Master, slave, blacklist: terminologia discriminatoria fuori dal kernel Linux
Il creatore di Linux, Linus Torvalds, ha approvato la proposta di usare un linguaggio neutrale e non discriminatorio nel codice e nella documentazione del kernel. Da master e slave si potrebbe passare a leader e follower, ma anche termini come blacklist e whitelist dovrebbero cambiare.
di Manolo De Agostini pubblicata il 13 Luglio 2020, alle 16:01 nel canale Sistemi OperativiLinux
La morte brutale di George Floyd negli Stati Uniti per mano della polizia ha scatenato le proteste in tutto il mondo contro gli atti di razzismo e discriminazione, dando vita al movimento Black Lives Matter. Le iniziative per sostenere la causa hanno avuto molteplici diramazioni, interessando anche il mondo della tecnologia a ogni livello, fino ad arrivare a toccare anche il mondo della programmazione: termini come blacklist o slave sono diventati argomenti di dibattito, alla ricerca di alternative meno divisive.
Il mese scorso GitHub ha dichiarato che rimpiazzerà i termini "razzialmente insensibili" dalla sua documentazione, ma anche altre realtà e gruppi come Twitter, Chrome, Android, Curl, Go e Microsoft stanno cercando di adottare terminologie alternative. In queste ore Linus Torvalds ha approvato la nuova terminologia volta a promuovere un linguaggio inclusivo all'interno del codice e nella documentazione del kernel Linux.
Viene accantonato quindi l'uso di termini come blacklist, master e slave, in favore di una schiera di alternative: Torvalds non dà delle direttive precise, limitandosi a consigliare alcune alternative che poi sarà la comunità a dover recepire e selezionare. Per master/slave il creatore del kernel suggerisce:
- primary/secondary
- main/replica o subordinate
- initiator/target
- requester/responder
- controller/device
- host/worker o proxy
- leader/follower
- director/performer
Per quanto riguarda termini come blacklist/whitelist, Torvalds indica denylist/allowlist oppure blocklist/passlist. Si passa quindi a un linguaggio più pulito e neutrale, che non categorizza il "nero" come qualcosa di cattivo o l'impiego del termine "schiavo" per indicare che qualcosa è alle dipendenze qualcos'altro.
È chiaro che la decisione è destinata a dividere (ironia della sorte è proprio ciò che si vuole eliminare..), tra chi la ritiene una mossa utile a cancellare stupidi preconcetti e chi invece la vede semplicemente come una decisione sull'onda del "politically correct" che ammanta tutto di un velo di ipocrisia, senza però risolvere le questioni alla radice.
Passare da master e slave a un'altra terminologia neutra non dovrebbe comunque essere un gran sacrificio per nessuno, bisognerà solo adattarsi. Se poi tutto questo servirà o meno a cancellare definitivamente il razzismo dalla storia dell'uomo sarà il tempo a dimostrarcelo.
108 Commenti
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sarà a me sembra una cagata pazzesca...Sia mai che quando collego un HDD IDE e lo setto come master mi salga la voglia di frustare il cameriere del bar
ma nooooo
greenlist (ciò che è permesso) e redlist (ciò che è vietato)
É senza sottotitoli...voi capite...ma anch'io la penso come lui...
...stiamo, anzi stanno diventando RIDICOLI...
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