Il Gusto delle cose: un'ode alla passione culinaria e all'amore sottile. Al cinema dal 9 maggio
Un uomo, una donna, la cucina e la purezza in un film raffinato con Juliette Binoche e Benoît Magimel. Al cinema dal 9 maggio con Lucky Red
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 03 Maggio 2024, alle 17:05 nel canale WebQuando la cucina incontra l'amore, nasce una sinfonia di emozioni che avvolge lo spettatore come un profumo inebriante. "Il Gusto delle Cose", il nuovo film di Trần Anh Hùng, è un'ode alla passione culinaria e alle sottili sfumature dei sentimenti umani, interpretata magistralmente da Benoît Magimel e Juliette Binoche.
Ambientato nel 1885, il film segue la storia di Eugénie, interpretata da Binoche, un'impeccabile cuoca che lavora da oltre vent'anni per il famoso gastronomo Dodin, interpretato da Magimel. Il loro sodalizio ha dato vita a piatti deliziosi che hanno stupito anche gli chef più illustri del mondo. Con il passare del tempo, la pratica della cultura gastronomica e l'ammirazione reciproca si sono trasformate in una relazione sentimentale, seppur non convenzionale.
Un amore sottile come un filo di seta
Eugénie, affezionata alla sua libertà, non ha mai voluto sposare Dodin. Questo rifiuto, però, non ha scalfito il loro legame profondo. In un gesto audace e romantico, Dodin decide di cucinare per Eugénie, un atto che rappresenta l'apice della sua devozione e dell'amore che prova per lei. Magimel e Binoche, già coppia sul set di "I figli del secolo" nel 1999, ricreano un'alchimia silenziosa ma straripante, che fa fatica a restare imbrigliata. La loro interpretazione trascende le parole, trasmettendo emozioni sottili e profonde attraverso sguardi, gesti e silenzi eloquenti.
Trần Anh Hùng, regista vietnamita naturalizzato francese, avvolge questa storia d'amore in movimenti di camera fluidi che ci rendono testimoni del miracolo della creazione culinaria. Le scene in cucina sono vere e proprie opere d'arte, raccontate con una dovizia di dettagli che celebra i suoni, i sapori, i colori caldi e le immagini gustose della preparazione e dell'impiattamento dei piatti. L'atto del cucinare diventa un rito sacro, un'espressione d'amore che trova la sua massima espressione quando Dodin decide di cucinare per Eugénie. Hùng costruisce questo momento con una cura maniacale, non solo perché rappresenta la scena madre del film e il punto di svolta dei destini scenici dei protagonisti, ma perché simboleggia un sentimento puro, semplice e bellissimo che ingloba l'immagine fino a trasparire negli occhi e nel cuore degli spettatori.
Oltre all'amore e alla passione culinaria, "Il Gusto delle Cose" esplora una vasta gamma di emozioni umane. L'attesa di un amore che cresce a fuoco lento e fiamma bassa, la voglia di libertà di Eugénie, l'assenza, il dolore, la morte e l'impossibilità di esprimersi nell'arte culinaria quando privata del proprio scopo. Magimel e Binoche incarnano queste emozioni con una profondità e un'intensità tali da lasciarci senza fiato. Le loro performance sono un capolavoro di sottrazione, dove ogni gesto, ogni sguardo e ogni silenzio assumono un significato profondo.
"Il Gusto delle Cose" è un film intriso di bellezza e poesia. Ogni inquadratura è un'opera d'arte, ogni movimento di camera un'ode alla grazia e all'eleganza. Hùng ci immerge in un mondo di cura e attenzioni, di piccoli momenti, di risate, silenzi e lacrime, di sapori ricordati e altri da far decantare. Il regista ci ricorda che il vero gusto delle cose non risiede solo nel cibo, ma nell'apprezzare ogni istante della vita, ogni emozione, ogni sfumatura dell'esistenza umana. È un invito a rallentare, a respirare, a godere delle piccole gioie quotidiane senza fretta, permettendo loro di crescere e maturare come un vino pregiato.
"Il Gusto delle Cose" è un tributo al cinema d'autore, a quel tipo di film che ci riempie di felicità e gratitudine verso la vita e il mondo intorno a noi. È un'opera raffinata, delicata, che richiede pazienza e attenzione da parte dello spettatore, ma che ripaga con una profondità emotiva e una bellezza visiva senza eguali. Presentato in concorso a Cannes 76, dove è stato insignito del Prix de la mise en scène, e liberamente ispirato a "Le Vie et la Passion de Dodin-Bouffant, gourment", romanzo del 1924 di Marcel Rouff, e alla figura del gastronomo francese Jean Anthelme Brillat-Savarin attivo nella prima metà dell'Ottocento, "Il Gusto delle Cose" è un gioiello cinematografico che merita di essere apprezzato e celebrato.
Una celebrazione dell'amore e della vita
In un mondo frenetico e caotico, "Il Gusto delle Cose" ci ricorda l'importanza di fermarsi, di assaporare la bellezza che ci circonda e di celebrare l'amore in tutte le sue forme. Che sia l'amore per la cucina, per una persona o per la vita stessa, questo film ci invita a vivere pienamente ogni istante, a nutrire le nostre passioni e a lasciarci guidare dalle emozioni più sottili e profonde.
Con Benoît Magimel e Juliette Binoche come guide, ci immergiamo in un viaggio sensoriale e emotivo che ci lascia con un sapore indimenticabile sulle labbra e nel cuore. "Il Gusto delle Cose" è un'esperienza cinematografica incredibile, un'ode alla bellezza, alla passione e all'amore in tutte le sue sfumature.
11 Commenti
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Guardatevi "The Monk and the gun" - ovvero "C'era una volta in Bhutan" - anche se probabilmente, se voleste vedervelo sul "grande schermo" - come merita ovviamente - dovrete cercarlo in qualche cinema "vecchio stile" che proietta film d'autore...ma fidatevi che vale la pena.
Io è vero che ci sono stato l'anno scorso nel suddetto Bhutan ma mi son commosso a rivedere quei paesaggi !
Soprattutto vi fate anche un po' di cultura, che non vi fa certo male !!!
(sto scherzando ma al film date una chance)
@andbad - effettivamente non l'ho capito nemmeno io ma così ne ho approfittato per pubblicizzare un FILM con i controfiocchi !
By(t)e
Me lo sono chiesto pure io visto che, incredibilmente, non viene nemmeno nominata l'AI e nessun mezzo di trasporto elettrico...
Guardatevi "The Monk and the gun" - ovvero "C'era una volta in Bhutan" - anche se probabilmente, se voleste vedervelo sul "grande schermo" - come merita ovviamente - dovrete cercarlo in qualche cinema "vecchio stile" che proietta film d'autore...ma fidatevi che vale la pena.
Io è vero che ci sono stato l'anno scorso nel suddetto Bhutan ma mi son commosso a rivedere quei paesaggi !
Soprattutto vi fate anche un po' di cultura, che non vi fa certo male !!!
(sto scherzando ma al film date una chance)
@andbad - effettivamente non l'ho capito nemmeno io ma così ne ho approfittato per pubblicizzare un FILM con i controfiocchi !
Ti segnalo per spam.
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Segnala anche Mucciarelli già che ci sei
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Ma tu chi sei?
Ma sto scherzando dai...
By(t)e
Guardatevi "The Monk and the gun" - ovvero "C'era una volta in Bhutan" - anche se probabilmente, se voleste vedervelo sul "grande schermo" - come merita ovviamente - dovrete cercarlo in qualche cinema "vecchio stile" che proietta film d'autore...ma fidatevi che vale la pena.
Io è vero che ci sono stato l'anno scorso nel suddetto Bhutan ma mi son commosso a rivedere quei paesaggi !
Soprattutto vi fate anche un po' di cultura, che non vi fa certo male !!!
(sto scherzando ma al film date una chance)
@andbad - effettivamente non l'ho capito nemmeno io ma così ne ho approfittato per pubblicizzare un FILM con i controfiocchi !
Io ti ammiro un sacco per sta cosa che prendi e te ne vai da solo dall'altra parte del mondo...
Io da solo non ce la farei proprio ( nel senso che mi annoierei, sarà che sono introverso e non riuscirei ad instaurare rapporti con la gente del posto in poco tempo...)
Ckdndnskzksjhssjnzsnsj
By(t)e
Scusatemi tutti ho letto solo ora.
O meglio avevo letto quasi subito ieri il messaggio originale di andbad ma mi ero convinto che stesse scherzando quindi non sono tornato più su questa notizia...comunque per non scontentare nessuno...vi voglio a bene tutti !
Anche e soprattutto a chi mi segnala - per finta o per davvero !
Io da solo non ce la farei proprio ( nel senso che mi annoierei, sarà che sono introverso e non riuscirei ad instaurare rapporti con la gente del posto in poco tempo...)
Ckdndnskzksjhssjnzsnsj
Grazie ma considera che non sono proprio solo. Mi aggrego sempre a gruppi, ovviamente non conosco mai nessuno, giusto una volta ho ribeccato per la seconda volta una ragazza di un precedente viaggio. Alcuni viaggi li ho fatti proprio in solitaria, ma quando si tratta di spingersi molto lontano mi fa piacere avere farlo in compagnia, anche se spesso e volentieri è una scommessa. Sai il semplice fatto di trovarsi a dormire con uno o più estranei a molti non va a genio, senza contare che se ti capita la gente sbagliata hai la vacanza rovinata. Mi piacerebbe fare gli stessi viaggi con amici, ma vuoi per la famiglia, vuoi perchè prediligo mete estreme in molti casi, vuoi anche i costi non proprio alla portata di chiunque, alla fine son dieci anni e passa che uso questa modalità. Riguardo alla gente del posto e poi chiudo (scusate per davvero l'off-topic) invece per quanto brevi e fugaci siano questi viaggi mi da sempre una gran soddisfazione interagire e scambiare con loro pensieri, oltre che cercare di entrare nello spirito e nelle logiche dei posti che visito. Perchè diciamolo i tempi sono cambiati, bene o male nel web ormai si trova filmato e documentato ogni luogo, anche il più sconosciuto...ecco i rapporti umani diretti con persone nuove e diverse da noi forse rimangono l'unica vera novità che ancora si può provare. Diversità che per via della globalizzazione, va man mano scomparendo...
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