Hard disk sei volte più capienti? Basta un po' di sale

Alcuni studiosi di Singapore mettono a punto un sistema per realizzare hard disk con capienze sei volte superiori a quelle attuali. Il segreto è in una tecnica litografica e nella soluzione al cloruro di sodio per fissarla
di Alessandro Bordin pubblicata il 17 Ottobre 2011, alle 15:44 nel canale StorageCDRinfo riporta una notizia interessante riguardante l'archiviazione dati, che si arricchisce di una nuova tecnologia targata Singapore. Il Dr. Joel Yang (laureato al MIT) dell'Institute of Materials Research and Engineering, è a capo di un progetto ambizioso ma che potrebbe raggiungere la produzione di massa in tempi tutto sommato brevi.
La questione sulla carta è semplice: come fare ad archiviare più dati negli hard disk, visto che l'effetto superparamagnetico è sempre in agguato e che le tecnologie attualmente utilizzate hanno forti limiti? Un problema, se si considera che le unità non possono crescere in dimensioni fisiche, poiché i form factor consolidati non sono per nulla in discussione. Esclusa la via di aggiungere piatti a piacere per raggiungere risoluzioni sempre più elevate, la risposta è la stessa per ogni ricercatore attivo nel campo: aumentare la densità di dati archiviabili.
Si parte da un esempio banale ma chiarificatore: avendo a disposizione una valigia, come fare a portare in viaggio più roba possibile? Semplice: organizzare tutto al meglio e compattarlo il più possibile. Anche in questo caso altre tecnologie hanno dato risposte, ma quella dello studio in questione è più raffinata. Alla base del progetto un nanostruttura del supporto di memorizzazione ottenuto con processi litografici, che permetta di creare delle minuscole superfici che chiameremo "grani" per comodità, ognuna in grado di archiviare un bit di informazione.
Attualmente l'approccio è più grossolano: non c'è grande controllo nella stesura si "grani" sulla superficie del media e ne serve un gruppo di alcune unità per archiviare un solo bit. La tecnologia attuale permette di realizzare singoli grani di soli 8nm, ma ricordiamo che non ne basta solo uno per archiviare un bit. La nuova tecnologia del Dr. Joel Yang permette di realizzare grani da 10nm, ma che basta per l'archiviazione del singolo bit.
La tecnologia è già stata realizzata e sembra funzionare al meglio, raggiungendo capienze di ben 1,9 Terabit per pollice quadro, con l'obiettivo dei 3,3 Terabit/in2 a portata di mano. Quest'ultimo valore è circa 6 volte superiore a quello dei dischi tradizionali ora in commercio, motivo per cui la nuova tecnologia fa ben sperare.
Il segreto sta nell'estrema precisione del processo litografico del media (che crea come delle "cellette" per l'informazione) e soprattutto nel suo fissaggio, ottenuto aggiungendo semplice sale (cloruro di sodio) alle soluzioni già utilizzate nel processo produttivo. Il prossimo passo sarà quello di realizzare grani da 4,5nm, con ulteriore incremento della capienza finale dei potenziali hard disk del futuro.
32 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infopensavo che la via del disco magnetico, con il tempo venisse abbandonata.. invece...
Completamente abbandonata non credo... superata invece si, ma quel giorno è ancora lontano...
...da un petobyte...
Mi state a fà morì maledetti
un smerdata di dati :P
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