SSD e dischi tradizionali: test, differenze e sorprese

SSD e dischi tradizionali: test, differenze e sorprese

Sempre più Solid State Drive nei listini dei produttori, talvolta con prezzi decisamente inferiori ad altre unità apparentemente simili. Con questo articolo analizziamo le prestazioni di alcuni modelli, a confronto con una unità da 2,5 pollici tradionale, oltre a cogliere l'occasione per fare luce su un settore dove è sempre più facile fare confusione

di pubblicato il nel canale Storage
 

Il bizzarro mondo dei Solid State Drive

Gli utenti meno informati, ma anche qualche appassionato, tendono a vedere nei Solid State Drive delle unità di archiviazione molto performanti, con tempi di accesso minimi ed indubbiamente superiori ai dischi tradizionali in fatto di prestazioni. Tutto questo non è assolutamente vero in generale, poiché esistono SSD con caratteristiche molto differenti da altre unità chiamate sempre SSD, realizzati magari riciclando chip memoria dalle prestazioni molto modeste. Sull'acronimo SSD molte aziende hanno speculato e continuano a speculare, aumentando la confusione degli appassionati, facendo presa sull'appeal che queste unità esercitano.

Un esempio pratico serve a capire il livello di superficialità con cui si tratta con l'acronimo SSD. Indossiamo i panni dell'utente inesperto ed immaginiamo di andare alla ricerca di un hard disk SSD e di un netbook. Di seguito riportiamo il frutto di una breve ricerca.


Netbook


Hard disk SSD

Ebbene, l'utente inesperto ma attento non può che rimanere perplesso. Nel primo caso abbiamo un netbook, quindi un sistema molto semplice ma completo, offerto a meno di 300 Euro, equipaggiato con un SSD da 16GB. Nel secondo caso un SSD nudo e crudo da 32GB, che da solo costa quasi il doppio. Affarone il primo e furto legalizzato il secondo? Né uno né l'altro ovviamente. Si è semplicemente chiamato con lo stesso nome, SSD, due tipologie di dischi completamente differenti. Un po' come chiamare semplicemente "automobile" una Ferrari ed una utilitaria, con l'aggravante che non si ha in generale la stessa esperienza per valutare le differenze fra i Solid State Srive rispetto a quella che si ha con le automobili.

L'acronimo SSD tuttavia è ingannevole di per sé: Solid State Drive vuol dire semplicemente che l'unità è realizzata con chip memoria, quindi non è per nulla sbagliato chiamare i due dischi citati in precedenza nello stesso modo. Quello che segnaliamo è la superficialità nel non indicare le differenze abissali esistenti fra i due dischi. Nel caso del netbook i chip utilizzati sono sicuramente molto economici, accoppiati ad un controller altrettanto economico per una risultante prestazionale spesso inferiore a quelle delle "chiavette" USB. Nel caso del disco singolo, è lecito attendersi ben altro comportamento.

Non smetteremo mai di ripeterlo: ove possibile è bene non esaltarsi di fronte all'acronimo SSD prima di aver consultato le caratteristiche tecniche che lo contraddistinguono. Tutto ciò comunque non basta, poiché spesso i dati dichiarati sono troppo ottimistici o non trovano riscontro nella realtà, poiché dall'alchimia chip memoria / controller possono nascere prestazioni entusiasmanti, ma anche problemi.

E' quindi con una certa curiosità che ci accingiamo ad analizzare alcuni rappresentanti dei SSD di recente generazione, contraddistinti da prezzi sì elevati, ma non proibitivi come alcune unità di fascia alta, che stanno facendo la comparsa nei listini dei produttori taiwanesi e koreani.

 
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