Il violino più piccolo del mondo? Appena 35 micrometri di lunghezza è invisibile a occhio nudo

Nel laboratorio di fisica dell’Università di Loughborough è stato inciso un violino di platino grande appena 35 micrometri, dimostrazione delle potenzialità della nanolitografia per l’elettronica e l’informatica del futuro. Dietro questa curiosa impresa si cela una rivoluzione tecnologica che promette dispositivi sempre più piccoli ed efficienti.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 09 Giugno 2025, alle 11:34 nel canale Scienza e tecnologiaNel panorama della nanotecnologia, ogni tanto arriva una notizia che sembra uscita dalla fantascienza. È il caso del microviolino realizzato nei laboratori di fisica dell’Università di Loughborough: una sagoma lunga 35 micrometri e larga appena 13, incisa su vetro e ricoperta di platino, più sottile di un capello umano e invisibile a occhio nudo.
Non è musica, ma pura innovazione: questa micro-opera nasce per mettere alla prova le capacità della nuova piattaforma di nanolitografia dell’ateneo britannico e spalanca le porte a una nuova generazione di dispositivi elettronici e informatici.
Dal rendering alla realtà: come si crea un violino invisibile
Tutto parte da un progetto digitale, elaborato con software di modellazione avanzata. Il substrato scelto è un chip di vetro, ricoperto da due strati di un polimero speciale (resist) che funge da “tela” per la nanolitografia. Il protagonista tecnologico è il NanoFrazor, un sistema sviluppato da Heidelberg Instruments: grande come un’auto, lavora con una sonda termica che raggiunge temperature superiori ai 1100 °C. La punta incandescente incide il disegno bruciando selettivamente il primo strato del polimero, lasciando esposto quello sottostante. Un trattamento chimico elimina la parte incisa, creando una cavità a forma di violino. Si passa quindi alla metallizzazione: uno strato di platino viene depositato sulla superficie e infine, con una pulizia a base di solvente, si ottiene la sagoma finale.
Il ciclo completo, una volta perfezionato, richiede circa tre ore, ma dietro c’è un lungo percorso di ottimizzazione e test. Il risultato? Un violino che, per dimensioni, fa sembrare minuscolo anche un tardigrado e che può essere osservato solo con microscopi ad alta risoluzione.
Dalla cultura pop al laboratorio: perché proprio un violino?
La scelta del soggetto non è casuale. Il “violino più piccolo del mondo” richiama una celebre espressione ironica della cultura pop, usata per minimizzare lamentele eccessive. Ma qui il significato è doppio: da un lato, la citazione; dall’altro, la dimostrazione concreta di cosa sia oggi possibile realizzare su scala nanometrica.
Il cuore dell’impresa è la tecnologia di litografia a sonda termica. Il NanoFrazor permette di “scrivere” pattern complessi con precisione atomica, aprendo scenari inediti per la fabbricazione di dispositivi elettronici avanzati. Il laboratorio è un ambiente ultra-controllato: la manipolazione dei chip avviene in glovebox sigillate, con movimenti robotici per evitare contaminazioni da polvere o umidità.
Dove porta questa tecnologia?
La realizzazione del microviolino è solo il punto di partenza. Il nuovo sistema di nanolitografia di Loughborough è già al centro di due progetti di ricerca d’avanguardia:
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Gestione termica avanzata: Il team guidato da Dr Naëmi Leo sta studiando come sfruttare gradienti di temperatura per migliorare l’efficienza e la velocità dei dispositivi di memoria e calcolo. L’idea è utilizzare nanoparticelle che assorbono luce e generano calore localizzato, integrando materiali magnetici e elettrici per nuovi paradigmi di archiviazione dati.
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Nuovi materiali per la memoria magnetica: Dr Fasil Dejene si concentra su materiali quantistici per sensori magnetici ultra-miniaturizzati, con l’obiettivo di superare i limiti degli hard disk tradizionali e aprire la strada a memorie più dense, veloci e affidabili, utili anche per l’intelligenza artificiale ispirata al cervello umano.
7 Commenti
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ora dimme quante altre occasioni potevo citare il violino di Lenny senza far finta di non aver letto quella parola
L'avesse fatto Magritte...
"Ceci n'est pas un violon"In realtà i simpson a loro volta hanno citato la scena iniziale delle Iene di Tarantino.
In realtà ai tempi non era la sola citazione che avevano fatto de "Le Iene" (o dei film di Tarantino usciti in quel periodo) se ne contano parecchie.
In questo caso la citazione dei Simpson sta anche per tutta la scena, e riguardo l'archetto
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