Seagate ed il supporto al SerialATA esterno

Seagate crede molto nel progetto eSATA, la tecnologia che permetterà di portare anche all'esterno del case le unità SerialATA senza colli di bottiglia tipici di soluzioni affini
di Alessandro Bordin pubblicata il 04 Marzo 2005, alle 12:20 nel canale StorageSeagate
Seagate ha acquisito negli ultimi anni un'importanza sempre maggiore nel settore SOHO, Small Office, Home Office, indicando con questo settore quello che utilizza maggiormente soluzioni di archiviazione non SCSI. Nel settore SCSI infatti Seagate detiene il ruolo di leader indiscusso da molto tempo.
In occasione dell'IDF 2005 di questi giorni Seagate ha presentato quello che vuole essere un nuovo standard per le porte di comunicazione esterne, ovvero l'eSATA, external Serial ATA. Ai più informati potrà sembrare il segreto di Pulcinella: esistono già alcuni cabinet che incorporano la porta SerialATA esterna, dove sarebbe la novità?
La novità introdotta dall'eSATA riguarda le specifiche tipiche del SerialATA II, che comporta un transfer rate teorico fino a 300 MB al secondo, ma è soprattutto la spinta dello standard ad un evento come l'Intel Developer Forum a far ipotizzare una standardizzazione della porta su soluzioni che vedremo nel futuro prossimo.
Non dunque una semplice porta in più, che pochi adottano e di cui nessuno parla, ma un vero e proprio must per le postazioni future. I vantaggi sono molti, e non immediati.
Allo stato attuale una porta con queste specifiche risulterebbe tre volte più veloce del FireWire 800 (adottato su pochissime postazioni), e surclasserebbe senza appello le porte USB 2.0. I vantaggi non si riducono alla mera velocità di spostamento dati: tale porta permetterebbe di fatto di poter lavorare su files ospitati sul disco esterno senza alcun collo di bottiglia causato dall'interfaccia di collegamento.
Sembra inoltre che a breve verranno prodotte in volumi le prime unità di dischi SAS, ovvero equipaggiati con interfaccia Serial Attached SCSI. Lo standard, presentato da anni ma gravato da ritardi nello sviluppo, ha raggiunto la necessaria maturità per poter essere inserito nel mercato hi-end. Saranno i modelli Cheetah 15K.4 and Savvio 10K.1 a rompere il ghiaccio, portando quindi avanti la tecnologia legata al settore top dello storage.
Fonte: The Inquirer
31 Commenti
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finalmentema poi bisognerà cambiare mobo?
Saranno i modelli Cheetah 15K.4 and Savvio 10K.1 a rompere il ghiaccio, portando quindi avanti la tecnologia legata al settore top dello storage.
Butto li un'idea
Nessuno sa se esiste in commercio un rack per dischi da 3,5 pollici via usb? Mi spiego. Avere uno scatolotto che posso ospitare un set di dischi (pata o sata) che tramite adattatori IDE/USB possa consentire l'uso, anche hot-swap, di schi visti tramite porte USB.Ovviamente con alimentazione propria. Data la banda (molto stretta) l'uso è di un storage ove non siano richieste performance elevate.
Se poi se ne potrà fare un uso pieno in qualche modo non so, ed in tal caso chiedo gentilmente chiarimenti.
Ciao.
Banda
Mi sembra di aver letto qualche tempo fa in notizie simili a questa che UN solo dispositivo non sfrutterà sicuramente i 300MB/s, ma ALCUNI dispositivi potrebbero farlo...Originariamente inviato da Carpix
Concordo con Carpix: quando Maxtor e Seagate hanno introdotto il Command Queuing, hanno detto che le prestazioni sarebbero accresciute notevolmente, al punto che avrebbero superato un Raptor
Ebbene, i test hanno dimostrato come i Seagate dotati di tale tecnologia, restino sempre indietro, molto indietro rispetto ad un Raptor. Quindi, non vorrei smorzare l'entusiasmo di alcuni, ma non credo che questa interfaccia possa stravolgere le cose: apportare dei piccoli benefici senz'altro, ma il collo di bottiglia, se lo vogliamo chiamare così, resta sempre l'HD. Una banda da 300Mb/s, quando effettivamente il Transfer Rate medio di un HD si assesta attorno i 40/45Mb/s.... dovrebbero prima di tutto incrementare le prestazioni di un HD
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