Quattro italiani piegano Facebook, responsabile di violazione di copyright e concorrenza sleale
Il colosso tecnologico è stata dichiarata in primo grado colpevole di violazione di diritto d'autore e concorrenza sleale nei confronti di un'azienda italiana formata da quattro giovani
di Nino Grasso pubblicata il 07 Marzo 2017, alle 11:01 nel canale WebIlGiornale.it, che ha riportato la notizia, compie il paragone fra Davide e Golia, dove il gigante - tecnologico - soccombe sotto i sagaci colpi del piccoletto. La storia è quella di Business Competence, formata da quattro ragazzi italiani, che proponeva nell'agosto del 2012 l'app Faround alla società di Zuckerberg. Invece di accogliere l'idea e acquistare la proprietà Facebook decide di "plagiare" l'opera degli italiani e rilasciare qualche mese dopo un'app speculare.
Faround era un'app che, sfruttando la geolocalizzazione del dispositivo e imparando i gusti dell'utente, segnalava locali pubblici, negozi e ristoranti nei dintorni, accompagnati dai pareri degli amici. Nel 2012 Facebook ha considerato l'acquisizione dell'app e ne ha studiato il codice per capire se potesse essere implementata nel social network. A pochi mesi di distanza, e dopo aver analizzato bene Faround, il gigante ha però rilasciato una "nuova" app chiamata Nearby.
Una tempistica troppo breve per i giudici del Tribunale di Milano, che hanno considerato "univoci e concordanti indizi" per stabilire che la Nearby del colosso fosse un plagio di Faround, della piccola società dello Stivale. Le app potrebbero essere "sovrapponibili", secondo la sentenza del Tribunale, e i pochi mesi che sono passati dalla presentazione di Faround alla pubblicazione di Nearby sono stati troppo pochi per poter permettere a Facebook di progettare l'app da zero.
Facebook ha quindi scopiazzato il codice sorgente dell'app, secondo le Autorità, fatto che le è valsa una condanna in primo grado per violazione del diritto d'autore e concorrenza sleale. Il Tribunale ha così ordinato la pubblicazione del provvedimento sui quotidiani nazionali il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore e sulla Homepage del sito facebook.com. La sentenza, non definitiva, è stata impugnata da Facebook alla Corte d'Appello di Milano, che a dicembre ha rigettato l'istanza.
Il colosso ha quindi dovuto rimuovere Nearby dagli store per non pagare la mora da 5000 euro giornalieri all'azienda italiana, mentre una seconda causa non ancora terminata stabilirà il risarcimento che Zuckerberg dovrà favorire ai quattro ragazzi del Belpaese.
12 Commenti
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eddai, su, perché non rileggete gli articoli prima di pubblicarli?
eddai, su, perché non rileggete gli articoli prima di pubblicarli?
perché siamo "aziende italiane"
http://www.piedpiper.com
eddai, su, perché non rileggete gli articoli prima di pubblicarli?
Corretto l'errore! Grazie per la segnalazione!
Va corretto anche nel primo post...
a parte il refuso...
La notizia è notevole!!!!!... qualcuno finalmente sta aprendo gli occhi sulle pratiche anti-cocnorrenziali e sleali messe in atto dalle OTT!!!!
Se qualcuno andasse anche ad investigare cosa sta succedendo nel settore turistico con gli abusi e le prepotenze di EXPEDIA, non farebbe un soldo di danno...
http://www.piedpiper.com
Bellissima serie tv!
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