La sonda spaziale NASA OSIRIS-APEX ha superato il passaggio ravvicinato dal Sole

All'inizio di quest'anno la sonda spaziale NASA OSIRIS-APEX ha effettuato un passaggio ravvicinato dal Sole ben oltre le specifiche del veicolo. Ora gli ingegneri hanno confermato che la sonda funziona correttamente.
di Mattia Speroni pubblicata il 31 Maggio 2024, alle 19:41 nel canale Scienza e tecnologiaNASA
La missione OSIRIS-REx si è conclusa riportando ben 121,6 grammi di regolite dall'asteroide Bennu. Si tratta del più grande campione riportato sulla Terra da un asteroide permettendo di effettuare moltissimi studi in tutto il Mondo (anche per le future generazioni di scienziati). La sonda spaziale si è comportata così bene che l'agenzia ha deciso di estenderne la durata cambiando nome alla missione che ora si chiama NASA OSIRIS-APEX ossia Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification – Apophis Explorer.
Certo, non ci sarà più una capsula in cui conservare campioni ma questo non significa che la sonda sarà inutile, tutt'altro. I suoi strumenti scientifici permetteranno di acquisire nuove informazioni sull'asteroide Apophis che si avvicinerà alla Terra nei prossimi anni. Un modo per evitare "sprechi" e spremere al massimo il concentrato di tecnologia rappresentato dalla sonda spaziale.
Per cercare di incontrare l'asteroide, la sonda spaziale ha effettuato un passaggio ravvicinato del Sole, condizione per la quale non era inizialmente stata testata. L'incontro con la nostra stella è avvenuto all'inizio di quest'anno (il prossimo è previsto per l'1 settembre 2024), ma gli ingegneri hanno dovuto aspettare ancora qualche tempo prima di verificare che NASA OSIRIS-APEX non avesse subito danni ai sistemi.
L'agenzia spaziale statunitense ha annunciato negli scorsi giorni che la sonda spaziale ha superato brillantemente questo passaggio ravvicinato con la stella. A metà marzo 2024 erano stati scaricati i dati della telemetria che mostravano valori nominali ma è stato necessario aspettare fino all'inizio di aprile per provare gli strumenti.
Due immagini, prima e dopo il perielio
La necessità di aspettare alcune settimane era legata alla possibilità di allontanarsi dal Sole e quindi evitare danni alla strumentazione e permettere di tornare a operazioni in condizioni normali. Come scritto in precedenza per superare la sfida è stato necessario pensare a soluzioni creative. Per esempio uno dei due pannelli solari è stato utilizzato come "parasole" per proteggere i componenti più sensibili.
Questa strategia ha funzionato correttamente, pur non essendo inizialmente prevista quando NASA OSIRIS-APEX si chiamava ancora NASA OSIRIS-REx. L'orbita prevista per la sonda spaziale vede un avvicinamento al Sole ogni 9 mesi per poi arrivare all'incontro con l'asteroide Apophis nel 2029. Una nota interessante è che il passaggio ravvicinato dal Sole ha permesso di migliorare la condizione del sensore della fotocamera integrata che ha catturato in passato le immagini di Bennu e che in futuro catturerà quelle di Apophis. Infatti i "pixel caldi" sono diminuiti del 70% dopo il perielio.
Altra buona notizia è che una roccia (della superficie di Bennu) che bloccava un meccanismo dello spettrometro visibile/vicino infrarosso di NASA OSIRIS-APEX è stata rimossa grazie all'accensione dei propulsori per la manovra orbitale. Le condizioni di questo strumento, che dovrebbe essere impiegato anche per Apophis, saranno verificate durante un passaggio ravvicinato con la Terra a settembre 2025.
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