L'aquilone marino più grande del mondo genererà elettricità pulita per 1.000 case

La startup svedese Minesto installerà alle Isole Faroe il più grande "aquilone" marino del mondo, che sfruttando l'energia delle maree potrà da solo generare 1,2 MW di elettricità pulita, sufficienti per circa 1000 case.
di Lorenzo Tirotta pubblicata il 14 Novembre 2023, alle 14:31 nel canale Scienza e tecnologiaUn gigantesco "aquilone" sottomarino che sfrutta la forza delle maree per generare elettricità sta per essere installato al largo delle Isole Faroe, segnando un grande passo avanti per questa promettente tecnologia energetica rinnovabile.
Il dispositivo, soprannominato Dragon 12 per la sua imponente apertura alare di 12 metri, è stato progettato e realizzato dall'azienda svedese Minesto. Una volta operativo, si prevede che Dragon 12 genererà da solo fino a 1,2 megawatt di elettricità pulita, sufficiente per alimentare circa 1.000 case. L'enorme aquilone viene ora spedito dalla Svezia verso le remote isole dell'Atlantico settentrionale per l'installazione nelle prossime settimane. Si tratta del più grande dispositivo di questo tipo mai costruito fino ad oggi.
La tecnologia degli 'aquiloni' delle maree è stata originariamente sviluppata dalla casa automobilistica svedese Saab e in seguito acquisita e perfezionata da Minesto a partire dal 2007. L'azienda ha ricevuto oltre 40 milioni di euro di finanziamenti dall'Unione Europea negli ultimi anni per sviluppare e scalare la tecnologia.
Un "aquilone" energetico da record pronto a nuotare nelle acque delle Isole Faroe
Il concetto alla base del dispositivo è semplice ma ingegnoso. Come un aquilone che vola rapidamente nell'aria, la turbina ad ala fissa di Minesto "nuota" avanti e indietro nella corrente oceanica in un movimento a otto, moltiplicando enormemente la velocità relativa dell'acqua che attraversa la turbina.
Ciò permette di generare grandi quantità di energia da unità relativamente piccole e leggere, a differenza delle pesanti e costose turbine o dighe del flusso di marea del passato. Gli sviluppatori affermano che questo lo rende modulare, flessibile e relativamente a basso impatto sull'ambiente marino.
Guardando al futuro, Minesto mira ad espandere notevolmente la tecnologia nelle acque faroesi. L'obiettivo è quello di costruire un “parco” di oltre 100 aquiloni della capacità totale di 120 megawatt, in collaborazione con l'azienda elettrica locale SEV. Se il progetto pilota alle Isole Faroe avrà successo, potrebbe aprire la strada a ulteriori applicazioni di questa tecnologia negli oceani di tutto il mondo.
11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPerché dici questo? Se intendi scalabile in dimensioni del singolo aquilone, probabilmente hai ragione, ma si possono creare campi con molti di questi. Semmai ci sono un paio di considerazioni da fare:
[LIST=1]
[*]Un campo di questo tipo deve essere interdetto alla navigazione
[*]ha senso dove le correnti marine sono significative
[/LIST]
per cui non vedo molti posti utili nel Mediterraneo. Immagino che potrebbero essere interessanti il canale di Sicilia e il canale di Messina, ma ne risentirebbe la navigazione.
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[*]Un campo di questo tipo deve essere interdetto alla navigazione
[*]ha senso dove le correnti marine sono significative
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per cui non vedo molti posti utili nel Mediterraneo. Immagino che potrebbero essere interessanti il canale di Sicilia e il canale di Messina, ma ne risentirebbe la navigazione.
nell'articolo si parla esplicitamente di oceani poi non so
hai ragione anche a me mio cuGGGino ha detto la stessa cosa
Perchè non davanti Lampedusa? Così risolveremo due problemi in uno.
No kitegen
Non mi sembra la stessa cosa del Kitegen. Questo è un sistema rigido con turbina. In aria non sarebbe proponibile (per il rischio di ammazzare qualcuno in caso di incidente).sempre simulazioni al computer o robe di test dentro vasche/gallerie del vento
Simil "Kitegen"
Avendo lavorato al progetto Kitegen parecchi anni fa, posso affermare che si basa sugli stessi principi. Tuttavia, la principale distinzione risiede nella diversa densità del fluido operativo: nel caso di Minesto, si tratta di acqua anziché di aria.Nel contesto del Kitegen, l'uso di aquiloni è vincolato da funi in kevlar, le quali sono connesse a un generatore situato a terra. Questa configurazione è stata adottata a causa dell'impraticabilità di installare un generatore di grande massa in volo e della necessità di trasmettere energia mediante cavi di rame pesanti.
Per contro, nel progetto Minesto, la generazione di energia è affidata a una turbina montata direttamente sull'apparato. Questo approccio, sebbene introduca sfide aggiuntive come l'isolamento elettrico ottimale, la prevenzione della corrosione e la realizzazione di tenute stagne, risulta essere più gestibile dal punto di vista del peso grazie al sostegno offerto dal mezzo acquatico. Inoltre, l'integrazione di galleggianti idrodinamici nel Minesto è sia fattibile che economicamente vantaggiosa.
Dal punto di vista pratico e economico, Minesto appare più vantaggioso rispetto a un velivolo, poiché elimina la necessità di permessi per il volo e limitazioni nello spazio aereo. La trasmissione dei dati dai sensori inerziali e dell'energia elettrica prodotta avviene attraverso cavi verso una base stabile sul fondale, progettata per resistere a forti tensioni.
I movimenti nel sistema Minesto sono significativamente più lenti e controllabili, riducendo i rischi di impatto e incrementando il controllo e la prevedibilità del percorso. In sintesi, Minesto si configura come un progetto ingegneristico di grande interesse e valore.
Insomma un bel progetto che vale la pena di seguire...
Sarei curioso di vedere una versione "KiteGen acquatica" ovvero eliminando la turbina (ho infatti seri dubbi sulla sua efficienza) e riportando alla base il generatore attraverso funi srotolabili a "yo-yo".
Il mio dubbio è relativo alla forza sviluppata su una piccola area relativa all'elica rispetto a tutta la superficie alare. E' infatti su tutta l'ala che si può osservare il massimo della generazione di forza e non solo sull'elica nel suo classico movimento ad 8.
Altro dubbio è relativo all'attrito idrodinamico nettamente più denso dell'aria. Parliamo di circa 800 volte nell'acqua! Questo è un freno notevole per il sistema. Comunque solo calcoli adeguati e simulazioni al computer possono determinare il "vincitore" tra i 2 fluidi a parità di budget ed impatto sull'ambiente. La profondità del mare deve essere molto accentuata. Nel Kitegen si parlava di voli da 1000 a 4000 metri di altezza. Per compiere l'8 infatti occorrono spazi enormi in proporzione alle dimensioni alari e le caratteristiche del velivolo.
Un progetto ad aria simile al Minesto lo potete osservare nel progetto Makani.
All'epoca il Kitegen doveva ricevere milioni di Euro in sovvenzioni aggiudicati... ma mai ricevuti... da lì ne ho perso traccia e non sono in grado di darvi altre informazioni aggiornate.
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