Addio al network Megaupload, Anonymous non ci sta
In un'operazione di rilievo internazionale l'FBI fa chiudere Megaupload, Megavideo e altri siti del network, arrestando diverse persone fra cui il fondatore Kim Schmitz
di Alessandro Bordin pubblicato il 20 Gennaio 2012 nel canale WebAddio a Megaupload
Il Washington Post, così come altre autorevoli fonti online, hanno dato molto risalto a una notizia davvero importante, già a partire da ieri sera ora italiana. Il celebre network Megaworld (che detiene i nomi di dominio Megaupload, Megavideo, Megalive, Megarotic, Megaporn e molto altro) è stato chiuso dall'FBI, portando anche all'arresto di alcune persone, fra cui il fondatore e proprietario Kim Schmitz, di cui torneremo a parlare in seguito.
Ricordiamo brevemente che i siti del gruppo, che indicheremo da adesso come Megaupload per comodità di esposizione ma riferendoci anche agli altri, offre da tempo la possibilità di caricare file di grosse dimensioni sul web, mettendoli poi a disposizione per il download o lo streaming, in caso di contenuti multimediali.
Un servizio di estremo successo, tanto da arrivare a costituire quasi il 4% del traffico internet, con oltre 50 milioni di pagine al giorno e qualcosa come 150 milioni di iscritti in tutto il mondo. Megaupload ha sede a Hong Kong, quindi in teoria fuori dalla giurisdizione USA, ma la presenza di un gran numero di server presso Ashburn, Virginia, ha di fatto legittimato l'intervento dell'FBI per questa azione di forza, condotta a colpi di rogatorie internazionali e caccia all'uomo, con lo zelo riservato di solito ai terroristi.

Per quanto riguarda le motivazioni queste non sono così scontate come appare, almeno per chi di Megaupload ha fatto uso fino a ieri. Il crimine per il quale l'FBI si è mossa non è solo la possibilità data agli utenti di caricare, scaricare e fruire in streaming di contenuti spesso illegali in quanto protetti da diritto d'autore (fra molti che di fatto non lo sono), quanto gli introiti intascati dal gruppo per la fruizione degli stessi.
Agli utenti iscritti a titolo gratuito veniva infatti offerto spazio e banda limitata, chiedendo invece denaro per un accesso Premium, senza limitazioni. Un modo, secondo gli inquirenti, per fare soldi, tanti, grazie all'utilizzo quasi esclusivo di materiale protetto da copyright, senza possederne i diritti. Un danno, secondo le stime, che ammonta a 500 milioni di dollari di mancati introiti da parte dei legittimi proprietari.

Esistono infatti diversi spazi che offrono la possibilità di caricare materiale di qualsiasi tipo su server, ma il successo di Megaupload e il conseguente lucro fatto dai proprietari su basi ritenute illegittime ha portato l'FBI a intervenire con un'operazione che non ha precedenti nella storia del web, contro una società con sede a Hong Kong detenuta da una persona di orgini tedesche cittadino di Honk Kong e Nuova Zelanda. Già, ma chi è Kim Schmitz?







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