Cogito, ecco la app per il monitoraggio dello stato psicologico dell'utente

Un particolare progetto, realizzato in collaborazione con il MIT di Boston, ha portato alla realizzazione di una app pensata per tenere sotto controllo lo stato psicologico degli utenti, al fine di prevenire suicidi o forti depressioni
di Alessandro Bordin pubblicata il 29 Agosto 2013, alle 11:31 nel canale TelefoniaLa psiche umana, nelle sue infinite sfaccettature, è oggetto di studi sempre più attenti e rigorosi, per quanto costituisca un elemento di tutti noi che può risultare sfuggente ed incredibilmente differente da un individuo all'altro. Detto questo, schiere ti psicoterapeuti dislocati in tutto il mondo concordano nell'individuare alcuni segnali comuni tipici delle più diffuse patologie, fra cui l'ansia e lo stress post-traumatico.
Se non curate adeguatamente queste patologie possono avere conseguenze anche estreme come il suicidio, motivo per cui Cogito, nata da uno spin off del MIT, ha realizzato una app che tiene sotto controllo l'utilizzo dello smartphone, alla ricerca di segnali che possano prevenire gesti estremi o l'acutizzarsi di patologie psicologiche note. A finanziare parte del progetto c'è anche la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), ovvero l'ente della Difesa USA che segue molti progetti di svariata natura.
Secondo la fonte, Spectrum IEEE, l'applicazione va alla ricerca di segnali noti tenendo sotto controllo il tono delle telefonate, diari vocali, frequenza e modalità di utilizzo dell'apparecchio, interazione sui social network e altre operazioni di uso comune. Non si tratta di una raccolta dati analizzata poi in seguito da un gruppo di psicoterapeuti, quando di un vero e proprio strumento che analizza la modalità di utilizzo piuttosto che i contenuti.
La DARPA ha finanziato il progetto per coinvolgere nella ricerca alcuni veterani di guerra, mentre nel progetto pilota sono stati inseriti anche pazienti con disturbi psichici leggeri e gente in perfetta salute. La bontà del progetto è emersa nel corso dell'attentato alla maratona di Boston, permettendo di raccogliere reazioni e comportamenti comuni fra i diversi gruppi, facendo fare al progetto enormi passi avanti nella definizione di pattern di rilevazione più accurati.
Il progetto inoltre va ad integrarsi con questionari che i partecipanti al progetto pilota compilano a propria discrezione, al fine di avere ulteriori elementi per la definizione di algoritmi automatizzati in grado di interpretare l'acutizzarsi degli stati d'ansia. Si tratta insomma di un progetto interessante e ad oggi ancora in via di sviluppo, ma che potrebbe portare a qualcosa di standard nei telefoni del futuro, nemmeno troppo lontano.
11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPure io, troppo invasiva!
Scherzi a parte, a me piacerebbe, sarà pure una sorta di "profiling" ma non è fatto per motivi pubblicitari (che poi siamo profilati sempre e comunque semplicemente avento un dispositivo con acesso a internet).
Normalmente non sono incline a tittillarmi con "teorie complottiste", ma la prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver letto l'articolo è che questo studio (oltre ad avere un valore di per se) può essere un ottimo vettore/parasole per raccogliere dati e fare esperienze utili a sviluppare tecniche di "profilazione psico-emotiva" (termine inventato) che permettano in futuro diversi scenari di pattern matching oltre a quello qui illustrato. Magari a scopi militari (riconoscere potenziali azion terroristiche in corso, e chissà cos'altro).
Altra applicazione: unito al geo-tagging e sapendo di una manifestazione pubblica in corso, potrebbe essere usato dalle forze dell'ordine per monitorare in tempo reale lo stato psico-emotivo dei manifestanti e potenzialmente fare previsioni sulla sua evoluzione utili a mettere in atto azioni preventive.
Ok, forse ho esagerato un po'...
Scherzi a parte, a me piacerebbe, sarà pure una sorta di "profiling" ma non è fatto per motivi pubblicitari (che poi siamo profilati sempre e comunque semplicemente avento un dispositivo con acesso a internet).
Ma l'hanno detto loro, chi mi garantisce che davvero lo scopo è quello che dicono? comunque non è paranoia eh, semplicemente non mi piace essere "psicanalizzato", tanto meno da un telefono..
Normalmente non sono incline a tittillarmi con "teorie complottiste", ma la prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver letto l'articolo è che questo studio (oltre ad avere un valore di per se) può essere un ottimo vettore/parasole per raccogliere dati e fare esperienze utili a sviluppare tecniche di "profilazione psico-emotiva" (termine inventato) che permettano in futuro diversi scenari di pattern matching oltre a quello qui illustrato. Magari a scopi militari (riconoscere potenziali azion terroristiche in corso, e chissà cos'altro).
Altra applicazione: unito al geo-tagging e sapendo di una manifestazione pubblica in corso, potrebbe essere usato dalle forze dell'ordine per monitorare in tempo reale lo stato psico-emotivo dei manifestanti e potenzialmente fare previsioni sulla sua evoluzione utili a mettere in atto azioni preventive.
Ok, forse ho esagerato un po'...
Se si potesse arrivare a tanto, sarebbe davvero bello e utile; si potrebbero prevenire un sacco di "incidenti".
Simpaticamente parlando..."ma sei pazzo?" in cofronto Half Life 2 o V vendette sarebbe un mondo libero e meraviglioso
Sinceramente? si sono pazzo..
No dai, io pensavo ad applicazioni per fare previsioni circa l'evoluzione dello stato emotivo di [U]masse[/U] di persone. Si sa che a livello di massa, l'emotività della stessa è contagiosa e può essere manipolata. Inoltre con la statistica questi aspetti si possono studiare...
Sul singolo individuo non credo sia utile.
Sul singolo individuo non credo sia utile.
No vabbè, era buttata li sul ridere, non era certo un idea seria, ci sono ben altri modi per controllare i criminali, molto piu efficaci anche.
Molto probabile si..
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