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23-05-2008, 08:47 | #1 |
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[NEWS] Assunti per spiare le email
venerdì 23 maggio 2008
Roma - Inutile sbandierare un qualche diritto alla privacy nelle imprese, vano cercare di svicolare dagli accordi contrattuali presi con l'azienda per la quale si lavora: le email che circolano negli uffici delle corporation statunitensi possono essere lette a piacimento dai datori di lavoro. Cosa che effettivamente accade. Sempre più spesso. E sempre più spesso sono coloro che vengono assunti appositamente per leggere le email altrui. Il 41 per cento delle imprese che contano più di 20mila dipendenti ha ammesso di aver assunto personale per "leggere o analizzare" i contenuti della posta in uscita. A dirlo è l'ultimo studio di Proofpoint, che indaga sui problemi di sicurezza dei dati delle imprese. Molti sono infatti i rischi legali che vengono associati all'abuso delle email aziendali: dal pubblicare messaggi in certi forum al condividere materiali e contenuti su siti di sharing, le corporation tremano all'idea che il nome aziendale, se non persino i segreti aziendali, possano circolare senza controllo. Incidenti che sono meno isolati di quanto si potrebbe pensare: il 44 per cento delle grandi imprese, intervistate da Proofpoint, ha dichiarato di aver subito un qualche leaking attraverso l'email, una qualche "spiata" o "perdita di dati" che può provocare danni all'immagine o alle attività aziendali. Il 23 per cento ha dichiarato di aver accertato negli ultimi 12 mesi il verificarsi di un qualche danno causato dal leaking. Sono proprio questi incidenti, dunque, a spingere le imprese a dare uno sguardo più da vicino a quello che i propri impiegati fanno con il computer e con la connessione ad Internet e, dunque, a quello che scrivono nelle email in uscita, a come usano gli indirizzi e le mailbox a loro assegnati. I risultati di questo monitoraggio continuativo e preventivo non si contano: il 26 per cento delle grandi società ha dichiarato che negli ultimi 12 mesi ha effettuato almeno un licenziamento a causa dell'email, ossia di comportamenti che non aderivano alla policy aziendale che viene sottoscritta dai dipendenti. L'abuso degli strumenti informatici, o comunque l'utilizzo non conforme alle policy delle imprese, coinvolge da sempre anche la navigazione Internet. Di questi tempi si parla molto della frequentazione di siti social, anche dai telefonini, e comunità web come YouTube sono gettonatissime tra i dipendenti delle corporation. Anche su questo fronte le aziende si danno da fare per monitorare e punire i dipendenti infedeli. Delle imprese quotate in borsa, il 14 per cento ha denunciato la pubblicazione non autorizzata di materiali riservati su siti, blog o reti sociali, mentre l'11 per cento negli ultimi 12 mesi ha fatto ricorso a sanzioni specifiche per l'uso di forum di discussione e social network da parte dei dipendenti. Va detto che negli Stati Uniti, come ben sanno i lettori di Punto Informatico, si sta consolidando un approccio piuttosto severo contro certi abusi commessi al computer dai lavoratori: recenti studi indicano che una impresa su due negli States è propensa a ricorrere al licenziamento in caso di errori grossolani da parte dei dipendenti nella gestione delle infrastrutture informatiche aziendali. (fonte immagine) Fonte: Punto Informatico
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