01-2007, 23:50   #15
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Originariamente inviato da nekromantik
Il problema è il punto di rottura. Non state focalizzando la questione.
Nel momento in cui con il videogioco sarà difficile distinguere finzione e realtà ( a livello grafico) l'essenza stessa del gioco va a prostitute. IMHO naturalmente.
Per me, l'ho detto più volte anche in passato, il fotorealismo è la morte del videogames.
Cioè, mi vengono i brividi a pensare che probabilmente fra 5 anni i giochi saranno tutti uguali.
Doom V, Alan Wake III, Final Fantasy XX, Quake VI, Gears of War IV. Già mi immagino gli screenshot di tali giochi con la gente che fatica a distinguerli uno dall'altro.
Bump Mupping a palla. Texture talmente dettagliate da poter distinguere sui muri le ditate lasciate dai nemici. Trenta milioni di poligoni per ogni personaggio.
Ma alla fine? Tutto sa di già visto, di già vissuto. E allora avanti il prossimo.
Un tempo io quando vedevo per un nanosecondo una immagine di un gioco ti sapevo dire subito cos'era.
Final Fantasy. Super Mario. Metal Gear. Doom. Rez. Silent Hill.
E allora non faticavo ad entrare a far parte del gioco. Distinguevo bene una storia dall'altra, un livello di Final Fantasy da uno di Doom. Ora si sta andando verso il piattume più totale.
E allora come pensano che io possa entrare dentro il gioco e "viverlo"? Ma sono Tidus o sono Snake? Devo prendere in mano la confezione del gioco per ricordarmelo.
E questo a me non piace.
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Old 29-01-2007, 23:52   #16
crepesdesela
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Il fatto è che la realtà è molto più complessa di un vg. Un libro è mooolto più vicino alla realtà perché è ancora possibile immaginare. Sparare con il primo doom e sparare con half life è profondamente diverso per quanto riguarda l'atmosfera, ma l'azione di sparare in prima persona è la stessa. I vg cercano di essere film e di farti essere l'attore principale e non lascaino più spazio alla creatività e immaginazione. Sono dei puzzle sempre più perfetti e il giocatore apparentemente libero è in realtà ridotto a pesce da acquario: un posto bellissimo, ma non è il mare.
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Old 29-01-2007, 23:53   #17
nekromantik
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Mettiamola così: nel momento in cui (e lo do per scontato) mi appresto a vivere una esperienza verosimile alla realtà, cambieranno o no gli stimoli sensoriali rispetto ad una esperienza videoludica più limitata? E se cambiano questi stimoli, cambiano in peggio od in meglio? Siamo maggiormente attivi o passivi durante il primo processo ludico?
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Old 29-01-2007, 23:54   #18
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Il fatto è che la realtà è molto più complessa di un vg. Un libro è mooolto più vicino alla realtà perché è ancora possibile immaginare. Sparare con il primo doom e sparare con half life è profondamente diverso per quanto riguarda l'atmosfera, ma l'azione di sparare in prima persona è la stessa. I vg cercano di essere film e di farti essere l'attore principale e non lascaino più spazio alla creatività e immaginazione. Sono dei puzzle sempre più perfetti e il giocatore apparentemente libero è in realtà ridotto a pesce da acquario: un posto bellissimo, ma non è il mare.
SMACK. Hai reso l'idea sicuramente in maniera MOLTO suggestiva.^^
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Old 29-01-2007, 23:59   #19
BevidDeckham
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Il fatto è che la realtà è molto più complessa di un vg. Un libro è mooolto più vicino alla realtà perché è ancora possibile immaginare. Sparare con il primo doom e sparare con half life è profondamente diverso per quanto riguarda l'atmosfera, ma l'azione di sparare in prima persona è la stessa. I vg cercano di essere film e di farti essere l'attore principale e non lascaino più spazio alla creatività e immaginazione. Sono dei puzzle sempre più perfetti e il giocatore apparentemente libero è in realtà ridotto a pesce da acquario: un posto bellissimo, ma non è il mare.
quindi la soluzione quale sarebbe? ritornare ai giochi testuali che c'erano ai tempi del c64?
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Old 30-01-2007, 00:00   #20
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Mettiamola così: nel momento in cui (e lo do per scontato) mi appresto a vivere una esperienza verosimile alla realtà, cambieranno o no gli stimoli sensoriali rispetto ad una esperienza videoludica più limitata? E se cambiano questi stimoli, cambiano in peggio od in meglio? Siamo maggiormente attivi o passivi durante il primo processo ludico?
Io ripeto che secondo me bisogna puntare su qualcosa di nuovo. Siamo solo agli inizi della storia videoludica. Nuovi sistemi di controllo, nuove periferiche, un utilizzo del sonoro differente, utilizzare tutto il corpo e non solo le mani. Secondo me fino ad ora abbiamo guardato ai videogames come qualcosa di limitante. Ma per me si può andare oltre.
Perchè una volta arrivati al fotorealismo (e guardando giochi come Alan Wake dico che ci stiamo arrivando) l'esperienza videoludica subirà delle fortissime limitazioni "emozionali".
L'epoca d'oro del 2d e del 3d che sapeva stupire è finita.
Largo all'innovazione, perchè qualche poligono in più non mi farà trattenere il respiro per l'emozione.
Rispondendo alla tua domanda: una grafica migliore, fotorealistica, inizialmente può stupirti. Ma dopo uno o due giochi, ti annoia, ti aliena dalla storia. Perchè non distingui più a cosa stai giocando.
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