Guida monitor - Parte 5

Monitor TFT - Analisi delle attuali tecnologie costruttive, le specifiche DVI - glossario generale relativo al mondo dei monitor e link ai produttori.
di Luca Ruiu pubblicato il 12 Luglio 2001 nel canale PerifericheAltre tipologie di display
Il vincolo
maggiore per un ulteriore sviluppo della tecnologia LCD nel campo specifico dei monitor
per desktop, sembrerebbe la dimensione, dato che questa incide pesantemente sul costo; la
capacità produttiva delle linee di fabbricazione peggiora enormemente all'aumentare della
dimensione del display; si prevede il raggiungimento di una diagonale massima di 20"
per le produzioni in serie. Vi sono comunque altre tecnologie che i vari costruttori
stanno da tempo sviluppando ed alcune di queste vanno sotto il nome di "plasma" PDP
(Plasma Display Panels) e FED (Field Emission Display). Costruttori importanti
quali Fujitsu, Matsushita, Mitsubishi, NEC, Pioneer ed altri ancora hanno già
presentato monitor al plasma con dimensioni di ben 50". I display al plasma hanno un
principio di funzionamento molto simile a quello delle lampade al neon, sono
essenzialmente costituiti da un tubo nel quale viene creato il vuoto e nel quale sono
presenti delle coppie di elettrodi strutturati in modo da sviluppare delle scariche
elettriche attraverso un gas inerte, creando in questo modo della luce. Il display viene
creato accoppiando due superfici in vetro e inserendo nell'intercapedine sigillata che si
viene a creare del gas inerte, quale argon o neon; si dispongono poi sulle superfici di
vetro, dei piccoli elettrodi trasparenti che, alimentati da una corrente alternata,
producono una scarica elettrica puntiforme che va ad illuminare il vetro; in pratica il
gas caricato elettricamente che prende il nome più tradizionale di plasma, emette una
luce nel campo dell'ultravioletto che va a colpire ed eccitare dei fosfori che a loro
volta emettono luce nel campo del visibile. Ogni pixel
dello schermo funziona più o meno come una tradizionale lampada fluorescente. Alta luminosità e contrasto, unita all'assenza totale di
sfarfallio rappresentano un ottimo biglietto da visita per questi display; si ricordi
anche che l'angolo di visione aumenta rispetto ai soli 45° dei monitor LCD e quindi anche
persone che si trovano ad osservare il monitor con angolo di osservazione maggiore di 45°
non avranno problemi. Gli aspetti negativi sono rappresentati dal consumo di elettricità
che aumenta con la dimensione e dal fatto che la risoluzione è tendenzialmente bassa; le
proprietà dei fosfori decadono nel tempo rendendo progressivamente lo schermo meno
luminoso e questo limita la durata dei monitor al plasma a circa 10.000 ore di
funzionamento (circa 5 anni ipotizzandone l'uso in un ufficio). Il mercato al quale
vengono destinate queste unità è, per i limiti ora elencati, quello per un uso di tipo
aziendale con monitor di grandi dimensioni adatti a tenere conferenze ecc. I limiti
tecnologici odierni potranno comunque essere a breve risolti e questo unitamente
all'abbattimento dei costi produttivi potrebbero garantire a queste unità un uso multiplo
come schermo televisivo, display per PC, schermo gigante per film ecc. tutti riuniti in
un'unica unità. Anche nel settore specifico delle unità
al plasma i vari costruttori stanno mettendo a punto nuove tecnologie produttive quali, ad
esempio, la Alis di Fujitsu.
Le varie tecnologie prese in considerazione per i monitor
sono raggruppabili sostanzialmente in due famiglie: 1) i monitor che si basano
sull'emissione di radiazioni e qui ritroviamo i classici CRT e le unità al plasma, cioè
quei monitor che emettono luce verso l'esterno, e 2) i monitor di tipo trasmissivo come
alcuni display LCD. Uno degli approcci più tecnologicamente promettenti per per la
costruzione dei monitor che unisce entrambe le precedenti tecnologie è
rappresentato dalla tecnologia FED (Field Emission Display); i display FED hanno un
principio di funzionamento che richiama, se vogliamo, quello dei monitor CRT, nel senso
che alla base del loro funzionamento vi è un display con dei fosfori che si illuminano se
eccitati da un fascio di elettroni. La differenza sostanziale tra un dispositivo CRT e uno
FED risiede nel fatto che per i CRT abbiamo tre cannoni che creano tre distinti fasci di
elettroni sparati poi su un pannello ricoperto di fosfori, per i FED invece, abbiamo
centinaia di piccole sorgenti di elettroni poste dietro ad ogni pixel ed il tutto viene
racchiuso in uno spazio molto limitato rispetto al ben noto ingombro delle unità CRT.
Ogni pixel è in pratica controllato direttamente, come avveniva per i display LCD a
matrice attiva, ed ogni pixel poi emette radiazioni luminose ad opera dei fosfori eccitati
come in un tradizionale display CRT. Gli spessori di queste unità sono decisamente
ridotti.
Altre interessanti tecnologie si stanno affacciando nel mondo dei monitor, alcune ancora in via puramente sperimentale, altre già racchiuse in interessanti periferiche; nel corso dei prossimi mesi queste pagine verranno via a via aggiornate per adeguarsi al veloce e instancabile processo di evoluzione tecnologica in atto.