Dalla CCS alla DACC, così gli Stati Uniti intendono investire quasi 4 mld di dollari contro i cambiamenti climatici

Dalla CCS alla DACC, così gli Stati Uniti intendono investire quasi 4 mld di dollari contro i cambiamenti climatici

Il finanziamento da 3,7 miliardi di dollari servirà ad aprire 4 grandi hub regionali per sviluppare tecnologie DACC su scala commerciale con una capacità minima di 1 mln t CO2/anno

di pubblicata il , alle 17:44 nel canale Scienza e tecnologia
 

Negli USA è stato approvato un piano per la cattura diretta dall'aria di CO2 (DACC), lo step "successivo" della CCS.

Della Carbon Capture&Storage (CCS) abbiamo parlato in questo articolo, mantenendo il punto di vista entro i nostri confini europei.

Dall'altra parte dell'oceano, è appena stata investita una grossa somma nell'industria della rimozione del carbonio, al fine di rimuovere 1 milione di tonnellate di CO2 all'anno.

CCS DACC

A staccare l'assegno è stato il Dipartimento dell'Energia statunitense (DoE), specificando come la maggior parte della cifra stanziata (circa 3,5 miliardi) sia destinata a creare quattro mega hub regionali per la cattura diretta dall'aria di CO2.

Ogni struttura, secondo gli accordi fra il dipartimento e le aziende private "dimostrerà una tecnologia di cattura diretta dell’aria o una serie di tecnologie su scala commerciale", che devono avere "il potenziale di catturare almeno 1 milione di tonnellate di CO2 all’anno dall'atmosfera, stoccandola in modo permanente in una formazione geologica o attraverso la sua conversione in prodotti".

CCS DACC

L'obiettivo del DoE è perfezionare tecnologie di stoccaggio su larga scala, in modo da abbattere il costo per tonnellata, portandolo a meno di 100.

Per avere un termine di paragone circa i costi, l'impianto Orka in funzione in Islanda, ad oggi il più grande al mondo, ha un costo di 600 dollari per tonnellata, pur funzionando sfruttando la geotermia.

CCS DACC

Gli Stati Uniti gestiscono i 2/3 della CCS a livello globale e sono intenzioni a farla diventare una risorsa chiave nel percorso verso la neutralità climatica entro il 2050. "A prescindere dalla velocità con cui decarbonizzeremo l’economia nazionale, dobbiamo affrontare l’inquinamento già presente nella nostra atmosfera per evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico", ha dichiarato la Segretaria all'Energia, Jennifer M. Granholm.

Ma cos’è, o meglio come funziona, la DACC?

Partendo dall'acronimo che sta per "Direct Air Carbon Capture", la cattura di carbonio direttamente dall'aria, in un certo senso, non è troppo diversa dalla CCS, quantomeno nelle metodologie messe in atto.

CCS DACC

La CCS mira a catturare la CO2 direttamente dove viene prodotta, cioè da una "fonte puntuale", come una fabbrica o una centrale elettrica, utilizzando strumenti chiamati scrubber con un solvente liquido o un sorbente solido che si lega alla CO2 presente nei gas di scarico.

Il calore viene quindi applicato per rilasciare la CO2 in un flusso puro che può essere compresso e trasportato allo stoccaggio permanente, come le formazioni acquifere saline, o trasformato in nuovi prodotti.

La medesima tecnologia è utilizzata anche nella DACC ed è interessante notare come si stia parlando di un processo noto e usato già da anni per rimuovere lo zolfo dai gas di scarico delle navi.

 

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