Il ritorno dei mutanti: Deadpool & Wolverine rivoluziona il Marvel Cinematic Universe? Recensione

Il crossover con Reynolds e Jackman è un'esperienza a doppio taglio: esaltante per gli appassionati Marvel, ma potenzialmente disorientante per i meno esperti. Il film richiede una profonda conoscenza dell'universo supereroistico e del suo impatto culturale. Senza, molte citazioni e riferimenti rischiano di passare inosservati, rendendo l'opera di difficile comprensione per i neofiti del genere.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 24 Luglio 2024, alle 08:55 nel canale WebMarvelDisney
L'evoluzione del genere supereroistico al cinema ha visto numerose fasi, da timidi esordi a veri e propri colossi del box office. Oggi, con l'arrivo di Deadpool & Wolverine, assistiamo a una nuova svolta epocale che potrebbe ridefinire il futuro del Marvel Cinematic Universe (MCU).
Dagli X-Men a Deadpool: l'ascesa dei cinecomic Marvel
Nel 2000, quando la 20th Century Fox portò sul grande schermo il primo film degli X-Men, i superhero movie erano ancora un territorio inesplorato e rischioso per Hollywood. La Marvel stessa, reduce da anni di crisi, non godeva della fiducia dell'industria cinematografica. Fu la visione "adulta" di Bryan Singer a gettare le basi per il futuro del genere, puntando su tematiche mature come l'intolleranza e adottando un'estetica post-Matrix che si distaccava nettamente dal look fumettistico degli eroi.
Oggi, 24 anni dopo, lo scenario è radicalmente mutato. I cinecomic si sono affermati come genere a sé stante, abbracciando anche le derive più eccentriche dei fumetti originali. Paradossalmente, però, dopo due decenni di dominio incontrastato, il cinema di supereroi si trova in una fase di stallo creativo, costretto a reinventarsi per non perdere il favore del pubblico.
In questo contesto, l'ingresso di Deadpool nel Marvel Cinematic Universe assume i contorni di un'operazione salvifica. "Sono il Gesù della Marvel", esclama Wade Wilson (Ryan Reynolds) all'inizio del film, e in effetti il Mercenario Chiacchierone si presenta come un vero e proprio messia, pronto a scuotere dalle fondamenta un franchise che negli ultimi tempi ha mostrato segni di cedimento al botteghino.
Deadpool: l'antieroe che serve al MCU
Se il catalogo dei Marvel Studios, un tempo infallibile, ha recentemente vacillato in termini di incassi e gradimento del pubblico, l'arrivo di Deadpool rappresenta la cura ideale. Un personaggio amatissimo dai fan, noto per la sua irriverenza e capacità di infrangere la quarta parete, irrompe nell'universo Marvel per sovvertirne temporaneamente le rigide regole. Kevin Feige e i vertici della Marvel hanno compreso la necessità di rinnovamento, affidandosi alla spregiudicatezza di Ryan Reynolds per rivitalizzare il brand. L'attore canadese, che ormai ha praticamente fuso la propria personalità con quella del suo alter ego in costume rosso, porta nel MCU una ventata di freschezza e politically uncorrect di cui il franchise aveva disperatamente bisogno.
La scena d'apertura di Deadpool & Wolverine è emblematica di come il personaggio possa fungere da prezioso strumento narrativo per la Marvel, sia nei fumetti che al cinema. Deadpool si spinge ben oltre i confini del pudore, percorrendo strade considerate irrispettose o indecenti persino a scapito di Logan, film ritenuto da molti l'apice del cinema supereroistico "elevato".
Ma al di là dello shock iniziale, ciò che emerge è la sottile critica al sistema Hollywood-Marvel. La sceneggiatura, frutto del lavoro congiunto di Reynolds, del regista Shawn Levy, del fumettista Zeb Wells e del collaudato duo Paul Wernick / Rhett Reese, stabilisce fin da subito un parallelismo tra il potere degli studios e quello degli Avengers: candidarsi per entrare nella squadra equivale a un colloquio di lavoro per la Disney. Questo gioco di rimandi tra realtà e finzione permea l'intero film, come ci si aspetta da un eroe "meta" per eccellenza, consapevole di essere un personaggio fittizio in un universo inventato.
Una trama al servizio del fan service
La trama di Deadpool & Wolverine è volutamente artificiosa, poiché l'obiettivo primario non è tanto raccontare una storia originale quanto offrire al pubblico ciò che desidera: l'ingresso di alcuni amati personaggi Fox nella "Sacra Linea Temporale" del MCU.
L'espediente narrativo che innesca il conflitto è piuttosto forzato: Mr. Paradox (Matthew Macfadyen), funzionario della Time Variance Authority, rivela a Deadpool che ogni realtà possiede un'Ancora Universale, un personaggio chiave la cui morte porta al collasso dell'intera linea temporale. Nell'universo di Wade, quel personaggio era Logan (Hugh Jackman), deceduto nel film di James Mangold. Di conseguenza, la sua linea temporale è sull'orlo dell'eliminazione. Dietro questo escamotage si cela una riflessione sul mondo del cinema: certi personaggi sono più popolari di altri, generano maggiori profitti (come Wolverine tra i mutanti Marvel), e la loro soppressione equivale a decretare la fine dell'universo narrativo di cui fanno parte. Deadpool & Wolverine è ricco di trovate simili, che mettono in relazione i due livelli del racconto: quello finzionale e quello meta-cinematografico.
In sostanza, ciò a cui assistiamo è un'elaborazione creativa delle vicissitudini finanziarie e dirigenziali scaturite dall'acquisizione della Fox da parte della Disney. Il regista Shawn Levy, abile artigiano del cinema spettacolare, riannoda i fili dei vecchi franchise lasciati in sospeso, reinterpretando il Vuoto (la dimensione introdotta nella serie Loki) come un limbo per i personaggi dimenticati dagli studios, i fantasmi delle saghe passate.
Ne deriva una parata di camei a volte clamorosi e un gusto iconoclasta che avevamo già intravisto in Doctor Strange nel multiverso della follia, ma portato qui all'estremo. Il multiverso diventa un'arma a doppio taglio: permette di sottoporre i personaggi più iconici alle peggiori nefandezze, ma al contempo ne sminuisce il valore, dato che di quegli eroi esistono innumerevoli versioni alternative. La posta in gioco, almeno per i personaggi secondari, risulta quindi quasi nulla.
Deadpool e Wolverine: un'accoppiata esplosiva
Il cuore pulsante del film è naturalmente il rapporto tra Deadpool e Wolverine, la cui collaborazione forzata genera un susseguirsi di situazioni esilaranti e momenti di puro fan service. Dopo una ricerca ricca di sorprese, Wade trova un Logan disperato e sconfitto, in una realtà dove è odiato da tutti. Il loro rapporto è caratterizzato da uno scontro continuo, alimentato dal fatto che entrambi, grazie al fattore rigenerante, non possono morire.
Wolverine rappresenta l'ideale a cui Deadpool aspira (un eroe capace di cambiare le sorti del mondo), e quindi ha bisogno di lui per salvare il proprio universo, dove vivono Vanessa (Morena Baccarin) e tutti gli amici incontrati nei due film precedenti. Sul loro cammino incontrano però Cassandra Nova (Emma Corrin), sadica e potentissima gemella di Charles Xavier, le cui origini vengono solo accennate: anche lei, in fondo, è solo uno strumento narrativo per garantire il conflitto, in un teatrino dove i fili che muovono le marionette sono sempre ben visibili.
Levy e Reynolds, tuttavia, non dimenticano mai di intrattenere il pubblico, al di là di ogni richiamo meta-cinematografico. L'azione è dinamica e spettacolare, l'umorismo eccessivo e paradossale non manca mai, e i continui riferimenti sessuali ci ricordano che siamo in una produzione vietata ai minori. Tra allusioni al pegging, cocaina e fiumi di turpiloquio, l'impressione è quella di assistere alle gesta del primo della classe che si atteggia a ragazzo cattivo, tirando fuori tutto il repertorio scabroso in un colpo solo, senza freni inibitori.
Un virus nel sistema Marvel
Il risultato finale è comunque esilarante, anche perché Deadpool si comporta come un virus impazzito nel sistema Marvel. Sconcio e violento, sarcastico e gioiosamente queer, rappresenta tutto ciò che l'MCU non è mai stato. Anche l'uso di canzoni pop degli anni '80, '90 e 2000 contribuisce a caratterizzare il personaggio, dando voce alla nostalgia di almeno tre generazioni diverse: la colonna sonora alterna infatti brani di culto come "Like a Prayer", "Iris" e "Bye Bye Bye".
Deadpool & Wolverine è un tornado sanguinolento e ultrapop che ribalta non solo le produzioni medie dell'MCU, ma anche la cupa freddezza degli X-Men targati Fox, che comunque il film si preoccupa di omaggiare in vari modi. E una pellicola che rappresenta l'emblema di come il cinismo delle multinazionali si traduce in intrattenimento, convertendo le potenziali criticità in opportunità: due decenni di franchise lanciati e affondati, centinaia di milioni spesi, tutto per trasformarsi in un gigantesco scherzo meta-cinematografico.
Fortunatamente, traspare l'affetto di Reynolds per questi personaggi, e il film offre a Hugh Jackman l'opportunità di dare il massimo con il suo Wolverine, mettendogli a disposizione un ventaglio espressivo più ampio rispetto al passato. La vera forza del film non risiede tanto nelle manovre burocratiche dei grandi studios, quanto nel fatto che entrambi gli attori credano ancora profondamente in ciò che stanno facendo.
Un'arma a doppio taglio per i fan Marvel
Deadpool & Wolverine si presenta come un'opera divisiva, capace di entusiasmare ma anche di lasciare perplessi. Il film richiede da parte degli spettatori una conoscenza approfondita non solo dei cinecomic Marvel, ma anche di tutto ciò che hanno generato nella cultura pop negli ultimi vent'anni. Senza questo bagaglio, molte delle citazioni e dei riferimenti rischiano di cadere nel vuoto.
Il crossover con Ryan Reynolds e Hugh Jackman offre momenti di puro godimento per i fan di lunga data, ma al contempo può risultare ostico per chi non è immerso nell'universo Marvel. La trama, volutamente artificiosa, serve principalmente come pretesto per infilare quanti più riferimenti e camei possibili, a volte a scapito della coerenza narrativa.
Nonostante ciò, il film rappresenta una boccata d'aria fresca per un franchise che negli ultimi tempi ha mostrato segni di stanchezza. L'irriverenza di Deadpool e la sua capacità di infrangere la quarta parete permettono di rinnovare la formula ormai collaudata del Marvel Cinematic Universe, aprendo nuove possibilità narrative e stilistiche.
Deadpool & Wolverine si configura come un esperimento audace e potenzialmente rivoluzionario per il futuro dei cinecomic Marvel. Chiaramente non sappiamo se questa svolta verso un approccio più meta e irriverente sarà la chiave per rilanciare il franchise o se resterà un tentativo isolato di rinnovamento. Ciò che è certo è che il film segna un punto di svolta, dimostrando la volontà della Marvel di osare e reinventarsi per mantenere la propria posizione di leader nel panorama cinematografico mondiale.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infola marvel dopo questo film può tranquillamente da un colpo di spugna e riscrivere tutto, recasting e via...
Già qui per me andiamo male, sacrificare la trama per una pura mossa di marketing come il fan service ammazza (almeno in parte) il film.
Il fatto poi che facciano (a quanto sembra) avvenire tutta l'azione in quella specie di sandbox che è Il Vuoto fa capire che volevano spendere il meno possibile tempo e soldi.
Non lo so, cose di questo tipo mi rovinano la voglia di andare a vedere i film in sala.
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